Ovvero: l’all-in con Winston.

Tampa Bay si presenta ai blocchi di partenza del 2019 con tanti dubbi e tanta voglia di inseguire una vittoria ai playoff che non arriva dalla vittoria del Super Bowl, quasi 20 anni fa. Come ogni anno l’estate dei Buccaneers è stata spumeggiante e per non far sgonfiare l’emozione dopo poche partite la dirigenza ha puntato tutto sul proprio QB dal potenziale enorme ma non ancora esploso con un piano preciso: portare in Florida l’uomo che sussurra ai quarterbacks, Bruce Arians. Colui che ha lavorato con Manning, Roethlisberger, Palmer e Luck ha rinunciato al pensionamento per questo nuovo intrigante incarico, e con lui si è portato dietro il suo staff di uomini fidati: Todd Bowles come coordinatore della difesa e Byron Leftwich come coordinatore dell’attacco. Bowles reduce da 4 anni come coach dei Jets che non hanno fatto quel salto che ci si aspettava, ma la cui difesa ha dimostrato di essere parecchio arcigna e ben organizzata, mentre Byron Leftwich pur avendo una breve carriera alle spalle si è guadagnato parecchia stima da parte di Arians dopo che i due hanno lavorato insieme in Arizona. Evidentemente il lavoro con Palmer deve avere impressionato e non poco l’head coach che lo ha così premiato con questa “promozione” ed iniezione di fiducia.

Arians e i suoi hanno quindi risposto presente al progetto della dirigenza mettendo da subito in chiaro che questi Bucs sono la squadra di Jameis Winston. Visti i propositi, messi in chiaro da subito, la stagione a Tampa dipende quindi dal reparto offensivo.

 

OFFENSE
Nonostante le poche W dello scorso anno, quello dei Bucs è stato uno dei migliori attchi e durante la offseason a ogni partenza è corrisposto un arrivo non da meno. Partono infatti due ricevitori solidi come DeSean Jackson e Adam Humphries, ma sono arrivati dai Browns Breshad Perriman e dal draft Scotty Miller. Quest’ultimo è da valutare nel palcoscenico della NFL, ma il potenziale c’è tutto, anche se la solidità di Humphries non sarà facile da pareggiare, mentre la partenza di Jackson era scontata e non mancherà nello spogliatoio visto quanto poco si sono trovati bene lui e Winston e quanto tanto la dirigenza punti sul QB. Con Perriman non viene a mancare quella velocità in profondità che assicurava Jackson e obbligava le difese avversarie ad allungarsi, lasciando campo libero ad Evans ed i suoi miracoli. Non va dimenticato infatti che a roster c’è un WR capace di fare 5 stagioni consecutive con più di 1000 yard di ricezione. Lui sarà sicuramente il go-to-guy, aiutato dai compagni che impegneranno il giusto le difese.

Sorpresa di questa preseason potrebbe essere il TE Tunner Hudson. I riflettori su di lui si sono accesi dopo essersi messo in mostra contro Miami. Vero che ha giocato contro le riserve, ma ha messo in mostra ottimi block e soprattutto ottime catch. Se non si dimostra un fuoco fatuo potrebbe essere un’ottima arma per colpire nelle linee medie dando così al proprio coach un’ulteriore soluzione.

La strategia di Arians è quella di lavorare duro su Winston e di farlo lanciare in fretta in modo che la propria o-line non faccia passare qualche difensore. I Bucs infatti schierano una linea offensiva senza stelle ma dalla giusta affidabilità. Bisogna quindi adeguarsi a quello che si ha senza chiedere protezione-extra (che non arriverebbe) e togliere la palla di mano al QB che lanci secondo il playbook, senza indugiare come già successo perché poi Winston si è spesso ritrovato in un cul de sac senza sapere bene come uscirne, spesso con dei sack, a volte con delle catch incredibili e quasi sempre con incompleti. Riuscirà Jameis a stare dentro le regole ed eseguire “semplicemente” quello che gli viene richiesto?

Per aiutarlo e non obbligarlo a lanciare sempre, Arians lavorerà sul gioco di corse. Il coach ha avuto parole d’amore per Peyton Barber sostenendo: “Abbiamo un running back”, ma bisogna ammettere che a noi invece lascia un po’ più perplessi. Con il mercato ancora aperto forse qui si può provare a fare qualcosa anche perché la panchina è drammaticamente vuota. Oppure ci fidiamo del guru Arians e di quello che i suoi occhi nascosti dietro occhiali e cappellino vedono e confidiamo che Barber possa fare un stagione da co-protagonista.

DEFENSE
La tenuta della difesa sarà un’altra questione da verificare, ma qui la situazione si fa più ardua. Todd Bowles è l’uomo giusto per dare una scossa a un reparto che ha perso i suoi tre pezzi migliori. Per ragioni di budget (così si dice) le strade di Tampa Bay e di Gerald McCoy si sono separate. Una separazione che ha fatto scalpore, sopratutto perché lui si è accasato ai Panthers, rivali in una difficile division andando a rinforzare parecchio una diretta concorrente. Tampa Bay poi non potrà contare sul DE Jason Pierre-Paul che continua la sua vita di infortuni gravi fuori dal campo e dopo la mano ora è il turno di un incidente d’auto che ha messo ko il collo, e non si sa per quanto, forse per sempre.
Terza partenza eccelsa e quella del LB Alexander, andato a rinforzare i 49ers. Almeno in questo caso non si è accasato in una diretta concorrente, a meno che a fine stagione non si trovino testa a testa per un posto in wild card.
Free agency e il draft sono parzialmente serviti a coprire queste lacune e dare a Bowles gli uomini giusti per una difesa rapida a cui piacciono i blitz, per evitare lanci facili ai QB avversari visto che la propria secondaria è tutto un grosso punto interrogativo. Ma tutto è da costruire e le modifiche potrebbero non essere immediatamente congeniali alla fame da risultati.
I due uomini su cui puntare sono il sophomore Vita Vea e il veterano Suh. Dal primo ci si aspetta molto, come anche dal secondo ma se il per il primo l’incognita è la salute fisica per il secondo invece è la motivazione perché a 32 anni suonati un giocatore che non ha mai nascosto di non avere grandi motivi sportivi, ma sopratutto stimoli dai dollaroni, potrebbe anche aver finito la benzina e nessuna intenzione di fare il pieno.

Il draft è quindi stata l’arma di azione. Con la numero 5 arriva Devin White giocatore perfetto per il sistema di Bowles e su di lui potrebbero girare tutti gli schemi, divenendo il perno della difesa e sperando di fare come è successo in Indiana con Leonard. Dal draft arrivano anche rinforzi per la secondaria, creando un po’ di competizione per il ruolo da titolare e sperando così di alzare i risultati sportivi.

Tra gli specialisti, Tampa Bay ha speso una scelta al draft per assicurarsi il kicker Matt Gay, mostrando quindi di dare molta importanza al ruolo, giustamente, e al ragazzo. Cairo Santos d’altronde era stato poco efficace verso al fine della stagione e la sua sostituzione anche se non scontata appariva probabile.

Per Tampa è un anno di grandi cambiamenti, ma non di rifondazione. È proprio una stagione da all-in. Le incognite, soprattutto in difesa, sono tante, ma la cura Arians può proprio essere efficace. Ci aspettiamo un miglioramento e una stagione vincente sarebbe un successo. Un 8-8 sarebbe un buon risultato tenendo anche conto che il calendario obbliga i Bucs lontani dallo stadio di casa per più di un mese tra la fine di settembre e l’inizio di novembre. 8-8 è quindi un risultato dignitoso che però, in un division corta e combattuta come come la NFC south, può anche significare quarto posto.

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