Necessario cambio di scenario nella serie più amata dell’estate: dopo aver dedicato l’ultimo mese ad ogni singolo reparto che costituisce la fase offensiva passiamo finalmente alla difesa, alla povera, abusata, ripudiata e sfavorita difesa.
In un universo sempre più quarterbackcentrico – neologismi non necessari come piovessero – portare consistentemente pressione al signal caller avversario è il miglior modo per apportare il maggior danno possibile ai meccanismi offensivi di una squadra e, di conseguenza, sabotarne l’intero gameplan: a tal proposito vi invito a riguardare l’assurdo AFC Championship Game del 2015 fra Broncos e Patriots, quando il povero Brady fu atterrato in ben venti occasioni dall’indemoniato pass rush di quei Denver Broncos che un paio di settimane dopo si ripeterono contro Cam Newton ed i Carolina Panthers trionfando nel modo più atipico possibile per gli standard contemporanei.
La pressione crea diamanti o, solamente nel caso della NFL, direttamente anelli, pertanto vediamo insieme chi potrebbe impersonare i Broncos del 2015 e trascinare la propria squadra al Lombardi, nel fortunato caso in cui partisse la stagione.
[Piccola nota: linebacker come T.J. Watt non saranno tenuti in considerazione in quanto… linebacker.]

5) Los Angeles Rams

Giocatori: Aaron Donald, Michael Brockers, Morgan Fox, Eric Banks, A’Shawn Robinson, Sebastian Joseph-Day.

La linea difensiva dei Los Angeles Rams ha progressivamente perso pezzi, ma per loro fortuna nel lasso di tempo che li ha visti passare da favoriti per il Super Bowl a squadra con seri problemi a qualificarsi alla postseason hanno sempre potuto contare su una singola ma immensa costante, Aaron Donald.
Il mio feticismo per il numero 99 è oramai fatto ben noto, anche se credo non si potrà mai arrivare a quel punto in cui di lui si sia detto abbastanza o addirittura troppo: nonostante la D-line dei Rams non sia sicuramente un reparto anche solo lontanamente definibile dominante, Donald rimane comunque il punto di partenza di ogni discussione attorno al miglior giocatore della NFL, difensivo e non.
Molto schiettamente vi confesso che questo posticino lo avrebbero meritato i Pittsburgh Steelers – che mi avrebbero dato l’opportunità di parlare di Heyward, altro giocatore eccezionale – ma l’idea di redarre un articolo sulla linea difensiva senza affrontare l’argomento “Donald” mi sembrava essere oltremodo offensiva: fatemi causa se non vi va bene.

4) Los Angeles Chargers

Giocatori: Melvin Ingram, Joey Bosa, Jerry Tillery, Linval Joseph, Justin Jones, Damion Square, Isaac Rochell.

Bosa ed Ingram danno vita ad una delle migliori coppie di defensive end della lega eppure, per ragioni che proverò ad esporvi di qui a breve, credo siano entrambi ancora eccessivamente sottovalutati: la lucentezza del primo è stata eclissata dall’incredibile annata d’esordio del fratello minore mentre il secondo, paradossalmente, è spesso e volentieri messo in ombra proprio dal compagno di reparto. Bosa zitto zitto si è stabilito come uno dei pass rusher più consistenti della lega, in quanto ha concluso ogni stagione – a parte il 2018, anno nel quale è sceso in campo solamente in sette occasioni in cui ha comunque messo a segno 5.5 sacks – della propria carriera con almeno 10.5 sacks a referto: Ingram, seppur non clamoroso ed hypato come Bosa, rimane un ottimo DE consistentemente in grado di arrivare al quarterback avversario e di contribuire nella run defense.
Il centro della D-line negli ultimi anni è stato piuttosto tenero e permeabile, pertanto il front office ha deciso di affrontare di petto il problema ingaggiando il rodato ed efficace Linval Joseph, reduce però da un 2019 sottotono rispetto ai suoi standard: la vera incognita rimane Jerry Tillery, giocatore selezionato al primo round del draft poco più di un anno fa e che nella prima stagione fra i professionisti ha decisamente deluso giocando solamente 354 deprimenti snaps.
Jones, Square e Rochell faranno tutti parte di una rotazione che cerca disperatamente un punto di riferimento.

3) Philadelphia Eagles

Giocatori: Fletcher Cox, Brandon Graham, Javon Hargrave, Malik Jackson, Derek Barnett, Josh Sweat, Genard Avery.

Qua si sale di colpi, in quanto la defensive line dei Philadelphia Eagles da anni si sta esprimendo a livelli altissimi grazie a profondità e star power con pochi eguali nella lega: il discorso, ovviamente, parte da Fletcher Cox, il miglior defensive tackle della lega non chiamato Aaron Donald.
Nelle ultime due stagioni il futuro Hall of Famer ha generato più pressioni dall’interno di qualsiasi altro giocatore – Donald escluso – confermandosi nel mentre come efficace run defender leader di un’unità in grado di concludere l’anno concedendo il terzo minor numero di rushing yards: questo già ottimo dato sembra destinato a migliorare in quanto con l’innesto del poliedrico – il ragazzo è pure in grado di arrivare piuttosto facilmente al quarterback – Javon Hargrave muovere le catene via terra contro gli Eagles sarà ancora più complicato.
Sottovalutare Brandon Graham, specialmente dopo il sack che ha suggellato il primo Super Bowl della loro storia, sembra esercizio anacronistico, ma c’è ancora gente che molto ottusamente giudica il suo operato basandosi solo ed esclusivamente sul numero di sack messi a segno: signori, Graham lo scorso anno in una stagione “deludente” è stato comunque capace di generare 67 pressioni.
Interessante la posizione di Derek Barnett, giocatore da cui Philadelphia continua a pretendere miglioramenti e che arrivato al quarto anno deve trovare un modo per poter essere schierato pressoché automaticamente titolare ogni domenica; la rotazione è completata da giocatori di ottima fattura come Jackson, Sweat ed Avery, gente che con uniformi diverse sarebbe probabilmente titolare.

2) Washington Football Team

Giocatori: Ryan Kerrigan, Chase Young, Montez Sweat, James Smith-Williams, Jonathan Allen, Da’Ron Payne, Matt Ioannidis, Caleb Brantley.

Troppo generoso? Forse.
Effetto “Chase Young”? Sicuramente, ma con talenti del genere le possibilità di rimediarci una brutta figura sembrano essere ragionevolmente basse: Young, analogamente a Nick Bosa, è uno di quei giocatori per il quale si possono utilizzare quintali di superlativi con largo anticipo rispetto al primo snap senza essere considerati esagerati.
La D-line di Washington, però, è molto altro poiché dall’altra parte della linea troviamo l’eccellente ma mal celebrato Ryan Kerrigan, giocatore che concluderà la carriera a circa 120 sacks senza che nessuno se ne sia accorto: Kerrigan dovrà però guardarsi le spalle da Montez Sweat, sophomore che nel primo anno in NFL ha dimostrato di possedere tutte le carte in regola per un futuro da Pro Bowler.
L’interno è puntellato da Allen e Payne, due ex-scelte al primo round che devono trovare il modo di stabilirsi come pilastri su cui coach Rivera possa fare affidamento per il futuro: a beneficiare di loro prestazioni dubbie troviamo Matt Ioannidis che lo scorso anno ha giocato più snap di entrambi i ragazzi sopracitati dimostrando una buona abilità nel generare pressione dall’interno.
Ammetto che è stato alquanto strano aprire il paragrafo con “Washington Football Team”, però sono convinto che un futuro di eventuali successi e soddisfazioni sportive possa finalmente quietare i mormorii attorno al cambio di nome: molto dipenderà proprio dal rendimento della linea difensiva, chiaramente il fiore all’occhiello di un roster con inique dosi di talento negli altri reparti.

1) San Francisco 49ers

Giocatori: Nick Bosa, Arik Armstead, Ronald Blair III, Dee Ford, Javon Kinlaw, Solomon Thomas, D.J. Jones, Kentavius Street.

Non poteva essere altrimenti, premiare qualsiasi altra linea difensiva sarebbe stato totalmente irrispettoso verso un reparto che ha di fatto trascinato l’intera squadra al Super Bowl arrivando quasi a portarsi a casa un Lombardi che avrebbe dimostrato che sì, pure nel 2020 in NFL si può vincere grazie alla difesa: con o senza Super Bowl, in ogni caso, San Francisco ci ha regalato una lezione molto preziosa, ovvero che portare pressione al quarterback avversario rimane uno dei modi più sicuri ed affidabili per togliersi grandissime soddisfazioni.
L’addio di Buckner si farà sentire, almeno per i primi tempi, ma non ho dubbi che Kinlaw ci metterà poco a rimpiazzare l’ex scelta al primo round nel cuore dei moltissimi tifosi della Baia: come ripetuto troppe volte, portare pressione dall’interno è oggi più importante che mai e questa è proprio la specialità del ragazzo.
Su Nick Bosa è già stato detto abbastanza ed a questo punto abbiamo legittimi motivi per attenderci una stagione da quindici sacks, Arik Armstead e Dee Ford garantiscono profondità, brillantezza e versatilità all’intero reparto in quanto Armstead può essere schierato anche all’interno permettendo così a San Francisco di portare pressione al quarterback con Bosa, Armstead e Ford contemporaneamente in campo.
Il 2020 sarà l’anno della verità per Solomon Thomas, terza scelta assoluta nell’oramai noto draft del 2017, quello di Watson e Mahomes per intenderci, che in luce dell’addio di Buckner potrebbe guadagnarsi qualche snap all’interno prima che Kinlaw conquisti definitivamente il posto.

Fuori ma meritevoli di menzione: Pittsburgh Steelers (odio non averli inseriti, ma non potevo non dedicare qualche riga di encomio a Donald); Tampa Bay Buccaneers (se la graduatoria fosse stata incentrata sull’intero front seven…); Baltimore Ravens (dopo quello che è stato capace di fare Henry ammetto di aver qualche problema a parlare di questo reparto); New Orleans Saints (qualora Davenport esplodesse come dicono in tanti…).

2 thoughts on “NFL Top Five: le cinque migliori defensive line in vista del 2020

  1. Il bello è che anche se non avessi inserito i rams nella classifica Donald era nominato comunque negli altri pezzi ahahhah

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