Seconda settimana NFL archiviata da poco più di quarantotto ore con il Monday Night Football che ha visto sfidarsi Browns e Jets e che ha fatto da cornice alla prima segnatura di Odell Beckham Jr. con la nuova divisa, impreziosendo una delle migliori prestazioni della week che lo ha visto chiudere con 6 ricezioni per 151 yards, ed entrando di diritto tra i protagonisti positivi di una giornata iniziata nella notte tra giovedi e venerdi scorso, in cui aveva brillato il suo collega Chris Godwin, 8 prese per 121 yds e 1 TD.

TOP 5

Lamar Jackson
Ad una settimana di distanza il quarterback di Baltimore si conferma uno dei giocatori più in forma inanellando un’altra prestazione superba, che lo ha visto vincere la sfida con l’altro ex Heisman Trophy Kyler Murray, degno avversario del numero 8 ma comunque battuto sia a livello di squadra che personale; ancora una volta perfetto nel passing game, 272 yards e 2 TD pass in 24 passaggi completati, il prodotto di Louisville ha infiammato il pubblico del M&T Bank Stadium con le proprie gambe, sfuggendo costantemente ai difensori avversari e accumulando 120 yds in 16 corse. Giocate che hanno fornito un contributo fondamentale per la seconda vittoria stagionale dei Ravens, consetendo al coaching staff di blindare il risultato e congerlare il cronometro nel momento decisivo del match.

Demarcus Robinson
Chi l’avrebbe mai detto, un altro WR dei Chiefs tra i migliori di giornata anche questa week, il tutto reso possibile dal talento indiscusso di Patrick Mahomes, ragazzo che fino a questo momento non sembra risentire minimamente della famigerata Madden’s Course e che dopo aver permesso di risplendere a Sammy Watkins non più tardi di sette giorni fa ha fatto sobbalzare molti telespettatori lanciando in orbita il terzo anno da Florida, in grado di non far assolutamente rimpiangere il compagno di squadra Tyreek Hill al punto che in diversi si sono domandati se quest’ultimo non stesse effettivamente giocando sotto falso nome; dubbio annullato grazie alle ripetute inquadrature della sideline di Kansas City in cui si intravedeva l’infortunato intento a celebrare le imprese del collega, autore di una prova di altissimo livello chiusa con 6 ricezioni per 172 yds e 2 touchdowns.

Russell Wilson
Come dichiarato da coach Pete Carroll “avere Wilson in squadra sicuramente facilita le cose”, queste sono forse le migliori parole per spiegare la partenza positiva di Seattle e la vittoria ottenuta con sudore e sacrificio contro gli Steelers domenica pomeriggio, favorita da una prestazione superba del proprio quarterback, capace prima di adattarsi rapidamente al nuovo cast di supporto e poi di difendere il prezioso vantaggio di 2 punti con delle run ragionate che hanno permesso ai Seahawks di rimanere costantemente sul pezzo; innescati il rookie D.K. Metcalf e il TE Will Disly, prodotto locale di Washington alla seconda stagione tra i Pro autore di 2 TD, è risultato tra i migliori QB di giornata completando 29 passaggi su 35 tentati per 300 yards tonde tonde e 3 touchdowns.

Julio Jones

Julio Jones
“Hulio on my mind” parafrasando la celebre canzone che ricorda lo Stato in cui hanno sede i Falcons e utilizzandola per celebrare il giocatore che più di ogni altro ha contribuito a scrivere la storia recente della franchigia, ancora al top dopo il contrattone firmato nelle scorse settimane e un gradino sopra diversi altri colleghi nonostante le primavere inizino a salire vertiginosamente; già a segno nel kickoff weekend ha pensato bene di rinnovare il suo biglietto da visita aggiungendo 2 TD su ricezione nella vittoria ottenuta contro gli Eagles nel Sunday Night Football. Sempre al centro del gioco offensivo di Atlanta, parso a tratti imprendibile per i componenti delle secondarie di Philly, in grado di seminare Andrew Sendejo e lasciare sul posto Rodney McLeod ha realizzato la segnatura decisiva trasformando uno screen pass sul 4th down in una galoppata inarrestabile di 54 yards, che a 2 minuti e 10 secondi dal termine ha inciso come un macigno sull’esito del match.

Jamie Collins
Meriterebbe di essere inserita nei Top l’intera difesa dei Patriots guidata a livello statistico dal linebacker all’ottava season da Southern Mississippi, dominatore indiscusso sul terreno di gioco dove si è reso protagonista di 6 placcaggi, 1 tackles for loss e 2 intercetti, uno dei quali culminato in un roboante ritorno in endzone da 69 yards che ha messo la parola fine su una partita senza storia ed un secondo tempo in cui New England ha giganteggiato in lungo e in largo sul campo, prendendosi gioco di un attacco avversario in completa confusione e messo a soqquadro da una defense che non ha mostrato alcuna pietà, pizzicando in 4 occasioni i quarterbacks e facendo registrare 7.0 sacks.

 

WORST 5

Miami Dolphins
Spiace nuovamente inserire tra i peggiori della settimana i Delfini ma senza ombra di dubbio quello che sta accadendo a Miami in questa stagione è l’esatto contrario di ciò che dovrebbe trasmettere lo Sport che noi tutti amiamo e dove lottare fino al fischio del ref, con tutte le proprie forze e cercando si superare costantemente i propri limiti è un mantra che ogni giocatore impara a memoria fin dai primi drills affrontati in allenamento; i ragazzi di Coach Flores hanno il merito, questa volta, di non tirare i remi in barca fin da subito ma di provare ad arginare lo strapotere dei Patriots nei primi due quarti, concedendogli appena 2 segnature prima di crollare inesorabilmente nel secondo tempo, quando sommando gli errori della offense ad una defense disattenta hanno lasciato completamente carta bianca agli avversari. La strada per Miami continua ad essere in salita e il leit motiv delle ultime settimane non pare aver fine visto la recente trade che ha portato il DB Minkah Fitzpatrick, undicesima scelta assoluta del Draft 2018, a Pittsburgh in cambio di una 1st pick 2020.

Ryan Fitzpatrick
Alla fine forse non è nemmeno colpa sua viste le condizioni in cui versano i Dolphins, ma quel che è certo è che Fitzmagic ha perso buona parte dei suoi poteri miracolosi e il QB che l’anno passato aveva infiammato i tifosi della vicina Tampa sembra essere un lontano parente del giocatore che stiamo vedendo in campo con Miami; appena 89 yards lanciate in 11 pass completati, 3 intercetti, insomma un incubo ad occhi aperti per il veterano da Harvard, che al termine della disfatta con i Patriots ha commentato in modo esplicito davanti ai cronisti la prestazione personale e quella del team di appartenenza “non è mai divertente essere così imbarazzanti”.

Ted Ginn Jr.
Passare da una prestazione da 100 yards a non mettere a segno nemmeno una ricezione nel giro di una settimana non deve essere il massimo, ma come ampiamente previsto nelle analisi prestagionali il veterano da Ohio State vive una situazione particolare in quel di New Orleans, dove oltre a guardarsi dalla concorrenza serrata del secondo anno Tre’Quan Smith sembra essere un corpo estraneo e avulso agli schemi offensivi dei Saints quando in cabina di regia siede un giocatore diverso da Drew Brees; a confermarlo la partita di domenica, in cui è stato costantemente ignorato da Teddy Bridgewater.

Fournette placcato da Reid prima dell’endzone

Doug Marrone
E’ sempre la vecchia storia “se ti riesce sei un eroe, se non ti riesce sei…” concludete voi la frase come preferite, ma il succo della faccenda è che quando provi la 2 point conversion il rischio di non riuscire a portarla a termine è sempre elevatissimo, ancor più se questa potrebbe risultare decisiva, in una maniera o nell’altra, per il risultato finale; il coach dei Jaguars ci ha provato, dando fiducia ad un attacco guidato da un QB rookie scelto nel corso del sesto round e affidando la palla della potenziale vittoria ad uno degli uomini di punta del team, Leonard Fournette, ma gli è andata male, condannando così la sua squadra ad una sconfitta certa piuttosto che prolungare la durata del match e giocarsi il tutto per tutto in un overtime nel segno dell’incertezza. La linea tra atteggiamento vincente e risultato perdente è sempre drammaticamente sottile.

Adam Vinatieri
Continua la striscia negativa del quarantaseienne kicker da South Dakota State che dopo i 2 field goal sbagliati la scorsa settimana pecca di precisione anche dalla corta distanza mandando fuori dai pali 2 extra point nella sfida divisionale contro i Titans; per fortuna gli errori non si sono rivelati questa volta decisivi per il risultato finale dei Colts, ed anche se dal coaching staff sono arrivati attestati di stima e la conferma che spetterà ancora a lui occuparsi dei calci in week 3, la franchigia ha cominciato a guardarsi intorno ed invitare diversi suoi colleghi, Elliott Fry, Cody Parkey, Younghoe Koo, Greg Joseph, Cole Hedlund and Chase McLaughlin, per dei workout. Se le cose non dovessero migliorare per il buon vecchio Vina, da questi nomi potrebbe uscire quello del nuovo K di Indy.

4 thoughts on “NFL Top & Worst 2019: week 2

  1. In queste prime settimane tante squadre hanno fatto workouts con diversi kickers e dispiace notare che fra i tanti nomi sentiti non sia mai venuto fuori quello di Giorgio Tavecchio. Ho paura che il giocatore italiano si sia fumato la chance della vita con la disastrosa preseason con i Falcons..

    • Non è detto, questi sono i primi nomi che hanno convocato a Indy per visionarli in caso decidessero di mandare in pensione Vinatieri, magari in un altro giro di workout chiameranno proprio Giorgio; purtroppo come dicevo in un articolo qualche tempo fa il ruolo del kicker è complicato, basta poco per perdere fiducia e veder venir meno le proprie certezze, in tal senso ricordo sempre molto bene, da tifoso Vikings, il crollo del valido Blair Walsh, fino a quel momento uno degli specialisti migliori della lega, dopo l’errore nella wild card con Seattle. Da allora non fu mai più lo stesso. Speriamo di rivedere Giorgio presto in campo!

  2. I miei Dolphins saranno i peggiori ogni domenica da qui a fine stagione. E’ una magra consolazione pensare che almeno la cosa sia voluta e non solo imposta dagli avversari come negli ultimi 20 anni. Quello che però mi terrorizza è che al termine di questa disastrosa stagione (0-16 sicuro), ci sarà poi da fare scelte giuste, colpire la free agency bene e gestire bene i giocatori. E qui si sono palesati i maggiori problemi negli ultimi 20 anni! Siamo i campioni indiscussi da 20 anni per scelte sbagliate, mala gestione dei giocatori, ingaggi di giocatori ormai logori e problemi mal gestiti fuori e dentro il campo: dal 2020 tutto diventerà rose e fiori? Non penso, quindi questa cieca fiducia nei draft futuri mi terrorizza. Da un punto di vista sportivo e morale devo dire che mettere i propri tifosi di fronte a uno scempio del genere è davvero irriguardoso, soprattutto per quei (pochi…) che ancora si abbonano o comunque hanno prenotato biglietti per andare allo stadio. Cedere Tunsil e Fitzpatrick è stato un errore clamoroso: non butti via adesso talento giovane e certo per sperare di trovare talento giovane in futuro nelle stesse posizioni. Fino a queste due trade, avevo capito il discorso, poi non più. E non venitemi a dire che Tunsil avrebbe voluto tanti soldi (chi verrà non li vorrà?) e che Fitzpatrick non voleva adattarsi agli schemi (lo hanno fatto giocare safety, cornerback e linebacker…., ma non lo sapevano che è uno slot cornerback essenzialmente e forse un po’ free safety e basta? Sarebbe bastato assegnargli un solo ruolo e per quello saremmo stati coperti per 10 anni). Insomma, mi può anche fregare poco della stagione in corso, ma vedo già segnali preoccupanti per la gestione del futuro. Vedremo! Per quest’anno, miei cari tifosi Dolphins compagni di sventura, guardiamo altre partite….

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