Unfinished business: parole abusate in questa NFL e, più in generale, nell’intero mondo sportivo americano, anche se in questo caso probabilmente nessuna locuzione descrive meglio lo stato d’animo dei Kansas City Chiefs.
Ne abbiamo parlato e riparlato, la beffarda sconfitta rimediata lo scorso anno al Championship Game contro i New England Patriots aveva lasciato un insopportabile retrogusto nella bocca di milioni di tifosi che per un anno si sono incessantemente interrogati su cosa sarebbe successo se l’attacco di Mahomes avesse avuto l’opportunità di toccare il pallone durante quei maledetti tempi supplementari. Completamente diverso il discorso per i Tennessee Titans che dopo l’orribile inizio di stagione ed il seguente esilio di Marcus Mariota non avrebbero mai potuto immaginare di arrivare a giocare per il Super Bowl: ciò però non deve indurvi a pensare che questi ragazzi siano contenti semplicemente di essere in questa posizione, in quanto dopo aver preso gli illustrissimi scalpi di Patriots e Ravens Vrabel ed i suoi ragazzi hanno fatto in modo di lasciar dello spazio sulla parete pure a quello dei Chiefs.
Titans contro Chiefs, Arrowhead Stadium: vediamo un po’ cos’è successo.

Aprono le danze i Titans e se abbiamo avuto modo di imparare qualcosa in questi playoff è che Derrick Henry vedrà il pallone fin da subito e… come non detto, Tannehill connette immediatamente con il fenomenale Brown per 37 yards: Tennessee è già nel territorio di Kansas City e dopo un passaggio questa volta ricevuto da Davis eccoli istantaneamente in red zone, dove però il loro drive va a morire e, per la prima volta da quasi cinquanta giorni, Vrabel spedisce in campo la kicking unit per suggellare i primi tre punti con un agevole piazzato da 30 yards.
La risposta dei Chiefs, pure in questo caso, si fa attendere e dopo tre giocate e zero yards guadagnate, Reid deve restituire l’ovale a Tannehill ed Henry; nel secondo drive offensivo di Tennessee succede un po’ di tutto, in quanto dopo che l’instant replay toglie – giustamente – un intercetto a Breeland arrivano due penalità consecutive della linea difensiva dei Chiefs che regalano nuova linfa vitale agli ospiti: dopo che Humphries riesce a muovere le catene su 4&2, una ricezione di Jonnu Smith da 22 yards li catapulta dentro le cinque dei Chiefs, in piena zona Henry. Wildcat formation, palla ad Henry, sette punti scontati: attenzione signori, Tennessee sta provando a mettere insieme una piccola fuga: 10 a 0 Titans.

La reazione dei Chiefs questa settimana arriva ben prima di trovarsi sotto di ventiquattro lunghezze, e dopo un sapiente mix di corse e passaggi eccoli immediatamente alle porte della red zone: una serie di movimenti prima dello snap coglie sonnecchiante il front seven dei Titans e per Hill è un gioco da ragazzi bruciare in velocità ogni possibile placcatore e come per magia ecco a voi il primo touchdown della giornata dei Chiefs, quello che li riporta sotto di tre punti.
Quando KC inizia a prendere sicurezza – come ne avessero bisogno – nei propri mezzi diventa difficile trovare un modo per rallentare quel magnifico macchinario orchestrato dal geniale Reid: è categorico, oltre che mettere punti a tabellone, tenere quanto più possibile il pallone lontano dalle magiche mani di Mahomes e signori, succede esattamente questo, in quanto a suon di corse di Henry e passaggi sul corto/intermedio Tennessee percorre sapientemente il campo, arrivando ancora una volta a sfondare le porte della red zone. Con lodevole pazienza, Tannehill conduce i suoi sulla goal line, ed ecco la trick play: sfruttando il fattore paura instillato dalla semplice presenza di Henry, Spagnuolo mette quanto più peso possibile nel box per contrastare quella che sicuramente sarà l’ennesima goal line carry di Henry e per la gioia del movimento di emancipazione degli offensive linemen in end zone, dal nulla arriva il touchdown di Dennis Kelly, o-lineman inserito come eligible receiver, prevedibilmente dimenticato da tutta la difesa dei Chiefs e trovato con estrema facilità da Tannehill per altri sette punti. 17 a 7 Titans a termine di quello che per forza di cose deve essere considerato un drive perfetto.

Il nuovo, relativamente fondamentale, drive dei Chiefs si apre sotto i migliori auspici in quanto quel demone di Hardman regala a Mahomes un’ottima posizione di partenza, la linea delle loro 37 yards, e dopo aver assistito impotenti a nove minuti di drive dei Titans, ecco i Chiefs al loro meglio: più di venti yards per Robinson, tredici per Watkins e venti, fruttuose, yards per Hill che riceve il secondo touchdown della sua già impegnata giornata. Due minuti e mezzo di drive signori, con Mahomes under center i sette punti sono sempre letteralmente dietro l’angolo, tutto da rifare per dei Titans che a questo punto, nonostante le tre lunghezze di vantaggio, non potranno che essere demoralizzati vedendo i frutti di un lungo e ben congegnato drive venire annullati in poco più di due giri completi d’orologio.
Tale demoralizzazione si manifesta nel peggiore dei modi, ovvero con un rapidissimo three n’ out che riconsegna il possesso a Mahomes e soci con due minuti rimasti da giocare: nonostante le ore spese a lodare il favoloso braccio, vi abbiamo mai detto che all’occorrenza il numero quindici è in grado di portare a termine il lavoro pure con le proprie gambe? Dopo aver mosso con allarmante facilità le catene, ad una decina di secondi dal termine della prima metà di gioco Mahomes schiva un paio di tackle – tackle piuttosto soft, se proprio devo essere sincero – e cavalcando la linea di bordo campo scandalosamente indisturbato, regala ai Chiefs il primo vantaggio della partita.
21 a 17 Chiefs e, purtroppo per i cuori dell’intero popolo dei Titans, Kansas City riceverà il kickoff.

Palla a KC quindi, che riprende da dove si era fermata muovendo le catene con una metodicità tanto impressionante per ogni appassionato quanto avvilente per gli avversari, anche se su terzo-e-dieci il pallone questa volta non trova le mani di Hill: un piazzato sarebbe pressoché impossibile, in questo caso è necessario affidarsi al proprio punter e restituire il possesso a dei Titans che dopo aver firmato i primi diciassette punti si sono di fatto sgonfiati e spariti dalla partita.
Tannehill trova ancora una volta Humphries su terzo down, dando così morale ad un attacco che sembra aver ritrovato la retta via, o almeno così potevamo dire prima di una cruciale penalità su 3&1 dello stesso Kelly che prima aveva ricevuto il touchdown del +10: sul conseguente 3&10 la corsa di Tannehill viene fermata dall’onnipresente Sorensen e, pure in questa occasione, Vrabel è costretto al punt.
Un altro touchdown regalerebbe a Reid due possessi di vantaggio, un vantaggio che costringerebbe Tennessee ad abbandonare la propria identità nel tentativo di mettere a segno punti veloci: rubando una pagina dal playbook avversario, Tennessee muove le catene con lodevole lentezza e metodicità, e dopo aver visto sorgere l’ultimo periodo di gioco, Damien Williams mette a segno l’ennesimo touchdown della sua carriera in postseason, quello del 28 a 17.

Siamo in zona now or never per Tennessee e, purtroppo per loro, quello che sembrava essere un promettente drive, dopo una ricezione da quindici yards di Davis, muore ancora una volta a seguito di un sack su terzo down messo a segno da Kpassagnon: molto semplicemente, questo non è il loro modo di giocare, chiamare quattro passaggi su quattro giocate non è il motivo per cui la loro stagione si è protratta fino a questo punto ma in situazioni come queste il playbook va messo da parte a scapito di quel situational football di cui abbiamo sentito parlare così tanto negli anni.
Sopra di due possessi Reid può affidarsi con più convinzione al proprio running game nel tentativo di bruciare quanto più cronometro possibile: l’idea è proprio questa e sembrerebbe pure funzionare, anche se su 3&6 sarà interessante vedere che giocata avrà in mente. La seguente chiamata, signori, è l’ufficiosa pietra tombale: il cornerback in marcatura scivola e Watkins ha davanti a sé tutto il verde immaginabile, Mahomes non ha alcun problema a mettergli l’ovale fra le mani per un touchdown da 60 yards che di fatto può essere visto come il biglietto di Kansas City per il Super Bowl.

Molto stoicamente Tannehill ed i Titans non si danno per vinti ed a quattro minuti dal termine l’ex Dolphins pesca il tight end Firkser in end zone per il touchdown del 35 a 24: per coltivare anche la più esigua speranza di rimonta, serve uno stop difensivo immediato, che però non arriva poiché su terzo down Brock commette pass interference ai danni di Hardman, regalando così primo down e quarantuno apprezzabili yards a Mahomes e compagni.
Un paio di giocate di umile entità servono solamente a togliere preziosi secondi dal cronometro e, con poco più di due minuti rimasti, Reid restituisce l’ovale a Tannehill e compagni che a questo punto avrebbero bisogno di un paio di miracoli per riacciuffare la contesa per i capelli: le speranze di Tennessee, però, evaporano piuttosto in fretta, in quanto su 4&6 l’ottima acquisizione della scorsa offseason Frank Clark costringe Tannehill ad assaporare l’amaro gusto dell’erba di Arrowhead e, con poco più di un minuto da giocare, la signora grassa può ufficialmente cantare la più dolce delle melodie.
Dopo mezzo secolo di esilio, i Kansas City Chiefs sono nuovamente al Super Bowl, il Lamar Hunt Trophy torna finalmente a casa, Andy Reid avrà la seconda opportunità in carriera per consolidare il suo status fra gli immortali: è stata una stagione decisamente più tribolata della scorsa, ma immagino non possa esistere sensazione migliore che porre fine ad un digiuno di portata storica davanti al proprio, sempre fedele, pubblico.
Chapeau a dei Titans che nelle ultime settimane ci hanno permesso di rispolverare la parola – non le maschere, per fortuna – underdog e di utilizzarla ad nauseam: la loro stagione non può che essere considerata un clamoroso successo, in quanto, come già detto circa un centinaio di volte, ad ottobre aspettarsi che una squadra sul 2-4 arrivasse ad un passo dal giocarsi il Super Bowl era pura follia.

Sarà un’offseason decisamente interessante quella dei Titans, mentre per i Chiefs questa magica centesima stagione si protrarrà per altre due settimane: gli astri sembrano essersi definitivamente allineati e per il duo Mahomes-Reid nessuna difesa può essere considerata invalicabile.
Contro i 49ers potremmo assistere ad una partita assolutamente splendida.

One thought on “Mahomes è troppo pure per i Titans: Kansas City Chiefs al Super Bowl

  1. Direi che mai come quest’anno davvero vanno al Superbowl le due squadre più forti del campionato! I 49ers hanno fatto sembrare i Packers una squadretta di parrocchia per tre quarti, salvo poi tirare un po’ il fiato nel quarto quarto a partita già ampiamente acquisita. La pass rush di Frisco è mostruosa, ti strangola, ti toglie il fiato sempre e il povero Rodgers nulla ha potuto per larghissimi tratti della partita. Né Garoppolo (che gioca davvero bene), né Kittle hanno dovuto fare miracoli in attacco con un Mostert così fenomenale sulle corse. Davvero forti. Dall’altra parte i Chiefs hanno giustamente battuto gli ottimi Titans dopo una partenza terribile, ricca di ricezioni mancate e pasticci vari al punt returning. La forza di questa squadra in tutti i reparti è venuta a poco a poco fuori e la differenza di talento ha prevalso sulla volontà immensa di Tennessee. Poi Mahomes ci ha messo del suo per fare la differenza in alcuni frangenti (vedi Td fatto e Td lanciati), mentre Tannehill ha fatto il possibile, palesando comunque un gap di talento e leadership non indifferente. Godiamoci questo Superbowl allora. Onore comunque a Vrabel che ha portato i suoi uomini a un passo dal Superbowl valorizzando al massimo un parco giocatori buono, ma non al livello di Green Bay, Kansa City e Frisco.

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