Qualunque appassionato di sport americani che ha avuto la fortuna di seguire il football sin dagli anni 80 non può non essersi innamorato del mito Bills: un team ricco di tradizione, una nicchia di fan molto caldi e un simbolo meraviglioso tatuato su delle splendide divise che hanno fatto storia! Soprattutto chi ha nel cuore gli underdog sperando prima o poi che “arrivi la volta buona” non può non provare stima ma anche tenerezza per una franchigia capace di annusare il trionfo più bello e mancarlo quattro volte consecutivamente ad inizio anni 90, nonostante possedesse uno dei migliori roster di sempre.

Un club quasi sessantennale che ha avuto l’onore di ospitare magistrali campioni quali Andre Reed, Jim Kelly, Bruce Smith, Thurman Thomas e O.J. Simpson! Insomma Buffalo non si discute, si ama!

I tempi recenti (decenni più che altro) sono stati caratterizzati da fallimenti veri e propri con piazzamenti insoddisfacenti nella basse sfere dell’American, pizzicando l’unica partecipazione in postseason dopo quasi 20 anni (1999 con Wade Phillips) un paio di campionati fa perdendo la wild card game contro i Jaguars.

L’ultima ennesima stagione di transizione, chiusa con sole 6 vittorie, ci lascia però più fiduciosi e propositivi su un futuro migliore visto le cose buone che sono emerse e alla luce di un draft che a nostro avviso ha limato piccole/grandi difficoltà senza le quali è basilare ripartire; inoltre Josh Allen si è rivelato l’uomo di punta e il profilo giusto attorno al quale costruire qualcosa di importante e duraturo. Questo vuol dire metterlo in condizione di avere i target adatti per esaltare le sue enormi qualità sia tecniche che motivazionali, cosa peraltro non facile viste le penose statistiche del passato recente, ovvero sia terzultimo e penultimo posto per yard totali e net passing, a fronte di un ottimo gioco di corse.

La prossima stagione sarà cruciale per verificare pure le ambizioni di Sean McDermott, arrivato anch’egli dopo le terrificanti precedenti esperienze a Buffalo nelle stanze dei bottoni dei vari Gailey, Jauron, Marrone o Ryan, a dover ottenere qualcosa di più concreto, come un’altra qualificazione in postseason o almeno un record al 50%!

Tom Brady spegnerà un’altra candelina e la data sul suo ritiro si avvicinerebbe ancora di più togliendo (forse) l’alone di imbattibilità e di dominio della AFC East e del football in generale ai Patriots. Eventualità questa che come sappiamo aleggia nell’aria da più di qualche anno ma che alla fine lascia tutti gli haters di New England a bocca asciutta rimandando all’infinito il cambio della guardia. Buffalo però si ritrova oggi ad essere in rampa di lancio, più che altro a livello anagrafico e qualitativo, per succedere ai più forti rivali tentando però di ridurre, nel prossimo start o al massimo entro i successivi due, i difetti principali del suo roster, che ai nostri occhi sembra sì ancora troppo acerbo e grezzo, ma stracolmo di talento e potenziale.

La leadership a un passo dai Ravens per yard subite e un’eccellente protezione sul profondo hanno spinto la dirigenza a soffermare i propri studi fra gli altri sul front seven, tentando dunque nell’inizio di questa off season – e draft annesso – di portare ad alti livelli la difesa sulle corse, tra le pecche dell’annata appena trascorsa.

Ed Oliver è il nome nuovo che infiamma i tifosi e che si spera possa sin da subito alzare l’asticella di questo settore. La nona scelta da Houston è stata per Brandon Beane un vero e proprio regalo, una manna piovuta dal cielo che mette oggi il gm nella prospettiva di aver finalmente trovato il sostituto ideale di Kyle Williams, celeberrima bandiera dello stato di New York ritirata da poco: un vuoto impossibile da colmare in free agency. Quasi certamente i rinomati e prima accennati problemi offensivi avrebbero spinto la dirigenza a scelte diverse al numero 9 ma tra le sorprese che annualmente ci lascia il draft quella di Ed non è seconda a nessuna! La fama che si porta dietro è delle migliori e l’abilità di giocare lo snap istantaneamente alla chiamata lo rende unico, anche se dovrà essere bravo e lucido a superare le differenze che si faranno sentire, specialmente in uno schieramento “three tech” e in un team come detto particolarmente in difficoltà e alla perenne ricerca di ripartire quasi sempre da capo; quello in cui sono riusciti lo scorso anno Josh Allen e Tremaine Edmunds.

Buffalo è adesso convinta di possedere un franchise quarterback e un top defender per i prossimi 10 anni!

Otto rookie (sette siglati) e ulteriori otto undrafted free agent (Dodson LB, Foggie LB, T.Jackson QB, Easley WR, Hance OL, C. Lewis CB, Sills WR e Malaughlin K): questo l’ottimo punto di partenza finora in mano ai Bills, che si presenteranno al training camp con dei prospetti sicuramente abili e con tutte le carte in regola per approntare benefici anche nel gioco d’attacco (Singletary e Knox) e nella O-Line (Ford). Un primo sguardo al roster che si verrà a formare lo possiamo già immaginare iniziando ad elencare i giocatori presenti oggi, togliendo dalla lista backup quarterback Derek Anderson, che ha annunciato il ritiro. Ora l’aggressività economica dimostrata su Tyree Jackson comincia ad avere senso: forse il piano B dopo l’eventuale addio dell’ex Carolina è pronto per essere attuato! L’ipotesi di aumentare lo spessore in regia con un acquisizione veterana è comunque sempre plausibile (Josh McCown, Josh Johnson, Brock Osweiler).

L’arrivo di Singletary (terzo round pick) nello spot di running back pone uno scenario interessantissimo vista la presenza nel ruolo di McCoy, Gore e Yeldon, coi primi due assolutamente ora non sicuri di rientrare tra i 53; inoltre col taglio o lo scambio dell’ex Eagles i Bills aggiungerebbero 6 milioni al cap 2019. Arrivato da Miami pure Senorise Perry mentre desta curiosità il “rugbista” Christian Wade!

La linea offensiva, completamente rinnovata, lascia ottime prospettive sulla carta, con l’incombente Dion Dawkins in vantaggio come guardia e il free agent Ty Nsekhe a giocarsi la conferma da left visto che il ruolo di tackle a destra sarà certamente preso dal nuovo draftato Cody Ford. Il resto delle posizioni, a parte Mitch Morse, centro titolare firmato in offseason a cifre record, è da giocarsi. Ulteriori nuove addizioni sono LaAdrian Waddle (T), Spencer Long, Quinton Spain e Jon Feliciano guardie.

Brown è il favorito per essere il ricevitore di punta, così come Beasley dovrebbe gestire i compiti da slot. Per il resto nessuno della truppa può immaginarsi come andranno le cose: Jones ha convinto nel 2018 apparendo più volte immarcabile ma necessiterebbe di costanza, idem Foster, spuntato a sorpresa l’anno scorso, ma non più una novità per i game plan difensivi avversari. Tra i nuovi profili su cui Chad Hall (coach dei wide receiver al primo anno) dovrà vagliare eventuali progressi figurano il free agent Andre Roberts e l’esperto Duke Williams.

Knox potrebbe vincere il ruolo di secondo tight end mentre Croom, l’unico con familiarità verso il playbook di Brian Daboll, sarà il numero uno di un settore dove gli ultimi arrivati Jake Fisher e Tyler Kroft non convincono; il rookie Tommy Sweeney andrà invece seguito con attenzione.

Il leader degli starting linebacker – a cui si aggiungono Maurice Alexander e il rookie Vosean Joseph – sarĂ  Tremaine Edmunds, chiamato alla conferma, coadiuvato da Matt Milano, che ha chiuso il campionato pieno di acciacchi, e da Lorenzo Alexander al quarto anno a Buffalo.

Tra i cornerback Kevin e Jaquan Johnson (dal draft) ed il rientrante alla base EJ Gaines si aggiungono in un reparto dove lo spot opposto a Tre’Davious White è oggi senza padrone visto che Levi Wallace ha finito le ultime sette partite 2018 da partente ma l’ex Texans è in rampa di lancio, mentre EJ, da Bills due anni or sono, occupò il ruolo per ben 11 match.

La free agency potrebbe portare qualche aggiunta, in particolare nei defensive end, dato che Lawson alla scadenza del 3 Maggio non ha ottenuto l’opzione per il quinto anno nel contratto da rookie e Jerry Hughes entrerà nella sua ultima stagione. Tra gli unrestricted free agent disponibili Dion Jordan (17 match nelle ultime due stagioni e 40 tackles), Andre Branch (7 stagioni), Shane Ray (8 sack nel 2016), Kony Ealy, che già ha avuto McDermott come defensive coordinator, Nick Perry  e Michael Johnson rispecchierebbero i desideri di Beane. I sentori di crisi su accordi e rinnovi tra Jadeveon Clowney e i Texans fanno si che l’ex overall number 1 pick 2014 sia il sogno nel cassetto del general manager, un campione che eleverebbe al top un settore assolutamente già di valore. Inoltre, per cercare di aumentare in esperienza il reparto tight end, dopo la sigla dei Patriots su Ben Watson, Buffalo avrebbe virato su Lee Smith (31), un ex dal 2011-2014.

I Bills, ricapitolando, si presenteranno in estate con buone certezze dal campionato appena trascorso, con ottime aggiunte di valore al draft e in free agency, con un roster ricco di qualità e freschezza atletica ma soprattutto con un mix di gioventù ed esperienza. Inoltre un cap non ancora gonfio permetterebbe loro anche un colpo a sensazione, che probabilmente verrà lasciato al futuro, visto che il prossimo anno sarà forse l’ultimo di una transizione quasi decennale giunta al capolinea. Se Brady e i Patriots dovessero a breve cedere lo scettro della AFC East, Buffalo sarebbe nei tempi a venire la più attrezzata ad ereditarlo, avendo dalla sua e rispetto alle contendenti divisionali il fattore anagrafico e soprattutto nessun obbligo di vittoria.

 

 

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