Era nell’aria, era una mera questione di quando non di se: come un fulmine a ciel sereno è in grado di rompere la rassicurante armonia della limpidezza celeste che tanto condiziona il nostro umore, il rinnovo firmato da Patrick Mahomes ieri sera ha spazzato via ogni nostra certezza su ciò che dovrebbe essere un contratto in National Football League.
La cosa divertente di tutto ciò è che non possiamo nemmeno arricciare il naso, fare gli snob e sdegnarci per il folle investimento del front office dei Chiefs, in quanto è pienamente meritato: non privo di rischi, ma ciò nonostante indiscutibilmente meritato.
In soli due anni Patrick Mahomes ha dimostrato di essere un talento generazionale assolutamente capace di tutto su un campo da football e, non sto scherzando, in 31 partite di regular season si è portato a casa una quantità di riconoscimenti individuali – e di squadra – che se devoluti ad un qualsiasi veterano di quindici anni ci permetterebbero di considerare la sua carriera come piena, soddisfacente: MVP, Super Bowl, Super Bowl MVP, Offensive Player of the Year e First Team All-Pro.
E da qui in poi, teoricamente, le cose dovrebbero solo peggiorare, per gli altri: per lui ed i Chiefs, invece, il divertimento è appena cominciato.

Kansas City, dopo mezzo secolo di digiuno e dopo qualche annata buona ma mai eccellente con Alex Smith, si è resa conto di aver fra le mani un giocatore la cui semplice presenza in campo basta a renderli competitivi e dar loro una concreta possibilità di aver la meglio su chiunque: questa consapevolezza, signori, è merce rara in una lega costruita per “essere bilanciata” come la NFL, pertanto è normale investirci così massicciamente.
Un contratto di tale durata difficilmente non verrà ritoccato nei prossimi anni, soprattutto perché – Covid-19 a parte – con un salary cap in costante crescita chi ce lo dice che ciò che percepirà fra un lustro sarà impressionante come lo può essere oggi? I contratti in NFL vengono modificati e continuamente, spesso nel miglior interesse della franchigia, anche se in questo caso la situazione potrebbe essere differente, poiché nei prossimi tre anni l’MVP dell’ultimo Super Bowl riceverà rispettivamente 5, 24 e 31 milioni di dollari, bruscolini se messi vicini al suo nome: ciò nonostante Kansas City non potrà mai tirarsi indietro in quanto un eventuale taglio li condannerebbe a somme di dead cap così alte per così tanti anni che i Rams potrebbero finalmente tirar fuori la testa dalla sabbia e permettere ai propri sensi di riabbracciare la luce del sole.
Parlare anche solo in via squisitamente ipotetica di un taglio, però, fa particolarmente ridere.

Con i suoi 45 milioni di dollari di media, il contratto di Mahomes occupa il 22.7% dello spazio salariale del 2020 e se siete pronti a dirmi che tale percentuale diminuirà progressivamente in seguito al costante innalzamento del tetto salariale… devo presentarvi Mr. Covid-19? Una stagione sempre più probabilmente giocata a porte chiuse – se giocata – avrebbe conseguenze catastrofiche sui ricavi della lega e ciò avrebbe immediate ripercussioni proprio sullo spazio salariale che, molto probabilmente, si ridurrebbe: il suo contratto, a quel punto, potrebbe rivelarsi un meraviglioso macigno che li condannerebbe a compiere dolorosi sacrifici prima di quanto potessimo aspettarci.
Il quarterback con la percentuale più alta di spazio salariale allocata sul proprio contratto ad aver vinto il Super Bowl fu Tom Brady nel 2018 ed il suo 12.4% impallidisce dinanzi al numero citato in precedenza: abbiamo avuto modo di notare come, solitamente, le squadre che investono eccessivamente sul proprio quarterback difficilmente siano in grado di fare strada in postseason.
Pensate a Rodgers, Goff, Flacco, Stafford e Cousins, notate un pattern?
Come credevo, anche se accetto più che volentieri risposte come “Sì, ma lui è Mahomes“: per quanto ami Rodgers, Mahomes è Mahomes e con Andy Reid a suo fianco tutto ciò di cui i Chiefs potrebbero aver bisogno per vincere risiede nella testa di Big Red e nel braccio del Super Bowl MVP.
Anche se come visto in occasione del Championship Game del 2018 contro i New England Patriots, poter contare su una difesa non è sicuramente male ed anzi, vi dirò di più, pure il Super Bowl ci ha messo davanti agli occhi l’importanza di un reparto difensivo in grado di svolgere il proprio lavoro quando più conta: senza i puntuali stop difensivi, Mahomes e l’attacco non avrebbero avuto l’opportunità di mettere insieme la fantastica rimonta che è valsa loro il Lombardi.

Kansas City farà sacrifici, rinuncerà a giocatori importanti, dovrà draftare in modo pressoché ineccepibile per sfruttare al meglio gli striminziti contratti dei rookie, molto probabilmente non potrà più permettersi di aggiungere in una sola offseason combo di playmaker come fatto con Clark e Mathieu, ma tutto ciò credo sia stato tenuto in considerazione: siamo in una lega di quarterback e penso valga la pena sacrificare così tanto per la stella più brillante del firmamento.
Sono sopravvissuto agli anni di Flacco, anni in cui l’assurdo – per i tempi – contratto firmato dopo la vittoria del Super Bowl ha condannato Baltimore all’ignavia per la maggior parte del lustro successivo, so cosa vuol dire non poter nemmeno pensare a certi giocatori in quanto tremendamente coscienti di non poterseli permettere a causa di una sola persona: Flacco, però, non è Mahomes e sono convinto che coach Reid troverà il modo di sopperire ad ogni perdita – soprattutto nel reparto offensivo – con creatività e genialità.
Staranno esultando i vari Watson e Prescott, franchise quarterback vogliosi di lauti rinnovi che stavano attendendo il giorno del rinnovo di Mahomes con l’entusiasmo di un bambino per il Natale: anche se nessuno dei due riceverà cifre simili a quelle del numero 15 dei Chiefs, il cuscinetto di dieci milioni di average salary che separa i 45 milioni di Mahomes dai 35 del secondo classificato Wilson sarà ferocemente attaccato da entrambi che immagino abbiano giusto un po’ di voglia di popolare tale area neutrale con i loro rinnovi.
E che ne sarà di Lamar Jackson?
Troppo presto per pensarci, ma ciò di cui possiamo stare sicuri è che questo rinnovo arricchirà moltissimi altri individui.

Quarantacinque milioni per un solo giocatore sono tanti? Sì, ma Mahomes non è un solo giocatore, è Patrick Mahomes, quello capace di lanciare senza l’ausilio della vista, colui in grado di far schizzare un pallone in aria anche per 80 yards facendolo uscire da un’angolatura che solo a provare a mostrarvela mi slogherei varie parti del corpo: dinanzi a quanti altri giocatori possiamo chiederci se, dopo solo due anni da titolare, tale carriera valga già un busto a Canton?
Quanti altri giocatori sono così divertenti da vedere?
Mahomes, che piaccia o meno, è il nuovo volto della lega, nei prossimi anni il collegamento NFL-Mahomes si stabilirà con tale forza da diventare implicito per ogni appassionato, così come hanno potuto esserlo NFL-Montana ed NFL-Brady negli ultimi decenni; avete presente il video di “scuse” rilasciato da Roger Goodell una decina di giorni dopo l’omicidio Floyd? È un caso che sia arrivato pochissime ore dopo che un gruppo di giocatori capeggiato da Patrick Mahomes ha pubblicato un video contro il razzismo e la violenza delle forze dell’ordine?
Non credo proprio, e ciò anche se ben lontano dal compendiare l’importanza del giocatore e dell’uomo per la lega penso renda magnificamente l’idea di ciò che sto tentando di dirvi: tutto ciò prima del venticinquesimo compleanno, mica male.
Mahomes ha tutte le carte in regola per erigersi ad icona e trasformarsi nel Michael Jordan o Wayne Gretzky della NFL, di frantumare qualsivoglia record e diventare quel giocatore che non importa quanto tu sia forte o quanto ricco sia il tuo palmares, “non sei Mahomes“.
E ciò, cari lettori, per un sostenitore di una squadra militante in AFC è avvilente in quanto per arrivare al Super Bowl per moltissimi anni si dovrà passare da Kansas City, proprio ora che quello là ha abbandonato i Patriots.

Come già visto, l’accordo fra Chiefs e Mahomes non è privo di rischi e quasi certamente li costringerà a mettere alla porta qualche pedina fondamentale, ma per un talento come quello presente in ogni fibra del riccioluto quarterback dei Chiefs tali effetti collaterali non fanno poi così paura, soprattutto perché oltre che al miglior giocatore – Donald a parte – della lega hanno fra le mani pure la stella più luminosa della lega, una giovane icona in grado di riempire uno stadio da sola, un fenomeno capace di far indossare una sua maglietta pure a tifosi di squadre avversarie… tranne che ai sostenitori di Raiders, Chargers e Broncos, sia chiaro.
Mahomes ha appena scritto una pagina di storia del gioco senza nemmeno guadagnare una iarda e questo è esattamente ciò che fanno le icone.

One thought on “Un contratto iconico per la nuova icona della NFL

  1. Lui li merita anche ma devono cavare almeno 2 Lombardi dai prossimi 4 anni sennò faranno la fine dei Colts di Manning.

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