La terza settimana di preseason, se proprio vogliamo compararla a qualcosa di concreto, può essere vista come la prova costume di fine maggio, anche se a dirla tutta quest’anno non è proprio andata così: sempre meno allenatori oramai sono disposti a mettere a repentaglio la salute dei propri uomini franchigia, pertanto nonostante la tradizione e le aspettative di titolari ne abbiamo visti ben pochi anche questa volta.
Ciò ovviamente comporta che le nostre oramai amate seconde e terze linee abbiano avuto un’ulteriore possibilità per brillare ed aumentare le proprie quotazioni per rimanere aggrappati al proprio lavoro: vediamo un po’ chi ci è riuscito.

Chi sale

Trace McSorley, QB, Baltimore Ravens

Jackson, l’indiscusso titolare, giovedì notte il campo non l’ha nemmeno assaggiato, pertanto di motivi per interessarci allo scontro fra Eagles e Ravens non ne dovremmo avere molti, considerando anche la mancanza del sempre enigmatico RGIII: Trace McSorley, aka colui che dava l’handoff a Barkley a Penn State, ha messo insieme una delle migliori prestazioni viste in questa preseason completando 19 dei 28 lanci tentati per 203 yards e tre pregevoli touchdown – uno arrivato via terra -, fra cui una vera e propria meraviglia per il decaduto Michael Floyd connettendo con lui in profondità sulla sideline.
Oltre che ad una stat-line di tutto rispetto, McSorley ha dimostrato sicurezza e tranquillità nella tasca ed una buonissima capacità di lettura che lo ha portato ad evitare ogni genere d’errore: tagliarlo dopo una prestazione del genere diventerà veramente difficile.

Corey Ballentine, CB, New York Giants

Storia bruttissima quella di Ballentine: il giovane, la notte dopo essere stato selezionato al draft dai Giants, è stato vittima di una sparatoria nella quale oltre a rimediare un paio di proiettili ha perso pure il proprio miglior amico, vedendo così il suo futuro e la sua vita prendere una piega decisamente avversa immediatamente dopo aver coronato il suo sogno.
Qualche mese – ed una riabilitazione – dopo, l’ex Washburn si è trasformato in uno dei rookie più impressionanti dei New York Giants: contro Cincinnati giovedì notte oltre che ad aver sporcato diversi passaggi, si è pure distinto come tackler dimostrando di essere estremamente competente e valido in difesa contro le corse.

Josh Allen, EDGE, Jacksonville Jaguars

Rende l’idea?

Forse la settima scelta assoluta all’ultimo draft non dovrebbe trovare posto in questa rubrica, ma quanto fatto vedere da Allen contro Miami non può essere ignorato: efficace in difesa contro le corse tanto quanto in copertura, Allen ha dimostrato di possedere tutto ciò che serve per dominare pure contro le prime linee piantando la tenda nel backfield di Miami.
Cos’altro ci si poteva aspettare da un ragazzo accostato per mesi alla prima scelta assoluta?

Taco Charlton, DE, Dallas Cowboys

Il giocatore con il nome più bello dell’intera National Football League sembra finalmente aver trovato la quadratura del cerchio: dopo due stagioni incredibilmente deludenti per una ex scelta al primo round, Charlton ha dominato in lungo e in largo l’incompetente linea d’attacco degli Houston Texans mettendo a segno un paio di sacks ed un fumble che hanno ulteriormente abbellito una prestazione già di per sé magistrale.
Avanti così Taco!

Matt Breida, RB, San Francisco 49ers

L’abbondanza è spesso il migliore dei problemi che una persona possa avere, ma la situazione nel backfield dei 49ers è parecchio assurda: nonostante il folle contratto dato a McKinnon e l’esplosione di Matt Breida, Lynch è andato ad aggiungere pure Tevin Coleman, giocatore d’indubbio potenziale, ma sulla quale necessità vale la pena interrogarsi, soprattutto finché Breida si comporta come contro Kansas City. L’esplosivo RB dei ‘Niners in nove tocchi totali ha raccolto 75 yards ed un fantastico TD volante che mi porta ad urlare con rinnovato orgoglio DATE A MATT BREIDA UNA VERA OPPORTUNITÀ!

DeMarcus Walker, DT, Denver Broncos

Nella sconfitta contro Los Angeles, in più occasioni DeMarcus Walker si è dimostrato totalmente incontenibile e nonostante una stat-line decisamente non impressionante, è stato spesso e volentieri semplicemente troppo per l’interno della O-line dei Rams: costantemente nel backfield avversario, Walker ha mostrato una fantastica efficacia sia nella difesa contro le corse che sul pass rush, mettendo una serie ipoteca su una maglia da titolare a settembre.

Chi scende

Tutti noi

Andrew Luck si è ritirato: posso capire la momentanea gioia di ogni tifoso di qualsiasi squadra non chiamata Colts, ma un giocatore e soprattutto essere umano del genere ci mancherà, eccome se ci mancherà.

Tyrod Taylor, QB, Los Angeles Chargers

Always on the run!

Io ci ho sempre creduto e sempre ci crederò in te, Tyrod, ma penso sia arrivato il momento di ripagare la fiducia: contro Seattle Taylor non è stato in grado di guadagnare consistentemente yards per via aerea affidandosi troppo spesso alle proprie gambe e spirito d’improvvisazione e, quando costretto a lanciare, ha mancato troppe volte i propri ricevitori portando avanti un trend iniziato lo scorso anno a Cleveland.
Ora come ora Cardale Jones sembrerebbe un’opzione più affidabile rispetto a Taylor, e credo di aver detto tutto quello che dovete sapere sul suo momento negativo.

Alex Lewis, G, New York Jets

Male, molto male: Alex Lewis, ex guardia dei Baltimore Ravens recentemente approdata alla Granda Mela tramite trade, non ha saputo sfruttare la ghiotta opportunità concessagli per assicurarsi la maglia da titolare.
Contro New Orleans l’ex Ravens non è mai stato in grado di spianare la strada al proprio running back o di dare la tranquillità necessaria al quarterback per sopravvivere nella tasca: credo avrà altre chance, ma per una maglia da titolare dovrà dimostrare molto di più di quanto fatto finora.

Tremaine Edmunds, LB, Buffalo Bills

Prestazione decisamente anonima quella di Edmunds contro Detroit, in quanto spesso e volentieri si è ritrovato fra le braccia di un offensive lineman avversario a contemplare cosa fare della propria esistenza o come hai il finale di How I Met Your Mother sia stato così deludente: neutralizzato con troppa facilità, Edmunds non ha ispirato particolare fiducia neanche faccia a faccia con l’attaccante avversario, in quanto spesso fuori posizione per assicurarsi la possibilità di mettere a segno un tackle.
Serve chiaramente di più da un giocatore su cui Buffalo punta così pesantemente.

Il Canada

La debacle canadese riguardante il campo di gioco che doveva ospitare Packers-Raiders mi ha portato a chiedermi il senso di giocare tale partita oltre il confine, nonché a mettere in dubbio le capacità organizzative di chi aveva ben presente le note diversità dei rettangoli di gioco: ciò mi ha fatto venire in mente una scena di una delle mie serie preferite, That ’70’s Show.

Cosa diamine ci stavano facendo in Canada?!

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