Alla fine della “regular season” i Patriots si ritrovano – come pronosticato ad inizio stagione – al comando della divisione AFC East, con un record di 11 vittorie e 5 sconfitte, che ne garantisce l’ennesimo primo posto nel gruppo dove non c’è assolutamente uno straccio di competizione – ed il secondo posto nel seeding della AFC, con annessa bye week nei playoffs. Ad un primo sguardo, verrebbe da pensare “business as usual” per la franchigia del New England, che ci ha abituato a questo genere di risultati: nelle 18 stagioni dell’era Brady/Belichick infatti, i Patriots hanno vinto la divisione 16 stagioni e per 10 stagioni consecutive dal 2009. Eppure ad un osservatore attento non sarà certamente sfuggito l’andamento decisamente anomalo di quest’ultima stagione. Basti pensare che solamente un paio di settimane fa abbiamo assistito ad una serie di eventi che molti addetti ai lavori indicavano come il passaggio chiave che avrebbe potuto sancire la fine della dinastia più longeva del mondo sportivo di oltre oceano.

Prima di tutto le due sconfitte scottanti “back to back” contro Miami e Pittsburgh. A seguire, la notizia – di corridoio – di un Tom Brady infortunato, affetto da una rottura – parziale o totale, non si è mai capito bene – del legamento laterale del ginocchio (MCL). Le stesse voci di corridoio ci dicono che l’infortunio sarebbe avvenuto contro i Titans, nella “trick play” durante la quale Edelman passa la palla a Tom, il quale sembra inciampare non riuscendo a convertire un terzo down fondamentale.

Infine la notizia di Josh Gordon, che annuncia il suo abbandono della NFL, ed a seguire immediatamente il report di Adam Schefter – ESPN – che annuncia che la NFL ha sospeso a tempo indeterminato il ricevitore per violazioni riguardo l’uso di sostanze stupefacenti. Riguardo l’intera vicenda di Josh Gordon ci sarebbe da scrivere un libro intero riguardo i suoi 27 anni su questo pianeta e sarà sicuramente un argomento da approfondire durante la off-season. Per dovere di cronaca, riportiamo che questa è la quinta squalifica per Gordon dalla NFL per uso di sostanze stupefacenti.

In ottica playoffs, la vicenda Gordon decisamente non aiuta. Durante le 11 settimane di militanza nei Patriots, la squadra ha cercato di integrarlo negli schemi di gioco, sacrificando altri ricevitori come Phillip Dorsett e Chris Hogan. Nelle ultime due giornate – specialmente contro i Jets – era evidente l’urgenza di reintegrare i due ricevitori negli schemi e ristabilire un certo feeling con il quarterback.

I Patriots si avvicinano a questi playoffs con tanti punti interrogativi. La qualità di gioco della compagine di Foxboro infatti ha decisamente subito una brusca involuzione durante quest’ultima stagione. L’attenzione ai dettagli, la disciplina in campo, i fondamentali solidi, sono tutti elementi a cui ci eravamo abituati e che davamo per scontati e che d’un tratto sono venuti a mancare. Anche l’attacco guidato da Brady ha arrancato, e si cominciano a vedere segni di declino da parte del 5 volte campione: innumerevoli le giocate in cui Brady non è andato neanche vicino al proprio bersaglio, tirandola alta dove nessuno poteva raggiungerla o direttamente a terra. Inoltre, c’è chiaramente qualcosa che non va nella meccanica di tiro di Tom: soprattutto nelle ultime giornate lo abbiamo visto ripetutamente effettuare i passaggi con un movimento di “falling away” verso sinistra, risultando in una traiettoria più arcata, debole, ed imprecisa. Non è chiaro se Brady stesse cercando di anticipare il tiro di proposito per evitare il contatto post-passaggio o se realmente la meccanica non convenzionale sia il risultato di un qualche infortunio o di un deterioramento dovuto all’età. La speranza è che Tom abbia scelto la via della cautela, sacrificando la performance durante la stagione per poter dare il meglio durante i playoffs: staremo a vedere.

Il pacchetto di ricevitori è un altro grosso punto interrogativo. I pilastri dell’attacco, Gronkowski ed Edelman, hanno avuto entrambi una stagione da dimenticare. Gronk in particolare, ha saltato molte partite per via di infortuni e anche quando era in campo, non si è fatto notare gran che. Gronkowski ha perso molto in velocità e non riesce più a crearsi spazio dalla marcatura. Le difese avversarie ormai lo lasciano in marcatura singola – cosa impensabile solamente la stagione scorsa – creando anche problemi agli altri ricevitori che improvvisamente ricevono più attenzione da parte della difesa. Riguardo Gronk, credo proprio che siamo all’epilogo della carriera. A tal proposito, cito il mio radio talk-show host preferito – Big Jim Murray – quando scherzosamente dice che Hulk è morto ed ora esiste solo Bruce Banner – similmente – Gronk non esiste più, ciò che ne rimane è Robert James Gronkowski, un tight end come un altro in questa NFL versione 2019.

Julian Edelman, ormai 32-enne è reduce dalla rottura del crociato e da una sospensione di 4 giornate per doping e nelle 12 partite disputate non ha impressionato. In primis, sembra aver perso quel guizzo iniziale nel cambio di direzione che gli permetteva di creare quello spazio necessario dal marcatore di turno. Inoltre, in maniera del tutto insolita, tante palle lasciate cadere a terra: su un totale di 108 passaggi da Brady, ne ha ricevute solamente 74, il che ammonta ad appena il 68% di palle correttamente ricevute. Decisamente una stagione sottotono per gli standard a cui il duo Brady/Edelman ci aveva abituati fino alla stagione scorsa.

Infine, anche la difesa è stata altalenante durante l’intera stagione. Prestazioni degne di nota, come quella contro Aaron Rodgers si sono alternate a giornate in cui non si riusciva a fermare l’emorragia di punti da parte dell’attacco avversario, vedi le partite contro i Titans o la seconda prova contro Miami.

Dopo la bye week, i Patriots incontreranno in casa una tra Baltimore, Houston o i Los Angeles Chargers. Anche se questi ultimi sono l’avversario più completo e temibile, i Ravens sono da evitare a tutti i costi. Negli anni hanno dimostrato di essere una delle poche squadre capaci di andare in trasferta a Foxboro e trovarsi a proprio agio in quell’ambiente ostile. I Chargers devono ancora dimostrare di poter vincere una di queste trasferte di Gennaio nel freddo paralizzante del Massachusetts. Lo stesso dicasi per i Texans guidati by Bill O’Brien. In quel caso assegnerei un ulteriore vantaggio ai Patriots per via di Belichick, che ha dimostrato in più riprese di poter surclassare l’allievo O’Bryan sul piano degli schemi e nella capacità di gestire partita.

In definitiva, penso che i Patriots saranno i favoriti nel divisional round contro ognuno tra questi avversari. In ottica Super Bowl, visti i risultati altalenanti durante la stagione, faccio fatica ad immaginare che i Patriots possano vincerne tre di fila, passando possibilmente per Kansas City, ma come si dice da queste parti, “any given Sunday”.

Si vedrà, ma sembra che qualcosa non sia più come prima.

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