DENVER BRONCOS

Arrivi più importanti: Graham Glasgow (C), Jurrell Casey (DT), Melvin Gordon (RB), A.J. Bouye (CB), Jerry Jeudy (WR), K.J. Hamler (WR), Lloyd Cushenberry (C).

Uscite più importanti: Connor McGovern (C), Andy Janovich (FB), Joe Flacco (QB), Chris Harris Jr. (CB), Derek Wolfe (DL).

Miglioramento? Chiedetelo a Drew Lock.

Analisi: Fatto trenta facciamo trentuno, pertanto lo ribadirò pure in questa sede: poche squadre hanno messo insieme una offseason brillante come quella dei Denver Broncos.
Dopo anni di mediocrità post Super Bowl, Elway è convinto di aver finalmente trovato una risposta all’annoso ed enorme problema quarterback ed ha passato gli ultimi mesi a mettere il prescelto quarterback nella miglior posizione possibile per avere successo: Lock è un ragazzo fortunato, in quanto in neanche trenta giorni ha visto le proprie opzioni moltiplicarsi a seguito di un simil-miracolo biblico.
Oltre all’ottimo Sutton ed all’ascendente Fant, Lock potrà pure contare sul miglior ricevitore disponibile al draft, Jeudy, un velocista in grado di tenere ben distese le secondarie avversarie, Hamler, uno dei running back più versatili dell’ultimo lustro, Gordon, ed una linea d’attacco indubbiamente migliorata rispetto alla versione 2019; i miglioramenti hanno interessato anche la difesa, che nonostante la dipartita di Harris ha visto arrivare Bouye e Casey, due veterani iper-motivati potenzialmente in grado di far compiere al reparto un sostanziale salto di qualità che potrebbe togliere ulteriore pressione dalle spalle di Lock.

Voto: 9,5. Il verdetto come sempre spetta al campo, ma non si può rimanere indifferenti dinanzi allo sforzo compiuto da Elway: il campione di partite giocate da Lock è troppo ridotto per poter emettere un giudizio sensato nei suoi confronti e definirlo come potenziale franchise quarterback, ma con gli innesti di questi ultimi mesi la sua scalata a tale titolo è diventata improvvisamente molto più verosimile e realizzabile. La division è sempre e comunque in mano ai Chiefs, ma attenzione a questi Broncos.


KANSAS CITY CHIEFS

Arrivi più importanti: Clyde Edwards-Helaire (RB), Willie Gay (LB), Lucas Niang (T).

Uscite più importanti: Kendall Fuller (CB), Emmanuel Ogbah (DE), Stefen Wisniewski (C/G).

Miglioramento? Non ne avevano chiaramente bisogno.

Analisi: Nel caso la pandemia e la conseguente quarantena vi avessero danneggiato la memoria, mi preme ricordarvi che i Kansas City Chiefs sono i campioni in carica ed in quanto tali la penuria di mosse – in entrata ed in uscita – in questa offseason può essere recepita come la miglior notizia possibile: il front office è riuscito a confermare la quasi totalità del roster reduce dalla cavalcata al Lombardi e con Mahomes a dirigere l’attacco più esplosivo e pericoloso della lega questo è esattamente ciò di cui avevano bisogno.
Gli innesti di Edwards-Helaire e Gay vanno immediatamente a migliorare le due posizioni probabilmente più povere di talento del roster, mentre la conferma di Chris Jones via tag garantisce loro almeno un altro anno di uno dei migliori d-tackle della lega.
Dare continuità alla loro versione 2019 era l’obiettivo annunciato di questa offseason e salvo sorprendenti trade estive, possiamo dire che siano brillantemente riusciti nel proprio intento.

Voto: 7. Poco da valutare in questo caso. Sono la squadra da battere nonché i fortunati “possessori” dell’arma di distruzione di massa più letale della disciplina, quindi nonostante una offseason povera di colpi di scena partiranno senza ombra di dubbio in pole position per il Lombardi.


LAS VEGAS RAIDERS

Arrivi più importanti: Nick Kwiatoski (LB), Cory Littleton (LB), Marcus Mariota (QB), Jason Witten (TE), Jeff Heath (S), Carl Nassib (DE), Prince Amukamara (CB), Damarious Randall (CB), Henry Ruggs III (WR), Damon Arnette (CB), Bryan Edwards (WR), Lynn Bowden (WR/RB).

Uscite più importanti: Karl Joseph (S), Benson Mayowa (DE)

Miglioramento? Le entrate hanno surclassato così nettamente le uscite che è impossibile rispondere negativamente a questa domanda.

Analisi: Offseason decisamente impegnativa quella dei nuovi Las Vegas Raiders, una delle squadre più attive in questi ultimi mesi.
Della miriade di mosse messe a segno durante la free agency le mie preferite sono indubbiamente state quelle con protagonisti i linebacker, Kwiatoski e Littleton, in quanto lo scorso anno il centro della difesa dei Raiders era troppo morbido per pensare di aver successo nella stessa division in cui militano Chiefs e Chargers: Littleton, in particolare, è uno dei giocatori che più mi ha affascinato durante la free agency in quanto la sua abilità nel coprire i ricevitori avversari lo rende perfetto per la NFL moderna.
Il draft, invece, è stato quasi interamente dedicato al reparto offensivo, o più precisamente al receiving corp: troppo spesso durante lo scorso autunno alle difese avversarie bastava raddoppiare Waller costringendo così Carr ad una pletora di checkdown che gli hanno sì permesso di chiudere la stagione con una percentuale di completi superiore al 70% ma non di muovere le catene con troppa brillantezza.
Ruggs regala loro dell’indispensabile velocità che servirà principalmente a tenere distese le difese avversarie, permettendo così a Waller, Renfrow e Williams di fare bagordi sul corto-medio, mentre Edwards e Bowden, per il momento, appaiono più come specialisti che come ricevitori completi in grado di giocare ogni down.

Voto: 7,5. Scelte come quella di Arnette alla numero diciannove rimarcano come l’accoppiamento Raiders-Las Vegas sia filosoficamente perfetto, anche se come già detto più volte non ho mai capito a fondo i perché di tale scelta. Affiancare Mariota a Carr potrebbe creare più danni che benefici ma dopo l’exploit di Tannehill criticare mosse del genere non sembra più essere possibile: fatto sta che indipendentemente da chi troveremo under center il reparto offensivo sembra pronto a fare scintille ed il terzo anno della nuova Gruden experience potrebbe essere quello in cui iniziano finalmente a vedersi dei risultati.


LOS ANGELES CHARGERS

Arrivi più importanti: Chris Harris Jr. (CB), Linval Joseph (DT), Bryan Bulaga (T), Trai Turner (G), Justin Herbert (QB), Kenneth Murray (LB), Joshua Kelley (RB), K.J. Hill (WR).

Uscite più importanti: Philip Rivers (QB), Melvin Gordon (RB), Brandon Mebane (DT), Thomas Davis (LB), Jatavis Brown (LB), Adriana Phillips (S), Russell Okung (T).

Miglioramento? Tante ottime scelte ma l’addio di Rivers, nonostante un 2019 molto difficile, non può essere ignorato.

Analisi: Partiamo dalla premessa che ho amato alla follia i loro innesti in free agency, in quanto aggiungere Chris Harris Jr., il miglior slot defender della nostra generazione, ad una secondaria così talentuosa non può lasciarci indifferenti, ma l’addio di Rivers li obbligherà, almeno durante la prima parte della prossima stagione, a schierare under center Tyrod Taylor, quarterback a mio avviso assolutamente competente ma difficilmente in grado di trascinare una squadra al Super Bowl: Super Bowl? Di cosa sto parlando?
Guardatemi male quanto volete, ma credo fermamente che il roster dei Chargers – prima della classica sfilza di infortuni estivi – sia fra i più talentuosi e completi della lega.
Premesso che non ho le competenze necessarie per prevedere il futuro, non sono esattamente un fan della decisione di selezionare Justin Herbert con la sesta chiamata assoluta: il talento è fuori discussione, ma troppo spesso la sua testa si è resa protagonista di passaggi a vuoto che in NFL coincidono sempre con qualcosa di disastroso. Con un quarterback di primissimo livello L.A. potrebbe seriamente competere per il Lombardi, ma a questo punto è chiaro che la loro priorità sia il futuro, anche se con un po’ di fortuna Taylor potrebbe riuscire pure a trascinarli ai playoff.

Voto: 7+. Indubbiamente la selezione di Herbert abbassa una valutazione comunque positiva, ma trovo sciocco non sfruttare al meglio un roster che reputo così talentuso. Con il senno di poi credo che noi tutti avremo modo di essere smentiti su quanto detto circa l’ex quarterback di Oregon, ma non sfruttare al meglio un reparto difensivo che oltre ad una secondaria di primissimo livello ha in Bosa e Ingram uno dei tandem di pass rusher più letali della lega credo sia oggettivamente un peccato, anche se le abilità da game manager di Taylor potrebbero essere a loro più congeniali della follia di Rivers.

One thought on “Il pagellone dell’offseason NFL 2020: AFC West

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