Fatico a trovare le parole adatte per iniziare questo articolo poiché ieri, in circa sette ore, gli dei del football ci hanno messo davanti a tutto quello che rende unico e spregevole questo sport: abbiamo assistito a rimonte senza precedenti, prestazioni d’inettitudine storica ed infortuni, tantissimi infortuni.
Credo di aver già detto troppo, o almeno, ho come l’impressione di aver rubato preziose parole al racconto su quanto successo ad Arlington fra Cowboys e Falcons.

Cowboys e Falcons, dicevo: lasciatemi partire con il risultato, ovvero l’incredibile 40 a 39 con cui i Dallas Cowboys hanno strappato e straziato il già martoriato cuore degli Atlanta Falcons.
Si parte e Dallas è irriconoscibile, poiché dopo uno scambio di punt a Prescott viene confiscato il pallone dal pass rush degli ospiti che a seguito di uno strip sack segnano il primo touchdown di giornata grazie ad un ottimo sforzo individuale dell’esplosivo Calvin Ridley: preparatevi psicologicamente a quanto sto per raccontarvi.
Nemmeno il tempo di festeggiare il TD che Dallas commette un altro fumble, a cui segue un altro touchdown dei Falcons, messo a segno dal neo-arrivato Hurst: sotto 14 a 0 i Cowboys decidono di provare un fake punt nella propria metà campo, fallendolo e regalando altri tre punticini ai Falcons. Subito dopo Dallas commette il terzo fumble di giornata – in cinque possessi – ed Atlanta, pure in quest’occasione, riesce a raccogliere solamente tre punti: il 20 a 0 con cui conducono i Falcons dopo poco meno di quindici minuti è tutto sommato un punteggio che va quasi bene ai Cowboys, a patto che prima o poi si sveglino.
Detto fatto, in quanto finalmente Dallas mette punti a referto grazie ad un rushing TD di Elliott a cui Ryan risponde con l’ennesimo passing TD per Calvin Ridley: Atlanta è ingorda e per portare il proprio vantaggio a 21 punti “tondi tondi” fallisce la conversione da due punti. Prima della fine della prima metà di gioco arrivano tre punti per parte grazie ad uno scambio di piazzati che fissano il punteggio sul 29 a 10 Falcons.
Il secondo tempo si apre con il primo touchdown di giornata di Dak Prescott a cui, dopo un punt, se ne aggiunge un altro e così, come per magia, lo svantaggio dei Cowboys si è ridotto a soli cinque punti: Atlanta, chiamata a reagire, mette insieme un buonissimo drive concluso dal quarto touchdown di giornata di Ryan, questa volta per Russell Gage.
Scusate l’omissione, ma ritengo importante comunicarvi che fra i due touchdown di Dallas Julio Jones abbia incredibilmente droppato un touchdown su passaggio del compagno di reparto Gage: col senno di poi…

Sotto di dodici i Cowboys sono costretti ad una reazione immediata, ma la difesa di Atlanta tiene e così, su quarto down, coach McCarthy decide di provare il secondo fake punt di giornata: esattamente come accaduto in precedenza il fallimento è clamoroso ed Atlanta riguadagna il possesso del pallone in una zona di campo decisamente vantaggiosa.
I Falcons, in pieno stile Falcons, non sfruttano il regalo e si accontentano per l’ennesima volta di un piazzato dopo un turnover di Dallas: 39 a 24 Falcons con otto minuti da giocare.
Dallas in fretta e furia aggiunge sei punti grazie alla connessione Prescott-Schultz, ma fallendo la conversione da due punti si trovano ancora sotto di due possessi: preparatevi psicologicamente a quanto sta per succedere.
Dopo un punt dei Falcons Dallas trova altri sette punti tramite il terzo rushing TD della giornata di Prescott ma, in quanto sotto di due, sono costretti a recuperare l’onside kick se vogliono avere l’opportunità di vincere: per qualche motivo a me sconosciuto lo special team dei Falcons, confuso da regole piuttosto elementari sul funzionamento dell’onside kick, lascia che il pallone viaggi per le dieci yards previste dal regolamento – la squadra che calcia un onside kick prima di provare a recuperarlo deve permettere all’ovale di coprire almeno dieci yards – permettendo così allo special team dei padroni di casa di recuperarlo.
Con poco più di un minuto rimasto sul cronometro per Prescott è soci muovere le catene non è un problema e così, con pochissimi secondi rimasti, Zuerlein con un piazzato da 46 yards regala ai compagni una delle più incredibili vittorie di cui io sia mai stato testimone.
Potremmo spendere centinaia di parole per analizzare il collasso dei Falcons, ma non lo ritengo necessario: i Falcons, molto semplicemente, si sono comportati da Falcons.

Buona vittoria quella dei Bills sui Dolphins: nonostante la sospensione della partita per maltempo Buffalo riesce a resistere ed a portarsi a casa un prezioso 31 a 28 reso possibile da un’altra ottima partita di Josh Allen, autore di una prova da 417 yards e quattro touchdown. Il quarterback di Buffalo quest’anno sembra essere molto più sicuro dei propri mezzi – leggasi braccio – e con un parco ricevitori rivampato dall’innesto di Diggs contrastare il gioco aereo dei Bills si sta rivelando essere problematico per le difese avversarie.
Vittoria comoda invece per i 49ers che passeggiano 31 a 13 sui simpatici Jets, anche se definirla vittoria rischierebbe di risultare estremamente miope poiché San Francisco ha perso per infortunio Nick Bosa – probabilmente fuori per tutta la stagione -, Solomon Thomas, Jimmy Garoppolo e Raheem Mostert: fortunatamente per loro le seconde linee non hanno avuto problemi a domare i nulli tentativi di rimonta dei padroni di casa, anche se a questo punto la stagione di San Francisco potrebbe essere gravemente compromessa.
Doppiavù soffertissima per i Pittsburgh Steelers che passano 26 a 21 contro dei Broncos privati del proprio – probabile – franchise quarterback Lock, costretto ad abbandonare la contesa durante il primo quarto a seguito di un infortunio alla spalla. Pittsburgh, nonostante Driskel under center, non riesce a trovare un modo per chiudere anzitempo la pratica Broncos: fortunatamente per loro la difesa è stata in grado di prevenire il touchdown della vittoria in extremis.
Successo fondamentale per i Bears: questa volta Chicago sfrutta alla perfezione 17 punti di vantaggio resistendo alla disperata rimonta dei Giants passando così 17 a 13. New York, dopo una prima metà di partita tragica, mette insieme un paio di drive fruttuosi ed arriva a ridosso della end zone a tempo oramai scaduto solo per vedere la propria rimonta fermarsi ad un paio di yards dalla vittoria: la notizia della giornata, però, non riguarda il risultato, in quanto molto probabilmente la stagione di Saquon Barkley è finita a causa della rottura del legamento crociato.

Fantastica prestazione dei Los Angeles Rams che si impongono 37 a 19 su dei bruttissimi Philadelphia Eagles: per Goff e compagni muovere le catene contro il reparto difensivo di Philadelphia non è stato assolutamente un problema e grazie ad un pazzesco tris di Higbee sono stati in grado di spaccare in due la partita e costringere Philadelphia a rincorrerli per tutta la contesa. Prestazione ancora una volta molto negativa quella degli Eagles, apparsi terribilmente molli in difesa e, purtroppo, assolutamente privi d’idee in attacco.
Prima vittoria a Tampa Bay per Tom Brady: contro i Panthers i Buccaneers passano 31 a 17 anche grazie ad un paio di touchdown del neo-arrivato Fournette. Discreta prova quella di Tom Brady che nonostante un intercetto ha consistentemente mosso le catene e creato opportunità per i compagni: servirà tempo, ma pur senza Godwin il GOAT è sembrato decisamente più a suo agio rispetto a quanto visto la scorsa domenica contro i Saints, anche se francamente la difesa dei Panthers è ancora poca cosa.
Importantissima vittoria, anche se incredibilmente sofferta, quella dei Titans, passati 33 a 30 contro degli ottimi Jacksonville Jaguars. Malgrado un Tannehill in splendida forma Tennessee non è riuscita trovare una risposta alla “spensieratezza” di un Gardner Minshew pure ieri apparso brillante, deciso ed affidabile: a decidere la partita ci ha pensato un fortunoso intercetto nelle battute finali che ha fermato il promettente ultimo drive degli ospiti.
Tornano alla vittoria pure gli Indianapolis Colts che passeggiano 28 a 11 contro degli impalpabili Vikings: la prestazione di Kirk Cousins, purtroppo, è stata oggettivamente patetica in quanto ha completato solamente 11 dei 26 lanci tentati venendo intercettato ben tre volte. Per i Colts vincere non è stato difficile, anche perché il rookie Taylor ha messo insieme una prova da vero bell cow guadagnando 101 yards in 26 portate: una settimana dopo aver quasi completamente rinunciato alle corse Indianapolis ci ha dimostrato quale sia la loro filosofia offensiva, costringendo Rivers ad un “minimo sindacale” che contro difese del genere è più che sufficiente.
Altra grande prova offensiva dei Packers che grazie ad uno spettacolare Aaron Jones si sono imposti 42 a 21 sui poveri Lions. Per Rodgers e compagni quella di ieri è stata poco più che una passeggiata di salute contro un reparto difensivo assolutamente non in grado di fermare qualsivoglia mossa dei Packers, trascinati da un Aaron Jones che in 22 tocchi ha totalizzato quasi 250 yards e tre touchdown.

Vittoria convincente pure quella dei Baltimore Ravens, che grazie ad una fantastica prestazione di squadra hanno avuto ragione degli Houston Texans imponendosi 33 a 16. Nonostante un Lamar Jackson “limitato” – per i suoi standard -, Baltimore è riuscita a mettere la museruola a Watson portandogli costante pressione, intercettandolo e riportando in end zone un fumble di Coutee generato da Humphrey: battere Baltimore concedendo loro 230 rushing yards è praticamente impossibile.
Prende una bruttissima piega la stagione dei Texans che sullo 0-2 si preparano ad affrontare gli Steelers, altra squadra che molto probabilmente non avrà problemi a portare pressione a Watson.
Fantastica partita quella andata in scena fra Chargers e Chiefs: il 23 a 20 finale è arrivato grazie ad una rabbiosa rimonta Chiefs nelle battute finali della contesa in quella che verrà ricordata come la prima di Herbert, schierato titolare a sorpresa in seguito ad un infortunio rimediato da Taylor durante il riscaldamento. L’attacco dei Chiefs per lunghi periodi è apparso asettico ed irriconoscibile, ma il bello di avere Mahomes under center è proprio questo, per vincere non sono necessari sessanta minuti di perfezione, potrebbero bastarne solo dieci: un quarto quarto da undici punti ha permesso a KC di impattare la partita sul venti pari e, dopo mille tribolazioni, di portare a casa la doppiavù grazie ad un pazzesco piazzato di Butker da 58 yards. Molto bene il rookie Herbert che sebbene schierato senza il benché minimo preavviso – e preparazione durante la settimana – ha guidato l’attacco dei Chargers con incredibile calma e sicurezza.
Tutto facile per i lanciatissimi Arizona Cardinals, che grazie ad un Murray formato MVP sono passati 30 a 15 sulla squadra di football di Washington: il rookie dell’anno ieri ha lanciato importanti messaggi muovendo le catene con ottima efficacia e trovando la end zone in due occasioni grazie al lavoro delle proprie gambe. Per Washington troppo poco troppo tardi, in quanto dodici dei quindici punti finali sono arrivati nell’ultimo quarto a partita oramai chiusa.

Passano i Seahawks sui Patriots, 35 a 30, al termine di una partita estremamente bella ed avvincente, in quanto New England è arrivata ad una misera iarda dalla sorprendente – ma neanche troppo – vittoria.
La giornata non si era aperta sotto i migliori auspici per Seattle, in quanto Wilson è stato intercettato nel primo drive da Devin McCourty per una pick six: lo snobbato quarterback da quel punto ha cambiato marcia mettendo a segno ben cinque touchdown, anche se New England in pieno stile Patriots ha risposto colpo su colpo.
Dopo aver messo a segno il touchdown che li ha riportati sotto di un possesso, New England ha costretto Seattle al punt riguadagnando il possesso con poco meno di due minuti rimasti da giocare: Newton li ha metodicamente trascinati a ridosso della red zone e, dopo aver visto Harry essere fermato ad una iarda dalla vittoria, ha provato a portare personalmente il pallone in end zone venendo però fermato dall’ottimo assalto del front seven di Seattle.
Ottima vittoria per i Seahawks, ma dopo questa partita è piuttosto chiaro che New England pure quest’anno, con Newton under center, troverà il modo di portarsi a casa molte vittorie.

2 thoughts on “Il riassunto della seconda domenica del 2020 NFL: cos’abbiamo visto?

  1. NFL divertente perchè sono saltati fuori un sacco di ottimi quarterback (tranne che a Washington).
    Jackson ad esempio mi piace più dell’anno passato perchè corre meno salvandosi la pelle (cosa che dovrebbe pensare anche Murray, mentre Newton è un caso clinico e non fa testo).
    Peccato per i 49ers (stagione già andata) ma saranno rimpiazzati degnamente da Arizona o Seattle (tra le squadre a tema volatili sono gli unici ad avere speranze), salute permettendo.
    Come al solito i kicker pesano più di quanto la narrativa non racconti: Butker ha segnato l’ultimo calcio 3 volte (2 consecutive dalle 58). TRE volte. I Chiefs sembrano un po’ troppo rilassati, ma probabilmente è una tattica: le cose serie succedono da dicembre in poi.
    MVP di giornata, Gesicki dei Dolphins: in ricezione sembrava il Gronkowski del 2011.

  2. I Patriots fermati a una yard dalla vittoria non mi darà mai la rivincita ma qualcosa mi restituisce. L attacco gira alla grande, dai RBs ai ricevitori, bisogna registrare qualche falsa partenza in OL e Olsen si deve inserire. La difesa dopo gli infortuni/ejection ha fatto il suo, Adams è ovunque

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