E’ questo l’esito finale della sfida al Soldier Field di Chicago.

Il rematch del Super Bowl numero 52 tra The Goat e “Cinderella” Foles finisce ancora una volta con la sconfitta di Tom Brady che – anche questa volta – lascia il campo senza attraversarlo per congratularsi con il rivale che, a sua volta, si prende la scena nelle conferenze stampa post match dichiarando “è stata una scazzottata: mi ha ricordato quella vecchia, con Philly”. Finalmente la programmazione della lega ci ha regalato un TNF interessante, dopo i due match piuttosto tristi tra Dolphins e Jaguars (Week 3) e Broncos e Jets (Week 4).

A renderlo tale – più ancora che la curiosità per la nuova sfida Brady-Foles – era soprattutto il “ranking” delle due squadre dopo le prime quattro settimane. La programmazione della quinta settimana di football vedeva infatti quale “partita di cartello” la sfida tra Bills e Titans (7-0 cumulato) che si giocherà martedì notte (inizio 1.00 ora italiana) e tre partite le cui partecipanti fanno segnare uno score cumulato di 6-2: Raiders@Chiefs (domenica alle 19.00), Colts@Browns (domenica alle 22.25) e, appunto, il TNF dell’altra notte.

Era la seconda volta che vedevo i Bears quest’anno, aggiunta alla curiosità di vedere all’opera Tom Brady nella sua nuova coraggiosa avventura, che valeva da sola “il prezzo del biglietto”. Curiosità appagata e, settimana dopo settimana, confermata dalla progressiva crescita delle prestazioni di Brady e del suo attacco sintetizzata non solo dalle 3 vittorie consecutive contro Panthers, Broncos e Chargers – dopo la sconfitta iniziale contro i Saints – ma soprattutto dal rating sempre crescente fatto segnare dal “vecchietto”: 78,4 80,3 115,8, sino al 117,0 di Week 4 contro i Chargers, match chiuso con  30/46 per 346 yds e 5 TD Pass ad altrettanti ricevitori differenti.

I risultati sin qui conseguiti dovevano però essere confermati contro una “difesa vera” come quella allestita da Chuck Pagano. E, pur giocando una partita senza grossi errori, i risultati non sono venuti. Dopo un primo drive ben orchestrato ma fermatosi (con 2 incompleti su 3 tentativi) sulle 21 yards dei Bears e il conseguente FG del 3-0 di Ryan Succop e un 3&out del successivo, Brady guida quello che sarà l’unico drive della serata concluso in TD. Drive, in verità, iniziato in posizione decisamente favorevole grazie all’intercetto, il terzo in stagione, di Carlton Davies – non causato da un errore di Nick Foles ma da una palla non ricevuta e “maltrattata” da Allen Robinson (10 ricezioni su 16 alla fine per 90 yds) – riportato sino alla linea di metà campo.

Sul 10-0 però l’attacco di Tampa “si ferma” e non riuscirà più a produrre un drive da TD per tutta la serata, mettendo a tabellone solo altri 3 FG di Ryan Succop, che chiude la serata con 4/4 tutti, in verità, da ottima posizione di campo se si esclude il calcio del provvisorio 16-14 realizzato dalle 46 yds. Nick Foles entra, invece, in partita nel secondo quarto con Chicago sotto 13-0. Fino ad allora, l’ottima difesa di Tampa sulle corse (solo 68 yds concesse a partita nelle prime 4 settimane e la miseria di 35 yds totali nel TNF) aveva reso prevedibile l’attacco aereo di Chicago.

Sotto 13-0, Foles organizza un drive sostanzialmente perfetto con 7/8 per 64yds, anche grazie a una ricezione di Cordarelle Patterson (3 ricezioni su 3 per 38yds oltre a 3 ritorni di kickoff per oltre 39 yds medie) che trasforma un passaggino corto in una giocata da 25yds, e che culmina nella corsa da 3yds in TD di David Montgomery. Sul drive successivo di Tampa arriva la prima grande giocata della difesa Bears, colpo da KO devastante di Kyle Fuller ai danni di Ke’Shawn Vaughn – che lascerà il match per infortunio dopo l’episodio – su cui gli arbitri chiamano inizialmente l’incompleto, ma che, dopo la revisione, trasformano giustamente in ricezione e successivo fumble, ricoperto da Robert Quinn sulle 27 yds Tampa.

Ancora un Foles quasi perfetto (3/4 per 27yds) porta Chicago al riposo – piuttosto sorprendentemente in verità – avanti 14-13, lanciando un TD pass dalle 12 che Jimmy Graham (3 ricezioni su 5 per 33yds e 1 TD) riceve “a una mano” in end zone, rispolverando quanto appreso nelle sue esperienze da giocatore di basket. La seconda metà di partita in cui le due squadre si superano in continuazione a colpi di FG sino al 20-19 finale è dominata e determinata da due fattori sostanziali. Le penalità di Tampa Bay. Ripetute e piuttosto sciocche in alcune occasioni. Penalità sia offensive, come quelle che fanno infuriare Brady dopo un drive in cui si trova costretto dopo aver raggiunto le 35 yds di Chicago ad arretrare continuamente. Tampa Bay chiuderà la partita con ben 11 penalità per 109yds.

La difesa di Chicago. Capace di limitare fortemente l’attacco avversario con giocate spesso decisive, soprattutto nei momenti topici del match. Brady – che ha chiuso con 25/41 per 253 yds e 1TD – è stato messo sotto pressione per tutta la partita vendo colpito ben 8 volte dai difensori avversari e non è stata sufficiente nemmeno la buona prestazione sulle corse di Ronald Jones (106 yds su 17 portate) per consentire all’attacco dei Buccs di ottenere i risultati attesi. Si chiude con ben 3 sack, 2 di Khalil Mack e uno di James Vaughters (nei quali abbiamo potuto ammirare tutta l’esperienza di Tom Brady nell’evitare colpi inutili) e, soprattutto, si rivela decisiva nel forzare il 3&out quando – sotto 19-17 a 2.48 dalla fine – Brady e i Bucs vengono costretti a restituire l’ovale dopo solo 27 secondi.

Grandi protagonisti tra gli uomini di Chuck Pagano l’ex Broncos Danny Trevathan (7 tackle e 1 assistenza e 1 passaggio deflettato), Kyle Fuller (6 tackle e il decisivo fumble forzato) e Roquan Smith (6 tackle 1 assistenza e 2 passaggi deflettati), ma è l’insieme a funzionare bene. Oltre a questi due fattori si rivelano decisivi i due calci di Carlos Santos uno dalle 38 e uno dalle 47yds con cui i Bears fissano il risultato finale sul 20-19.

Tampa Bay perde così una partita che con un po’ più di attenzione e determinazione avrebbe potuto (e dovuto) vincere. Una mancanza di attenzione il cui emblema è sicuramente rappresentato da Brady che nel drive finale è convinto di aver giocato un 3zo down senza accorgersi che in realtà si trattava del quarto. Un errore – perdere il conto dei down – che mai ho visto commettere a The GOAT. Chicago continua invece una stagione iniziata bene (4-1) e sicuramente aldilà delle più diffuse previsioni degli analisti e dei commentatori presenti sul sito.

Ora che Matt Nagy ha finalmente deciso di abbandonare sulla sideline al suo destino da backup la grande delusione Mitchell Trubisky, la difesa può sicuramente consentire ai Bears un approdo alle wild card in una division che – al momento almeno – sembra essere pienamente controllabile dai Packers. Resta l’assoluta debolezza dell’attacco sulle corse e le prestazioni alterne cui Nick Foles (a parte quando incontra Brady: 30/42, 243 yds, 1 TD e 1 intercetto non su proprio errore) ci ha abituato.

Non si può del resto dimenticare che dopo il TNF, nonostante il 12mo winning drive di carriera, il suo record nella lega è un modesto 27-33, ottenuto giocando con 5 team diversi (Eagles, Rams, Chiefs, Jaguars e ora Bears) in 9 stagioni.

To the next: per i Bucs il riscatto sarà durissimo domenica prossima, quando ospiteranno i Packers (4-0) riposati dal bye, mentre Chicago può continuare a sognare visto che l’aspetta una partita decisamente più agevole sul campo dei Panthers (2-2).

Quanto al TNF, questa volta ci aspetta una partita di livello assoluto, con i Bills (4-0) che ospiteranno i Chiefs (4-0), match imperdibile.

 

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