Il campionato dei Minnesota Vikings era cominciato secondo i peggiori auspici. La tendenza nel giudizio di una squadra tra un anno e l’altro può essere fuorviante nel football, perché sono sempre tantissimi i fattori che possono intervenire a modificare struttura e sorte di un determinato team, senza quindi dare particolari garanzie sul fatto che si possa ottenere di nuovo – se non addirittura migliorare – un traguardo raggiunto durante l’annata precedente.

Kirk Cousins sta giocando un ottimo primo anno a Minnesota.

Si parla sempre e solo sulla carta, perché nemmeno a metà campionato si hanno prove definitive del valore di chiunque. Chiaro, in questo momento nella Nfc la voce grossa sta emergendo dalle tonsille di Saints e Rams, non a caso le due compagini maggiormente accreditate per giungere alla finale di Conference, tuttavia il campionato Nfl vive anche e soprattutto di strisce positive e non, ed i Vikings se non altro si stanno facendo notare con fermezza approcciando la preziosa settimana di riposo con un parziale di 4-1 nelle ultime cinque uscite, fatto che non necessariamente li ripone nella mappa assoluta della Conference, ma di certo li restituisce ad un quadro playoff che stava lentamente sfuggendo di mano dopo un inizio a dir poco scoraggiante.

Il fatto che Minnesota abbia ripreso felicemente a vincere non significa automaticamente che la squadra di Mike Zimmer debba necessariamente tornare a pensare di poter finalizzare positivamente la rincorsa al Super Bowl tentata l’anno scorso, ma i segnali incoraggianti stanno arrivando concretamente, soprattutto dalla discussa difesa, proprio la specialità dell’attuale capo-allenatore. Il ricordo della peggior partita stagionale, la sconfitta per 38-31 contro i Rams, è ancora molto vivo nella mente di Zimmer, che di sicuro avrà passato notti insonni tentando di comprendere il collasso del suo caro reparto difensivo. Allora i Vikings, forti di un gioco aereo nettamente migliorato dall’arrivo di Kirk Cousins e dall’accoppiata Thielen-Diggs, avevano tenuto testa a Los Angeles ribattendo quasi a tutte le segnature del fantastico attacco guidato da Jared Goff, ma la disfatta era giunta proprio dall’altra parte della barricata, quella sulla quale Zimmer si è costruito un’ottima reputazione di coordinatore nei suoi incarichi passati e della quale si sente direttamente responsabile quando arrivano i fallimenti come le 556 yard di total offense concesse in quel giovedì sera in diretta nazionale, statistica appesantita dalla chiara superiorità tattica di Sean McVay nei confronti di un veterano assai rispettato.

Danielle Hunter, 11.5 sack in 9 partite…

Con tutta probabilità è stato proprio quello il cosiddetto turning point della stagione porpora, perché il parziale di cui sopra è partito proprio a seguito di quella difficile serata, merito degli aggiustamenti apportati alla difesa ed alla volontà di non vedersi mai più sopraffare in quel modo a livello di singole marcature così perfide nel creare cristallini vantaggi per gli avversari. Nel primo mese di gioco, che ha visto Minnesota perdere inopinatamente contro i Bills per colpe assolutamente proprie e pareggiare contro i Packers a causa della terrificante prestazione di special team del poi tagliato Daniel Carlson, la difesa ha concesso 380 yard e 25 punti di media arrivando a mettere le mani sul quarterback avversario per 2.5 volte a gara, nelle ultime cinque gare tali statistiche sono invece migliorate assai, le yard concesse sono diventate 274, i punti 16, ed i sack addirittura 4 a gara, cifra certamente alimentata dalla straordinaria prestazione di domenica contro Detroit, con Stafford messo indelicatamente a terra in ben dieci occasioni, un record di franchigia.

Ripartire da zero con il piano di gioco difensivo sta aiutando i Vikings a ritrovare loro stessi, dando loro la possibilità di tornare ad essere una difesa di primissima fascia proprio come lo erano dodici mesi fa. Tra un anno e l’altro le cose cambiano in fretta e nessuno si può permettere di riproporre troppo spesso gli stessi schemi, perché le tendenze portano a copiare i successi degli altri e di conseguenza a smascherare più efficacemente i possibili difetti di una determinata filosofia. Il reparto resta in ogni caso ottimo nel contrasto dei terzi down, con un successo avversario pari solamente al 25% dei tentativi, e la pass rush sta tornando a essere spaventosamente efficace grazie alle maiuscole prestazioni del fenomenale atleta Danielle Hunter, già responsabile di 11.5 sack ed autore di una prova niente meno che mostruosa contro i Lions (3.5 sack, meta su ritorno di fumble dopo una letterale fesseria di Stafford), e le retrovie sono adeguatamente pattugliate da Harrison Smith, certificato playmaker, e dai migliorati Xavier Rhodes e Trae Waynes, il cui livello di gioco è tornato ad essere adeguato dopo un inizio stagionale molto difficoltoso.

L’attacco sembra potersi permettere il lusso di misurarsi contro chiunque, nonostante il gioco di corse sia tra i peggiori della Nfl. Ciò comporta un notevole peso da portare sulle capaci spalle di Kirk Cousins, al momento responsabile di un rapporto tra mete ed intercetti di 17-5, il quarterback fresco di pluriennale deve lavorare chiaramente sui fumble – causa maggioritaria della sconfitta interna contro Buffalo – ma sta giocando una stagione assai soddisfacente, ed ha costruito un eccellente rapporto d’intesa con l’inattesa superstar di squadra, Adam Thielen, cui mancano una cinquantina abbondante di yard per raggiungere quota 1.000 e già firmatario di sette touchdown, confermandosi di settimana in settimana tra i bersagli maggiormente affidabili che si possano trovare nella Lega nonostante la sua splendida storia di anonimato precedente alla fragorosa esplosione dell’anno scorso.

Dalvin Cook in salute può fare la differenza per il futuro cammino dei Vikings.

L’attacco è assai produttivo, difficilmente limitabile nonostante i 40 tentativi di lancio a gara di Cousins rappresentino fin troppo chiaramente quale sia la propensione di questo reparto, tuttavia va sottolineato un aspetto che potrebbe divenire molto importante e che riguarda lo stato di salute di Dalvin Cook, la cui stagione di rientro dall’intervento al crociato anteriore non è cominciata benissimo a causa delle lunghe problematiche al quadricipite. L’ex-Florida State dovrebbe ritenersi definitivamente recuperato e lo ha dimostrato proprio domenica contro i Lions nonostante un utilizzo comprensibilmente cauto, che non gli ha tuttavia impedito di collezionare 109 yard complessive tornando ad attrezzare il reparto con la sua capacità sistematica di generare big play, un fattore-x che potrebbe fornire la giusta dose d’imprevedibilità nel momento chiave della stagione.

Da qui al termine della regular season le prospettive sembrano essere particolarmente buone, nel senso che i Vikings paiono aver ben parato il colpo di quella falsa partenza. Il deludente 1-2-1 del primo quartetto di partite si è trasformato in un convincente 5-3-1, buono per tallonare da vicinissimo i Chicago Bears, aggiungendo peraltro la piacevole coincidenza della crisi di risultati che sta avvolgendo i Green Bay Packers, un plus da sfruttare a qualsiasi costo. Doveroso notare che Minnesota dovrà ancora giocare quattro partite interne alla Nfc North, apertissima quindi a qualsiasi scenario, con due scontri diretti che determineranno la possibilità di scavalcare o meno Chicago, e le gare di ritorno contro Detroit e Green Bay, squadre contro le quali i Vikings detengono una vittoria ed un pareggio all’attivo, un vantaggio da non sprecare.

Adam Thielen, da signor nessuno al top dei wide receiver Nfl.

Rendimento difensivo, consistenza offensiva (ottimo, sinora, il lavoro del coordinator John DeFilippo) e possibile crescita del gioco di corse fanno pensare che Minnesota abbia finalmente ritrovato la strada maestra. E’ assai improbabile ripetere il 13-3 dello scorso campionato, le sconfitte sono alla pari già in questo momento e significherebbe dover vincere tutte le rimanenti partite, tuttavia la nave vichinga pare aver correttamente raddrizzato al propria rotta puntando dritto verso la postseason, che oggi è un traguardo assolutamente alla portata di una squadra che, vincendo la Division, può assicurarsi almeno una Wild Card da giocarsi tra le rumorose mura amiche.

Poi si sa, i playoff sono un territorio particolare, un campionato a sé, e tutti hanno qualcosa da dimostrare. Se il reparto difensivo di Zimmer dovesse proseguire la sua entrata verso la piena forma anche nel mese di gennaio (e, aggiungiamo noi, se Cousins sarà più consistente nei momenti caldi), anche i migliori attacchi della Lega dovranno fare i conti con una squadra che sta lentamente ma inesorabilmente ritrovando la sua vera identità.

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