Non imbattendovi in immediati ringraziamenti ringraziamenti nell’incipit dedurrete istantaneamente che la rubrica più inutile dell’estate non sia ancora volta al termine poiché mancano all’appello i spesso trascurati – ma mai trascurabili – special teams: mi conoscete e sapete quanto sia un promotore delle pari opportunità per chi ha deciso di dedicare la propria vita ad un reparto che finché non ti costa una partita darai sempre per scontato, pertanto vi anticipo già che sì, il season finale coinciderà con la top five dedicata agli special teams.
Ciò nonostante vorrei comunque ringraziarvi, in quanto nonostante un contesto non propriamente idilliaco ed il naturale decadimento della casa vi state ostinando a rimanere su queste righe ed anzi, siete pure interessati a cosa pensi di NFL quel bislacco da Verona: le “critiche” – non in senso denotativo, capitemi – alle mie classifiche sono la reazione più bella che possiate avere in quanto mi portano a pensare che effettivamente ciò che stia facendo un senso lo abbia, ossia quello di promuovere una sana e piacevole discussione sulla NFL in una offseason in cui abbiamo avuto modo di scornarci su bandiere, inni, ginocchia, virus, Kaepernick, Brees, i nazisti dell’Illinois, le cavallette, Trump, la tauromachia…
In poche parole, grazie.
Ora lasciatemi mettere un po’ di carne sul fuoco.

5) Pittsburgh Steelers

Giocatori: Joe Haden, Steven Nelson, Mike Hilton, Cameron Sutton, Terrell Edmunds, Minkah Fitzpatrick.

Testa a testa serratissimo fra Steelers e Bills vinto in extremis dagli Steelers: sebbene Pittsburgh non abbia a roster un All-Pro come White la completezza del reparto e l’incredibile abilità nello svoltare una partita di Minkah Fitzpatrick non mi hanno lasciato molta scelta.
Ovviamente non ha inciso l’elevato numero di tifosi degli Steelers che mi aspettano al varco in caso di esclusione, certo che no, assolutamente, ma che scherziamo?
La rinascita di Joe Haden è stata una delle storie più interessanti degli ultimi anni, sebbene fosse piuttosto prevedibile che il problema risiedesse nella cronica disfunzionalità dei Cleveland Browns e non in lui, anche se ciò che più sorprende di questa secondaria è l’esplosione dal nulla di Steven Nelson, sesto miglior cornerback nel 2019 secondo PFF: a completare il reparto troviamo l’ottimo Mike Hilton, consistente slot defender capace di creare pericoli pure da pass rusher.
La vera forza degli Steelers, però, risiede nelle retrovie poiché il due Edmunds-Fitzpatrick potrebbe concludere il 2020 come miglior tandem di safety: Fitzpatrick è un playmaker capace di trasformarsi in skills player ogni volta che mette le mani attorno all’ovale – spoiler alert, tante -, mentre Edmunds ha tutti i mezzi atletici per esplodere definitivamente e regalare agli Steelers un piazzamento migliore di questo per la prossima stagione e soprattutto scrollarsi di dosso la poco gratificante etichetta di reach al draft.

4) Seattle Seahawks

Giocatori: Shaquill Griffin, Quinton Dunbar, Tre Flowers, Ugo Amadi, Jamal Adams, Quandre Diggs.

Fino ad un paio di settimane fa proiettare la secondaria dei Seahawks in questa Top Five sarebbe stato sintomo di follia o di nostalgia piglialike, ma con un po’ di fortuna e di coraggio Seattle si è ritrovata fra le mani una secondaria capace di far rispolverare le tre magiche parole – che voi dovrete riordinare – “Boom”, “Of” e “Legion”.
No, non credo che paragonare una delle migliori secondarie della storia della lega ad un insieme di individui che devono ancora giocare insieme un singolo snap abbia senso, però Shaquill Griffin è un buonissimo – con potenziale per essere eccellente – cornerback con un ottimo fiuto per il pallone, mentre l’infine non galeotto Dunbar è reduce da uno strepitoso 2019 che lo ha visto eccellere sia nella marcatura a uomo che in quella a zona: a completare la rotazione troviamo Flowers e Amadi, giocatori che per forza di cose dovranno compiere un deciso salto di qualità per non sfigurare al cospetto dei compagni.
Ovviamente l’hombre del verano è il neo-arrivato Jamal Adams, giocatore di cui credo di aver già parlato a sufficienza in questi mesi, che con la propria incredibile versatilità apre un mondo di opportunità che il defensive coordinator Ken Norton non vede l’ora di esplorare: Adams è uno di quei giocatori in grado di trascendere il ruolo di competenza e riscrivere la narrativa per l’intero reparto difensivo, pertanto il suo innesto dovrebbe beneficiare alla secondaria tanto quanto al front seven.
Chiude la rotazione l’ottimo Quandre Diggs che lo scorso anno è stato preso di mira in uno contro uno solamente in otto occasioni intercettando ciò nonostante ben tre palloni.

3) New England Patriots

Giocatori: Stephon Gilmore, Jason McCourty, J.C. Jackson, Jonathan Jones, Devin McCourty, Kyle Dugger, Adrian Phillips.

Signori, a questo punto non c’è molto da dire su Stephon Gilmore, soprattutto se volete sentire qualcosa di nuovo: Gilmore, come il miglior Revis, è in grado di accoppiarsi al miglior ricevitore avversario catapultandolo in un’isola nella quale spendere un pomeriggio di frustrazione in compagnia esclusiva del Defensive Player of the Year in carica.
Se volete dare la definizione di shutdown corner ad un vostro amico neofita, puntate il dito contro Gilmore.
Jason McCourty, dopo anni passati a predicare nel deserto degli ancora non Henry-centrici Titans, è stato in grado di togliersi molte soddisfazioni dal suo approdo a Foxborough giocando a livelli molto simili a quelli di Gilmore, come testimoniato dai dieci primi down guadagnati dal ricevitore da lui marcato durante l’intera stagione 2019; J.C. Jackson potrebbe tranquillamente essere il miglior cornerback del quale non abbiate mai sentito parlare in quanto fino a questo punto della propria carriera il passer rating da lui concesso allo sciagurato quarterback di turno che lo ha preso di mira è identico a quello che tale quarterback registrerebbe sparando l’ovale fuori dal campo ad ogni singolo drop back.
Jonathan Jones probabilmente sarebbe titolare in tre quarti delle squadre NFL, ma la profondità in questo ruolo, in questa epoca, è fondamentale pertanto non preoccupatevi che non passerà troppo tempo in panchina; al kickoff, a fianco dell’ottimo Devin McCourty probabilmente troveremo Adrian Phillips, poiché il rookie Dugger – primo giocatore selezionato dai Patriots allo scorso draft – potrebbe necessitare di ulteriore tempo per assimilare il playbook difensivo di coach Belichick, anche se sembra molto probabile che una volta in campo l’ex Lenoir-Rhyne avrà modo di iniziare una trasformazione che dovrebbe portarlo ad essere una stella.
Pesa l’opt out di Patrick Chung, uno dei più fedeli scagnozzi di Belichick, anche se questa secondaria è costruita per sopravvivere a tali perdite.

2) Los Angeles Chargers

Giocatori: Casey Hayward Jr., Chris Harris Jr., Desmond King, Michael Davis, Derwin James, Nasir Adderley.

Non lo so, qui mi sento un po’ fangirl, soprattuto considerando che ho messo i Chargers davanti ad un reparto allenato da coach Belichick: sì, la secondaria degli-un-tempo-a San Diego Chargers è così talentuosa e profonda.
Casey Hayward da anni a questa parte si sta confermando come uno dei migliori – seppur mai celebrati – cornerback della lega e lo scorso anno ha concesso solamente 26 ricezioni in 512 snap giocati in copertura: sinceramente non credo serva citare ulteriori statistiche per palesare la sua brillantezza. A fargli compagnia quest’anno troveremo il miglior slot defender della nostra generazione, Chris Harris Jr., che dopo un anno in chiaroscuro sembra pronto a tornare ai suoi livelli trasferendosi nuovamente nella posizione prediletta, nella slot.
Possiamo però scorgere qualche nube attorno a Desmond King, poiché l’innesto di Harris lo lascia senza un ruolo ben definito, in quanto esattamente come l’ex-Broncos King rende al meglio dalla slot: sarà lui a giocare “a fianco” di Hayward? Si trasferirà nel vicinato di Derwin James a pattugliare il fondo della difesa? Nel caso in cui l’ultima ipotesi si rivelasse corretta, chi sarà il cornerback numero due?
E Nasir Adderley? Un eventuale cambio di posizione di King inguaierebbe notevolmente il sophomore relegandolo di fatto in panchina o in bizzarri pacchetti da tre safety: solo il kickoff scioglierà definitivamente tali nodi.
Derwin James, nonostante un 2019 accorciato da un infortunio sofferto in preseason, è uno dei talenti più cristallini della lega, un coltellino svizzero a la Jamal Adams in grado di eccellere indipendentemente dall’allineamento lungo la linea di scrimmage, un First Team All-Pro fin dal primo anno in NFL che pienamente sano avrà modo di terrorizzare il quarterback avversario con la propria imprevedibilità.
Come potete vedere L.A. avrà modo di rendersi pericolosa anche senza un quarterback pronto a vincere da subito.

1) Baltimore Ravens

Giocatori: Marlon Humphrey, Jimmy Smith, Marcus Peters, Tavon Young, Iman Marshall, Earl Thomas, Chuck Clark.

Il GM sarà pure DeCosta, ma possiamo notare le impronte di Ozzie Newsome lungo tutta la secondaria, soprattutto nell’impressionante profondità del pacchetto cornerback: come diceva sempre zio Ozzie, in NFL non puoi mai averne abbastanza di cornerback di livello.
Humphrey è uno dei migliori man to man corner della lega ed a questo punto è pronto a mettere insieme la miglior stagione della propria carriera per aggiungere ulteriori – meritati – milioni all’incombente rinnovo: solamente tre giocatori hanno ottenuto una valutazione migliore sull’uno contro uno di quella di Humphrey, e deve senza dubbio spaventare il fatto che uno di questi tre giocatori sia il compagno di merende Marcus Peters, letteralmente resuscitato a seguito della trade che lo ha portato in Maryland.
La coppia Humphrey-Peters può essere indiscutibilmente considerata la migliore in assoluto in NFL e la loro abilità nel marcare a uomo potrebbe permettere al pass rush di compiere un importante salto di qualità; si giocheranno il posto nella slot l’ultra-veterano Jimmy Smith e Tavon Young, giocatore tanto forte quanto sfortunato poiché reduce da due gravi infortuni che lo hanno costretto ai box per l’intera stagione nel 2017 e nel 2019: se in salute credo che avrà la meglio Young, ma ciò nonostante non considero ridondante la presenza di Smith in quanto, come già detto in precedenza, di cornerback buoni una squadra non ne può mai avere a sufficienza.
Earl Thomas non sembra più essere il giocatore che abbiamo visto a Seattle, ma ciò nonostante rimane un competentissimo titolare in grado di coprire porzioni di campo abnormi permettendo così a Martindale di sbizzarrirsi con il compagno di reparto Chuck Clark, spedito a blitzare il quarterback avversario in ben 106 occasioni durante la scorsa stagione: questa statistica rende bene l’idea di cosa voglia dire preparare un gameplan offensivo contro questa difesa, difesa costruita perfettamente per la NFL moderna ed allenata da uno scienziato pazzo con un pericoloso feticismo per i blitz.

Fuori ma meritevoli di menzione: Buffalo Bills (Tre White è un fenomeno e l’accoppiata Poyer-Hyde è troppo sottovalutata per essere vero ma niente, hanno vinto gli Steelers); New Orleans Saints (sono stanco di parlare dei Saints e di quanto completi siano); San Francisco (Richard Sherman!); Cleveland Browns (inizia ad essere profonda la secondaria dei Marroni), Kansas City Chiefs (non solo Mathieu poiché la crescita del reparto è stata fondamentale per il Lombardi).

 

5 thoughts on “NFL Top Five: le cinque migliori secondarie in vista del 2020

  1. Va bene ci sono state delle pressioni per l inserimento, però devo dire mi fa sorridere pensare che l unico reparto dei seahawks in queste classifiche sia la secondaria. Ovvio che non ci fosse stata la storia Adams staremmo parlando di qualcosa che non esiste, fugazi, neanche sulla tavola degli elementi (Cit)
    Anche a me ha dato l effetto di vedere sherm.. eee Griffin come un ottimo cornerback e i vari diggs come ottime basi. Spero sia così.
    Legion of zoom ho letto da qualche parte

  2. Thomas rilasciato dai ravens per aver litigato con clark. Era proprio il caso di farlo? La secondaria dei ravens esce ridomensionata. Mossa che nn comprendo

    • Mi sa che Thomas últimamente si crede un po’ troppo Stocazzo.
      Ormai da qualche anno la politica delle squadre nfl è l’ostracismo automatico dei piantagrane.
      Buffo che i giocatori non se ne siano ancora resi conto…

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