Grazie NFL per averci dato nel momento più importante della stagione tutto ciò che volevamo: sarà mio compito ora spiegare a voi cari lettori quanto successo in questa ultima, pazza, settimana di football.

Dopo un dicembre inusualmente di passione, New England si è assicurata il secondo seed AFC strapazzando gli odiati New York Jets 38 a 3: oltre al peso specifico della vittoria i Patriots sono finalmente riusciti a mettere insieme una prestazione dominante in attacco come ai tempi d’oro e, dopo un dicembre stranamente poco brillante, Tom Brady è stato pressoché perfetto lanciando quattro touchdown senza commettere alcun tipo di turnover e la difesa, contro un Darnold reduce da una serie di ottime prestazioni, non ha concesso assolutamente nulla.
Vincono pure i Texans che in luce della vittoria dei Patriots dovranno accontentarsi della terza posizione in AFC: il 20 a 3 con cui Watson e compagni sono passati sui Jacksonville Jaguars ha messo in evidenza tutti i limiti dei Texans che, contro uno dei pass rush più profondi della lega, non sono stati in grado di proteggere il proprio franchise quarterback concedendo la bellezza di sei sacks.

Nella maggior parte delle partite delle diciannove, però, non c’era assolutamente nulla -se non la gloria- in palio: segnalo dunque le vittorie di Lions, Falcons, Bills, Panthers e Cowboys.
Dopo il 31 a 0 con il quale i Detroit Lions hanno asfaltato i Green Bay Packers, possiamo tranquillamente dire che Green Bay ha toccato il fondo: oltre ad essersi presi un touchdown da Matt Prater, all’anagrafe kicker, i Packers hanno visto Aaron Rodgers abbandonare il campo per una concussion rimediata in una partita assolutamente “inutile”. Che anno buttato.
Il 34 a 32 con il quale Atlanta è passata su Tampa Bay ci ha dato l’opportunità di osservare tutto ciò che non va di questi Bucs, assolutamente incapaci di creare qualcosa in difesa e, soprattutto, di limitare l’attacco avversario: non deve sorprendere dunque il licenziamento di coach Koetter che in tre anni in Florida non è mai stato in grado di portare i suoi ragazzi alla postseason ed anzi, nonostante l’immenso potenziale offensivo, non è stato in grado di farci capire se Winston sia un franchise quarterback o meno.

Nel giorno in cui l’amabile veterano Kyle Williams ha appeso elmetto e protezioni al chiodo, Buffalo ha annientato i Miami Dolphins battendoli 42 a 17: troppo Josh Allen -cinque touchdown totali, fra cui due corsi con le proprie gambe- per dei Dolphins assolutamente insipidi ed anonimi. Una riconferma per Gase e Tannehill mi sorprenderebbe e non poco.
Contro dei Saints privati di Brees, Kamara ed altri titolari, i Carolina Panthers guidati dal rookie Kyle Allen si sono imposti 33 a 14 sugli odiati rivali divisionali: veramente poco da dire su questa partita, New Orleans non aveva motivo di mettere a repentaglio la salute delle proprie stelle e Carolina, dopo sette sconfitte consecutive, è riuscita a chiudere l’anno con un’ultima, inutile, gioia.
In una partita “inutile”, i Dallas Cowboys sono riusciti a vincere in extremis contro dei buonissimi New York Giants: il 36 a 35 finale è arrivato al termine di una partita in cui Garrett, per motivi sconosciuti ai più, ha deciso di tenere in campo fino all’ultimo Dak Prescott ed altri titolari. A risolvere la contesa ci ha pensato il sottovalutato Cole Beasley, che con una ricezione paurosa a poco più di un minuto dalla fine ha portato i suoi sotto di un punto: nel seguente tentativo di conversione da due punti, Dak è riuscito a pescare Michael Gallup liberissimo in end zone per i due punti decisivi.

Dopo un paio di ore di futilità, la seconda tranche di partite era ricolma di implicazioni playoff: partiamo con quanto fatto da Chargers e Chiefs, impegnati in una lotta a distanza per il primo seed AFC.
Per assicurarsi il fattore campo per tutta la durata della postseason a Kansas City serviva una vittoria contro gli Oakland Raiders, arrivata senza alcun tipo di problema: il netto 35 a 3 con il quale i Chiefs si sono imposti sui Raiders ha permesso a Mahomes di arrivare a quota 50 touchdown lanciati grazie ad un paio di bombe -una per Hill ed una per Robinson- che gli hanno permesso di abbellire ulteriormente delle statistiche che molto probabilmente fra un mesetto lo porteranno a vincere il premio di Most Valuable Player.

Inutile quindi il sofferto -più di quanto possa dire il risultato finale- 23 a 9 con il quale i Chargers si sono imposti su degli scialbi Denver Broncos: dopo aver sentito il suo nome accostato all’MVP per un paio di settimane, Rivers pure questa settimana è stato tutt’altro che brillante ed anzi, ha commesso un paio di errori particolarmente inquietanti soprattutto in vista degli imminenti playoff.

La situazione in NFC era piuttosto semplice: per portarsi a casa il bye week a Los Angeles bastava passare sui Rams, costringendo così Chicago al terzo posto indipendentemente da quanto fatto dai Bears a Minneapolis. Ben più interessante, per l’appunto, era la situazione dei Vikings: per centrare la qualificazione ai playoff a Cousins e compagni serviva una vittoria o una poco probabile sconfitta degli Eagles sul campo dei putridi Redskins.
Nessun problema, almeno offensivamente parlando, per i Rams: il 48 a 32 finale ha visto l’attacco dei Rams tornare finalmente sui propri livelli grazie ad un Goff da quattro touchdown e zero turnover. Segnalo con un gran sorriso il touchdown messo a segno da George Kittle nei minuti finali della contesa: grazie alle 43 yards raccolte in quell’azione, Kittle ha messo il proprio nome sui libro dei record NFL battendo il record stabilito pochi minuti prima da Travis Kelce per yards ricevute da un tight end in una singola stagione, 1377. Complimenti dunque a George Kittle, una delle più grandi sorprese di questa regular season 2018.
Trasferiamoci invece a Minneapolis, dove tutto ciò che i Vikings dovevano fare per qualificarsi ai playoff era battere i Chicago Bears: al termine di una prestazione offensiva imbarazzante, Minnesota si è trovata costretta ad abbassare la testa al cospetto di Chicago, passati 24 a 10 su dei ridicoli Vikings. Emblematica la prestazione di Cousins che, nel momento del bisogno, è stato capace di raccogliere solamente 132 yards in 33 passaggi in una partita nella quale Minnesota ha guadagnato il primo first down di giornata dopo ben venti minuti di gioco. Imbarazzanti, poco da dire: forse è troppo presto per dichiarare la Kirk Cousins’ experience conclusa, ma non raggiungere i playoff con un contratto -ed una squadra- del genere è imperdonabile e, con ogni probabilità, in questa lunga offseason in casa Vikings succederanno cose.
Ai playoff quindi ci andranno i Philadelphia Eagles, passati 24 a 0 sui resti dei Washington Redskins: risultato mai in discussione a Washington, poiché pensare di vincere raccogliendo la bellezza di 89 yards di total offense in una partita NFL è pura e semplice utopia.

Passiamo ora alla AFC, dove Pittsburgh e Baltimore erano impegnate in uno scontro a distanza per il trono della AFC North: per centrare la qualificazione ai playoff agli Steelers serviva una vittoria contro i Bengals ed un contemporaneo scivolone dei Ravens contro i Browns.
Al termine di una partita particolarmente brutta, Pittsburgh è riuscita a passare sui Cincinnati Bengals 16 a 13: veramente poco da dire sulla partita degli Steelers che, contro una delle peggiori difese di questo 2018, non sono mai riusciti a trovare un ritmo offensivo ed anzi, a momenti non ci rimettevano pure le penne! A deciderla ci ha pensato il kicker rookie Matt McCrane che grazie ad un tris di piazzati ha dato ai suoi i punti necessari per imporsi su dei deprimenti Cincinnati.
A Baltimore, invece, la situazione era ben più interessante: al termine di una partita incredibilmente emozionante e combattuta, i Ravens sono riusciti ad esorcizzare il proprio passato e ad imporsi 26 a 24 su degli agguerriti Cleveland Browns. Dopo il touchdown del 7-3 dell’ex Perriman, Baltimore è riuscita ad imporre il proprio gioco ed a portarsi sul 20 a 7 grazie ad un paio di rushing touchdown dell’esplosivo Jackson che però, con l’opportunità di portare i suoi sopra di addirittura venti punti, ha commesso un sanguinoso fumble sulla goal line nel tentativo di spingere il pallone oltre la linea di touchdown su uno strano quarterback sneak, tenendo così ancora in partita Mayfield e compagni che al rientro dalla pausa lunga hanno accorciato le distanze grazie ad un ingegnoso touchdown di Jarvis Landry. Uno scambio di field goal ha fissato il punteggio sul 26 a 17 Ravens, ma pochi minuti dopo Mayfield, grazie al touchdown che gli ha permesso di battere il record per touchdown lanciati da un rookie -ventisette-, ha riportato i suoi sotto di due punti: dopo che Baltimore non è riuscita ad andare oltre al three n’ out, ai Browns per vincerla bastava un semplice -ma mai banale, almeno per loro- field goal, che sembrava essere sul punto di concretizzarsi, soprattutto dopo che un paio di replay hanno convalidato due pazzesche ricezioni di Perriman e Landry. Dopo tre incompleti consecutivi, sul 4&10, tutto ciò che serviva ai Ravens era un ultimo, fondamentale, stop, proprio come lo scorso anno, quando però Tyler Boyd… sapete com’è andata a finire: fortunatamente per loro questa volta gli avversari non sono stati in grado di convertire il quarto down perché il Pro Bowler C.J. Mosley è riuscito prima a deviare e poi ad intercettare il pallone più importante del 2018 di Baltimore che con questa vittoria si è garantita la prima qualificazione ai playoff dal 2014 e pure una partita in casa contro quei Chargers battuti solamente una settimana fa.

Prima di parlarvi di Colts-Titans è necessario passare un attimo da Seattle, dove i Seahawks sono passati 27 a 24 su dei commoventi Arizona Cardinals: la settimana prossima Wilson e compagni andranno a fare visita ai Cowboys a Dallas.

In una partita che aveva il sapore di Wild Card game anticipato, Indianapolis è riuscita strappare l’ultimo biglietto per la postseason imponendosi 33 a 17 sui Titans guidati da Gabbert: Tennessee è riuscita a tenere testa ai Colts solamente per tre quarti, sciogliendosi proprio sul più bello a causa di un fatale intercetto di Gabbert nel quarto periodo di gioco a cui ha fatto seguito un piazzato di Vinatieri che ha regalato ai Colts due possessi di vantaggio e la definitiva vittoria.
Attenzione a questi Colts, che guidati da un Luck in formato MVP potrebbero tranquillamente fare strada ai playoff: peccato, invece, per i Titans, troppo discontinui -soprattutto under center– per poter pensare veramente di qualificarsi alla postseason.

Cari lettori, pure quest’anno la regular season è finita e pure quest’anno ho avuto la fortuna di passare il lunedì mattina -ed anche il resto della settimana- in vostra compagnia con questi strampalati recap: grazie per avermi letto, grazie per aver spesso deciso di farmi sapere la vostra nei commenti e, soprattutto, grazie per tutta la passione mostrata per questo magnifico sport in questi quattro, intensi, folli, ed unici mesi di football en ef el.
Ci vediamo a settembre.

4 thoughts on “NFL Week 17: il gran finale

  1. Mattia i nostri corvi ai playoff, ma che sofferenza…

    Ma nn farai i recap dei playoff?

    • Dopo il secondo replay andato in favore per i Browns i miei poveri occhi hanno iniziato ad inumidirsi… CHE SOFFERENZA!

      Il recap per i playoff non lo faremo, in quanto parleremo individualmente di ogni singola partita!

  2. Grazie Mattia per la tua dedizione. E grazie per le tue spiegazioni tecniche che hanno arricchito le mie scarse rispetto alle vostre conoscenze di questo unico ed incredibile sport. E grazie a tutti coloro che hanno commentato perché molto ho imparato anche dalle vostre chicche. In attesa dei tuoi resoconti dei playoff, un saluto.

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