San Francisco è una delle franchigie più attese in questo campionato, sperando che la sfortuna che si sta abbattendo sul team della baia nelle ultime stagioni cessi di perseguitarla. Nello scorso torneo infatti non si è potuto assistere alla completa consacrazione del tanto atteso franchise quarterback (?) ex riserva di Tom Brady a New England, messo KO da un terribile infortunio al crociato dopo aver completato poco meno del 60% dei suoi passaggi. Anche in questa offseason non si è lavorato a ranghi completi a causa di nuovi guai fisici che sono gravati su parte del roster.

L’estate extra work di Garoppolo a Southern California col guru dei qb Tom House – impegnato in passato con TB#12, Palmer, Ryan e Brees – è stata importante per immergersi prima degli altri nel clima dei duri allenamenti da pre season. Interessante sarà vedere come Jimmy reagirà ai feroci blitz che gli verranno sicuramente dedicati, soprattutto dopo il terribile shock che ne ha interrotto crescita e progressione. La pressione a cui andrà incontro dovrebbe essere aggirata con valvole di sfogo alternative rispetto a quella di George Kittle, issatosi nell’olimpo Nfl come uno dei migliori tight end in circolazione, ma che anch’egli godrà di minor libertà e maggiori attenzioni da secondarie e registi difensivi avversari. Pure lui e il vice Garrett Celek – reduce da un intervento alla schiena – non si sono presentati al massimo della forma durante il camp estivo e nel prossimo start potrebbero avere le loro occasioni il veterano e nuova firma Levine Toilolo, il debuttante Kaden Smith e Ross Dwelley, sponsorizzato proprio da Kittle, rimasto impressionato in offseason dalle sue performance. Tra le ultime aggiunte si pensava potesse avere chance l’esperto Niles Paul, arrivato giorni prima di Jordan Thompson (DL), ma è stato rilasciato assieme a Max McCaffrey (waiver) per poi ritirarsi dal football professionistico.

Tra i wide receiver – orfani di Pierre Garcon – il veterano Jordan Matthews assieme a Deebo Samuel (secondo round) e Jalen Hurd (terzo) sono i rinforzi, e si aggiungono a Bourne, vecchio starter di fine anno passato, Pettis e Goodwin, possibili partenti stagionali. Nel ruolo di slot presenti Trent Taylor e Richie James col primo, se apposto con la schiena e in recupero dalla frattura al quinto metatarso avvenuta nell’incontro di preseason contro i Cowboys, favorito sul secondo.

Sullo stato di salute del quarterback dipenderà tutta la stagione dei Niners, inutile girarci attorno. L’ok dei medici e il training camp aumentano la fiducia, ovvio, ma l’8 settembre sarà un’altra cosa e vedere come si esibirà e se avrà recuperato moralmente tutte le tossine che lo hanno estromesso dal gioco nel momento migliore della sua ancor breve carriera, sarà operazione primaria da parte dello staff. Anche perché sulla carta l’inizio potrebbe dare fiducia ai californiani, visto un calendario apparentemente benevolo che opporrà gli uomini di Kyle Shanahan ad avversarie di seconda fascia come Tampa e Cincinnati in trasferta e Cleveland a Santa Clara. Sempre al Levi’s Stadium, prima del Bye, arriveranno gli Steelers, anch’essi attesi con lente d’ingrandimento dopo le dipartite eccellenti del loro roster e dunque tutti da scoprire.

Importante la premessa sul 27enne da Eastern Illinois; se infatti sarà ok, la stagione, vincente o perdente che sia, si avvierà sui binari collaudati e schemi adatti a lui, altrimenti la battaglia – competitiva – sarà quella per scegliere lo spot da numero due tra Nick Mullens e CJ Bernard, paritari nell’approccio al training camp.

Anche il reparto corse provoca curiosità vista la sigla di Tevin Coleman; in più, oltre al regista e leader offensivo ex Patriots, si attendono progressi a seguito del grave infortunio al ginocchio del 2018 pure da Jerick McKinnon, la grande acquisizione in free agency della vecchia campagna acquisti, ma che ha passato finora più tempo in PUP list che sul campo! Il capo allenatore e John Lynch si augurano migliorie fisiche affinché siano loro a giocarsi la rush da uno e due. Molto è stato il tempo passato assieme a Garoppolo, anche prima degli allenamenti di luglio, per tentare di acquisire chimica, sia dentro che fuori dal rettangolo. E’ forse questo il settore che si presenterà al via con l’incognita maggiore relativa all’aspetto fisico, dato che anche Matt Breida (pettorali) e Raheem Mostert (gamba) sono stati fuori durante i workout di questa offseason. Non escludiamo che le nostre ipotesi si riveleranno sbagliate e che Shanahan valuti attentamente a ridosso dell’inizio di campionato su chi puntare, così anche estendere a più giocatori il numero di portate, sfruttando fra l’altro un fullback pazzesco come Juszczyk, per salvaguardare un reparto spesso falcidiato da cattiva salute e per sfruttare a pieno il potenziale di profili dal calibro qualitativo molto elevato.

A protezione di simili talenti dovrebbe rimanere intatta la linea 2018 con da sinistra a destra Joe Staley, Laken Tomlinson, Weston Richburg, Mike Person e Mike McGlinchey. Anche qui però, coi primi tre sovente acciaccati, non si escludono chance per Coleman e Justin Skule da left tackle, mentre Joshua Garnett ci sembra il profilo migliore da backup interno, pure se i numerosi guai fisici che lo stanno martoriando non giocano a favore della sua permanenza. Come free agent, a seguito dei rilasci di Erik Magnuson e Cedric Thornton, prelevato Dillon Day, jolly del settore ed ex Broncos e Colts.

Nella defensive line occhi puntati sul recupero di Nick Bosa, prodigio NCAA come da eredità familiare, il rusher di spicco ma con forza muscolare da defensive tackle, atteso da tutti per il grande salto. Il contratto che lo legherà alla Bay Area per 4 anni ($33,5M) è esemplificativo dell’importanza e fiducia che si ripone su di lui. Nello starting spot la seconda scelta assoluta non dovrebbe avere rivali e Arik Armstead ne farà le veci in caso di mancata ripresa dal problema alla caviglia che lo ha estromesso dalla practice dopo i primi 10 giorni di Agosto. Per correre ai ripari è stato siglato in extremis l’ex Lions Jeremiah Valoaga, tagliando così Chris Thompson dai wide receiver. Dee Ford e DeForest Buckner sono gli intoccabili titolari, con DJ Jones possibile tackle di sinistra a completare il first-team se Solomon Thomas dovesse essere spostato all’interno; nei ruoli di riserva sarà sfida aperta tra Taylor, Street, Blair, Sheldon Day e la recente aggiunta Damontre Moore, a caccia di rivincite!

Anche tra i linebacker l’infermeria sarà protagonista incontrastata e deciderà lo schieramento! Malcolm Smith, Warner e la new entry Kwon Alexander sono i designati ma nessuno dei tre durante la primavera è riuscito ad allenarsi, giungendo al training camp col fiato corto e senza l’adeguata rifinitura per offrire certezze a livello fisico, Fred per un’operazione al ginocchio e l’ex Tampa per recuperare i problemi del legamento crociato anteriore. Sarà interessante capire chi resterà fuori, se Robert Saleh decidesse di tenere solo sei giocatori, tra Greenlaw, Mayo, Nzeocha, Reynolds ed Elijah Lee.

Nei cornerback si parte da un’unica certezza, Richard Sherman! Witherspoon dopo un’ottima pre season potrebbe spuntarla su Jason Verrett per lo step opposto all’ex Seahawks, mentre Tarvarius Moore passerebbe a safety, come provato negli allenamenti estivi, a causa dei problemi di Jimmie Ward (clavicola); insieme a Colbert si giocherebbe in tal caso lo spazio da free mentre per strong Tartt e Marcell Harriss sono i top two. Il veterano K’Waun Williams e l’ex rookie DJ Reed sono gli addetti alla nickel defense.

I dubbi su Robbie Gould e relativa firma sono stati risolti al fotofinish, con l’estensione contrattuale di quattro anni a 19 milioni, togliendo ai Niners il dilemma kicker (l’alternativa ad oggi è Jon Brown). Dopo l’addio in free agency di Bradley Pinion, il quarto round pick Wishnowsky potrebbe divenire il quinto punter australiano di sempre a giocare in NFL, mentre Colin Holba manterrà le mansioni da long snapper fino al termine della sospensione di Kyle Nelson. Come ritornatori il roster trabocca di qualità (Taylor, James e Reed).

Difficile fare previsioni nel caso dei 49ers! Tutto un po’ nuovo e da testare, i leader offensivi sono molto giovani e ancora acerbi nel prendere per mano i propri compagni in situazioni delicate e punto a punto, mentre in difesa ci attendiamo sicurezza e conferme. Quel che si aspetta dalla nuova stagione a San Francisco è trovare continuità di rendimento, integrità fisica e certezze, grazie alle quali in futuro il giovane head coach possa dimostrare, mettendo però da parte un po’ di ego, le sua abilità e qualità, in particolare nella fase d’attacco, come ampiamente fatto vedere nelle precedenti esperienze in Georgia.

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