Dare una definizione esauriente di “normalità” in una lega come la NFL è piuttosto complicato, ma non possiamo non ammettere che molti risultati della settimana scorsa ci avevano dato un sentore di rassicurante “ritorno alla normalità” che spesso permette ad analisti vari di sembrare in grado di prevedere il futuro: fra piazzati miseramente falliti ed alcuni convertiti in situazioni semi-impossibili, fra squadre da playoff clamorosamente crollate ed i vari successi di Browns, Bills e Jets, dire che questa domenica sia stata pazza potrebbe sembrare un eufemismo.
Vediamo nel dettaglio quanto successo in quest’ultima domenica di grande football NFL.

Ci si attendeva un moto d’orgoglio degli Steelers dopo la pesante sconfitta patita contro Baltimore, anche se ciò valeva pure per dei Falcons sorprendentemente sul fondo della loro ipercompetitiva division: grazie ad un sonoro 41 a 17 refilato ad Atlanta, Pittsburgh sembra essersi rimessa in carreggiata mentre ora la stagione dei Falcons rischia di essere definitivamente compromessa. L’inizio è stato tutto di marca Steelers, già sul 13-0 dopo pochi minuti di gioco, anche se il touchdown di Sanu sembrava aver indirizzato la contesa verso il classico shootout dal quale Atlanta sarebbe uscita inesorabilmente sconfitta: lo scarto di tre punti con il quale si è conclusa la prima metà di gioco si è repentinamente trasformato in un ben più difficile gap di diciassette lunghezze, parzialmente colmato dall’ennesimo touchdown del rookie Ito Smith, che ha portato la contesa sul 27 a 17 Steelers con poco meno di un quarto da giocare.

AB is back!

Il secondo touchdown della giornata di Brown -una pregevole ricezione da 47 yards utile a scacciare le insistenti voci di crisi fra lui e Big Ben- ed un fumble di Ryan recuperato in end zone da L.J. Fort hanno sistemato il punteggio sul 41 a 17 finale: prove sensazionali quelle di Conner -185 yards totali e due touchdowns-, Brown -101 yards ed una doppietta di mete pure per lui- e Roethlisberger che grazie ai tre touchdowns lanciati ha permesso ai suoi di stare per la quasi totalità della contesa in vantaggio. Notte fonda ad Atlanta, in quanto oltre ai noti problemi in difesa sembrano essere tornati pure quelli offensivi: fermi ancora ad una vittoria dopo ben cinque giornate, i Falcons sembrano già essere sull’orlo del baratro.

Tornano a vincere i Minnesota Vikings, passati 23 a 21 sul campo dei campioni in carica Eagles grazie ad una prova iper efficiente di Kirk Cousins, che completando 30 dei 37 lanci tentati è riuscito a compensare la totale mancanza di un running game che al momento sembra essere il peggiore nella lega. Minnesota parte bene e nonostante un paio di errori del veteranissimo Dan Bailey conclude la prima metà di gioco sopra 17 a 3 grazie ad un fumble riportato per i sei punti dal massiccio Joseph e l’unico touchdown della giornata di Cousins ricevuto dal solito Thielen, che grazie alle 116 yards guadagnate ha portato a cinque il numero di partite consecutive nelle quali ha sfondato il muro delle 100 yards.

Che giocatore Adam Thielen.

Un sanguinoso fumble di Ajayi nei pressi della goal line ha permesso ai Vikings di preservare i due possessi di vantaggio, diventati tre dopo un piazzato di Bailey. Sotto 20 a 6 dopo un field goal di Elliott, Philadelphia è stata finalmente in grado di trovare i sei punti grazie ad una splendida ricezione del runningback Smallwood, capace poi di raccoglierne altri due grazie ad una rischiosa conversione da due punti che ha portato il punteggio sul 20 a 14: il fumble recuperato da Bradham nel seguente drive ha dato loro una fantastica posizione di partenza scialacquata da un paio di sanguinose penalità che hanno costretto Pederson ad affidarsi ad un inutile punt. Nel successivo drive Cousins è riuscito a muovere le catene quel tanto che basta per dare a Bailey l’occasione di far dimenticare i due errori precedenti con un piazzato da 52 yards che ha dato loro due possessi di vantaggio: a nulla è servito il touchdown di Zach Ertz, poiché il successivo onside kick è stato recuperato dal solito Thielen. Seconda vittoria stagionale per i Vikings, che si lasciano alle spalle le due sconfitte consecutive patite contro Bills e Rams e ricominciano la loro marcia verso i playoff.

Chiunque vedeva nello scontro fra Jacksonville e Chiefs la prova del nove per Patrick Mahomes: dopo aver condotto i suoi ad un perentorio 30 a 14 possiamo tranquillamente affermare che nonostante i due intercetti lanciati Mahomes ha pienamente superato la prova, venendo a sorpresa aiutato da una difesa in grado di arrivare facilmente al quarterback e di costringerlo a tanti, troppi errori. Che non fosse giornata per Bortles e l’attacco dei Jaguars lo si era capito piuttosto velocemente, poiché quando l’autore di un pick six è un defensive lineman probabilmente qualcuno da lassù sta cercando di comunicarti qualcosa: il 20 a 0 con cui KC si è affacciata alla pausa di metà partita non è mai stato messo in pericolo, poiché nel momento in cui Bortles è riuscito finalmente a trovare i sei punti i Chiefs hanno messo in ghiaccio definitivamente la contesa con un touchdown di Kareem Hunt che ha portato la contesa sul 30 a 7. Il conseguente rushing TD di Bortles è servito a rendere il passivo meno amaro: Kansas City è 5-0 e nemmeno la miglior difesa del campionato è stata in grado di fermarli, anche se a dire il vero i meriti di questa W vanno attribuiti più al reparto difensivo che a quello offensivo.

Attenzione, big man with the ball!

Dopo un finale al cardiopalma i Browns trovano il secondo successo della loro movimentata stagione passando 12 a 9 contro degli irriconoscibili Baltimore Ravens, totalmente incapaci di dare continuità a quanto di buono fatto vedere nello sfavillante successo contro Pittsburgh: Flacco per la prima volta nel 2018 sembra essere tornato quello della passata stagione e, sotto 9 a 6 dopo quasi sessanta minuti di gioco ricolmi di punt, il pallone della vittoria scivola dalle mani di un ingiustificabile Crabtree che costringe Harbaugh ad affidarsi a Tucker per raggiungere gli avversari a quota nove con poco meno di un minuto da giocare. Cleveland dal canto suo dei supplementari non ne voleva sapere assolutamente niente e con un paio di passaggi di Mayfield dà al kicker Joseph l’opportunità di essere l’eroe della giornata: il suo piazzato da 55 yards non si avvicina nemmeno per sbaglio ai goal posts, perciò per la terza volta nella loro giovane stagione, Cleveland è costretta ai supplementari. Un paio di punts aprono i supplementari ed i Browns, poco oltre la metà campo decidono di provare a giocare il quarto down: il loro tentativo fallisce miseramente e Baltimore, nonostante un’ottima posizione di campo, è incapace di andare oltre al punt, riconsegnando la palla a Mayfield che, su un complicato 3&8, trova Willies per 39 yards e dopo un paio di corse di Duke Johnson questa volta Joseph -seppur il calcio è stato visibilmente deviato- non sbaglia e regala a Cleveland il secondo urrà stagionale.

Vincono e convincono Chargers, Cardinals e Jets.
Contro dei Raiders troppo poco concreti per poter coltivare sogni di gloria, i Chargers passano con un agevole 26 a 10: Rivers è pressoché perfetto -22 su 27 per 339 yards e due touchdowns- contro l’arrendevole difesa dei Raiders e compensa un inizio decisamente lento con un paio di scoring drives nel secondo quarto, ai quali va aggiunto il touchdown del 26 a 3 lanciato a Virgil Green con il quale ha messo in cassaforte il risultato. L’unico touchdown della giornata dei Raiders è arrivato a cinque minuti dal termine, con Los Angeles già visibilmente rilassata: che inizio da incubo quello dei ragazzi di Gruden.
Trovano il loro primo successo stagionale -dopo averci flirtato pesantemente nelle ultime due settimane- i Cardinals di Rosen, che contro dei sempre più impoveriti 49ers vincono 28 a 18: sotto 14 a 6 fino all’ultimo periodo di gioco, San Francisco si rifà sotto grazie ad un touchdown di Taylor, ma nel successivo drive Beathard perde suo malgrado l’ovale permettendo a Josh Bynes di riportarlo in end zone per il touchdown del più nove. Un touchdown di David Johnson arrivato dopo un altro turnover di Beathard dà ad Arizona un vantaggio impossibile da scialacquare e quindi, finalmente, i Cardinals tolgono lo zero dalla voce wins e scongiurano definitivamente il rischio che qualcuno concluda la stagione sullo 0-16 sulla falsariga dei Browns della passata stagione.
Le big plays e le amnesie difensive dei Broncos regalano a Darnold ed ai Jets il secondo successo della loro stagione, mentre Denver esce sconfitta per la terza volta consecutiva: del 34 a 16 con cui i Jets hanno sbrigato la pratica Broncos vanno segnalate le 323 rushing yards guadagnate dai vari Crowell e Powell, a cui hanno dato manforte le tre ricezioni per 123 yards e due touchdowns del rinato Anderson. Ingiustificabile la prova difensiva dei Broncos: non si possono concedere due touchdowns da 75+ yards in una partita, o perlomeno, non contro l’inesperto attacco dei Jets.

Una delle poche volte in cui un difensore di Denver è stato in grado di toccare Crowell: 219 rushing yards per lui!

Vittorie tanto risicate quanto importanti quelle di Bills, Panthers, Rams e Texans.
In una partita in cui la somma delle yards guadagnate da entrambe le squadre non ha superato quelle dei Jets, i Bills sorprendono i Titans vincendo 13 a 12: i tre turnovers commessi da Tennessee ed alcuni sciagurati drops condannano i Titans a mettere punti a tabellone solamente grazie alla gamba dell’affidabile Succop, in grado di convertire anche un piazzato da 50 yards a poco più di quattro primi dal termine delle ostilità. Piano piano, però, Allen riesce a mettere insieme un buon drive che culmina nel field goal da 46 yards convertito da Hauschka che dà ai Bills la seconda vittoria della loro stagione.
A Charlotte succede di tutto, ma a spuntarla sono ancora una volta i Panthers che vincendo 33 a 31 contro i Giants si portano sul 3-1: sopra per quasi tutta la contesa i Panthers si fanno clamorosamente sorprendere nel quarto periodo concedendo due touchdown consecutivi ai Giants, fra cui quello che ha regalato loro il più uno di vantaggio firmato dal mostruoso Saquon Barkley: con poco più di un minuto da giocare ed un solo timeout a disposizione Cam riesce a superare appena la metà campo, dando a Gano la possibilità di portarla a casa con un difficilissimo piazzato da 63 yards, miracolosamente convertito a tempo pressoché scaduto. Inutili le ottime prove di Barkley e Odell Beckham -in grado pure di lanciare un touchdown al runningback-, i loro tre touchdowns non sono bastati a regalare ai Giants la seconda vittoria stagionale.

Vincono soffrendo ed andando oltre agli infortuni i Rams, che passano contro dei buoni Seahawks 33 a 31: nonostante le concussions che tolgono dal discorso Kupp e Cooks, l’attacco dei Rams riesce a produrre punti affidandosi al solito Todd Gurley, in grado pure ieri di andare oltre quota 100 yards totali e di trovare i sei punti in ben tre occasioni, mentre ai Seahawks non basta un buonissimo Wilson da 198 yards e tre touchdowns, a cui dà manforte il duo Davis-Carson in grado di guadagnare 184 rushing yards. Si portano così sul 5-0 i Rams, creando un vuoto fra loro e le tre sorelle divisionali, mentre Seattle nonostante la sconfitta avrà certamente motivi per guardare al futuro con un po’ più di fiducia, vista la buona prova dell’intero reparto offensivo.
In un Sunday Night Football piuttosto noioso a portarsi a casa il derby del Texas ci ha pensato Houston, impostasi 19 a 16 su degli spuntati Cowboys: Watson e l’attacco dei Texans riescono a muovere bene le catene salvo poi impallarsi nei pressi della end zone, dove si sono stati costretti ad affidarsi ai piazzati del kicker Fairbairn per mettere punti a tabellone.
Arrivati ai supplementari e dopo aver costretto i Cowboys al punt, i Texans trovano il calcio della vittoria grazie anche -e soprattutto- ad un commovente sforzo individuale di Hopkins che guadagnando 49 yards e mandando a farfalle un paio di difensori ha permesso al giovane kicker di portare a casa la vittoria convertendo un comodo FG da 36 yards.

Sotto anche 17 a 0, i Bengals riescono a rimontare i Dolphins grazie a ventisette punti consecutivi vincendo 27 a 17 una partita che ad un certo punto sembrava totalmente fuori portata: un paio di touchdowns difensivi –pick six di Johnson e fumble return di Hubbard- a cui va aggiunto un receiving TD del rientrante Mixon permettono a Dalton e compagni prima di rimontare e poi di prendere il largo e di difendersi dai disperati tentativi di rimonta di Miami, ora raggiunti sul 3-2 dai Patriots, mentre Cincinnati vista la sconfitta patita dai Ravens si porta al comando solitario della AFC North.
Attribuire i demeriti di una sconfitta ad un solo giocatore nello sport di squadra per eccellenza può sembrare ingiusto, ma dietro il 31 a 23 con cui i Lions hanno battuto i Packers troviamo sicuramente l’agghiacciante 1 su 6 di Mason Crosby: sotto 24 a 0 alla fine della prima metà di gioco principalmente a causa dei continui errori di Crosby e dei fumbles di Rodgers, i

Perfetto sunto della partita dei Packers e di Crosby.

Packers a testa bassa hanno cominciato a macinare yards ed a mettere punti a tabellone ed aiutati da una difesa finalmente in grado di limitare Stafford e compagni hanno via via ridotto il loro scarto, ma come accennato sopra i ripetuti sbagli del loro solitamente affidabile kicker si sono rivelati fatali per il destino di Green Bay.
Ottima vittoria per i Lions, che rimangono a galla in una division tremendamente competitiva, mentre per Rodgers e soci la situazione si complica ulteriormente: ogni settimana qualcosa di nuovo ed inaspettato costa loro punti e spesso partite, ed il loro 2-2-1 non può essere visto come record soddisfacente.

7 thoughts on “NFL Week 5: nuova settimana, nuovi upsets

  1. Thielen è qualcosa di ‘unbelievable’. E basta. Per il resto tutto nella norma: i veri duri spunteranno a dicembre.

  2. Si fa davvero dura ora per A. Rodgers,
    vista anche la competitività della sua division, con Chicago nuovamente comptetitiva grazie a Trubinski e a Mack (pazzo Gruden)

    Sui miei Steelers non mi faccio grandi illusioni, abbiamo trovato una squadra che gioca come noi, ma con problemi (soprattutto d’infortuni) ben maggiori. Contro i Bengals settimana prossima sarà uno scontro molto delicato.
    Baltimore però ha lasciato sul campo una win molto importante. vero è che questi Browns non sono affatto male

  3. Un’idea: dovrebbe essere concesso di entrare nella Hall Of Fame anche a giocatori in attività. Drew Brees sarebbe il primo. Difesa rivedibile ma in attacco NO c’è e bussa forte.

    • Beh, dal momento che ci entrerà immediatamente -cinque anni dopo il ritiro- non ne vedo il bisogno: si rischia di far entrare gente per emotività o due stagioni consecutive ben fatte.

      • Ovviamente era un’iperbole. Tuttavia Brees ha all’attivo almeno 13 stagioni consecutive ‘ben fatte’ e salvo infortuni quest’anno salirà sul podio del 500TD Club. E se prosegue altri 2 anni supera Manning. Il suo record di yardaggio totale rimarrà imbattuto nei secoli.

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