L’arrivo al Superbowl, battuti solo dalla combo Roethlisberger-Santonio Holmes, e le bellissime stagioni a sigla Bruce Arians, culminate con la finale di conference al cospetto dei Carolina Panthers, sono un piacevole ricordo, utile ad unire due epoche recenti che hanno fatto felici i tifosi nell’arido deserto di Phoenix. Momenti che hanno in due quarterback esperti del calibro di Kurt Warner e Carson Palmer i luoghi comuni e in uno strepitoso ricevitore come Larry Fitzgerald il prodigio a cui affidare lanci sul profondo.

Quello attuale di periodo, mantenendo l’ormai 36enne infinito campione titolare del roster offensivo, vede rispetto al passato un regista giovane e nuovo, accolto come il messia al draft, quando si è preferito sceglierlo al numero uno nonostante nello scorso campionato ci si era comportati allo stesso modo per Josh Rosen! Le differenze sono notevoli tra i due start. Nel vecchio training camp infatti il veterano Sam Bradford era in predicato a ricoprire lo spot da qb e il rookie a farsi le ossa alle sue spalle, mentre oggi Kyler Murray sarĂ  il titolare acclarato, con Brett Hundley ad impartire un po’ di saggezza al giovanissimo collega. Mosse estreme ma probabilmente necessarie visto lo sprofondo a cui la franchigia di Steve Wilks era giunta, un penoso ultimo record fatto di sole tre vittorie e le numerose prove e soluzioni fallite per affidare i passaggi ad un nuovo direttore d’orchestra susseguente a Palmer, come Gabbert e Stanton anni addietro e i due prima citati nel precedente torneo. Tutto ciò ha però portato all’ottimo posizionamento nel draft, sfruttato peraltro a pieno dalla dirigenza, che si ritrova oggi ad avere nelle mani un team tutto da costruire ma con ottime basi.

Si ricomincia da Kliff Kingsbury, a cui Bidwill e Steve Keim hanno ceduto le redini del gruppo, convinti che la sua giovane età (40) e l’esperienza a Texas Tech, oltre che come head coach anche da offensive coordinator e allenatore dei quarterback, possa giovare al 22enne da Oklahoma! E’ una scommessa certo, anche alla luce dei non edificanti paragoni con altri boss al primo anno provenienti dal college, ma in Arizona i diktat per chiudere un era e riaprirne un’altra erano due: ricostruire e ringiovanire.

Il training camp è iniziato con qualche problema di natura fisica che non permette a tutti i reparti di avvicinarsi a settembre con sicurezze accertate. Sono stati chi prima chi dopo in pup list Dante Booker e Brooks Reed tra i linebacker, Charles Clay, l’O-lineman Garcia e Brandon Williams.

Dalle 13 W del 2015 la posizione di wide receiver ha subìto sostanziali mutamenti, fatta eccezione la costante presenza di Larry “Legend”; oggi il pacchetto fa della freschezza il suo punto di forza, sperando che la chimica e l’alchimia assieme a Murray progredisca giornata dopo giornata fino ad arrivare, magari in un paio di annate, ad avere tra le proprie fila un numero portentoso di ottimi prospetti, come i rookie Andy Isabella (secondo round al numero 62), Hakeem Butler (4° giro al 103) e KeeSean Johnson al sesto. I primi due danno al coach rispettivamente forza nel profondo e dopo il catch e fisicità e alta percentuale in ricezione. Il punto fermo, atteso ad una breakout season, è Christian Kirk, mentre l’arrivo di Charles Clay sembra perfetto per Kingsbury, che gli affiancherà nelle prese da secondo tight end Ricky Seals-Jones, reduce da 343 yds in 69 tentativi su 5 gare da starter, sperando faccia passi avanti. Byrd dai Panthers e Cooper potrebbero esse presi in considerazione per l’abilità nei ritorni da special team e Kevin White (ex Bears) nell’esterno, mentre sono stati aggiunti sempre al draft Caleb Wilson e da Baltimore Maxx Williams, TE fisicamente massiccio e poco utilizzato ma dalla ottima presa (94% su 16 target).

Per non bruciare i giovani talenti saranno forse evitati big play, almeno all’inizio, preferendo giochi più conservativi, come proprio il passaggio a corto raggio – nonostante si siano scelti un qb e tre wr tra le prime 7 chiamate – oppure sfruttando l’ottimo utilizzo che l’Heisman Trophy winner sa fare delle gambe per uscire fuori dalla tasca, grazie a un fisico particolare, basso ma tarchiato e muscolarmente potente.

La stessa presenza di un mago della shotgun come David Johnson asseconda le nostre previsioni. Eccellente sia sulle corse che nelle ricezioni, aggiunge un altro tassello importante che potrebbe permettere al meglio l’implementazione del rookie, togliendogli ansia in situazioni delicate e ovviamente difficili da prendere specie nelle prime uscite, ma allo stesso tempo gli darebbe meno attenzioni difensive, impegnate ad osservare il fenomenale running back, per sprigionare il suo braccio bionico. Chase Edmonds conserva il lavoro di backup da 60 portate annuali.

La linea offensiva sarà composta da DJ Humphries (LT), JR Sweezy (LG) da Seattle, Mason Cole (C), Justin Pugh (RG) e Marcus Gilbert (RT), new entry dagli Steelers, con l’unico dubbio tra il centro pseudo titolare e AQ Shipley, mentre la partenza nei 5 degli altri dovrebbe essere fuori discussione, se non per problemi fisici che hanno fra l’altro lasciato in injured reserve la maggior parte di loro a fine 2018/19. Pronti a scaldarsi Korey Cunningham e Max Garcia da tackle e guardia (entrambi sia left che right). Il primo non è dispiaciuto da rookie ed in futuro, se continuasse positivamente il work in progress, diverrebbe lo starter allorquando Gilbert o Humphries non rinnovassero l’ultimo anno di contratto, mentre il nuovo arrivo da Denver rappresenta un’incognita, a causa dell’infortunio al crociato anteriore che ancora lo attanaglia. I debuttanti Gailard e Miles saranno attenzionati per il resto della stagione; Desmond Harrison, waiver dai Browns, è stato rilasciato a metà luglio dopo i fattacci relativi ad una sua detenzione in North Carolina.

Di questa estate un po’ turbolenta in casa Cardinals ha fatto parte anche la difesa con Robert Nkemdiche, rinchiuso in carcere a giugno per un incidente stradale, a detta di molti abile a completare la 3-4 base con Corey Peters e Rodney Gunter, e il free agent Darius Philon, arrestato per aggressione con arma e dunque tagliato. A parte i problemi con la legge il primo era reduce dall’ACL e non ha mai dato la sensazione di esplodere definitivamente, per cui il front office ha rinunciato a lui il 28 luglio risparmiando 1.62M di spazio salariale. Si prevede perciò la migrazione del debuttante Zach Allen, molto produttivo a Boston College e buon run defender. Pure l’executive Ron Minegar ha avuto diatribe con la polizia per una recente guida in stato di ebrezza.

L’ex bandiera Ravens Terrell Suggs arriva per limare i difetti sulla run defense da grandioso edge quale è, accoppiandosi sulla carta perfettamente a Chandler Jones, oltre che per “motivare” la locker room con la sua indiscutibile leadership. La dirigenza ha individuato in questo reparto dubbi e dilemmi maggiori, visti i problemi d’intesa tra Bucannon e Reddick col coaching staff e veterani come Bynes e Hodges a difettare in velocità. Passare a 3-4 ha significato focalizzare Jordan Hicks come free agent al quale riporre la propria fiducia; nonostante sia stato spesso acciaccato in carriera, è lui il profilo adatto in rapidità, atletismo e “smart eye”, per dare la possibilità ad Haason Reddick di compiere il tanto atteso step ahead nel terzo anno di attività. Aggiunto al training Sterling Bailey (DL) per Holden e Immanuel Turner. Matt Longacre, siglato il 24 luglio, è stato subito rilasciato per prendere a un anno Andre Branch.

La rinuncia a David Amerson ha colto più di un analista spiazzato, soprattutto alla luce dell’assenza di Patrick Peterson, sospeso nelle prime sei partite per doping. Sarà l’ex Falcons Robert Alford, siglato per tre anni ad inizio offseason, a ricoprire lo spot opposto, col rookie Byron Murphy (uno dei migliori disponibili al draft) o i veterani Williams e Tremaine Brock, prelevato dai Broncos, a sostituire il leader. Chris Jones, Nate Brooks e Deatrick Nichols completano il reparto. Swearinger e Baker sono il duo di maggior talento probabilmente nell’intera NFC come starting safety e la loro presenza darà linfa vitale all’intero comparto secondarie durante l’assenza del cornerback e mostro sacro titolare! Deionte Thompson, malgrado sia stato prelevato solamente al quinto giro, rappresenta ottime referenze; il suo omonimo Jalen – siglato nel supplemetar draft a seguito del taglio di Harrison – assieme al free agent Josh Shaw e Ruby Ford chiudono il gruppo. Non escludiamo che col rientro di P.P. Vance Joseph possa riproporre 4 uomini di linea, magari con un paio di linebackers e 5 defensive back, per generare più uno contro uno nella terribile secondaria che fa paura a chiunque.

Zane Gonzalez è il kicker titolare, subentrante al Pro bowler Phil Dawson, sperando che le migliorie negli allenamenti estivi proseguano durante l’annata regolare, in particolare sui filed goal dalla lunga, vero incubo della passata stagione, mentre Andy Lee e Aaron Brewer si confermano punter e long snapper, con Kirk e TJ Logan (Brandon Williams è attualmente out) ritornatori.

Sono alte le aspettative per una franchigia i cui due assi (Peterson e David Johnson) sono ancora relativamente giovani e l’esperienza non manca (Fitzgerald, Suggs, Peters, Jones), così come il talento; un coach debuttante potrebbe inoltre far esprimere al meglio il livello di esordienti come lui, facendoli un giorno diventare dominanti. Ovvio si parte per superare le tre vittorie del 2018/19, ma scalare gerarchie non è assolutamente proibitivo per una squadra che rispetto alle altre possiede una dirigenza impeccabile nella gestione delle risorse e nel ricreare da subito nuovi stimoli e nuove idee. La terza fase del rilancio per Arizona, dopo quelle a firma Warner e Palmer, è pronta a ripartire sotto il nome di Kyler Murray!

 

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