Per una volta concedetemi il lusso di non dilungarmi eccessivamente in ampollosi incipit: mettetevi comodi che per un’altra mezz’oretta monopolizzerò il vostro tempo facendovi ripercorrere quasi due mesi di football NFL.

NFC NORTH

Chicago Bears

Record: 3-5.
Motivi per sorridere: Dopo aver passato un’intera offseason ad autoconvincersi di essere ad un misero kicker di distanza dalla possibilità di diventare una perenne contendente al Super Bowl, Chicago ha scoperto che la realtà dei fatti è ben diversa: più che ad un kicker sono ad un intero reparto offensivo dal potersi consistentemente qualificare ai playoff, altro che Super Bowl.
La realtà molto spesso fa veramente schifo.
Motivi per preoccuparsi: Scommetto che se scrivessi duecento volte “Mitch Trubisky”, nessuno avrebbe di che ridire: dunque, motivi per preoccuparsi? Mitch Trubisky.
Non ditemi che ero l’unico appassionato che vedendo l’attacco operare sotto il comando di Chase Daniel non avesse l’impressione che effettivamente non si sentisse la mancanza di quello che per forza di cose deve essere il loro franchise quarterback: l’attacco dei Bears è così inetto che per interi quarti è ben capace di rimanere a secco… e per “rimanere a secco” intendo non riuscire a conquistare nemmeno un misero primo down.
Il running game, bellamente ignorato fino a qualche settimana fa, fatica a decollare a causa soprattutto dell’assenza del pilastro Kyle Long, leader dell’intera linea d’attacco: con un quarterback in difficoltà l’ideale sarebbe poter contare su un buon gioco di corse in grado di aprire le porte alle play action e mettere Trubisky in condizione di sfruttare il buon atletismo che, fino a questo momento, sembra essere ben più convincente e pericoloso rispetto al braccio.
Solo gli incompetenti Redskins e Jets guadagnano meno yards da passaggio – 186.3 – ed il 31.4% di terzi down convertiti riassume perfettamente quanto detto finora: l’incapacità di tenere fresco e riposato il reparto difensivo si sta facendo sentire in quanto, seppur ben sopra la media, il livello delle giocate si è sensibilmente abbassato e quello che l’anno scorso era per distacco l’unità più devastante del gioco si è trasformata in un qualcosa di certamente buono ma battibile, molto battibile.
Voto: 3. Esattamente come le vittorie finora: brutti, a tratti inguardabili, questi Bears sembrano completamente aver perso la bussola ed in una NFC North così competitiva occupare l’ultima piazza a metà stagione potrebbe essere una condanna a morte. Altro che Super Bowl, qui bisogna ritrovare il modo per vincere partite.

Detroit Lions

Record: 3-4-1.
Motivi per sorridere: Sotto il cinquanta percento di vittorie nonostante il miglior Stafford di sempre ed un livello medio delle giocate decisamente più alto di quello visto negli ultimi anni: decisioni arbitrali decisamente… rivedibili costantemente a loro sfavore, partite chiuse perse in modo sempre e comunque beffardo e trade di metà stagione in grado di mettere in subbuglio uno spogliatoio già impegnato a lasciarsi alle spalle quanto appena detto.
Meriterebbero di più, molto di più.
Motivi per preoccuparsi: L’addio di Diggs ha – secondo molti report – causato una mezza rivolta in spogliatoio espressa a più riprese dal malcontento dell’ottimo Slay che a quanto pare è arrivato addirittura a chiedere di essere scambiato: Patricia in questi primi due anni non ha ancora dato l’impressione di essere organicamente al comando delle operazioni e, almeno da quanto sto riuscendo a percepire, l’ammutinamento è sempre dietro l’angolo.
La difesa, per l’appunto, concede decisamente troppi punti – 27 ad uscita – e quasi 290 passing yards: se a queste aggiungiamo 136 rushing yards ed un raccapricciante 48% di terzi down convertiti, capire come mai il loro record sia così deludente non è per niente complicato.
Con una difesa del genere assolutamente non adatta a contrastare la potenza di fuoco delle rivali divisionali Packers e Vikings, aspettarsi che Stafford in qualche modo riesca a tirare fuori il coniglio dal cilindro mettendo quaranta punti a tabellone è follia, ed oltre alla già cantata sorte avversa, viene quasi naturale puntare il dito contro l’allenatore: teoricamente, Patricia non era un genio difensivo? Se sì, perché il reparto sul quale avrebbe dovuto costruire le fortune della franchigia sta giocando addirittura peggio degli anni passati?
Voto: 6. Non si può sicuramente dire che stiano giocando male o che siano incompetenti come lo scorso anno, molto semplicemente non hanno il killer instinct che è prerogativa di ogni grande squadra: con qualche giocata differente sarebbero comodamente sul 6-2 o 5-3.

Green Bay Packers

Record: 7-2.
Motivi per sorridere: La cura LaFleur funziona, eccome se funziona: dopo un paio di anni complicati Rodgers sembra essere tornato sui propri livelli e, importantissimo precisarlo, nonostante un receiving corp assolutamente povero ed anonimo – ha dovuto fare a meno del suo amato Adams per più di un mese – sta costantemente riuscendo a sezionare le difese avversarie lanciando la palla a gente tipo Lazard, Vitale o Kumerow.
La difesa, per anni responsabile di ogni singolo fallimento ai playoff, non può sicuramente essere considerata la migliore della lega anche se sta mostrando costanti miglioramenti: le acquisizioni di Preston e Za’Darius Smith stanno ripagando l’immenso sforzo economico compiuto da una squadra famosa per essere conservativa in free agency e, soprattutto, una secondaria alla quale sono stati dedicati gli ultimi draft sta finalmente mostrando indiscutibili segnali di crescita, come testimoniatoci dall’88.8 di passer rating medio concesso ai quarterback avversari.
Motivi per preoccuparsi: Il running game non ha ingranato ancora del tutto – poco più di 90 yards ad uscita – e difendere le corse si sta rivelando essere una costante fonte di mal di testa, in quanto le 130 yards concesse ai running back avversari sono decisamente troppe per pensare di tenere la difesa fresca e quindi brillante: tutto sommato, però, lamentarsi non ha più di tanto senso in quanto Green Bay è attualmente all’anno zero di una “rifondazione” mai annunciata ma sicuramente percepita… come altro definireste una squadra con un allenatore nuovo dopo dodici anni di McCarthy?
La sconfitta contro i Chargers avrà sicuramente turbato il sonno di più tifosi ma per favore, un po’ di stanchezza a questo punto della stagione è fisiologica: certo, se i passaggi a vuoto del reparto offensivo dovessero ripresentarsi…
Voto: 9-. La sconfitta patita contro i Los Angeles Chargers domenica avrà preoccupato anche il più saggio dei tifosi, ma per favore, calma: una partita no capita a tutti, soprattutto ad una squadra piuttosto stanca che sembra aver bisogno al più presto del bye week.

Minnesota Vikings

Record: 6-3.
Motivi per sorridere: Sul 2-2 l’imbattuto popolo del web reclamava a gran voce la testa di Kirk Cousins: un mese e mezzo dopo – ed un NFC Player of the Month – Cousins sembra aver chiarito ogni dubbio sul suo conto sfoderando prestazioni da MVP a ripetizione nonostante spesso non abbia potuto contare su Thielen, il suo ricevitore preferito.
L’attacco dei Vikings, ora uno dei più letalmente bilanciati della lega, gioca bene e converte senza troppi problemi i terzi down – 42.5% – e sta sfruttando magistralmente lo splendido momento di forma di Dalvin Cook: dopo aver trascorso ai box le prime due stagioni, Cook è il faro di uno dei running game più efficienti della lega – 153 yards terrene a partita – e le sue quasi 100 rushing yards a partita permettono all’attacco dei Vikings di cogliere di sorpresa attraverso le play action le difese avversarie.
La difesa, pure quest’anno, si sta rivelando essere una delle migliori della lega – 17.6 punti concessi a partita – e occupa comodamente una posizione nella top ten più o meno in ogni statistica importante: al momento sembrano essere una delle squadre più bilanciate e profonde della lega.
Motivi per preoccuparsi: Un paragrafo corto è spesso sinonimo di record perfetto: questo non è sicuramente il caso dei Vikings, squadra che non è nemmeno al primo posto della propria division, ma permettetemi di dire che trovare una statistica o un aspetto del gioco nel quale siano deficitari non è per niente facile.
L’unica variabile è e sarà sempre Kirk Cousins: se dovesse riuscire ad esprimersi sui livelli dell’ultimo mese per il proseguo della stagione – e dei playoff – Minnesota sarà un problema per chiunque, mentre se ricomincerà a sciogliersi contro le squadre vincenti…
Voto: 8. La brutta sconfitta patita contro i Chiefs – resa più amara dal fatto che i Packers solo qualche ora dopo abbiano perso – non deve ingannarci, Minnesota nell’ultimo mese ha giocato uno dei migliori football in assoluto e con un Cousins finalmente in the zone ogni partita è alla loro portata.

NFC EAST

Dallas Cowboys

Record: 5-3.
Motivi per sorridere: Contro i Giants, per la prima volta in stagione, Dallas ha potuto contare sulla linea d’attacco titolare in piena salute: non devo sicuramente illustrarvi l’importanza di poter schierare contemporaneamente giocatori come Collins e Smith, pertanto abbiamo validi motivi per credere che il già ottimo 2019 di Elliott sia destinato solamente a migliorare. La difesa, reparto giovane ed incredibilmente atletico, sta performando piuttosto bene – sesti in yards totali concesse – e finora ha permesso agli avversari di convertire solamente il 27.1% dei terzi down giocati; come già accennato in precedenza, il running game si sta rivelando essere ancora una volta il punto di forza della squadra e con un Elliott felicemente sotto contratto e probabilmente nella miglior condizione fisica in carriera è chiaro più che mai che l’attacco debba essere costruito intorno a lui, anche se i dati ci parlano di un passing game ben più brillante: facile inflazionare le statistiche quando nelle prime giornate si gioca contro Miami, Washington e New York.
Motivi per preoccuparsi: Non nascondiamoci dietro un dito, a fianco di quattro delle cinque vittorie dei Cowboys troviamo un abnorme asterisco: è tanto facile incominciare la stagione con un roboante 3-0 – con il record combinato delle avversarie battute pari a 4-22 – quanto inutile se poi si va a perdere altrettanto nettamente contro squadre da playoff. Gli infortuni hanno indubbiamente contribuito a tutto ciò, ma a questo punto della stagione vi sfido a trovare una squadra fresca e sana: come starete deducendo dalla carenza di numeri non esiste un criterio statistico in grado di spiegare esaurientemente l’inconsistenza di Dallas, molto semplicemente finora è sembrato che contro squadre vere i Cowboys non abbiano una figura di riferimento in grado di condurli alla vittoria… ehm sì, sto guardando in tua direzione Jason Garrett.
Parliamoci chiaro, con una division del genere e con un testa a testa con gli Eagles in saccoccia non credo avranno problemi a raggiungere i playoff, ma se la qualificazione alla postseason può rappresentare un successo per squadre come i Bills – con tutto l’amore ed il rispetto -, per Dallas non si può dire altrettanto: con un roster del genere si deve giocare per arrivare alla partita di febbraio, non per strappare un sofferto 10-6 – con probabilmente annesso un titolo divisionale – all’ultimo respiro.
Voto: 6. Severo, ma non ho altra scelta. Il record è relativamente positivo, ma le sconfitte contro Saints e Packers ci dicono tutto ciò che dobbiamo sapere sui Cowboys della prima metà di 2019: tanto hype per poi sciogliersi sul più bello. Attendo/esigo sostanziali miglioramenti.

New York Giants

Record: 2-7.
Motivi per sorridere: A differenza dei Dolphins, squadra ancora nella fase embrionale del processo di rebuild, New York sembra trovarsi al primo stadio: il quarterback, se non altro, c’è ma oltre a quello… poco di cui parlare.
Le prime partite di Danny Dimes ci avevano per un attimo fatto pensare che forse i Giants avessero ancora qualcosa da chiedere a questa stagione, ma sul 2-7 e con un roster così povero valutare il loro 2019 non ha molto senso.
Motivi per preoccuparsi: Direi che il record sia piuttosto eloquente, ma come appena detto il 2019 per forza di cose non è sicuramente il loro anno: valutare le loro statistiche non ha molto senso.
Voto: 5?. Finora ho riservato il “senza valutazione” – per ovvi motivi – solamente ai Dolphins: rispolverarlo pure per i Giants mi sembrava intellettualmente pigro, pertanto ho provato a valutarli in qualche maniera ed un cinque mi sembra in grado di bilanciare le buone cose fatte vedere da Jones ai problemi del resto della squadra.

Philadelphia Eagles

Record: 5-4.
Motivi per sorridere: Sono ancora vivi, e di per sé questa è una gran notizia, ma fino a questo punto della stagione trovare un aspetto del gioco degli Eagles da lodare non è semplice: il front seven, fortunatamente, sta tenendo in piedi una difesa contro la quale muovere le catene via terra è veramente complicato, in quanto finora le avversarie sono riuscite a guadagnare 87 yards terrene a partita grazie a 3.8 yards a portata.
Anche se raramente brillante, l’attacco sta comunque riuscendo a convertire terzi down a ripetizione – 48.4% di successo – tenendo in piedi drive prolungati che altro non servono che a tenere la disastrosa – nella parte posteriore – difesa fuori dal campo.
Le ultime due vittorie – contro Buffalo e Chicago – hanno raddrizzato una stagione che stava preoccupantemente prendendo una piega tutt’altro che incoraggiante, però dopo il bye week dovranno trovare un modo per essere più concreti e cinici.
Motivi per preoccuparsi: Molto semplicemente, la secondaria è un disastro: vuoi per i tantissimi infortuni, vuoi per pura e semplice incompetenza, bombardare il retro della difesa degli Eagles è sempre e comunque una buona idea e, soprattutto, se il vostro franchise quarterback è in crisi tutto ciò di cui avrà bisogno sarà una visita da parte di questo reparto.
Ciò che più preoccupa – o perlomeno preoccupa me – è vedere Carson Wentz non riuscire a replicare il livello delle giocate di un paio di stagioni fa, quando a suon di bombe e giocate inverosimili rese possibili dal suo pazzesco atletismo riuscì a trasformarsi in serio candidato MVP: vari report – di cui fatico a fidarmi – ci parlano di uno spogliatoio che soffre terribilmente la mancanza di Nick Foles e che trova ingiusto il suo addio.
Immagino che l’unico modo per conquistarsi di nuovo – in caso tali voci fossero veritiere – lo spogliatoio sia vincere ed a mio avviso Wentz ha tutti i mezzi per riuscirci.
Voto: 6,5. Soffrono e fanno soffrire troppo: serve più stabilità, in campo e fuori.

Washington Redskins

Record: 1-8.
Motivi per sorridere: Apparentemente Adrian Peterson ogni domenica supera un nuovo record: questo è il principale motivo per il quale sentiamo ancora parlare degli Washington Redskins.
Motivi per preoccuparsi: Seriamente, devo esporvi dei motivi per preoccuparsi? Non basta la sola disfunzionalità di una società che sembra volontariamente sabotare i propri tifosi e le loro stupidissime speranze?
Hanno licenziato Gruden, bene, ed allora? Cambierà qualcosa? Non credo proprio.
Molto probabilmente troveranno un modo per bruciare anche Haskins, giocatore che nonostante non abbia mai aperto la bocca si è involontariamente trovato al centro di controversie che difficilmente un ventiduenne è in grado di gestire.
Pena e compassione per i tifosi, soprattutto per il povero Dave che fedelmente, da secoli ormai, continua a crederci: amico mio, ti imploro, lascia perdere.
Voto: 0. Se non altro i Dolphins lo hanno dichiarato ad alta voce di voler tankare.

NFC WEST

Arizona Cardinals

Record: 3-5-1.
Motivi per sorridere: Nessuno si aspettava grandi cose da loro, ma nonostante ciò possiamo tranquillamente dire che il futuro di Kyler Murray in questa lega sembra essere particolarmente radioso: l’abilità nel muoversi nella tasca non può essere insegnata e finora Murray ci ha dato prova che possiede tutte le carte in regola per trasformarsi in Russell Wilson 2.0. I quattro intercetti lanciati fino a questo momento ci dicono tutto ciò che dobbiamo sapere sulla sua precisione e decision-making, in quanto limitare così tanto gli errori fin da subito è sicuramente di buon auspicio per il futuro.
I 14.5 sacks messi a segno dal duo Jones-Suggs ci mettono davanti a quello che, nonostante l’età media piuttosto alta, è uno dei migliori tandem di pass rusher della lega in una difesa altrimenti piuttosto sterile; il record, purtroppo per loro negativo, a mio avviso non è in grado di raccontare il processo di crescita intrapreso ed i cui risultati palesati a più riprese: perdere di meno di un possesso contro questa versione dei San Francisco 49ers è da considerarsi una vittoria che, seppur di Pirro, mi permette di dire che probabilmente per una volta i Cardinals hanno preso un paio di decisioni corrette.
Motivi per preoccuparsi: Nel momento in cui il ruolo di head coach è stato affidato a Kliff Kingsbury è apparso piuttosto chiaro che sarebbe stata posta una maggiore enfasi sul reparto offensivo e… si è visto. Nonostante i baluardi Jones e Suggs, Arizona schiera una delle peggiori difese sia contro le corse che contro i lanci e concede quasi 28 punti ad uscita: ovviamente l’intero reparto ha sentito la mancanza del perennemente Pro Bowler Patrick Peterson, però è piuttosto evidente che anche con lui in campo la situazione non migliori troppo. Per competere in una division così esplosiva è necessario poter contare su una difesa in grado di fare le voce grossa quando serve e, emulando un po’ i 49ers, di controllare la linea di scrimmage: al momento tutto questo è anni luce lontano e l’unica cosa che mi sento di dire è che servirà tempo.
Ciò che mi lascia maggiormente perplesso è invece la sorprendente inefficienza in red zone, parte del campo nella quale credevo che la creatività di Kingsbury potesse prendere il sopravvento e schiacciare gli avversari: in queste prime nove partite Arizona ha portato a casa i sei punti solamente nel 35.48% delle occasioni.
Voto: 6+. Record negativo, certo, ma i segnali mostrati dai Cardinals ci lasciano validi motivi per credere che finalmente il front office sia riuscito a dare una direzione ben precisa ad un progetto naturalmente a lungo termine: nel mentre, comunque, Arizona avrà modo di togliersi qualche soddisfazione qua e là e potenzialmente di rovinare i sogni playoff a chi incrocerà il loro cammino.

Los Angeles Rams

Record: 5-3.
Motivi per sorridere: Probabilmente questa è l’analisi più difficile in cui mi sono imbattuto finora: lasciatemi provare ad esternare i miei pensieri.
Chiudere la prima metà di stagione sul 5-3 non può essere in alcuna misura considerabile come “delusione”, ma da una squadra che ha concluso la passata stagione con la stesso numero di sconfitte ed un Super Bowl giocato, forse ci si può aspettare qualcosina di più; nonostante il gioco aereo sia uno dei più prolifici della lega – quasi 299 yards a partita -, alzi la mano chi ha notato preoccupanti segnali di regressione da parte di Jared Goff: undici touchdown a fronte di sette intercetti lanciati sono numeri inquietantemente brutti per un giocatore che di questi tempi, l’anno scorso, era visto come legittimo candidato MVP.
Siccome devo parlare di quanto andato bene, probabilmente mi conviene fermarmi qua e ricordarvi che i Rams rimangono comunque una delle squadre più talentuose e meglio allenate della lega e che con individualità come Kupp, Donald e Ramsey possono giocarsela assolutamente contro chiunque.
Motivi per preoccuparsi: Ciò che probabilmente ha inceppato la macchina perfetta che era il loro reparto offensivo è l’apparentemente inspiegabile regressione della linea d’attacco: entrambi i tackle, Whitworth e Havenstein, sono valutati da PFF con un voto inferiore al mediocre 70.0, e ciò è palesato dagli impalpabili numeri prodotti dal running game. La condizione delle ginocchia di Gurley è ben nota, ma non è attribuibile esclusivamente ad ella lo spaventoso collasso della produzione del numero 30: finora ha corso per meno di 400 yards guadagnando la miseria di 3.9 yards a portata e ciò, a mio avviso, è imputabile alle inspiegabili difficoltà della linea d’attacco.
Con un running game non in grado di prendere il controllo della partita e della linea di scrimmage, neutralizzare il gioco aereo dei Rams diventa tremendamente più semplice, in quanto Goff lo scorso anno si esprimeva al meglio in situazione di play action, non di shotgun: et voilà, ecco svelate le ragioni di un calo di produzione apparentemente inspiegabile.
La fortuna di quest’ultime edizioni dei Rams è stata determinata principalmente dal successo ottenuto dal running game successivamente in grado di aprire un’infinità di porte all’intero reparto offensivo e senza ciò, in questo caso, l’intero castello crolla.
Per quanto riguarda il reparto difensivo, invece, poco da segnalare: li troverete a metà di pressoché ogni graduatoria significativa, pertanto spiegare la loro involuzione partendo dalla difesa diventerebbe oltremodo difficile.
Voto: 6,5. Indubbiamente severo, lo so, ma negli ultimi anni questi ragazzi ci hanno abituato ad uno standard ben diverso: le valutazioni sono soggette a variazioni anche – e soprattutto – in funzione alle aspettative che nutriamo verso una certa squadra. Dai Rams chiunque pretende qualcosa in più.

San Francisco 49ers

Record: 8-0.
Motivi per sorridere: Wow, semplicemente wow: signore e signori ecco a voi la vera sorpresa di questa stagione, i San Francisco 49ers.
Da dove devo partire? Facciamo dalla difesa, dai.
Guardando la depth chart difensiva, durante la scorsa offseason, apparivano piuttosto evidenti la mostruosa profondità e l’accecante talento di un reparto su cui il GM Lynch ha investito in maniera massiccia ed aggressiva: durante questi due mesi tutto questo potenziale è stato palesato distruggendo sistematicamente qualsiasi attacco incrociato durante la loro marcia. Il punto di forza di questa squadra è ovviamente il front seven, reparto che può contare su talenti come il rookie Bosa, Buckner, Armstead e Ford: i 30.0 sacks messi a segno in sole otto partite non devono quindi stupirci, anche se la loro brillantezza non può essere spiegata solo tramite questa spesso fuorviante statistica. La spaventosa pressione costantemente generata dai ragazzi appena citati è la principale responsabile delle misere 138.1 yards di lancio concesse a partita: per rendervi l’idea, ci sono squadre che ne concedono un numero simile… di corsa! Mica male per un reparto che concluse il 2018 con soli due intercetti. Tale brillantezza non è pienamente replicata nel contrastare il running game, ma finché costringono gli avversari ad una percentuale di successo sul terzo down pari al 27.5% c’è ben poco da preoccuparsi: non deve quindi sorprenderci il fatto che concedano solamente 12.8 punti a partita.
L’attacco, seppur non brillante come la difesa, gira e l’impressione è che migliori giorno dopo giorno: la forza dei ‘Niners risiede chiaramente in un running game capace di guadagnare più di 170 yards a partita, ma attenzione che l’arrivo di un deep threat come Sanders è coinciso con le migliori prestazioni individuali di Garoppolo.
Abbiamo dunque seri motivi per attenderci una definitiva esplosione da parte dell’attacco, anche se messa giù in questo modo la mia sembra quasi una critica: tranquilli cari – e numerosi – tifosi dei ‘Niners, ho ben poco di cui lamentarmi sulla vostra squadra.
Motivi per preoccuparsi: A parte la totale impossibilità nello schierare consistentemente uno dei loro running back al fantasy football, non mi viene in mente nulla – che abbia senso – da inserire in questo paragrafo.
Forse l’unico motivo di preoccupazione viene dal calendario, in quanto nella seconda metà di stagione incroceranno due volte i Seahawks, i Packers, i Ravens ed i Saints: c’è tempo per pensare al futuro, che si godano il presente.
Voto: 10. Che voto potrei dare ad una squadra ancora imbattuta? Che voto potrei dare ad una squadra che ha esibito a più riprese un football solido e tremendamente “vero”? Più che meritato.

Seattle Seahawks

Record: 7-2.
Motivi per sorridere: Un Russell Wilson del genere, oltre che a vincere il più che meritato primo MVP della carriera, rende Seattle una delle squadre più pericolose della lega: nonostante la filosofia run heavy adottata da coach Carroll, Wilson rimane il faro della squadra ed è stato in grado di fare dell’efficienza la propria arma più pericolosa. Molto spesso per raggiungere quota 300 yards non ha bisogno di tentare 30/35 lanci, una ventina abbondante basta ed avanza: non deve quindi sorprendere nessuno il fatto che conduca la lega in passer rating – 118.2 – in virtù del solo intercetto lanciato a fronte di ventidue magnifici touchdown.
Nonostante le croniche difficoltà nel garantire un’adeguata protezione al proprio quarterback, la linea d’attacco dei Seahawks se la cava più che bene nelle situazioni di corsa: Chris Carson quest’anno – fumble a parte – ha definitivamente dimostrato di poter essere utilizzato come bell cow e grazie alla sua abilità nel guadagnare yards dopo il primo contatto ha reso il running game dei Seahawks il cuore pulsante dell’intero attacco.
La difesa, seppur anni e luce lontana dai fasti della Legion of Boom, sta mostrando timidi miglioramenti, anche se purtroppo mi toccherà approfondire il discorso nel paragrafo qui sotto.
In definitiva, con un Wilson così di motivi per preoccuparsi non ce ne possono essere troppi.
Motivi per preoccuparsi: Eh, per l’appunto, la difesa.
Nonostante qualche apprezzabile giocata individuale di Griffin e del neo-arrivato Clowney, il reparto si sta rivelando particolarmente generoso sui lanci: le 278 yards concesse a partita sono decisamente troppe ed i 15.0 sacks messi a segno ci dicono che molto probabilmente l’aggiunta di Clowney non ha sortito gli effetti desiderati.
I 25.6 punti concessi in media costringono spesso e volentieri Wilson al miracolo – vedasi domenica contro Tampa Bay – e se ciò per il momento sembra funzionare più che bene, una volta giunti ai playoff la situazione potrebbe complicarsi drasticamente.
Voto: 9. Le sconfitte contro Baltimore e New Orleans devono per forza di cose preoccupare, ma poter contare su un – spero – MVP in grado di sfornare miracoli a ripetizione aiuta, eccome se aiuta: la difesa, però, dovrà necessariamente migliorare.

NFC SOUTH

Atlanta Falcons

Record: 1-7.
Motivi per sorridere: Sì, l’impostazione dell’articolo è stata scelta e creata da me, ma per favore, qualcuno pretende seriamente che trovi qualcosa da inserire qua dentro parlando degli Atlanta Falcons?
Motivi per preoccuparsi: Da dove iniziare?
Le statistiche di Ryan, come ogni anno, sono estremamente buone ma dopo uno studio neanche tanto approfondito è facile constatare come tali numeri siano enormemente inflazionati da una produzione fuori dalla norma nel garbage time, fase di gioco nella quale i Falcons sono pressoché imbattibili: inspiegabilmente Atlanta non sembra più in grado di giocare una partita per intero e specialmente quest’anno i primi trenta minuti di gioco vengono spesso e volentieri sacrificati in nome di un qualcosa che non mi è ancora chiaro. Che siano gli effetti sul lungo termine causati da quanto successo al Super Bowl? Il running game, capitanato dall’oramai spento Freeman, non è in grado di guadagnare le yards necessarie per giocare terzi down abbordabili e ciò è messo in evidenza dalle misere 68.5 rushing yards a partita: ciò è imputabile ad una linea d’attacco irriconoscibile rispetto a quella che solo un paio d’anni fa li trascinò al Super Bowl.
Gli infortuni hanno indubbiamente fatto la loro parte, ma non credo esista una difesa più consistentemente deludente della loro: oltre ai vomitevoli numeri che vi esporrò fra un paio di righe, guardando i Falcons si ha sempre l’impressione che il reparto offensivo avversario sia tremendamente più fisico e, soprattutto, l’esorbitante numero di tackle mancati permette spesso a giocate da 4-5 yards di trasformarsi in guadagni da 20-30. La sterilità di un pass rusher ancora convinto di poter contare su Beasley e McKinley mette sistematicamente il quarterback avversario in posizione di avere la migliore partita dell’anno contro di loro: in otto partite sono riusciti a mettere a segno solamente 7.0 sacks e due intercetti, concedendo un quarterback rating medio di 117.6.
Altro anno da buttare.
Voto: 2. Difficile valutare oggettivamente la stagione di una squadra così tremendamente deludente: il talento a loro disposizione è ben superiore a quanto messo in evidenza dalla singola vittoria, ma a quanto pare per i Falcons deludere inspiegabilmente è un modo d’essere. Non so più cosa dire.

Carolina Panthers

Record: 5-3.
Motivi per sorridere: 5-3 senza Cam Newton?
Avessi accostato queste parole in questo preciso ordine durante l’offseason mi avreste costretto a sottopormi ad un TSO: con CMC, però, tutto è possibile.
Motivi per preoccuparsi: 5-3 senza Cam Newton?
Non mi sembra il caso di mettermi qua a spulciare stats ed esprimere perplessità sulla loro run defense: stanno facendo una vera e propria impresa.
Voto: 9. Essere in piena lotta playoff senza il proprio franchise quarterback al giorno d’oggi è una delle più grandi imprese che si possano compiere sul gridiron: chapeau a Rivera.
Ed ovviamente a Christian McCaffrey.

New Orleans Saints

Record: 7-1.
Motivi per sorridere: Non vedevo l’ora di parlare dei Saints: vi avverto che non mi servirò più di tanto di statistiche e numeri vari, in quanto non sarebbero in grado di compendiare l’impresa compiuta da coach Payton ed i suoi ragazzi.
L’immediato infortunio di Brees sembrava aver compromesso irrimediabilmente la loro stagione e chiunque, me in primis, era convinto che ci fosse una concreta possibilità che dopo aver visto le ultime due stagioni concludersi a causa di clamorose beffe, quest’anno ai playoff non ci arrivassero nemmeno: ne capiamo veramente tanto di football, sì sì.
Coach Payton, quel diavolaccio, è semplicemente riuscito ad adattarsi alla situazione facendo girare la squadra al meglio delle proprie possibilità principalmente grazie ad una serie di gameplan pressoché perfetti: senza Brees New Orleans si è trasformata in una squadra in grado di controllare il flow della partita grazie ad una fantastica difesa in grado di annullare per interi quarti di gioco l’attacco avversario di turno e, soprattutto, grazie ad un reparto offensivo costantemente in grado di muovere le catene con estrema pazienza a suon di passaggi corti e corse. Non solo sono riusciti ad andare oltre l’assenza del proprio leader, sono sopravvissuti anche agli infortuni di Kamara e Cook, contributori – specialmente il primo – in grado di sconquassare i piani difensivi avversari. Il ritorno di Brees è coinciso con la partita numericamente più esplosiva del loro 2019, ma francamente che importanza ha mettere assieme ottimi numeri quando con numeri infinitamente meno altisonanti si riesce a vincere contro squadre da playoff come Cowboys, Seahawks e Bears?
Quanto fatto finora è un autentico capolavoro che credo legittimi ancor più la legacy di Payton, ed attenzione che la seconda metà di stagione promette già bene: oltre che al ritorno di molte pedine fondamentali New Orleans potrà contare su un calendario decisamente più abbordabile di quello affrontato finora.
Chapeau.
Motivi per preoccuparsi: Francamente al momento non mi viene in mente nulla: puoi toglier loro Brees o Kamara ma apparentemente ciò non fa alcuna differenza. Squadra veramente costruita in maniera pressoché perfetta.
Voto: 10. Qualcuno potrebbe sicuramente rinfacciarmi che un 10 ad una squadra con un numero diverso da zero sotto la voce “sconfitte” sia immeritato, ma quanto fatto da questi Saints finora è leggendario ed assurdo, perciò fatevi pure avanti, non mi interessa.

Tampa Bay Buccaneers

Record: 2-6.
Motivi per sorridere: Nell’anno della verità di Winston, Tampa Bay è finora riuscita a vincere solamente due partite nonostante prestazioni spesso e volentieri encomiabili: una decisione arbitrale, una stupidata di Winston o pura e semplice sfortuna stanno costando ai Buccaneers fior fiore di partite.
Tutto ciò non è giusto, questa squadra vale infinitamente di più di un orribile 2-6.
Motivi per preoccuparsi: Francamente una sfortuna del genere credevo fosse riservata solamente ai Chargers: analizziamo nel dettaglio ogni sconfitta dei Bucs.

  • Week 1, 31 a 17 contro i 49ers: a costar loro una partita più che equilibrata ci hanno pensato un paio di passaggi a vuoto del cervello di Winston che lo hanno portato a lanciare un paio di intercetti nei minuti finali. Preventivabile.
  • Week 3, 32 a 31 contro i New York Giants. Perso di un punto una partita nella quale il proprio kicker ha sbagliato due extra point ed il relativamente agevole field goal della vittoria.
  • Week 5, 31 a 24 contro i Saints. Poco da dire, hanno perso contro una squadra più forte di loro.
  • Week 6, 37 a 26 contro i Panthers a Londra. Perdere di undici una partita nella quale il proprio attacco ha commesso SETTE turnover?
  • Week 8, 27 a 23 contro i Titans. Hanno tolto loro un touchdown su fumble return che probabilmente sarebbe valso la vittoria.
  • Week 9, 40 a 34 contro i Seahawks. Arrivati ai supplementari contro una squadra ben più attrezzata della loro, non hanno avuto nemmeno l’opportunità di toccare il pallone: Russell Wilson, signore e signori.

Spero di aver reso l’idea.
Voto: ?. Come posso valutare un team così sfigato? Un sei di incoraggiamento? Un due per il record? Aiutatemi.

 

One thought on “NFL 2019: pagelle ed analisi della prima metà di stagione di ogni squadra NFC

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