È iniziato dicembre e si vede, in quanto la sovrabbondanza di upset visti ieri fa chiaramente sottintendere che qualche fenomeno paranormale abbia condizionato l’esito di molte partite: seriamente, chiedere un po’ di normalità e costanza è troppo?
Il 13 a 10 con cui i Dallas hanno fermato i Saints a New Orleans ci aveva fatto presagire ad un fine di settimana “peculiare”, ma francamente una domenica del genere era inimmaginabile: non c’è tempo da perdere, partiamo immediatamente con la partita della settimana.

Dopo aver dominato la prima metà di gioco, i Pittsburgh Steelers hanno inscenato una delle più grandi meltdown della loro illustre storia ed hanno perso 33 a 30 contro degli ottimi Los Angeles Chargers.
Che per i Chargers le cose non stessero andando particolarmente bene lo si era inteso subito, quando Michael Badgley ha immediatamente mancato il primo piazzato della giornata: in quattro giocate, grazie soprattutto ad una ricezione di 46 yards di Antonio Brown, Pittsburgh ha trovato i primi punti della giornata grazie ad un touchdown da una iarda di James Conner. Dopo un three n’ out dei Chargers, ecco nuovamente Pittsburgh, che grazie ad una pass interference di Davis hanno messo Conner in condizione di bissare quanto fatto qualche minuto prima con il secondo touchdown da una iarda della propria giornata: sotto 14 a 0, i Chargers hanno iniziato a giocare e, grazie ad un touchdown lungo di Travis Benjamin si sono riportati sotto di un solo possesso. Nel drive successivo, Roethlisberger ha lanciato il primo ed unico intercetto della sua partita -courtesy of Derwin James- che però non è stato sfruttato da L.A, costretta al punt dopo una manciata di giocate: lo scambio di punt è stato interrotto da un piazzato di Boswell, reso possibile da un’ottima posizione di campo guadagnata grazie ad una provvidenziale deviazione sul punt dei Chargers. Dopo aver ripreso il controllo del pallone sempre a seguito di un punt, gli Steelers hanno allungato il proprio vantaggio grazie ad un touchdown del prodigioso Antonio Brown che ha permesso loro di chiudere la prima metà sopra 23 a 7. Pronti-via e la seconda metà ci palesa immediatamente dei Chargers più motivati e combattivi: dopo aver costretto Pittsburgh al punt L.A. si è portata sotto di otto a seguito di un touchdown dell’affidabile Keenan Allen e di una conversione da due messa segno da Gates. Sopra solamente di un possesso, ci si aspettava l’immediata reazione degli Steelers, puntualmente non arrivata ed anzi, nel giro di una manciata di minuti ecco il pareggio, questa volta arrivato da punt return: Desmond King è bravissimo ad evitare la prima ondata di tackle e, vedendo un’autostrada libera alla propria destra, non ha molti problemi a riportare in end zone il punt del 23 a 21, velocemente trasformatosi in 23 a 23 a seguito di un’altra conversione da due punti, questa volta messa a segno da Allen.

Che giocatore Keenan Allen.

Pittsburgh è alle corde, confusa e spaventata ed il seguente three n’ out ne è la dimostrazione e, cari signori, le cose da lì in poi sarebbero solo peggiorate, poiché il lanciatissimo attacco dei Chargers firma un altro touchdown: Justin Jackson, in campo per l’infortunio del titolare Melvin Gordon, scherza l’intero reparto difensivo di Pittsburgh e mette a segno la meta del 30 a 23, dando così a Los Angeles il primo vantaggio della partita a poco più di otto minuti dal termine. Gli Steelers, per orgoglio più che per bravura, non ci stanno e, dopo un drive di 12 giocate, riportano la contesa in parità grazie al touchdown di Jaylen Samuels, subentrato ad un acciaccato Conner ed abile a raccogliere uno scarico di Roethlisberger e portarlo in Terra Promessa: Los Angeles, però, ha tutto il tempo necessario per imbastire l’ultimo drive, quello decisivo, e così grazie ai vari Ekeler, Jackson ed Allen, si è portata agevolmente in zona field goal e, dopo due offside consecutivi degli Steelers, Badgley ha messo a segno il piazzato del 33 a 30, quello della vittoria.
Si complica e non poco la situazione per Pittsburgh, raggiunta ora a quota sette vittorie da Baltimore, mentre Los Angeles sul 9-3 avrà modo di giocare per i primi due seed della AFC.

Vittorie molto importanti per i playoff quelle di Baltimore, Seattle, Houston e Denver.
Tre su tre per Lamar Jackson, ancora imbattuto da quando ha preso il comando dell’attacco dei Ravens: il 26 a 16 con cui Baltimore ha avuto la meglio su Atlanta è arrivato a termine di una partita dominata dalla difesa di Baltimore, capace di tenere il potente attacco di Atlanta a 131 yards totali. La giocata che ha deciso la partita è arrivata sul 19 a 10 quando Onwuasor ha tolto il pallone dalle mani di Ryan permettendo a Tavon Young di riportarlo in end zone per il touchdown della tranquillità: non sono particolarmente spettacolari, ma questi Ravens grazie a difesa e running game giocano un football tremendamente solido e povero di errori: che basti per aggiudicarsi un posto ai playoff?

Continua il “dominio” di Lamar Jackson: riuscirà a continuare così?

Poco da dire sul 43 a 16 con cui Seattle ha asfaltato San Francisco: a Russell Wilson per lanciare 4 touchdown è bastato solamente completare 11 passaggi ed il resto lo ha fatto il running game, fiore all’occhiello del rinato attacco dei Seahawks.
La magia di Baker Mayfield, almeno per questa settimana, è svanita sotto i colpi della potente difesa di Houston: i tre intercetti lanciati dalla prima scelta assoluta si sono rivelati decisivi nel 29 a 13 con cui Houston ha portato a nove la serie di vittorie consecutive.
Continuano a vincere pure i Denver Broncos, o anzi, continuano a perdere i Cincinnati Bengals: il 24 a 10 con cui Denver ha avuto la meglio sulla franchigia dell’Ohio ci ha ribadito ancora una volta quanto speciale sia Lindsay, capace di guadagnare 157 rushing yards e di mettere a segno un paio di touchdown, fra cui un gioiello da 65 yards che ha di fatto chiuso la contesa anzitempo.

Upset? Come altro definireste le vittorie di Tampa Bay, Jacksonville, New York e soprattutto Arizona?
Ad un certo punto sul 6-2, i Carolina Panthers ai playoff sembravano cosa sicura: dopo quattro sconfitte consecutive, fra cui il 24 a 17 con cui i Bucs li hanno shockati, le speranze playoff di Carolina sembrano essere appese ad un filo. A decidere la partita in favore dei Buccaneers ci hanno pensato i quattro intercetti lanciati da Newton che, contro una secondaria tutt’altro che brillante, non è stato in grado di evitare di incappare in errori che francamente da un campione del suo calibro non ci saremmo aspettati: sul 6-6 e con ancora due scontri con i Saints in programma, la corsa ai playoff per Cam e compagni si è complicata parecchio.
Si ferma, finalmente, la striscia di sconfitte consecutive dei Jaguars, che a termine di una prestazione “vintage” della loro difesa hanno avuto la meglio sugli Indianapolis Colts: il 6-0 con cui i ragazzi di Marrone hanno fermato la corsa dei Colts è spiegabile soprattutto in luce della pessima prestazione di Indy sul terzo down, poiché su 18 tentativi sono stati in grado di convertirne solamente 5.

Questi Giants la pelle la vendono sicuramente cara!

Vittoria al cardiopalma dei New York Giants, che passano ai supplementari, 30 a 27, contro i Chicago Bears: l’attacco di Chicago per la maggior parte della contesa non è stato in grado di muovere le catene e New York, trascinata dal solito Saquon Barkley, è riuscita ad approfittare degli errori di Chase Daniel -due intercetti fra cui una pick six- ed a resistere alla furiosa rimonta di Chicago che ha portato la partita ai supplementari grazie ad un touchdown a tempo scaduto di Anthony Miller lanciato dal versatile ed imprevedibile Tarik Cohen. A New York per chiuderla è bastato un piazzato di Rosas, poiché nel successivo drive la difesa dei Giants ha costretto Daniel e compagni ad un turnover of downs.
Parleremo a lungo del 20 a 17 con cui i Cardinals hanno sorpreso i sempre più persi Packers, poiché a fine partita ecco arrivare la notizia bomba: Mike McCarthy, dopo tredici stagioni, è stato licenziato ed a questo punto si è chiusa ufficialmente un’era che ha portato in Wisconsin un Super Bowl e, soprattutto negli ultimi anni, tante delusioni.
Per Green Bay ripartire da capo ha decisamente senso, in quanto continuare a sprecare le migliori stagioni di uno dei più grandi giocatori della storia del football americano è un peccato mortale: McCarthy, comunque, non avrà problemi a trovare un nuovo lavoro.

Fra le altre vittorie vanno segnalate quelle dei Rams, Patriots, Dolphins, Titans e Chiefs.
Il 30 a 16 con cui i Rams hanno avuto la meglio sui Lions è arrivato al termine di una partita molto più chiusa di quanto possa dirci il punteggio finale: a trascinare Los Angeles alla vittoria, come spesso, ci ha pensato Todd Gurley, che guadagnando 165 yards e mettendo a segno un paio di touchdown ha sopperito alla poco brillante prestazione di Jared Goff.
Il 24 a 10 con cui New England ha avuto ragione dei Minnesota Vikings ha messo in evidenza ancora una volta tutti i limiti dei Vikings di Cousins: i Patriots non hanno sicuramente giocato la loro miglior partita della stagione, ma sono stati particolarmente brillanti nel contenere gli esplosivi ricevitori di Minnesota, come facilmente evincibile dalle 201 yards lanciate da Cousins in ben 44 passaggi tentati. L’eroe improbabile della giornata è stato senza ombra di dubbio James Develin, fullback dei Patriots che ha messo a segno un paio di touchdown: per i Vikings è notte fonda ed ora come ora vederli ai playoff è veramente difficile.

Develin! Ma stiamo scherzando?

Rimangono ancora in corsa per la postseason i Miami Dolphins, impostisi 21 a 17 sui combattivi Buffalo Bills: nonostante il totale dominio dei Bills per quanto concerne le yards totali -415 a 175- Miami sfrutta alla perfezione le proprie opportunità e gli errori dell’ancor acerbo Josh Allen, che ad onor del vero sta continuamente mettendo in evidenza miglioramenti.
Vincono in rimonta e probabilmente soffrendo più del dovuto i Tennessee Titans, che passano in extremis sui New York Jets vincendo 26 a 22: la difesa dei Jets per tutta la prima metà di partita è stata fantastica nell’annullare l’attacco dei Titans, ma le occasioni create dal reparto difensivo sono state solo parzialmente sfruttate da McCown e compagni, costretti ad affidarsi sempre e comunque al piede di Myers. Sotto 22 a 13 all’inizio dell’ultimo periodo di gioco, Mariota ha prima portato i suoi sotto di tre punti orchestrando un paio di drive culminati in piazzati e, con meno di un minuto sul cronometro, è riuscito a connettere con Corey Davis per l’unico touchdown della propria giornata, quello decisivo.
Nonostante lo scandalo Hunt, Kansas City vince ancora: il 40 a 33 con cui KC ha avuto ragione dei Raiders è arrivato a termine dell’ennesima fantastica prova di Mahomes -4 touchdown pure ieri- che grazie ad un Travis Kelce da 168 yards e due touchdown è riuscito a contenere i commoventi tentativi di rimonta di Carr e compagni che, in una partita pressoché impossibile, hanno messo insieme la miglior prestazione dell’anno.

Che domenica, cari lettori, e pensate che da qui in poi le cose sono solo destinate a migliorare!

2 thoughts on “NFL Week 13: winter has come

  1. I primi a volere la testa di McCarthy erano i giocatori stessi: guardare per credere il “placcaggio” di Clay Matthews sul primo TD dei Cardinals.. In generale il linguaggio del corpo dei giocatori di Green Bay in campo diceva solo una cosa: “toglieteci di mezzo quel panzone in sideline”..

  2. Preciso solo che, anche se la matematica dà ancora delle chances, i miei Dolphins non so no affatto in corsa per il playoffs…

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