In una division già parecchio competitiva crescono le quotazioni dei Detroit Lions. Basta dare uno sguardo al roster per capire che la squadra allenata da Matt Patricia per il 2019 può contare su una qualità generale superiore rispetto alle ultime stagioni. Sappiamo come è ovvia che da un elenco di nomi non discende necessariamente una squadra competitiva ma è altrettanto ovvio che ciò rappresenta una buona base di partenza per pensare di poter costruire un gruppo competitivo.

I Lions hanno disperatamente bisogno di uscire dal limbo in cui sono prigionieri da decenni, basti pensare che al tempo della loro ultima vittoria in una partita di playoff nello Studio Ovale della Casa Bianca sedeva George Bush padre. A tale scopo il general manager Bob Quinn ha cercato di sparigliare le carte con una mossa molto interessante. A dispetto del buon lavoro di Jim Bob Cooter è stato assunto come nuovo offensive coordinator Darrell Bevell, un allenatore la cui filosofia è improntata sull’imprevedibilità – e lo abbiamo già abbondamente visto a Seattle con Wilson – e che rappresenta un forte simbolo di discontinuità rispetto ad un passato che la franchigia vuole lasciarsi alle spalle il prima possibile.

L’arrivo di Bevell comporterà un adeguamento del playbook non indifferente e il feeling con Stafford è uno dei principali elementi di interesse per il 2019 di Detroit. Il numero 9 di Detroit è reduce da un’annata non propriamente esaltante e a 31 anni già compiuti avrebbe bisogno di ottenere dei risultati che lascino un segno importante in una carriera certamente importante ma priva di soddisfazioni sul piano dei risultati ottenuti con la sua squadra.

Molto passerà dunque dalle mani di Stafford ma anche dalla crescita del running back Kerryon Johnson. Nella prima stagione da pro il giocatore uscito da Auburn ha mostrato degli spunti interessanti e il fatto che la squadra – che per carità ha ancora molto da migliorare sulle corse – abbia comunque segnato una media in tripla cifra per le yards corse (cosa che non accadeva dal 2013) dipende anche dal suo contributo.

In estate è stato firmato quel C.J. Anderson che dopo un paio di annate incolori si è rilanciato ai Rams come sostituto dell’infortunato Gurley e potrà essere utile come power running e mentore del giovane Johnson. Per un altro anno ancora si vestirà in biancoazzurro “Big Z” Zach Zenner giocatore “di sistema” che può tornare utile anche come fullback.

Il reparto ricevitori ripartirà ovviamente da Marvin Jones e Kenny Golladay. Quest’ultimo ha chiuso l’annata 2018 con 1063 yards ricevute, più del doppio rispetto al suo primo anno in NFL. Golladay si è conquistato con tenacia un ruolo di primo piano nell’attacco di Detroit in un percorso virtuoso cominciato con il training camp di due anni fa che lo ha visto via via salire di grado e che ci induce a considerarlo tra i potenziali candidati ad una breakout season.
Tra i volti nuovi segnaliamo invece Danny Amendola, liberato da Miami dopo una stagione complessa e l’ex Saints Tommylee Lewis.

Nel ruolo di tight end è arrivato Jesse James in sostituzione di Luke Willson oltre ovviamente all’ottava scelta assoluta dell’ultimo draft T.J. Hockenson. Nella sua esperienza ad Iowa ha mostrato di possedere qualità importanti: notevole nel portare i blocchi, molto pericoloso in endzone e dotato di un fisico che lo rende un mismatch vivente sia per le safety che per i linebacker avversari.

Ricky Wagner e Taylor Decker rappresentano da anni una certezza per la linea d’attacco dei Lions e il loro posto, rispettivamente da right e left tackle è intoccabile. Andrew Donnal e il rookie Tyrell Crosby saranno le loro prime riserve.

Nell’ultimo anno abbiamo inoltre potuto constatare un discreto passo avanti a livello di rendimento degli offensive lineman centrali. Wiggins, Glasgow e il centro Frank Ragnow hanno avuto una stagione solida e va dato atto al nuovo allenatore del reparto Jeff Davidson del lavoro messo a punto nel 2018.

La difesa ha in Darius Slay, cornerback vorace, il suo elemento di maggior spessore oltre che il principale leader e playmaker. Difficile stabilire ad oggi chi possa essere il titolare sul lato opposto. La lotta è aperta e Justin Coleman, che ha preso il posto di una altro ex Seahawks come Deshawn Shead, è forse leggermente favorito su Rashaan Melvin. Ci sarà poi da capire se Teez Tabor dopo due stagioni interlocutorie riuscirà finalmente a trovare equilibrio e costanza di rendimento.

Potranno essere inoltre utili alle rotazioni Mike Ford e il rookie da Penn State Oruwariye oltre a Jamal Agnew il cui core business rimane però quello di return specialist.

La batteria di safety ha perso l’apporto dell’esperto Glover Quin ma è alquanto profonda. Quandre Diggs sarà ancora la strong safety titolare mentre nel ruolo di free safety vedremo Miles Killebrew il quale sarà chiamato a mostrare prestazioni convincenti se non vorrà vedersi superato nelle gerarchie da Tavon Wilson e dal nuovo arrivato Andrew Adams. Nel 2018 hanno trovato spazio nelle rotazioni profonde dei defensive backs anche Charles Washington e Tracy Walker, entrambi confermati ma in un contesto di forte concorrenza anche da parte dei volti nuovi tra cui il rookie Will Harris.

Christian Jones, Jarrad Davis e Devon Kennard sulla carta rappresentano uno dei migliori pacchetti di linebacker di tutta la lega. A ben vedere però tutti e tre, per differenti ragioni, hanno deluso nell’ultimo anno disputando una stagione al di sotto del 100% delle loro possibilità. In particolare ci sarà grande attesa attorno a Davis da cui ci si attende finalmente una stagione consistente e degna del suo potenziale. I suoi mezzi non sono certo in discussione e anzi proprio conoscendo le sue qualità si può dire che finora, a maggior ragione se lo rapportiamo ad altri giovani pariruolo, non abbia mostrato compiutamente ciò di cui è capace.

Un ragazzo da tenere d’occhio tra i backup è sicuramente Tre Lamar visto ad alti livelli nell’ultima stagione a Clemson che per quanto difficilmente possa impattare sin da subito potrà sfruttare la stagione imminente per iniziare al meglio un percorso di crescita che nel giro di qualche anno potrebbe sorprendere in positivo.

Nelle ultime offseason la defensive line ha subito modifiche notevoli fino ad arrivare all’addio di Ziggy Ansah al termine dell’ultima stagione. Vedremo se Trey Flowers, suo sostituto designato, riuscirà ad imporsi dimostrando di non essere semplicemente frutto del sistema dei Patriots. De’Shawn Hand ha giocato una prima stagione al di sopra delle aspettative ma non sembra essere dotato dell’istinto del blitzer e rischia di essere soppiantato nelle gerarchia da un elemento in ascesa come Romeo Okwara senza trascurare Austin Bryant, uno dei magnifici quattro della defensive line dei Clemson Tigers campioni NCAA 2018.

Tanto talento tra i defensive tackle con la coppia formata da due macchine da tackle come A’Shawn Robinson e soprattutto Damon “Snacks” Harrison. Inoltre in seguito al taglio da parte di Green Bay i Lions si sono assicurati per la prossima stagione le prestazioni di Mike Daniels, in teoria backup di lusso ma ovviamente motivato a imporsi come titolare (cosa che avverrebbe nella stragrande maggioranza delle franchigie NFL).

Nel ruolo di kicker Matt Prater rappresenta un ovvio elemento di certezza su cui non è necessario dilungarsi. Infine per la settima stagione consecutiva Sam Martin sarà il punter della squadra.

Prendiamo dunque atto di come Detroit sia riuscita con una serie di mosse intelligenti a rinforzare il proprio roster. Anche se nelle gerarchie iniziali della durissima NFC North partono ultimi dietro a Bears, Packers e Vikings, i Lions hanno tutto ciò che serve per ambire a raggiungere i playoffs e dare un forte segnale di discontinuità rispetto alle annate modeste vissute negli ultimi decenni.

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