New England Patriots

Dopo tempo immemore le preview in questi lidi avvengono sotto traccia, ovviamente per la dipartita di Tom Brady, GOAT e segreto di una legacy ventennale, ma per di più a causa di altre perdite da free agency e pure per la pandemia che ha decimato comparti interi, con gli opt out – numero maggiore fra tutte le franchigie – di Lee (WR), Bolden (RB), Cannon (OT), Vitale (FB), Toran (OL), Chung (S) e Dont’a Hightower nella linebacker room: una sventura!

Ciò che rimane, cosa comunque non da poco, è la guida tecnica di Bill Belichick, che in un girone sottostimato e senza crack, può assolutamente sorprendere ancora, con la scommessa Cam Newton giunto a testa bassa ed elogiato per l’etica al lavoro dimostrata in ritiro e a cifre onestissime, qui per riabilitare una carriera quasi spenta, agli ordini del guru numero uno del pianeta. Così facendo, se Superman ritroverà fisico e magie, i Patriots potrebbero benissimo competere per la postseason; in caso contrario l’ex Panthers farebbe da apripista a Jarrett Stidham, sempre che il ragazzo sia pronto per un proscenio tanto elevato, per lasciare eventualmente lo spot a Brian Hoyer e attendere il sogno Trevor Lawrence nel 2021!

Ci sentiamo positivi e l’ultima ipotesi proviamo a non prenderla in considerazione, soprattutto con un genio della sideline di tal calibro, un’enormità di talenti in secondaria e un’O-Lline che dà fiducia all’ambiente, con da sinistra a destra Wynn, Thuney, Andrews (al rientro dopo un anno in naftalina), Mason e Jermaine Eluemunor capaci di dare a Newton sufficiente linfa per esplodere colpi! Da non scartare inoltre l’opzione Korey Cunningham e il rookie Justin Herron. Il primo giro 2018 Sony Michel sarà affiancato dall’oggi acciaccato Lamar Miller, sigla di Agosto, in un backfield storicamente folto da queste parti, che infatti annovera pure Burkhead e James White, lui per terzi down e passaggi sul breve, nonchè il secondo anno Damien Harris, pregevole nel training camp e pronto quindi a scavalcare le gerarchie. I progressi 2019 di N’Keal Harry, Sanu, Olszewski e Meyers si spera possano generare un affidabile corpo ricevitori, insieme all’eterno Julian Edelman e la new entry da offseason Damiere Byrd, elemento veloce e fulmineo. Jakob Johnson è il solo fullback a roster, dopo la rinuncia di Vitale e il ritiro di Develin, a meno che non si opti per Quessenberry e Keene da half back, essi tight end dell’unico settore work in progress e colmo di perplessità, a seguito della rinuncia di LaCosse e affidato adesso alla matricola Asiasi e Ryan Izzo.

In D-Line Guy, Butler, John Simon e Wise sono le certezze, mentre tra i linebacker ripartire senza Collins, Van Noy, Roberts e Hightower sarà dura; ci si affiderà presumibilmente ai debuttanti Uche, Maluia e Jennings, in lizza nella 3-4 oltre agli starter Copeland, Bentley (terzo anno) e Chase Winovich (5.5 sack da rookie). Le retrovie sono la garanzia per l’HC, col dominante Gilmore affiancato a Jason McCourty, J.C. Jackson, Jonathan Jones e Joejuan Williams: cinque autentici prodigi! Dugger è l’aggiunta via Draft in safety position, assieme agli acquisti Adrian Phillips e Cody Davis, che completano il gruppo con Devin McCourty.

Buffalo Bills

I Bills sono finalmente pronti a ereditare la legacy divisionale dai Patriots, orfani della loro icona e deperiti dagli opt out post pandemia; detto così sembra tutto facile ma la AFC East appare invece ai nostri occhi girone fra i più equilibrati e nel quale fare pronostici oggi è azzardo eccessivo. Il 2019 ha offerto migliorie un po’ ovunque, specialmente in quell’offense troppo spesso cruccio da front office qui a Buffalo, portando ora Josh Allen a disporre di molteplici skillset sui quali appoggiarsi, fermo restando che il direttore d’orchestra completi la propria consacrazione, unendo l’animo da condottiero coraggioso estremamente mobile ad una precisione leggermente carente nell’ultima campagna.

I target per farlo ci sono eccome, fra tutti John Brown e Cole Beasley, giunti a fine stagione con prese e medie superiori persino di Beckham Jr ed Evans, adesso integrati con Stefon Diggs, se a posto fisicamente upgrade determinante per spiccare il volo! Nel comparto tight end preoccupa il piede di Kroft, lui in combo a Dawson Knox, mentre la running back room spruzza di qualità giovanile, col sophomore Singletary atteso alla breakout season e il rookie Zack Moss backup a fianco di TJ Yeldon.

In difesa zero dubbi: i Bills sono un elite, secondi e terzi per total yard negli ultimi due tornei, orfani adesso oltre che dell’icona Lorenzo Alexander, anche di Jordan Phillips e Shaq Lawson, nonché del cb veterano Kevin Johnson, perduto in free agency, con uniche perplessità in situazioni da coverage per la new entry Klein, Milano e Tremaine Edmunds (115 placcaggi totali), linebacker nella 4-3 base congiuntamente a Matakevich (da Pittsburgh), Joseph e Corey Thompson. E’ nell’aria la progressione di Ed Oliver in linea, dopo 5 sack, 12 pressure e 8 qb hit al debutto, accoppiato a Mario Addison, importante sigla estiva dai Panthers assieme al tackle Vernon Butler, e mai sotto i 9 sack nelle ultime 4 stagioni a Carolina, lui in edge position con Jerry Hughes, Trent Murphy e la top draft pick (54ma) AJ Epenesa. Il Pro Bowler Tre’Davious White da 6 intercetti è la stella della secondaria, opposto al sorprendente undrafted rookie 2018 Levi Wallace, ora competitor dell’esperta certezza Josh Norman; i safety Poyer e Hyde danno la definitiva eccellenza al comparto, allungato dal nickel Taron Johnson, Marlowe e Jaquan Johnson.

Andre Roberts ritornatore, Ferguson long snapper, la matricola Bass kicker per il free agent Hauschka e Corey Bojorquez punter sono i membri degli special.

La prova del nove attende i Bills, preparati a dovere dal tandem Brandon Beane-Sean McDermott, perfetti nel generare in tutti i settori combinazioni di prospetti futuristici e veterani affidabili. L’incognita è Allen, che per entrare nell’olimpo dovrà divenire più dirompente nel lungo iardaggio e accurato nelle scelte, accantonando le soventi avventure fuori dalla tasca, sempre che Dawkins, Spain, Morse, Winters e Cody Ford lo proteggano meglio che in passato (38 sack al 7.6%). Sta qui il segreto per trasformare finalmente Buffalo da pretender a contender!

New York Jets

Si riparte con Adam Gase a New York sponda Jets, dopo un incoraggiante finale di vecchia stagione (6-2) e i miglioramenti sulle palle perse di Sam Darnold, più a suo agio nell’huddle e preciso nei target, anche se il decennio passato lontano dalle vette riporta coi piedi per terra una fanbase oramai delusa e logora.

L’appeal al limite dell’impercettibile non ha inoltre permesso colpi a sensazione; tuttavia ci sentiamo di apprezzare il lavoro di Joe Douglas, concentrato maggiormente a tutelare il giovanissimo quarterback e l’attitudine ai turnover sotto pressione, resettando tabula rasa la linea, sia in free agency che al Draft, con l’11ma overall Mekhi Becton nel lato cieco. Adesso con lui, Alex Lewis (LG), Connor McGovern (C), Greg Van Roten (RG) e George Fant da tackle di destra, dovrebbero percepire nuova linfa vitale pure via ground l’asso da 53 milioni Le’Veon Bell e il suo iconico backup Frank Gore, col primo l’anno scorso ai minimi storici di 3.2 yds a portata. Prestigioso l’accordo da regista di riserva per Joe Flacco, tuttora tormentato dal problema al collo. Senza più Robby Anderson, è stato scelto al secondo giro Denzel Mims, che completerà il roster in ricezione assieme alla new entry velocista Breshad Perriman, Jamison Crowder, Chris Hogan e Chris Herndon, affidabile TE nel campionato da rookie e poi fuori per quasi l’intero 2019!

Gregg Williams rappresenta la garanzia da DC, avendo ottenuto al netto di infortuni sanguinosi ottimi risultati. Certo McDougald non è Adams in secondaria, così come l’ex Ravens Onwuasor o il veterano Avery Williamson non potranno mai rimpiazzare la superstar CJ Mosley, lungamente assente per il problema all’inguine ieri e oggi in opt out, ma la versatilità dei giovani talenti superstiti lascia ben sperare. Su tutti Quinnen Williams in nose spot (55mo tra gli interior per PFF in pass rushing rating), vicino ad Anderson e Steve McLendon, e Blessuan Austin da Rutgers e Quincy Wilson dai Colts a caccia di rivincite in retrovie, entrambi in disputa con lo slot corner Bryan Poole. L’outside Jordan Jenkins ritorna a un anno contrattuale, egli abile al pari del terzo round Zuniga quale edge run stopper. Da Indianapolis Desir è l’ulteriore cornerback da man to man coverage tanto cara al defensive coordinator, mentre Marcus Maye può esplodere definitivamente senza più Adams ad oscurarlo, lui già reduce dal 15mo e 14mo posto fra le safety contro le corse e in copertura!

Negli special team critica la situazione kicker, col Ficken dello scorso anno al 70.4%, a differenza del perentorio Berrios, secondo NFL sulle yard per punt return; il FA Edwards viene sostituito dal sesto giro Braden Mann come punter.

Miami Dolphins

Gli all-in al contrario di Chris Grier, gm e ventennale dipendente qui a Miami, cominceranno certamente a dare i frutti in questa tornata, dove una base per ripartire è ora strutturata al meglio e il lavoro di Brian Flores, con susseguente 5-4 finale, costituiscono un promettente viatico da cui ricominciare, anche se per avere la benchè minima speranza di competere potrebbe non bastare un triennio, persino in una division così “democratica” qual’è oggi la AFC East!

A confermare la ventata di freschezza un pacchetto quarterback intrigante e profondo, coordinato da Chan Gailey anziché Chad O’Shea, con Rosen tuttora a roster e regredito a terza opzione ma pur sempre primo giro, Tagovailoa che senza infortuni sarebbe stato first overall e l’iconico e probabile starter Ryan Fitzpatrick, espertissimo e stravagante mito ante litteram e affidabile chioccia per il futuristico backup da Alabama. Il comeback of the year Parker e Mike Gesicki sul breve rappresentano le unitarie certezze in ricezione, sperando DeVante sano per la week 1 contro i Patriots, al pari di Preston Williams, Jakeem Grant e Albert Wilson, la storia fisica dei quali non incoraggia però in tal senso. Più fiducia perviene dal backfield – d’altronde patetico l’anno passato – col novello duo Jordan Howard/Matt Breida, una combinazione solida di potenza e velocità che vedrà divise portate da goal line (il primo) e creazione di campo (il secondo). La rebuilding in linea ha apportato new entry da Draft e free agency, coi giovanissimi Austin Jackson, Robert Hunt e Solomon Kindley tutti papabili titolari tranne forse l’ultimo, affiancati al centro Karras ed Ereck Flowers, a disagio da tackle ma ottimo come guardia.

In difesa gli utility LB sopraggiunti serviranno a perfezionare un settore al limite del ridicolo nei primi quarti e sui sack, con la trade per McMillan ai Raiders e Vince Biegel in IR che sguarniscono il comparto, ora composto dagli ex Chiefs e Patriots Ogbah e Van Noy, acquisiti per dare più pressione, Munson e Jerome Baker. Speranze arrivano dal talento della linea, col compagno di Tua ai Crimson Tide Raekwon Davis, la rivelazione Godchaux e il primo giro 2019 Christian Wilkins pronto a esplodere. Byron Jones è l’investimento principe da accoppiare al rientrante Xavien Howard nei corner spot, col rookie nickel Igbinoghene ad impararne i trucchi, mentre i veterani Rowe e McCain si dovranno guardare le spalle dalla crescita della safety matricola Brandon Jones.

Se in salute Grant ritornerà kick e punt, mentre preoccupano le medie nei field goal dalla lunga di Jason Sanders.

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