Non sono un gran sostenitore della free agency, in quanto la storia ha avuto modo di dimostrarci che costruire un team durante questa finestra temporale non è la migliore, o perlomeno la più vincente, delle idee: raramente franchigie reduci da anni ed anni di mediocrità sono riuscite a risollevare la china sperperando soldi durante le prime settimane di marzo.
Una contender si costruisce attraverso il draft, non strapagando stelle piuttosto avanti con gli anni.
La totalità dei movimenti “wow” è finora arrivata attraverso trade -OBJ ed Antonio Brown- ed in questi primi giorni di free agency ha iniziato a prendere sempre più consistenza un trend decisamente inquietante, ovverosia quello di pagare come vere e proprie stelle giocatori buoni, non individui in grado di ribaltare individualmente le sorti di una franchigia: siamo veramente sicuri che Trey Flowers valga 90 milioni di dollari? Che dire dei ventidue milioni all’anno di Foles? E dei diciassette di C.J. Mosley? Qualche commento sui sedici e mezzo di Trent Brown?
Potrei riempire un’altra dozzina di righe con domande del genere, ma credo non sia necessario, avete capito dove voglia arrivare.
Vediamo dunque chi merita una lode e chi, a mio avviso, si è reso sì protagonista ma in modo decisamente negativo.

Chi sale

Cleveland Browns

Wow.
Ripeto, wow: che offseason quella dei Cleveland Browns. Andiamo con ordine: dopo aver affiancato a Myles Garrett l’ottimo Olivier Vernon, Dorsey ha rinforzato il centro della linea difensiva assicurandosi per i prossimi tre anni l’ex Vikings Sheldon Richardson mettendo così l’intera difesa in posizione di compiere un netto salto di qualità.
Poi ovviamente è successo quello che è successo, l’arrivo di Odell Beckham Jr. potrebbe essere in grado di stravolgere gli equilibri dell’intera lega anche se non è da escludere che le pressioni portate da tale trade potrebbero tranquillamente sopraffare il giovane Baker Mayfield: non dobbiamo dimenticarci che dopo tutto stiamo parlando di un sophomore. Non possiamo far finta di niente e voltarci dall’altra parte, quanto fatto da Dorsey in poco più di un anno è assolutamente sensazionale: trasformare Cleveland dalla barzelletta dell’intera NFL ad una metà desiderata da alcuni dei migliori free agent fino a non troppo tempo fa era semplicemente inconcepibile.

Sam Darnold ed in parte i New York Jets

Come avrete modo di vedere con Oakland, non sono totalmente on board con quanto fatto da New York -soprattutto se si tratta di C.J. Mosley- ma è indubbio che le quotazioni di Sam Darnold siano in netto rialzo: non solo gli è stato affiancato l’enigmatico Le’Veon Bell, ma pure due buoni ricevitori come Jamison Crowder e Josh Bellamy, sicuramente non giocatori da Pro Bowl ma comunque buone individualità in grado di dare al sophomore un paio di mani sicure verso le quali scaricare palloni. La linea d’attacco è uscita indubbiamente rafforzata da queste prime battute di free agency, anche se molto probabilmente Osemele non è più il giocatore di un tempo.
Perché mai ho scritto “ed in parte”? Molto semplicemente perché trovo assurdo il contratto dato a C.J. Mosley: per motivi che i più di voi già sapranno, la carriera di Mosley l’ho seguita piuttosto da vicino e per quanto buono ed affidabile sia sulle corse, molto spesso non è irresistibile in copertura sui passaggi. Non paghi diciassette milioni all’anno un inside linebacker con questa chiara debolezza, anzi, non paghi diciassette milioni di dollari un inside linebacker.
Punto.

Buffalo Bills

No, quasi certamente l’anno prossimo non andranno ai playoff.
No, molto probabilmente non concluderanno con un record positivo la stagione 2019.
Forse giocheranno un football a tratti ridicolo, forse saranno addirittura peggio della loro versione 2018, ma quanto fatto finora dai Bills rappresenta, a mio avviso, alla perfezione ciò che significa realmente il termine “rebuilding”: un processo di ricostruzione non può essere portato a termine in una settimana o in una sessione di free agency e, purtroppo, ciò molti front office ancora non lo hanno realizzato.
Non hanno messo sotto contratto nessuna superstar, ma hanno circondato Allen di pedine fondamentali nel suo sviluppo: Morse, Miller e Nsekhe migliorano immediatamente la linea d’attacco, mentre gli innesti di John Brown, Cole Beasley e Tyler Kroft mettono a disposizione di Allen un paio di armi assolutamente affidabili, in quanto hanno aggiunto uno dei migliori specialisti dalla slot in Beasley, un buonissimo deep threat in Brown ed un tight end in grado di bloccare più che discretamente e di farsi trovare spesso libero in end zone.
L’obiettivo era quello di rendere la vita decisamente più facile ad Allen e, seppur senza alcun colpo clamoroso, Buffalo per ora è riuscita nel proprio intento.

Ogni ex giocatore dei New England Patriots

Non dovrò ricorrere a chissà quale esercizio retorico per spiegare questa mia scelta, mi basta semplicemente mettere in fila qualche cifra:

  • Trey Flowers ha firmato con i Lions un quinquennale da 90 milioni di dollari totali, di cui ben 40 garantiti. Mica male per un giocatore con 21.0 sacks in quattro stagioni.
  • A Trent Brown i Raiders hanno dato un quadriennale da 66 milioni di dollari, di cui 36.75 garantiti. Oro colato per un’ex scelta al settimo giro con solamente una stagione passata a coprire il ruolo di left tackle.
  • I Bears si sono garantiti l’esplosivo Cordarrelle Patterson per i prossimi due anni, nei quali percepirà dieci milioni di dollari. Contando che prima del suo approdo ai Patriots molti si domandavano se ci fosse ancora spazio per lui in questa lega… mica male!

Se andiamo a guardare i contrattoni firmati dai vari Solder, Butler e Lewis nella scorsa offseason noteremo facilmente un trend piuttosto ben definito: giocare a New England nel proprio contract year è il miglior modo per far schizzare alle stelle il proprio valore… ed anche per mettersi al dito un anello!

Immagino gli Oakland Raiders… o almeno, tutti dicono così!

Antonio Brown, nonostante la tinta bionda ai baffi, è uno dei miei giocatori preferiti di tutti i tempi e sono genuinamente convinto che possa continuare a produrre ai suoi livelli anche ai Raiders: assicurarselo sborsando solamente una scelta al terzo ed una al quinto round è stato un affare che ha tutte le credenziali per entrare nell’abusata storia.
Ma per il resto, non vi sembra che Oakland abbia esagerato? Siamo sicuri che dare il contratto in media più remunerativo nella storia della posizione di left tackle ad un giocatore che ha ricoperto tale ruolo solamente per una stagione della sua carriera rappresenti una buona idea?
Tanti interrogativi che al momento, ovviamente, non possono avere risposte attendibili: non sono sicuramente un grande sostenitore di quanto fatto finora dai Raiders, ma con tre scelte al primo giro le probabilità che il loro rendimento sia diametralmente opposto a quello dello scorso anno non sono poi così basse.

Indianapolis Colts, Chicago Bears, L.A. Chargers e Houston Texans

Tutte e quattro le squadre in questione la scorsa stagione hanno raggiunto la postseason per poi essere eliminato piuttosto precocemente, in quanto nessuna di loro è arrivata al Championship Game: se ciò da un lato può indicare che servano immediati miglioramenti per dare un po’ più di longevità al proprio cammino durante i playoff, occorre ricordare che il semplice fatto di essere arrivati fino a quel punto implica che i buchi nel roster non siano poi così tanti.
Queste quattro squadre INSIEME hanno finora investito poco più della metà di quanto fatto dai SOLI Jets, e se a qualcuno può sembrare assurdo che Indianapolis -la squadra con più spazio salariale in assoluto- si sia limitata a mettere sotto contratto Funchess per il prossimo campionato, occorre fare presente che a spingere i Colts ai playoff ci abbiano pensato un paio di rookie ed un insieme di stelle born and raised in Indiana: intasare il proprio spazio salariale con firme dettate dell’emotività piuttosto che dalla logica è il miglior modo per mandare in fumo anni ed anni di lavoro. Pertanto -anche se Houston dovrebbe fare qualcosa per sistemare quanto prima la linea d’attacco- complimenti a tutte e quattro e ricordatevi, lo spazio salariale libero rimarrà tale pure l’anno prossimo: che senso ha pagare come stelle giocatori che non lo sono?

Chi scende

Detroit Lions

Non sono un fan dei remake: finiamola di nasconderci, tutti i Rocky dopo il secondo non avevano ragione d’esistere, salvo che per provare a spremere fino all’ultima goccia un’idea interessante, perlomeno in partenza.
Cosa c’entra Rocky? Assolutamente nulla, volevo prendere il giro largo per annunciarvi che non sono per niente a bordo con questo tentativo dei Lions e di Patricia di rifondare i New England Patriots in Michigan: la storia ha avuto modo di insegnarci che raramente individui passati dai Patriots sono stati in grado di replicare il successo ottenuto a Foxborough nella loro successiva avventura sotto altri colori, pertanto fatico tremendamente a trovare un senso a tutto ciò.
Flowers ha tutte le carte in regola per diventare un buon difensore e di guadagnare qualche convocazione al Pro Bowl qua e là, ma pagarlo più dei vari Watt, Jones, Cox e Campbell è una pura e semplice eresia.

New York Giants

Stanno ricostruendo?
Mi sono per caso perso l’annuncio? Ricostruiscono svendendo -ed ottenendo relativamente poco- il proprio miglior giocatore che per quanto irritante possa essere rimane uno dei più talentuosi e decisivi di tutta la lega? Perché smantellare tutto nonostante un attacco potenzialmente in grado di dominare qualsiasi difesa?
Difficile capire cosa stia succedendo all’interno dei Giants, soprattutto dopo gli investimenti fatti negli ultimi anni: cari tifosi di New York, preparatevi a lunghi e tristi anni di mediocrità ed a tanti tocchi per Saquon Barkley.
Anche se a dire il vero ciò non sarebbe assolutamente male: salvo che Gettleman metta alla porta pure lui!

Cincinnati Bengals

Mentre i Browns a momenti convincono pure il figlio prodigo LeBron a tornare a casa, cosa fanno i Bengals? Come? Non vi ricordate chi siano i Cincinnati Bengals? Suvvia, fanno parte della combattutissima AFC North, division di cui lo scorso anno occuparono i piani bassi, bassissimi: la caduta dei Bengals è stata lenta ed inesorabile, l’era di Dalton sembra essere agli sgoccioli, gli anni di Green iniziano ad essere “tanti” e tutto il potenziale difensivo è progressivamente dissipato, stagione dopo stagione.
Cosa mai avrà fatto in questa frenetica settimana una squadra reduce da tre stagioni perdenti consecutive?
Assolutamente niente, a parte riconfermare Bobby Hart ed aggiungere B.W. Webb: il primo ha spinto la società a difendere su Twitter tale riconferma, mentre il secondo è costantemente negli highlight reel dei vari super-ricevitori come vittima sacrificale. Per quanto sia un sostenitore della filosofia “una contender si costruisce al draft”, non posso che essere perplesso davanti alla totale mancanza d’idee di un front office che sta guardando la squadra fallire miseramente da decenni senza praticamente fare nulla.
Se non altro hanno licenziato Marvin Lewis: un passo alla volta!

Pittsburgh Steelers

Hanno visto andare via i loro due migliori giocatori ricevendo in tutto due sacchetti di patatine, un pacchetto di Galatine ed un paio di bibite da mezzo litro ed una zavorra di 21 milioni di dollari nel salary cap sotto la categoria “dead money”.
La loro risposta?
Mettere sotto contratto l’incostante Donte Moncrief e Steven Nelson: a prima vista direi che potrebbero impegnarsi un po’ di più, ma evidentemente è chiedere troppo.
Ok?

Il buon senso

Troppi soldi, troppe poche stelle: non si possono dare soldi da First Team All-Pro a gente che va a giocarsi il Pro Bowl come rimpiazzo di infortunati o giocatori impegnati al Super Bowl: non voglio essere un hater, ma francamente la quantità di soldi investiti in questa prima tranche di free agency mi ha lasciato veramente basito.
Parafrasando un mio famoso conterraeno, ma cos’è diventata la free agency? Una giungla, c***o?

 

3 thoughts on “Chi sale e chi scende dopo l’inizio della free agency

  1. Beh mi fa molto piacere vedere i Browns, dopo un millennio, rinforzare davvero la squadra dopo che l’anno scorso già avevano fatto parecchio. Sono giovani e davvero forti adesso, hanno ottimi target per Mayfield e necessitano solo una presenza difensiva costante, soprattutto nel settore linebackers a mio parere, poi hanno tutto per rivedere i playoffs. Bene anche i Jets comunque piano piano. Male i Giants per ora che hanno raccolto pochissimo dalla inevitabile cessione di OBJ e che non hanno ancora bene in mente cosa fare per il dopo Manning (il draft li aiuterà comunque). I Raiders hanno fatto un ottimo affare con Brown, visto cosa è costato loro in termini di scelte, però io i soldi dati a lui li avrei usati per tappare le numerose falle del loro roster. Non mi sembrano proprio una squadra prossima ad essere title contender, In ogni caso si sono portati in casa il “go-to” guy che gli serviva per avere almeno un ricevitore top. Bene anche Green Bay, che però deve prendere ancora provvedimenti seri per rimpolpare per bene la linea offensiva a protezione di Aaron. Chiudo coi miei Dolphins che vanno spediti verso la prima scelta al draft 2020: è una buona cosa aver ceduto (finalmente) quel bust di Tannehill e aver deciso di voler fare tabula rasa, ma non è detto poi che tutti i compensatory pick del mondo ti aiutino a trovare la quadra. Devi essere bravo e fortunato.Comunque, dopo quasi vent’anni, hanno capito la cosa che tutti nella Nfl sanno: bisogna trovare un QB franchise e costruirgli intorno una squadra. Senza, non si va da nessuna parte. Bene iniziare dai draft…

    • “bisogna trovare un QB franchise e costruirgli intorno una squadra. Senza, non si va da nessuna parte. Bene iniziare dai draft…”
      oppure puoi voltarti dall’altra parte, dare una barca di soldi a Foles (!!!!!!) convinti che la difesa sia ancora la migliore di tutta la lega fino a fallire miseramente un’altra volta.
      Lo stesso discorso vale per Elway ed i Broncos, anzi, forse è anche peggio dato che è dal 2015 che è convinto di essere ad un QB veterano (bollito) dal Super Bowl.
      Mah.

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