HOUSTON TEXANS

Arrivi più importanti: Bradley Roby (CB), David Johnson (RB), Eric Murray (S), Randall Cobb (WR), Brandin Cooks (WR), Ross Blacklock (DT).

Uscite più importanti: Johnathan Joseph (CB), DeAndre Hopkins (WR), D.J. Reader (DT), Tashaun Gipson (S).

Miglioramento? Perdere il proprio miglior giocatore – quarterback escluso – guadagnandoci un running back bollito e qualche scelta non troppo alta al draft può portare ad un miglioramento?

Analisi: Il mio personalissimo – e non solo – disprezzo per quanto fatto da Bill O’Brien in questa offseason penso sia ormai ben noto, in quanto da quando gli è stato affidato il controllo pressappoco totale delle operazioni Houston ha consistentemente messo insieme alcune delle mosse più strampalate e folli di cui io abbia memoria.
Senza dilungarmi eccessivamente sullo scambio che ha di fatto regalato Hopkins ai Cardinals e su come per rimpiazzarlo si siano affidati ad opzioni più rischiose – Cooks – o di qualità decisamente inferiore – Cobb – per dar prova dell’incompetenza del demagogo dei Texans mi basterà menzionare il rinnovo di Laremy Tunsil: pur contrattando senza l’ausilio di un agente Tunsil è riuscito a portarsi a casa un folle triennale da 66 milioni di dollari di cui quasi 58 garantiti.
Non intendo assolutamente dirvi che Tunsil non sia un gran tackle, ma non credo che ricoprire d’oro un giocatore piegandosi senza alcuna resistenza ad ogni sua richiesta sia il modo corretto di adempiere al ruolo di GM, anzi, altro non è che un modo per rendere difficile la vita alle squadre che avranno l’infelice compito di rinnovare il proprio left tackle dopo questa follia.
Dubito fortemente che Houston sia migliorata durante questa offseason e considerando l’ascesa dei Titans e soprattutto dei Colts, il controllo della AFC South non è più così scontato.

Voto: 5. Chiaramente la trade di Hopkins ha contribuito, ma ciò che mi ha spinto a dar loro l’inappellabile insufficienza è il folle rinnovo di Tunsil, in quanto non è sicuramente con mosse del genere che si costruisce una contender come possono esserlo i Texans.
Spero solamente che Watson, prima o poi, sia messo nella condizione di aver quanto più successo possibile, anche se ciò è difficilmente realizzabile finché viene privato del suo miglior ricevitore.


INDIANAPOLIS COLTS

Arrivi più importanti: Philip Rivers (QB), DeForest Buckner (DT), Xavier Rhodes (CB), Sheldon Day (DT), Trey Burton (TE), Michael Pittman (WR), Jonathan Taylor (RB), Rodrigo Blankenship (K), Jacob Eason (QB).

Uscite più importanti: Margus Hunt (DE), Eric Ebron (TE), Pierre Desir (CB).

Miglioramento? Assolutamente sì, Indianapolis sembra pronta a lanciarsi in un disperato assalto al Lombardi.

Analisi: Se si parla dei Colts non si può che iniziare dall’approdo in Indiana di Philip Rivers, quarterback reduce sì da un anno con più bassi che alti ma che se messo nelle condizioni giuste può ancora trascinare la propria squadra perlomeno ai playoff: il veteranissimo ex Chargers rappresenta senza ombra di dubbio un upgrade rispetto a Brissett e con una linea d’attacco in grado di fornirgli consistentemente protezione adeguata potrebbe ritrovare lo smalto dei giorni migliori.
Il supporting cast con il quale dovrà operare è stato messo insieme principalmente grazie ad un paio di scelte alte al draft che gli sono valse Michael Pittman e Jonathan Taylor, due giovani di ottime speranze che loro malgrado si troveranno costretti a contribuire fin da subito, anche se visti gli innesti nel reparto difensivo credo che all’attacco a volte possa essere chiesto molto “semplicemente” di non perdere la partita: Buckner e Day porteranno un po’ di quella magia della Baia che lo scorso anno rese grande il front seven dei 49ers, mentre il semplice fatto di non essere più costretti ad affidare i piazzati al povero Vinatieri potrebbe – da solo – valer loro qualche vittoria in più.
Aver aggiunto Eason al draft e fargli spendere almeno un anno ad imparare il mestiere da Rivers potrebbe, col senno di poi, rivelarsi una grandissima mossa.

Voto: 8. Ballard continua ad inanellare ottime offseason e quanto fatto quest’anno completa un percorso di crescita iniziato col suo approdo nel 2017 e messo a repentaglio lo scorso settembre immediatamente dopo l’improvviso ritiro di Luck.
È indubbio che con la propria ex prima scelta assoluta Indianapolis si affaccerebbe alla regular season come una delle più grandi favorite per il Lombardi, ma un Rivers motivato e protetto adeguatamente potrebbe comunque garantire loro realistiche motivazioni per sognare in grande.


JACKSONVILLE JAGUARS

Arrivi più importanti: Joe Schobert (LB), Tyler Eifert (TE), C.J. Henderson (CB), K’Lavon Chaisson (DE), Laviska Shenault (WR), Ben Bartch (T).

Uscite più importanti: A.J. Bouye (CB), Nick Foles (QB), Calais Campbell (DE), Marqise Lee (WR).

Miglioramento? Devo rispondere seriamente?

Analisi: Jacksonville, solamente dopo poco più di due anni dal trovarsi a pochi minuti dal Super Bowl, ha deciso di fare piazza pulita e ripartire da capo: a completare la magistrale opera di demolizione della squadra, ad onor del vero, manca solo l’addio del disperato Ngakoue, emblema della decadenza di quella che ci sembrava essere una contender pronta a terrorizzare la AFC per gli anni un tempo ragionevolmente lungo.
Ngakoue ha ribadito più e più volte – forse troppe – il proprio desiderio di lasciare Duval County arrivando addirittura ad un confronto piuttosto ridicolo a suon di cinguettii con il vice-presidente – e CEO di All Elite Wrestling –  Tony Khan, abbassando di fatto l’ingenza di un possibile compenso da devolvere ai Jaguars per garantirselo: tale immaturità rischia di giocare a suo sfavore, in quanto a fronte di comportamenti del genere non vedo quale front office sia stimolato a sacrificare una scelta alta draft per garantirsi una presenza in spogliatoio potenzialmente tossica.
La rapidissima e dolorosissima decadenza di Sacksonville li ha trasformati nella squadra con le migliori probabilità di portarsi a casa la prima scelta assoluta al prossimo draft, ovverosia Trevor Lawrence, ma ciò non basta a confortare il cuore infranto di milioni di tifosi che dopo anni di incompetenza avevano finalmente assaggiato un po’ di gloria.
Le prime scelte al draft hanno il potenziale per diventare parte fondante del loro futuro in quanto il sia Henderson che Chaisson hanno tutte le carte in regola per diventare perenni Pro Bowler… dopo il 2020, molto probabilmente.

Voto: S.V. Questa offseason altro non è servita che a completare l’opera di demolizione iniziata ufficiosamente non troppo tempo fa con i mal di pancia di Ramsey: più che pensare al prossimo draft, Jacksonville dovrà trovare un modo per riuscire a tenersi stretti i talenti cresciuti in casa, in quanto che senso ha sviluppare giocatori per poi spedirli altrove?
Non so quando, ma appare quasi certo che prima o poi Fournette sarà messo alla porta tramite una trade: Fournette, se ricordate bene, è stato scelto con la quarta chiamata assoluta nel draft di Watson e Mahomes.


TENNESSEE TITANS

Arrivi più importanti: Isaiah Wilson (T), Kristian Fulton (CB), Vic Beasley (DE).

Uscite più importanti: Dion Lewis (RB), Jack Conklin (T), Cameron Wake (DE), Logan Ryan (CB), Ryan Succop (K), Delanie Walker (TE), Marcus Mariota (QB), Jurrell Casey (DT),

Miglioramento? Si sono affacciati a questa offseason con ovvi desideri di dare continuità a quanto iniziato durante la scorsa metà della scorsa stagione e dal momento che sono riusciti nei loro intensi non posso affermare che non siano migliorati.

Analisi: A primo acchito l’offseason dei Titans sembra essere un clamoroso insuccesso, in quanto le perdite sono state sensibilmente maggiori rispetto alle acquisizioni, ma occorre fornire un contesto: l’obiettivo dichiarato dei Titans era quello di rinnovare Ryan Tannehill, autore di un vero e proprio miracolo che è valso loro un insperato AFC Championship Game, e Derrick Henry, il cuore pulsante dell’intera squadra.
Perdite come quelle di Ryan e Conklin, le più dolorose, sono state compensate dall’innesto dei vari Wilson e Fulton al draft, mentre i tagli “eccellenti” dei vari Walker, Wake, Lewis e Casey sono stati dolorosi ma necessari sacrifici per liberare spazio salariale in vista del rinnovo faraonico di Tannehill; con Henry il front office non è ancora stato in grado di raggiungere l’intesa, ma entrambe le parti appaiono determinate a portare a termine quanto prima possibile un rinnovo che va oltre alla produzione in campo, in quanto l’ex Heisman è la principale ragione dietro la magica cavalcata dello scorso anno.
Non sono un grandissimo sostenitore della scommessa Beasley, anche se un contratto del genere – in caso di fallimento – non avrà nessuna ripercussione sul lungo termine.

Voto: 7. Offseason, come già detto, difficile da valutare la loro, in quanto i colpi da mettere a segno erano di fatto due: uno è stato portato a termine – forse pagando Tannehill eccessivamente – mentre l’altro credo verrà ultimato entro il 15 luglio.
Sarà interessante vedere se aver garantito continuità al backfield Tannehill-Henry varrà loro un’altra esaltante avventura ai playoff.

 

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