Non mi piace rifarmi al titolo nell’incipit, ma vi invito a porre particolare enfasi al “forse” ben delineato dai due trattini: non ho mai avuto meno entusiasmo – o hype, dato che siamo nel 2020 – per un inizio di stagione NFL come per quello che ci sta venendo in contro in quanto nonostante test i cui esiti sono stati piuttosto soddisfacenti temo un’evoluzione dei contagi simile a quella vista in MLB, non esattamente il più lusinghiero dei paragoni.
Ammesso che sopravviverò senza troppi problemi all’assenza del pubblico – tutto purché si possa giocare -, continuo a chiedermi come reagirei ad un eventuale contagio di Jackson verso gennaio, tempo di playoff: come la prendereste se quattro mesi di sforzi e dolore fossero vanificati da un contagio asintomatico del franchise player attorno al quale la vostra squadra del cuore ha costruito le proprie fortune? Come reagireste a dei playoff senza Mahomes? A quali santi vi appellereste nello sciagurato caso in cui la rincorsa playoff della squadra rivelazione dell’anno fosse funestata dall’esito di qualche tampone positivo?
Ci vuole qualcosa di ben più spaventoso della più grande pandemia degli ultimi cent’anni – circa – per inceppare il macchinario NFL e nonostante le statistiche del Covid-19 facciano invidia a quelle che Tom Brady ha messo insieme fino a questo punto della carriera credo che troveranno un modo di portare a termine la stagione: finito.
Tolto dall’equazione ogni possibile brandello di ottimismo, proverò ora a rinfrancarvi lanciandovi addosso la mia personalissima lista delle trenta cose che più attendo dalla/della prossima stagione.

1) Una stagione “normale”

Partiamo dalle cose semplici: non ha senso parlare di qualsivoglia giocatore se tale giocatore non viene messo nelle condizioni di maggior sicurezza possibili per scendere in campo.

2) L’incontro fra Tompa Bay e la realtà

No, non sto insinuando che la realtà ridimensionerà Tom Brady ed i Tampa Bay Buccaneers, ma dopo mesi di chiacchiere inutili su quanto bene potrebbe fare Brady con Evans, Godwin, Gronk ed Howard sarà interessante vedere se nella spietata NFC South Brady riuscirà a dominare – come fatto per decenni nella AFC East – grazie a Evans, Godwin, Gronk ed Howard come molti di noi si aspetterebbero mettendo nella stessa frase questi nomi.

3) Remember the Titans?

Cos’è stato il 2019 dei Tennessee Titans e di Ryan Tannehill? Nuova realtà o magnifica aberrazione? Spetterà alla stagione 2020 farcelo capire.

4) La progressione di Lamar Jackson…

Riuscirà Jackson a prendere quanto fatto durante l’impressionante, spettacolare e leggendaria stagione 2019 ed alzare ancora un pochino il livello? Abbiamo già visto il suo meglio? Personalmente non credo, soprattutto se prendiamo in considerazione il fatto che si stia parlando molto bene di Marquise “Hollywood” Brown, giocatore pronto ad esplodere e che pertanto potrebbe avere un receiving corp di qualità ben diversa rispetto a quello che lo scorso anno ha droppato il Divisional Round contro i Titans.

5) … e dei Baltimore Ravens

Tutto molto bello, per carità, ma non ha molto senso dominare la regular season se poi una volta arrivati ai playoff si ha il brutto vizio di uscire dopo una sola partita, perlopiù giocata fra le mura amiche.

6) L’anno buono dei Browns

Doveva essere il 2019 poiché se provavi a buttare nel calderone l’esaltante stagione da rookie di Mayfield, l’innesto di OBJ riunito al migliore amico Landry, l’anno dell’esplosione definitiva di Njoku, Olivier Vernon accoppiato a Myles Garrett… 6-10?
A quanto pare è difficile fare strada in NFL senza un allenatore di primo livello o, perlomeno, un leader capace di tenere unito uno spogliatoio potenzialmente esplosivo: fuori Kitchens, dentro Stefanski che “rookie” è rookie, proprio come Kitchens, ma se non altro sembra capirci parecchio di football.
Vedremo.

7) L’anno “zero” dei Patriots

Parlare di anno zero per una squadra allenata da Bill Belichick e “comandata” da Cam Newton può suonare alquanto ridicolo, ma non nascondiamoci dietro ragionamenti razionali e sensati, evidenziamo ancora un po’ il fatto che i New England Patriots saranno senza Tom Brady: lasciatemi usare pure l’italic oltre che il bold, ripeto, i New England Patriots saranno senza Tom Brady.
Che noia l’estate, quella stagione di articoli riguardo il nulla, basati sul nulla e con nessunissima utilità: perché mi fischiano le orecchie?

8) L’inno nazionale

Lasciatemi continuare a dire le cose come stanno: chissenefrega delle partite, chissenefrega dei playoff, dei Lombardi, della spread offense e di Patrick Mahomes, l’unico motivo per il quale vale la pena seguire la NFL è osservare chi si inginocchierà e chi no durante l’inno americano, aspettando poi con la bava alla bocca l’utilissimo tweet del clown arancione sul fatto che i giocatori non patriottici abbastanza da rispettare inno e bandiera devono essere esiliati dalla NFL senza se e senza ma.
Pensate ai militari!
Gli eroi!

9) Gli injury report dei Philadelphia Eagles

Riuscirà Wentz a completare un’intera stagione – più eventuali playoff – sulle proprie gambe direzionando il pallone a ricevitori che il mese prima erano su un campo NFL e non in practice squad?
Riusciranno gli Eagles a sfruttare l’immenso potenziale presente a roster e sconfiggere la persistente sfortuna che li ha resi i nuovi Chargers?

10) Il nuovo principino della NFL, Joe Burrow

Raramente ho constatato altrettanto hype nei confronti di un quarterback in uscita dal college, ora non ci resta che vedere se Cincinnati riuscirà ad affossare pure lui nell’ignava mediocrità che li contraddistingue: sicuramente, come tutti gli altri rookie, non è stato favorito da questa atipica offseason.

11) Come ogni anno, il fantasy football

Che come ogni anno maledirò fino all’apatia nel momento in cui verrò eliminato al primo round di playoff: sono i Baltimore Ravens del fantasy football!
[Senza altrettanto talento presente a roster.]

12) I tre violini di Dallas

Capisci di trovarti davanti a qualcosa di speciale quando un consistente numero di analisti – più o meno rispettabili – pronostica tre stagioni da più di mille yards da parte di tre ricevitori della stessa squadra: Dallas può realisticamente ambire a tale traguardo, anche se bisognerà vedere se Dak Prescott sarà nell’umore di giustificare le proprie – credo legittime – pretese contrattuali.

13) Patrick Mahomes

Ed ho detto abbastanza.

14) Il fatto che manchi un anno in meno ad un gioco di football della 2K

Sapete che non sono propriamente autoreferenziale “in positivo”, ma credo che poche persone in Italia abbiano speso più tempo – negli ultimi cinque anni – su Madden di me e, dopo troppo, ho finalmente preso la traumatica decisione di tagliare i ponti con un gioco semplicemente rotto ed ingiocabile che, di fatto, ha reso tediosa l’esperienza di accendere la console e decidere consapevolmente di dedicare qualche ora della propria vita a quel maledetto Ultimate Team.
2K, ti prego, tirami fuori un capolavoro per il 2021, o perlomeno qualcosa per cui abbia senso buttare tempo.

15) Una stagione “normale”

Arrivati a metà mi sembrava giusto rimarcare la premessa/condizione fondamentale: affinché possiamo toglierci le altre voglie presenti nella lista è necessario che ci siano le condizioni per scendere in campo in sicurezza.

16) Il ritorno di Big Ben e, di conseguenza, degli Steelers

Il 2020 risponderà ad una domanda nata verso ottobre dello scorso anno: con Roethlisberger under center questi Steelers potrebbero effettivamente arrivare fino in fondo?
Bastano una difesa feroce ed un attacco “nella media” per vincere in NFL?

17) L’anno della verità per i Saints

Non so per quanto abbia ancora in mente di giocare, ma il 2020 sembra essere l’ultima – e migliore – occasione per Drew Brees di portarsi a casa il secondo Lombardi della propria eccellente carriera e sfruttare a dovere un roster ricolmo di talento in qualsiasi posizione.

18) Matthew Stafford

Se ci seguite su Facebook – se non lo fate non vi biasimo – avrete notato che da qualche mese a questa parte ci battiamo per il riconoscimento dei diritti – leggasi “grandezza” – di Matthew Stafford: come ogni anno Detroit troverà il modo di arrancare verso un triste 4-12 a suon di sconfitte all’ultimo secondo a seguito di turnover o decisioni arbitrali discutibili e, come ogni anno, ciò basterà a definire Stafford come “quarterback mediocre”.
No, Stafford è tutto fuorché mediocre e nel 2020 potrebbe riprendere da dove si era fermato lo scorso anno, anno che non fosse stato per l’infortunio ed il fatto di giocare ai Lions gli sarebbe potuto valere un MVP.

19) I nuovi episodi della nostra telenovela favorita, i Chicago Bears

Cosa potevano fare i Bears per aumentare ulteriormente il livello di drammaticità e disfunzionalità che hanno definito l’era Nagy? Aggiungere un altro quarterback nella rotazione, più precisamente un quarterback che lontano da Philadelphia non sembra in grado di svolgere la propria mansione ad un livello dignitoso.
Anno interessante per Mitch Trubisky, per Matt Nagy ed il front office intero e per una squadra che non ha più praticamente alcun margine d’errore.

20) Il tanking sfrenato dei Jaguars mitigato dal carisma di Minshew

Sarà interessante vedere se bastano dei baffi per far passare in ombra sconfitte, tristezza e mancanza di un progetto sul lungo termine secondo il quale “lungo termine” significhi qualcosa di ben più longevo che un solo anno di sorprendente successo.
Però c’è Minshew: Minshew ha i baffi, viva i baffi.
Bastassero i baffi… chissà dove sarei nella vita: probabilmente non qua.

21) I Browns del 2020, ovvero gli Arizona Cardinals

Aggiungi uno dei migliori wide receiver al quarterback sophomore reduce da una buonissima prima annata valsagli il premio di rookie dell’anno: non è un cosplay dei Browns 2019, è semplicemente la versione 2020 degli Arizona Cardinals, squadra che sembra essere attesa da un futuro ricco di soddisfazioni.

22) Washington Football Team

Non vedo l’ora di leggere il tifoso medio italiano sui social che, dopo aver sprecato un paio di ore della tua vita per scrivere un articolo per motivi che solo tu sai, liquida l’intera questione NFL con un “vergogna” o con il caro e vecchio “dittatura del politicamente corretto” rifacendosi al cambio di nome dei furon Washington Redskins: che bella la comunità NFL italiana, che bello l’Internet.

23) L’anno di Garoppolo

Volenti o nolenti l’anno prossimo saremo probabilmente costretti a parlare spesso e volentieri di Jimmy Garoppolo e di quanto “impedisca” ai 49ers di fare il salto di qualità che varrebbe loro il Super Bowl: speculazioni sul nulla dimenticandosi che non tutti arrivano al successo allo stesso modo o facendo le stesse cose, che bella che può essere la vita del giornalista NFL.

24) Super Bills

Ad un mese dal kickoff i Buffalo Bills sembrano la squadra con più probabilità di vincere la AFC East o, perlomeno, la meglio attrezzata: tanto ovviamente dipenderà da Josh Allen, ma Buffalo sembra costruita per sopravvivere agli inevitabili giri a vuoto del proprio quarterback.

25) Un altro anno di Deshaun Watson “sprecato”…

… grazie a quel geniaccio di Bill O’Brien.

26) Lock-a-mania

Drew Lock MVP, giusto?
Scherzi a parte, di motivi per attenderci un 2020 di buon livello non ne mancano, soprattutto se guardiamo velocemente il receiving corp che avrà il dovere di mettere le mani attorno agli ovali da lui lanciati: permangono però seri punti interrogativi attorno alla linea d’attacco.

27) Il dramma Rodgers-LaFleur

Il rifiuto di indirizzare il palese bisogno di ricevitori a disposizione di Rodgers era così difficile da ignorare che pure un Bill O’Brien qualsiasi avrebbe speso una o più scelte ai primi round del draft per mettere il proprio quarterback – invecchiato ma ciò nonostante iper-talentuoso – nella miglior posizione possibile per sfruttare al meglio gli ultimi anni della carriera, ma… meglio selezionare un altro quarterback.
Non vedo l’ora di constatare l’insistenza con le quali le telecamere cercheranno di pizzicare quarterback e coach mandarsi a quel paese con insulti a mezza bocca in panchina.

28) Philip Rivers ai Colts

Situazione alquanto interessante quella creatasi in Indiana: da una parte abbiamo un futuro Hall of Famer all’ultima possibilità di chiudere la carriera con un Lombardi, dall’altra una squadra ricolma di talento con una peculiare urgenza di vincere il prima possibile un anello che dopo il ritiro di Luck sembrava distare almeno un altro lustro.

29) I Jets

I New York Jets sono una delle migliori comedy che io abbia mai visto e la cosa che fa più ridere è che spesso sembra che nemmeno loro siano consapevoli di essere davanti alla cinepresa in un mondo fittizio.
Ah no, tutto vero? Ancora meglio.
Sarà difficile battere il 2019, ma con Adam Gase in panchina ed il sistema immunitario di Sam Darnold all’interno di Sam Darnold nulla è veramente fuori portata.

30) Dio in persona, Scott Hanson e la RedZone

Non esagero minimamente dicendo che il semplice fatto di sentire la rassicurante voce di Scott Hanson raddoppi l’entusiasmo con il quale mi approccio alla domenica sera.

Il video sopra, signori: quanti di voi si sono commossi rimembrandolo?
Scott, ti amiamo.

30bis) Una stagione “normale”

Mi sembrava giusto ribadirlo per l’ultima volta.

 

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