Trattenetevi cari lettori, trattenetevi: l’inesorabile passare del tempo è da sempre la ragione principale a cui imputare la scomparsa dei vostri più cari affetti e, come ogni singola entità terrena, questa rubrica non sarà da meno .
Principalmente a causa del ban ai movimenti che ha ovviamente reso più difficili le contrattazioni fra giocatori e front office, di colpi con cui riempire queste righe, dal secondo episodio in poi, ce ne sono stati ben pochi e, altrettanto ovviamente, mettere insieme circa millecinquecento parole ogni settimana è stato particolarmente difficile perché, senza mezzi termini, l’ultimo mese è stato di un piattume e noia allucinanti.
“Sfogo” a parte, ho pensato di utilizzare quest’ultimo episodio di Eligibles per tirare le somme di questa lunga free agency con dei sempre gradevoli superlativi: vediamo dunque insieme chi, nell’ultimo mese, è stato “più” – inserire parola – rivivendo così, per l’ultima volta prima del totalizzante draft, quanto successo durante questo periodo di follia legalizzata.

1) Miglior colpo della free agency

Chiaramente la trade che ha portato DeAndre Hopkins ai Cardinals, per molteplici motivi che vi elencherò in un ultimo, simpatico, elenco puntato:

  • Nessun giocatore dallo star power di Hopkins ha cambiato casacca in questa offseason e: LASCIATEMI FINIRE, PER FAVORE, SO A COSA STATE PENSANDO, LASCIATEMI FINIRE QUESTO PRIMO PUNTO!
  • Il prezzo pagato dagli Arizona Cardinals è senza dubbio stato ridicolo, in quanto se Diggs vale più di una scelta al primo round portarsi a casa Hopkins con una al secondo dovrebbe essere un crimine.
  • Ci ha dato l’opportunità di deridere Bill O’Brien per più di un mese e ciò, cari signori, non è mai banale: se poi si considera il goffo tentativo di sostituirlo pagando quasi dieci milioni Randall Cobb il rischio è quello di non essere più in grado di mantenere la serietà ogni qualvolta si parli dei Texans.
  • Si sono liberati dell’inutile ed oneroso contratto di David Johnson.

Vi basta?

2) Il più “grosso” colpo della free agency

Tom Brady ai Tampa Bay Buccaneers, ovviamente.
Non saprei dirvi quanto ne abbia ancora il buon Tom o se il suo innesto sarà in grado di renderli automaticamente contendenti al Lombardi, ma senza ombra di dubbio dal mero punto di vista mediatico e commerciale l’approdo di Brady in Florida è già indiscutibilmente considerabile un successo: da un mese a questa parte i Buccaneers si sono trasformati nella franchigia più glamour e chiacchierata della NFL ed un azzeccato cambio di stile farà sì che le loro magliette diventino la reliquia più richiesta e venduta da qui al kickoff.
Al campo l’ardua sentenza, ma premiare qualsiasi altra mossa sarebbe avrebbe fatto perdere ogni plausibile credibilità a questo già di per sé poco affidabile articolo.

3) Miglior affare della free agency

Chris Harris ai Los Angeles Chargers.
Dieci milioni all’anno non sono assolutamente spiccioli, ne sono consapevole, ma realizzare che L.A. si sia assicurata il miglior slot defender della nostra generazione a cifre del genere tenendo poi presente che giocatori come Waynes e Bradberry si sono intascati qualcosa come 14-15 milioni di dollari a stagione mi aiuta, e non poco, a premiare la mossa dei Chargers: ora come ora, prima dei canonici infortuni durante il training camp, il retro della loro difesa è assolutamente il migliore della NFL, in quanto aggiungere Harris ad una secondaria composta da gente come Hayward, King e James non può che essere visto come colpo di genio di un front office che in questi mesi ha svolto un ottimo lavoro.

 4) Peggior affare della free agency

Cedere DeAndre Hopk… ripetitivo?
Allora lasciatemi pensare.
Trae Waynes ai Bengals a quelle cifre.
Waynes non è assolutamente un cattivo giocatore, anzi, ma con altrettanta categoricità posso garantirvi che non valga 14 milioni di dollari all’anno: ciò che mi sorprende maggiormente, poi, è che un contratto del genere sia stato stipulato dai solitamente conservativi e timidi Cincinnati Bengals.
Erano sì necessari upgrade alla secondaria, ma gettare al vento soldi pagando come lockdown cornerback un pezzo puramente rotazionale come Waynes non ha assolutamente senso.

5) Miglior contratto della free agency

Stefen Wisniewski agli Steelers per poco meno di un milione e mezzo all’anno.
Non voglio assolutamente dirvi che Wisniewski renderà come Quenton Nelson, ma proviamo a ragionare un attimo: il penoso Ereck Flowers ha ricevuto un triennale da 30 milioni di dollari essendo da anni, nonostante un discreto 2019, uno dei giocatori più comicamente inetti della NFL che molto probabilmente è sopravvissuto fino allo scorso anno per il proprio status al draft. Wisniewski, dall’altra parte, è un due volte campione del mondo con impagabile esperienza e molte partite giocate come titolare in squadre estremamente competitive: trovare un potenziale sostituto al neo-ritirato Foster sborsando meno di tre milioni di dollari in due anni è un autentico colpo di genio del GM Colbert.
Se poi realizziamo che l’ex compagno di reparto Vaitai ha messo la propria firma su un quinquennale da 45 milioni, le magnitudine della rapina cresce esponenzialmente: certo, Big V è anche in grado di giocare come tackle, ma non vi sembrano un po’ tantini nove milioni per uno che fino a questo punto della carriera è stato poco più che una versatile riserva?

6) Peggior contratto della free agency

Joe Schobert ai Jacksonville Jaguars.
Amo la famiglia Khan, soprattutto il buon Tony, ma in una offseason piena di movimenti di dubbio gusto questo spicca incontrastato: le statistiche dell’ex Browns, a dire la verità, sono buone, ma in un’era in cui un linebacker deve essere in grado di coprire con efficacia running back, tight end o addirittura slot receiver, Schobert non merita di essere pagato in questo modo.
Ciò che veramente non capisco è come una squadra in procinto di scambiare anche il proprio magazziniere per una scelta al settimo round del draft del 2043 possa gettare al vento prezioso spazio salariale per un giocatore che oltre a non meritare tale contratto non risponde nemmeno alla più impellente delle necessità: datemi del drammatico, ma se si tanka si tanka in modo assoluto.

7) Squadra vincitrice della free agency

Tampa Bay Buccaneers.
Avrei voluto premiare qualcuno come Chargers o Broncos, ma non posso fare finta di niente, soprattutto scrivendo poche ore dopo il ritorno di Gronkowski: questi sono passati dall’essere la fucina di meme della NFL a la squadra più trendy e cool della primavera.
Ripeto, non è un voto eccessivamente serio o ragionato, ma nel momento in cui una franchigia riesce a rimettere insieme il duo Brady-Gronkowski esimersi dall’onere di premiarla mi risulta impossibile.

8) Squadra perdente dalla free agency

“Premiare” Texans o Rams sarebbe troppo facile, perciò cari Chicago Bears alzatevi e raggiungetemi sul palco per la premiazione.
Il GM Pace è chiaramente alle corde e con ogni probabilità il 2020 rappresenterà la sua ultima possibilità per salvare un lavoro compromesso qualche anno fa con la folle trade con San Francisco per arrivare al frutto proibito Trubisky: i contratti dati a Quinn e soprattutto Graham non hanno particolarmente senso, la trade per Foles a mio avviso non rappresenta la miglior mossa per salvare la stagione qualora il treno Trubisky deragliasse definitivamente e… che caos, signori.
Serve un vero e proprio miracolo al draft, anche se pure in quel caso dovranno sopperire all’handicap di non poter contare su una scelta al primo round: e pensare che questi solo una ventina di mesi fa sembravano la squadra del futuro.

9) Miglior momento della free agency

Il ritorno di Gronk, senza ombra di dubbio.
Recency bias? Probabilmente.
Ma se il ritorno in grado di Gronkowski è in grado di farmi passare il nervoso suscitato dal pensiero che uno degli articoli di cui sono più fiero – quello in onore di Gronk dopo il “ritiro” – valga ancor meno del nulla che valeva solo qualche giorno fa, ci troviamo davanti a qualcosa di veramente clamoroso: nutro sinceri dubbi sulla saggezza della mossa o sull’efficacia che potrà avere Gronk all’interno dell’attacco dei Buccaneers, ma pensare che il più grande bambinone del ventunesimo secolo torni ad animare le nostre domeniche non può che rendermi stupidamente felice.

10) I ringraziamenti di rito

Anche quest’anno siamo arrivati ai saluti.
Ripeto, non è stato facile trovare dieci fatti o storie meritevoli di essere raccontate o, soprattutto, meritevoli del vostro tempo, ma l’affetto incondizionato che da anni mi dimostrate mischiato alla mancanza di autostima che vi porta a gettare minuti preziosi della vostra vita su queste righe mi ha aiutato a prendere coscienza del fatto che, più o meno, per fare centro con voi lettori basta proporvi qualsiasi cosa simile al football e, molto probabilmente, la leggerete: non avete idea di quanto ciò mi riempia il cuore e mi aiuti a sentirmi meno coglione quando, giorno dopo giorno, vedo le probabilità di realizzazione del mio sogno diminuire inesorabilmente.
La quarantena mi ha dato il tempo e la voglia necessaria per scrivere con più assiduità e sono infinitamente grato che nonostante tutto il male che ci sta circondando abbiate continuamente voglia di “tenermi compagnia” leggendo ed a volte commentando i miei articoli con veri e propri papiri che mi lasciano a bocca aperta per qualche minuto davanti allo schermo del mio stanco computer: Mattia, a questi interessa veramente ciò che dici, a questi interessa veramente avere un dialogo con te sulla vostra passione condivisa.
Nonostante il tempo investito sia tanto, nonostante le entrate rimangono religiosamente pari a zero e nonostante il sito stia procedendo sempre più velocemente verso la propria naturale morte, sono estremamente grato per la vostra presenza e la vostra voglia di football: vi ringrazio, da quasi quattro anni mi state aiutando a portare avanti quella che avrebbe dovuto essere una passione di passaggio, un qualcosa che dopo un paio di mesi avrei smesso di fare e che invece è diventato parte imprescindibile della mia vita.
[Se volete, comunque, vi posso lasciare il mio IBAN, giusto per.]

Mattia

 

3 thoughts on “Eligibles, ultimo episodio: premi e titoli per la free agency 2020 NFL

  1. sono momenti difficili questi….leggerti è sempre stato un privilegio per me…..competente…sempre sul pezzo…la tua scrittura fantastica mi ha sempre conquistato, spero che il sito rimanga….spero che realizzi i tuoi progetti, ti sembrerà strano ma il tuo modo di raccontarci il Football mi fa sentire di conoscerti e di essere tuo amico da tanti anni….GRAZIE !!!!!! lo dico io a te……
    .

  2. Soprattutto perché questo articolo è totalmente ripetitivo nei fatti ahahah ma ovviamente l ho letto perché non c’è niente di cui parlare ancora e fa sempre piacere leggere di football. Poi fa ridere che ci metti sempre in mezzo sto fatto che non ti pagano, camperai di ossigeno ;)
    Amen fratello continua a scrivere
    Go hawks

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