Non perdiamoci in convenevoli cari lettori poiché per vendervi quanto visto non troppe ore fa non necessito assolutamente di alcuna introduzione e, pertanto, partirò immediatamente raccontandovi una delle partite più folli degli ultimi anni.

Cominciamo il nostro viaggio attraverso la più emozionante domenica della nostra ancor giovane dall’ultima partita giocata, ovvero il sorprendente 37 a 34 con cui gli Arizona Cardinals hanno spezzato il cuore ai Seattle Seahawks.
Sei minuti e poco più al fischio finale, Wilson connette per i sei punti, per la terza volta, con Tyler Lockett, autore di una partita mostruosa da 200 yards e tre TD: convertendo questo 4&2 i Seahawks si sono portati sopra di dieci punti, due possessi, e con così poco tempo rimasto da giocare sembrava che Seattle potesse seriamente cominciare a festeggiare.
Ma ecco i Cardinals.
In quattordici giocate i Cardinals riescono a portarsi sotto di tre punti grazie ad un touchdown di Christian Kirk: Arizona però ha bisogno di uno stop piuttosto veloce e, con Russell Wilson dall’altra parte, ciò non sembra essere poi così semplice.
Seattle prende un primo down, ma Arizona ha ancora a disposizione tutti i timeout: Hyde, subentrato all’infortunato Carson, viene fermato a due yards dal primo down della vittoria ed Arizona, a secco di timeout con poco meno di un primo da giocare, è ancora in vita.
Murray muove le catene ad una velocità supersonica e così, in sole quattro giocate, mettono Gonzalez nella posizione di portare la contesa ai supplementari con un impegnativo piazzato da 44 yards: convertito, supplementari.
Palla a Seattle che, stranamente, viene costretta al punt grazie ad un sack di Byron Murphy su 3&11: ai Cardinals per vincerla bastano tre punti che grazie ad un paio di brillanti corse di Edmonds e Murray sembrano essere cosa sicura, ma Gonzalez sbaglia il piazzato della vittoria da 41 yards.

Seattle riprende il possesso dell’ovale e Wilson, su 3&10, trova i sei punti della vittoria grazie ad un touchdown di Metcalf… prontamente annullato per una holding fischiata a Moore: 3&20 e Wilson cerca Lockett ma trova le mani del rookie Isaiah Simmons che conclude la propria corsa con l’ovale nei pressi della metà campo.
Dalle stelle alle stalle, no?
Murray prova a muovere le catene meglio che può, ma su 3&3 non trova le mani di Kirk: Gonzalez ha la possibilità di redimersi, ma per farlo dovrà convertire un ostico field goal da 48 yards con pochissimi secondi rimasti a separarli da un incredibile pareggio che ricorda da vicino quello di qualche anno fa, salvo i tantissimi punti in più messi a segno.
Gonzalez, questa volta, riesce a centrare i pali ed Arizona, dal nulla, infligge la prima sconfitta stagionale ai Seahawks, ora tallonati in classifica proprio dai Cardinals che dopo questa vittoria molto probabilmente non avranno più problemi di autostima: emozionati?
Beh, c’è stato di meglio… o di peggio, dipende sempre dal punto di vista.

Pure qua inizierò dalla fine, non dandovi però subito il risultato: dopo una sorprendente battaglia difensiva Atlanta è sotto 16 a 14 contro Detroit, ma è in una buonissima posizione per vincerla in quanto con un minuto rimasto da giocare si trova sulla linea delle 10 yards di Detroit, priva di timeout, sul primo down. Per vincere, sostanzialmente, basterebbero un paio di corsette ammazza-cronometro ed un tutt’altro che impossibile piazzato di Koo, salvo solo che Gurley, in un raro momento di scarsa lucidità, non riesce a contrastare la propria inerzia prima di raggiungere la end zone regalando così ad Atlanta il touchdown meno desiderato della loro storia: Ryan pesca Ridley per la conversione da due punti, ma con un minuto rimasto da giocare Detroit è ancora in vita e con un touchdown – ed un tutt’altro che scontato extra point – potrebbe regalarsi un’incredibile vittoria.

Stafford connette con Hockenson ed Amendola, poi con Golladay nel cuore della red zone: dopo che gli arbitri hanno dato un’esaustiva occhiata alla giocata, Stafford ha giusto il tempo di fermare il cronometro per l’ultima volta, ad un paio di secondi dal termine tenendo così in vita i suoi.
Detroit avrà a disposizione un solo tentativo per martoriare per l’ennesima volta le gonadi dei tifosi dei Falcons e, ovviamente, Stafford trova Hockenson per il touchdown della parità a tempo più che scaduto: nonostante una penalità abbia trasformato l’extra point della vittoria in uno scomodo piazzato da 48 yards Prater riesce a portare a termine il proprio lavoro catapultando così i suoi Detroit Lions sopra di un punto su un incredibile 23 a 22 contro i poveri e sempre più inetti Atlanta Falcons.

Volete un altro game winning touchdown arrivato al termine di un ultimo periodo di gioco troppo spettacolare per farci pensare di meritarlo? Lasciatemi allora parlare del 37 a 34 con cui i Browns l’hanno scampata sui Bengals: in un ultimo quarto in cui le due squadre hanno messo in scena un folle botta e risposta culminato in sei touchdown ed un piazzato, Cincinnati sembrava poter scamparla dopo che ad un minuto dal termine, su 4&1 dalle 3 dei Browns, Burrow aveva pescato Bernard per il touchdown del +3 Bengals.
Mayfield, costretto a rinunciare a Beckham uscito immediatamente a causa di quello che sembra essere un grave infortunio al ginocchio, non si dà per vinto e dopo aver connesso con Higgins per un passaggio che li ha fatti atterrare in piena zona field goal cerca e trova in profondità il rookie Peoples-Jones per il touchdown della vittoria a dieci secondi dal termine: spettacolare la prova di Mayfield, che dopo aver aperto le danze con un brutto intercetto ha lanciato cinque touchdown non sbagliando praticamente più nulla.

A proposito di finali emozionanti, che dire della quasi rimonta dei Tennessee Titans? Sotto anche di 20 punti, i Titans non si sono mai dati per vinti e con estrema pazienza sono riusciti limare il gap creatosi nell’ottima – per gli Steelers – prima metà di partita grazie ad un touchdown del finalmente sano A.J. Brown e del solito Derrick Henry: sotto di tre, però, Tennessee non riusciva a mandare fuori dal campo l’attacco di Roethlisberger salvo che, incredibilmente, con poco più di due minuti rimasti da giocare Big Ben sia stato intercettato da Hooker in end zone in quello che doveva essere il colpo di grazia.
Tannehill, nella posizione di essere ancora una volta l’eroe, ha condotto i suoi in piena zona field goal e, dopo non essere riuscito a farla grossa trovando il touchdown della vittoria, ha chiesto a Gostkowski di portarla ai supplementari con un non semplice ma nemmeno proibitivo piazzato da 45 yards: l’ex-kicker dei Patriots, purtroppo per loro, ha mancato l’appuntamento personale con la gloria spedendo l’ovale troppo a destra e così, nonostante una seconda metà di gioco di passione, gli Steelers sono riusciti a scamparla 27 a 24 su dei buoni Titans. Pittsburgh, a questo punto, rimane l’unica squadra imbattuta in questo 2020 e domenica se la vedrà con i Baltimore Ravens in quella che si preannuncia essere la partita della settimana.

Proviamo a calmarci con un paio di partite più tranquille, salvo siano coinvolte le vostre squadre del cuore.
Tornano al successo, in maniera un po’ deludente se proprio devo essere sincero, i Buffalo Bills, passati 18 a 10 sui vomitevoli New York Jets: tutti e 18 i punti dei Bills sono stati messi a segno dal piede di Tyler Bass, che nonostante due errori è riuscito a convertire ben sei piazzati. Buffalo, se proprio devo essere sincero, sembra aver smarrito la brillantezza del primissimo mese di stagione, ma in NFL l’unica cosa che conta è vincere ed una brutta vittoria vale tanto quanto la più spettacolare e convincente delle doppievù: certo, contro avversarie più serie servirà di più, molto di più.
Continua il buon momento dei 49ers che con un perentorio 33 a 6 affondano i New England Patriots, costretti ad un certo punto della contesa a spedire in panchina un Cam Newton da tre intercetti: a San Francisco per vincerla basta affidarsi al proprio running game, questa settimana trainato da un fantastico Jeff Wilson Jr. costretto però ad abbandonare la contesa per un infortunio rimediato durante la corsa che gli ha regalato il terzo touchdown della giornata. Notte fonda invece a Foxborough, l’attacco dei Patriots non sembra più in grado di sostenere drive e con un parco ricevitori incredibilmente scarno Newton sta avendo serissime difficoltà a muovere le catene.

Sotto una mite nevicata Kansas City sbriga senza alcun problema la pratica Broncos con un completo 43 a 16: completo perché i Chiefs hanno trovato i sei punti tramite il proprio attacco – come fosse una novità -, la propria difesa grazie ad una pick six ed il proprio special team grazie ad un kickoff return di Pringle. In un pomeriggio in cui Mahomes ha lanciato “solamente” 207 yards ed un touchdown a condannare Denver alla sconfitta ci hanno pensato quattro turnover, una condanna a morte contro questi qua.
Ottima vittoria per i Buccaneers, passati 45 a 20 su dei sopraffatti Raiders: Brady, dopo un inizio di stagione in chiaroscuro, sembra aver ritrovato la forma degli anni migliori in quanto pure ieri ha avuto modo di far volare l’ovale con estrema brillantezza mettendo a segno ben quattro touchdown. Nulla da fare invece per i Raiders, tenuti a bada divinamente dall’ottimo reparto difensivo dei Bucs che dopo aver concesso loro un touchdown a termine del primo drive ha tirato giù la saracinesca costringendo Carr e compagni ad un non eccessivamente brillante 5 su 13 su terzo down.
I Bucs, in attesa di Antonio Brown, sembrano aver trovato la quadratura del cerchio ed a questo punto, per forza di cose, siamo costretti a vederli come legittimi contender.

Volevate una reazione da parte di un raramente non brillante Aaron Rodgers? Spero vivamente che i quattro touchdown lanciati contro i Texans vi possano bastare: grazie anche ad un esagerato Davante Adams da 196 yards e due TD Green Bay ha avuto ragione dei Texans imponendosi con un comodo 35 a 20. Houston, nonostante una seconda metà di partita decisamente buona, non è stata in grado di uscire dalle sabbie mobili di una prima metà conclusa sul 21 a 0 Packers: a questo punto la stagione dei Texans sembra veramente essere ai titoli di coda.

Sorprendente vittoria della squadra di football sui disastrati Dallas Cowboys: Washington, grazie ad una spettacolare prestazione difensiva, ha vinto 25 a 3 contro dei Cowboys costretti ad affidarsi a Ben DiNucci dopo che Dalton è stato estromesso dalla partita a causa di un terribile trauma cranico. Tramite un Gibson in stato di grazia i ragazzi di Rivera hanno avuto modo di controllare il cronometro tenendo il possesso per più di 36 minuti, decisamente troppi da trascorrere in campo per una difesa come quella dei Cowboys.
Prima vittoria in carriera dell’eccezionale Justin Herbert che contro dei buoni Jaguars ha condotto i suoi ad un 39 a 29 arrivato al termine di una prova da tre touchdown di passaggio ed uno di corsa: la difesa di L.A., salvo qualche big play qua e là principalmente arrivata per merito di Robinson, ha messo la museruola a Minshew tenendolo a 173 passing yards. Herbert, signori, si sta rivelando essere uno dei giocatori più esaltanti e divertenti che possiate vedere dirigere un attacco e per Los Angeles, nonostante la solita sfortuna, il futuro sembra finalmente essere radioso.
Vittoria soffertissima, ma pur sempre vittoria, quella dei New Orleans Saints sui Carolina Panthers: nonostante le assenze di Thomas e Sanders, Brees ha mosso efficientemente le catene permettendo ai suoi di vincere 27 a 24. A nulla è servita l’ottima partita di D.J. Moore – 93 yards e due TD – poiché New Orleans non ha convertito solamente due dei 14 terzi down tentati: con metodicità e grazie al sempre più accecante talento di Alvin Kamara i Saints sono riusciti a “fare una giocata in più” degli avversari e rendere inutile la buonissima giornata di Teddy Bridgewater, quarterback che sta giocando ad un livello a mio avviso veramente alto.

Miglior domenica dell’anno?
Direi proprio di sì.

8 thoughts on “Il riassunto della settima domenica del 2020 NFL: thriller night

  1. A parte alcune ricezioni incredibile dei supermen wideout, l’azione della domenica è il placcaggio di Metcalf su Baker: ci credeva solo lui. DK Freak.

  2. Vero ed è già pieno di meme, qualcosa di buono anche nell unica sconfitta. A parte questo ci poteva stare certo in questo modo è brutto soprattutto quando avevi praticamente vinto ma se finisci la partita sempre vicino nel punteggio prima o poi può succedere. I Seahawks se non ti fanno senti male non sono contenti. Comunque bella domenica si, Mattia non ha avuto nemmeno lo spazio per i suoi commenti qua e là, è forse il suo primo articolo di sola cronaca

    • Esattamente Danilo, oggi ho preferito lasciare parlare le azioni, in quanto pur essendo sintetico – ho saltato volutamente metà di almeno tre partite – ho sforato le mille parole solo con quattro partite.
      Domenica pazzesca.

      • Per cui buono per il football, meno per quando leggiamo qui ma tanto st altra settimana si torna alla normalità. L aggettivo per i jets c è sempre però

  3. Ah ho appena visto l infortunio di Dalton. La cosa che mi ha schifato non è tanto il tackle ma il non intervento dei suoi compagni. Nessuno a vedere le sue condizioni, nessuno contro il LB avversario e nessun giocatore che come tanto gli piace fare si mette in ginocchio anche quando c è una caviglia distorta. Per un colpo del genere si leva il casco e rimane a terra e zero reazioni. Devono finire in modo più schifoso di quanto non stiano già facendo

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