La recente introduzione del mio eroe sportivo Ed Reed nella Hall of Fame mi ha dato modo di ragionare su quanto fondamentale sia la posizione di safety, spesso l’ultimo ostacolo rimasto fra ricevitore ed end zone: oltre che a dover coprire immense porzioni di campo, un safety che si rispetti deve essere in grado di diagnosticare all’istante la giocata che si sta sviluppando dinanzi a lui e, aspetto spesso trascurato, di essere un tackler affidabile poiché come appena detto, un suo errore potrebbe spianare la strada per i sei punti al portatore dell’ovale.
Per non mancare di rispetto agli esclusi a malincuore – coloro i cui nomi per forza di cose devono essere l’ultima cosa che vedrete prima di cliccare frettolosamente la x -, mi prendo un paio di righe per ringraziarvi della costante partecipazione ed interesse: non è facile trovare – in tempi morti e in un panorama sempre più desolante – le motivazioni e soprattutto gli argomenti per tenere vivo l’interesse verso un sito che sta sempre più soffrendo il passare del tempo, ma in qualche modo da tre anni mi state aiutando a vivere quello che, nonostante quasi sicuramente rimarrà per sempre tale, è il mio sogno.
Pertanto per l’ennesima volta, grazie a tutti voi.
Ora però parliamo di football.

5) Earl Thomas, Baltimore Ravens

Ammetto che escludere Malik Hooker è stato tanto difficile quanto ingiusto, ma non potevo pensare di cimentarmi in questa Top Five senza includere il miglior interprete della posizione dell’ultimo decennio: i troppi infortuni – uniti ad un mostruoso ricambio generazionale – rischiano di farci dimenticare quanto Thomas, se in campo, sia ancora uno dei giocatori più dominanti della lega.
Nelle quasi quattro partite giocate lo scorso anno, Thomas ha messo a segno ben tre intercetti e stava comodamente conducendo le graduatorie di Pro Football Focus incentrate sui safety per quanto riguarda voto totale e voto in copertura: se estendiamo temporalmente il discorso, sempre PFF ci racconta che fra i safety che hanno giocato più di 2000 snaps negli ultimi cinque anni, Thomas ha guadagnato la valutazione più alta in copertura – un fantascientifico 97.2 – e generale grazie ad un incredibile 93.6.
In grado di controllare da solo l’intero centro del campo, sarà interessante vedere come si adatterà al complesso schema difensivo di Baltimore: se tutto dovesse andare secondo i piani, l’ex Seattle potrebbe trovarsi a capitanare un reparto addirittura più spaventoso della deceduta Legion of Boom.

4) Jamal Adams, New York Jets

Spoiler alert: Jamal Adams altro non è che il primo esponente della linea verde che sta sconvolgendo la National Football League.
Carismatico, cerebrale e versatile, Adams incarna alla perfezione ciò che dovrebbe essere un safety moderno: nonostante il solo intercetto messo a segno in due anni di carriera, l’ex LSU è costantemente nei pressi del pallone nei modi più disparati possibili. Non mi credete? Come reagireste se vi dicessi che lo scorso anno ha portato pressione al quarterback avversario in ben 22 occasioni, numero che ha dell’incredibile per un defensive back? E che dire dei 44 defensive stops?
Gli intercetti arriveranno, ma anche in caso contrario sminuire il suo contributo solo ed esclusivamente a causa di tale statistica sarebbe un vero e proprio crimine, in quanto Adams è quel tipo di giocatore e di leader in grado di rivoluzionare un’intera difesa solamente grazie alla propria bocca ed al proprio cervello.
Se proprio non riuscite a digerire l’unico intercetto messo a segno in carriera, che ne dite del fatto che abbia concesso un passer rating medio di 67.3?
I numeri sono sì belli, ma non sono tutto, sopratutto in un’era nella quale ci sono risorse e mezzi per analizzare ogni singolo snap di ogni maledetto giocatore.

3) Derwin James, Los Angeles Chargers

Se la prima impressione è quella che conta…
Definito immediatamente dopo il draft come lo steal dell’anno, James si è immediatamente imposto come uno dei migliori nel suo ruolo, tanto da guadagnarsi un posto nel First Team All-Pro.
Esclusivamente in questo caso mi avvarrò dell’ingannevole servigio dei numeri per spiegare la sua grandezza: in sedici partite James ha totalizzato 105 tackles, 3 intercetti, 3.5 sacks ed è stato in grado di battere a terra ben 13 palloni.
Molto semplicemente, una stat-line del genere è in grado di metterci davanti alla sua completezza ed apparente mancanza di punti deboli, fatto incredibile per un ragazzo di 23 anni al primo anno fra i professionisti: schierato sulla linea di scrimmage come pass rusher aggiuntivo, in profondità a centrocampo o addirittura come vero e proprio cornerback, non sembra esistere un ruolo in cui James non si trovi a suo agio ed il suo futuro in questa lega è incredibilmente roseo.
Come quello dell’intero roster dei Los Angeles Chargers, del resto.

2) Eddie Jackson, Chicago Bears

Dopo una buona ma non eccellente stagione da rookie, Jackson ha ingranato qualche marcia e si è repentinamente trasformato in uno dei migliori interpreti della posizione: lo scorso anno ha concesso al malcapitato quarterback di turno un passer rating medio di 54.9, il miglior dato per un safety costretto a difendere perlomeno 25 palloni.
Nonostante non sia un tackler efficace come i giovanotti di cui ho appena parlato, Jackson è un vero e proprio ball hawk non solo in grado di mettere le mani sul pallone, ma pure di creare caos una volta acchiappato: nelle ultime due stagioni nessuno ha messo a segno più touchdown difensivi dei suoi cinque ed anzi, il secondo in tale graduatoria ha trovato i sei punti solamente in due misere occasioni.
Il suo impeccabile istinto unito ad una massiccia dose di studio dei film lo ha catapultato nel First Team All-Pro e considerando la bontà del reparto difensivo in cui gioca, di motivi per prevedere cali di produzione francamente non sono in grado di trovarne: Eddie, sei il giocatore che mi rimembra maggiormente Ed Reed!

1) Kevin Byard, Tennessee Titans

L’ultimo “numero uno” di questa serie è un giocatore che fino a non molto tempo fa non veniva nemmeno riconosciuto come tale da Deion Sanders: le contenute dimensioni del circo mediatico attorno ai Tennessee Titans hanno fatto sì che molti tifosi non abbiano ben presente la brillantezza di Kevin Byard.
Dopo un inizio di carriera con il freno a mano tirato, negli ultimi due anni Byard è sbocciato trasformandosi in uno dei safety più temuti e completi della lega: nelle ultime due stagioni non solo è stato in grado di racimolare ben 12 intercetti – ovviamente miglior dato in questo intervallo di tempo – ma anche di guadagnare – nel 2018 – la seconda miglior valutazione di Pro Football Focus nella difesa contro le corse.
Estremamente fluido ed agile, Byard non solo possiede tutte le caratteristiche fisiche indispensabili per riscuotere successo in questa posizione fra i professionisti, ma è pure uno dei migliori difensori in assoluto quando si tratta di decifrare la giocata che si sta sviluppando, comprendere le intenzioni del quarterback ed anticipare la combinazione di tracce: ciò spiega parzialmente come la passata stagione sia stato in grado di concedere solamente 21 ricezioni per 172 yards ed un passer rating medio di 55.8.
Se continua così, nemmeno Deion Sanders potrà ignorarlo ancora a lungo.

Esclusi a malincuore

  • Malik Hooker, Indianapolis Colts. Questo sophomore lo scorso anno ha concesso solamente QUATTRO ricezioni per 51 yards: tuttavia non potevo omettere Earl Thomas.
  • Harrison Smith, Minnesota Vikings. L’anno buio dei Vikings ha pesantemente condizionato pure il sempre affidabile Smith che, come la propria squadra, sembra pronto ad un immediato riscatto.
  • Adrian Amos, Green Bay Packers. Fra tutte le firme messe a segno dai Green Bay Packers in questa offseason, quella di Amos è la mia preferita: a settembre chiarirà il perché.
  • Eric Weddle, Los Angeles Rams. Nonostante il passare degli anni e le palesi difficoltà nel concludere un tackle, Weddle rimane uno dei safety più prolifici ed esperti di questa lega: la sua leadership aiuterà senza dubbio la difesa dei Rams.
  • Micah Hyde, Buffalo Bills. Giocatore poliedrico ed in grado di eccellere in una moltitudine di situazioni, Hyde riceverebbe molti più apprezzamenti se giocasse in una squadra differente.

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