È impossibile prevedere con assoluta certezza l’esito di una partita NFL il giovedì, però in alcuni casi guardando sommariamente il valore assoluto di un roster pronosticare una vittoria non è poi così difficile: questo inizio di stagione ha visto squadre nettamente sfavorite portare a casa successi in campi difficili contro compagini ben più attrezzate e quanto successo ieri ne è la più palese dimostrazione.
Oltre ai vari upsets sarò costretto, purtroppo, anche a parlarvi di infortuni che potrebbero mischiare ulteriormente le carte in tavola e mutare gli equilibri dell’intera NFL: dall’header avrete probabilmente capito che la stagione di Jimmy Garoppolo potrebbe già essere stata definitivamente compromessa.

Quando Saints e Falcons si incrociano prevedere punti è sempre piuttosto saggio: in una partita stupenda e ricolma di sorpassi e controsorpassi New Orleans l’ha spuntata ai supplementari contro Atlanta con il punteggio finale di 43 a 37. Nonostante un Calvin Ridley strepitoso -7 ricezioni per 146 yards e tre touchdowns- Atlanta non è mai riuscita a prendere definitivamente il largo ed i Saints sono stati in grado in ben due occasioni di rispondere ad un touchdown dei rivali con un loro viaggio in end zone: al touchdown ricevuto da Tevin Coleman Brees è riuscito a rispondere con una sudatissima meta su quarto down pescando il fullback Line nella terra promessa e, dopo un altro touchdown lanciato da Ryan a Sanu, ad impattare la partita sul 37 pari ci ha pensato lui con un poco caratteristico rushing touchdown concluso dopo una piroetta in slow-motion.

Con un minuto rimasto da giocare Ryan non è riuscito a portare i suoi in zona field goal e così facendo ci ha garantito un’altra contesa prolungata fino ai supplementari: con uno dei drive più metodici che possiate vedere -ben quindici giocate- Brees ha condotto il suo magnifico attacco fino alla red zone dove, dopo un touchdown giustamente annullato a Kamara, con il secondo rushing touchdown della sua domenica ha regalato a coach Payton la seconda vittoria consecutiva in stagione.
Difficilmente vedrete un duello fra quarterback altrettanto esaltante: Brees è risultato ancora una volta inarrestabile lanciando per 396 yards e tre TD a cui ne vanno aggiunti due di corsa mentre Ryan dal canto suo di touchdowns ne ha lanciati ben cinque, numero risultato comunque insufficiente per poter festeggiare una doppiavù contro questi esplosivi Saints.
Con un passaggio al solito Michael Thomas Brees ha superato Favre per quanto riguarda i passaggi completati in carriera: considerando che probabilmente l’ex Chargers giocherà almeno un’altra stagione, questo record potrebbe essere rinforzato e reso inarrivabile per chiunque.

Allen ieri è stato in grado anche di fare questo.

Una partita NFL non si vince durante la settimana, ma con i Vikings favoriti di ben sedici punti e mezzo aspettarsi che i Buffalo Bills del rookie Allen riuscissero ad impensierire i ragazzi di coach Zimmer era assolutamente irrealistico: in una partita dominata in tutte e tre le fasi del gioco Buffalo ha annientato Minnesota 27 a 6, facendo passare me ed ogni singolo analista che aveva pronosticato una facile e larga vittoria Vikings come completi idioti. Grazie a due fumbles consecutivi Buffalo è riuscita a prendere il largo portandosi sopra 17 a 0 dopo soli dieci minuti di gioco e, sempre per merito di una difesa in grado di pressare Cousins per tutta la durata dell’incontro, ad atterrarlo quattro volte e pure di intercettarlo in un’occasione; ottima prova quella del rookie Allen che contro una delle migliori difese della lega è riuscito a lanciare per 196 yards ed un touchdown aggiungendo al suo già ricco bottino altri due rushing touchdown: tutto come previsto, no?
Continua la Mahomes-mania a Kansas City: per battere i 49ers 38 a 27 gli sono bastati “solamente” tre touchdowns nella prima metà di gioco, ai quali ne vanno aggiunti due del sempre brillante sophomore Hunt. San Francisco si sveglia decisamente troppo tardi quando lo scarto è ben maggiore ai tre touchdowns, ma probabilmente il risultato finale di questa contesa passerà in secondo piano: durante uno scramble l’uomo franchigia Garoppolo si è reso protagonista di uno strano infortunio arrivato senza alcun tipo di contatto e la paura è che possa essere coinvolto il legamento crociato. Ulteriori test chiariranno oggi la portata dell’infortunio, ma San Francisco teme il peggio. Con i tre touchdowns lanciati ieri Mahomes ha frantumato un altro record, ovvero quello del maggior numero di TD lanciati nelle prime tre giornate di regular season: tredici, resi ancora più impressionanti dal fatto che debba ancora lanciare un singolo intercetto.
Dopo l’esaltante vittoria contro New England chiunque si aspettava i Jaguars sul 3-0 dopo lo scontro con i rivali divisionali di Tennessee: pure in quest’occasione i pronostici sono stati traditi ed in una partita dominata dalle difese e dalla sterilità offensiva, i Titans hanno shockato i Jags battendoli 9 a 6. Subentrato a Gabbert, Mariota è riuscito ad evitare ogni tipo di sbaglio non prendendosi mai rischi inutili ed a completare l’opera ci ha pensato un Bortles in grado di lanciare solamente per 155 yards e mai stato in grado di portare i suoi in end zone: il più grande imputato dietro la sconfitta di Jacksonville è lo scialbo 35% di successo sui terzi down e se uniamo ciò alla totale assenza di qualsiasi genere di big play capire perché Tennessee sia uscita vincitrice da questa contesa non è poi così difficile.

Fra le più grandi sorprese di questo 2018 dobbiamo sicuramente includere i Miami Dolphins, vittoriosi pure ieri contro Oakland: il 28 a 20 con cui Tannehill e compagni si sono imposti sugli ancora difficilmente inquadrabili Raiders è arrivato a termine dell’ennesima ottima prestazione del rientrante quarterback, in grado di lanciare per 289 yards e tre touchdowns senza commettere turnover alcuno. Altro grande -ed improbabile- protagonista è stato Albert Wilson, che tramite un’ingegnosa trick play è riuscito a pescare l’esplosivo Grant completamente libero per un touchdown da 52 yards prima, e poi di riceverne uno a sua volta da Tannehill per una pregevole scampagnata da 74 yards terminata in end zone. Ancora a secco i Raiders, condannati da un Carr poco lucido nei momenti decisivi della contesa.

Il dinamico duo Wilson-Grant ha fatto passare un pomeriggio da incubo a Gruden.

Riportano i Broncos sulla terra i Baltimore Ravens, che vincendo 27 a 14 si lasciano definitivamente alle spalle la brutta prova messa insieme contro Cincinnati la scorsa settimana: la totalità dei punti dei Broncos è arrivata nei primi otto minuti di gioco dopo i quali la difesa di Baltimore ha abbassato la saracinesca non concedendo più nulla. Sotto una fastidiosissima pioggia Flacco si è mostrato ancora una volta preciso e concentrato lanciando per 277 yards ed un touchdown: con una difesa del genere evitare l’errore può risultare sufficiente per portare a casa la vittoria.
Trascinati da un poliedrico Newton i Carolina Panthers infliggono la prima sconfitta -31 a 21 per Cam e compagni- stagionale ai Cincinnati Bengals: con un paio di touchdowns di corsa ed un paio arrivati dal passaggio, Carolina cavalca un ottimo McCaffrey -184 yards in 28 portate- e capitalizza la buona prova di una difesa in grado di intercettare Dalton in ben quattro occasioni. Sensazionale prova del rookie Donte Jackson, in grado di mettere le mani su due lanci di Dalton e di battere a terra altri due palloni: la difesa dei Panthers non sarà sicuramente quella di un paio di anni fa, ma l’abilità di racimolare turnovers sembra essere sempre la stessa.

Trovano il primo successo dell’anno i Seahawks, i Lions ed i Giants.
È arrivato il momento di urlarlo: l’attacco senza ricevitori di Dallas è assolutamente incapace di muovere le catene ed il solo volenteroso Elliott non può sempre togliere le castagne dal fuoco. Nel 24 a 13 con cui i Seahawks hanno superato i Cowboys i ragazzi di Jason Garrett non sono riusciti a trovare la end zone prima del cinquantaduesimo minuto di gioco: a frustare il loro spuntato attacco ci ha pensato Earl Thomas, autore di una prova sensazionale da due intercetti, ed un pass rush in grado di raccogliere cinque sacks, mentre nell’altra metà campo Wilson è stato finalmente supportato dalla linea d’attacco e dal running game capeggiato da un Chris Carson in grado di superare le 100 rushing yards.

A volte va così, caro Tom.

Prima di far suonare campanelli d’allarme in casa Patriots bisogna trovarsi davanti a qualcosa di veramente apocalittico: possiamo definire il 26 a 10 con cui Detroit li ha schiacciati come tale? In una giornata in cui Brady è stato in grado di completare solamente 14 passaggi e di convertire due miseri terzi downs, l’attacco di Detroit ha dominato la contesa rimanendo in campo quasi il doppio dei minuti di New England e guidati dal rookie Johnson, sono riusciti a porre fine ad una striscia di futilità assurda: grazie alle 101 rushing yards guadagnate dalla scelta al secondo giro dell’ultimo draft, Detroit ha fermato a 70 il conteggio delle partite consecutive senza un runningback in grado di scollinare quota 100. Stafford contro la poco brillante difesa dei Patriots ha vita relativamente facile -262 yards e due touchdown a fronte di un intercetto- e battendo il proprio maestro finalmente Patricia ha raccolto il primo successo nella sua carriera da head coach.
Grazie ad un concreto Barkley e ad un Manning iper-efficiente i Giants sono riusciti ad imporsi sui Texans 27 a 22 ed a cogliere il loro primo successo stagionale: pure in quest’occasione l’attacco guidato da Watson si sveglia decisamente troppo tardi e lo scarto apparentemente minimo con il quale New York ha vinto è stato reso tale da un touchdown a tempo scaduto ricevuto da Lamar Miller. Encomiabile la prova di Manning che mancando solo quattro dei 29 lanci tentati è stato in grado di muovere le catene costantemente ed efficientemente: a nulla sono serviti i 3.0 sacks di J.J. Watt, che se non altro sembra finalmente essere ritornato sui suoi livelli.

Philadelphia festeggia il ritorno del proprio franchise quarterback Wentz con una sofferta vittoria sui Colts: il 20 a 16 con cui gli Eagles l’hanno spuntata sulla ciurma di Andrew Luck è arrivato a termine di una partita estremamente bilanciata ed aperta fino all’ultimo secondo, tenuta vita dall’ottima prova della difesa di Indianapolis che ha reso il ritorno di Wentz più difficile di quanto ci si potesse immaginare. Le invise condizioni metereologiche hanno condizionato in modo palese le prestazioni dei ricevitori, in quanto più volte ovali lanciati da Luck sono stati clamorosamente droppati; Wentz ha dovuto sicuramente scrollarsi di dosso della ruggine, ma in più occasioni ha messo in mostra la mobilità che lo ha quasi portato all’MVP nella scorsa stagione.
Nonostante un avvio fulmineo, Arizona si è rivelata incapace di costruire sul 14 a 0 messo insieme nei primissimi minuti di gioco venendo progressivamente rimontata da Chicago: grazie alla solita difesa Chicago è riuscita ad andare oltre la poca brillantezza del reparto offensivo vincendo 16 a 14 una partita aperta fino all’ultimo secondo. Dopo un brillante inizio l’attacco di Arizona è calato di colpi fino ad arrivare al punto di concludere con un turnover ogni singolo drive della seconda metà di gioco: va segnalato che l’ultimo drive, quello che avrebbe potuto permettere ai Cardinals di portare a casa la doppiavù con un piazzato, è stato condotto dal rookie Rosen, subentrato ad un Bradford ancora una volta disastroso. Mostruoso pure ieri Mack che con due sacks ed un forced fumble avrà probabilmente fatto passare un’altra notte insonne a quel Gruden che di lui non ha voluto sapere niente.

Chi mai ci potrà essere dietro la giocata che ha relegato Bradford alla panchina?

Trascinati da un Peterson in stato di grazia i Washington Redskins hanno sorpreso chiunque andando a battere 31 a 17 dei poco brillanti Packers: l’infortunio di Rodgers si è fatto sicuramente sentire, anche se probabilmente ricorderemo questa partita per l’ennesima penalità assurda fischiata contro Clay Matthews, questa volta colpevole di aver messo a segno un sack troppo regolare per poter essere lasciato correre. Una prima metà di contesa da 28 punti è tutto ciò di cui i Redskins hanno avuto bisogno per aver ragione su dei Packers incapaci di muovere le catene in attacco e di fermare le galoppate dell’eterno Peterson nei primi trenta minuti di gioco: per All Day 120 yards e due touchdowns contro quelli che un tempo erano i suoi rivali divisionali prediletti.
Il derby di Los Angeles va agli inarrestabili Rams, vittoriosi su dei buoni Chargers 35 a 23: veder operare l’attacco di coach McVay è una gioia per gli occhi e, guidati dal duo Goff-Gurley, dopo questa vittoria sembrano essere loro i veri favoriti per il Super Bowl. Sempre costretti a rimontare i Chargers pagano a caro prezzo l’inesperienza di Derwin James che dopo aver intercettato Goff in end zone invece di accontentarsi di un touchback ha tentato un’improbabile ritorno venendo poi fermato solamente una iarda fuori dalla propria end zone: dopo aver costretto i furon San Diego al punt lo special team dei Rams è stato in grado di bloccarlo e di mettere a segno il touchdown che a mio avviso ha definitivamente cambiato l’inerzia della partita. Fenomenali pure ieri Goff -354 yards lanciate e tre touchdowns per dimenticare lo sciagurato intercetto- e Todd Gurley, che con 156 yards ed un touchdown ha avuto modo di rendere felici pure ieri milioni di fantasy owners: i festeggiamenti probabilmente saranno già terminati, in quanto giovedì L.A. dovrà scendere nuovamente in campo contro dei Vikings feriti nell’orgoglio.

8 thoughts on “NFL Week 3: tutto come previsto… forse

  1. Anche ieri grande spettacolo…, la Nfl sa sempre sorprendere e stupire!!!
    Buffalo stende Minnesota nel più impreventivabile degli upset, Green Bay perde malamente al cospetto del rinato Peterson e Jacksonville subisce in difesa dai Titans! Senza contare la disfatta di New England! Insomma grandissime sorprese come sempre. La sconfitta di Minnesota è davvero inspiegabile: ok i due turnover iniziali subiti, ma poi hanno subito per tutta la partita in ogni settore del campo contro una squadra che fino ad ora era stata inguardabile!!! Green Bay senza il miglior Rodgers (che adesso non sta bene ahimè per loro…) vale veramente meno di quanto potessi immaginare. Gli scricchiolii in casa Patriots invece, uniti a tutte le polemiche estive Brady- Belichick, “sembrano” invece davvero preoccupanti ogni giornata di più: la verità è che senza Butler dietro, Solder in linea d’attacco, Lewis a Rb e Amendola, Cook e Edelman a ricevere (e con Brady in chiara discesa…) non puoi essere sempre così arrogante da pensare di poterli sempre sostituire senza problemi. Anche se nell’ultimo ventennio ci sono quasi sempre riusciti…. Miami sorprende sicuramente perché per tutta la offseason è stata trattata dai media e dagli esperti come una squadra di pensionati e dilettanti che sarebbe stata gettata allo sbaraglio all’inizio del campionato. Non amo Gase, ma devo riconoscere che sa il fatto suo, insieme al suo nuovo Offensive Coordinator: non ama le stelle, non ama le star che vogliono sempre il pallone e non ama snaturare gli schemi per un solo giocatore. Ha smontato la squadra degli ultimi due anni, inserendo gente più malleabile e disponibile a ritagliarsi ruoli più marginali per il bene della squadra e per ora la cosa sta pagando. Il calendario finora è stato abbordabile, comunque è stato fatto un ottimo lavoro per mascherare i problemi sia in difesa che in attacco e per portare a casa tre preziosissime vittorie. Gli infortuni però, come per tutte le altre 31 franchigie, si stanno facendo sentire: fuori Sitton tutta la stagione (disastro), malconcio Hayes, malconcio Reshad Jones… Domenica ci saranno i Patriots, in una partita che dirà tantissimo sul prosieguo del campionato di ambedue i team. In ogni caso, era dal 1998 che non si vincevano tre partite all’avvio, quindi mi godo il momento. Il sogno playoff c’è, anche se il calendario delle ultime sei-sette partite è terribile!

    • Ciao Deolone!
      Ammetto che a vedere questi Dolphins tu mi sia venuto in mente e certo, la stagione è ancora lunghissima, ma con un successo domenica potreste veramente iniziare a sognare!
      Tannehill mi sta impressionando, in quanto almeno una big play a partita la riesce a creare e non sta praticamente commettendo alcun tipo di errore: cosa dire poi di una difesa che ormai sta rendendo impossibile la vita di ogni attacco? Howard aveva già mostrato potenziale per diventare un lockdown corner e questo inizio di stagione ha legittimato ulteriormente la sua candidatura a questo ruolo: goditi il momento!

      • Beh caro Mattia, se tifi Dolphins in Italia vuol dire solo una cosa: hai visto giocare Dan Marino dal vivo e sei rimasto con questa “squadraccia” nel cuore! Ergo…, sono un vecchietto del 1972… Per ora la squadra ha stupito tutti, media USA compresi, non tanto per il mercato estivo, quanto per la solidità espressa sui due lati del campo. Non ho pianto quando ho visto andare via Landry (rimpiazzabilissimo da gente che ha ingaggi inferiori), Pouncey (mitico veterano di mille battaglie ma davvero a pezzi ormai da tempo) e Suh (strapagato, arrogante, spacca spogliatoio e mai davvero davvero decisivo come ad esempio Mack), ma ho capito la nuova filosofia imposta da Gase con Amendola, Sitton, Gore e Wilson: meno star, meno workhorses, più suddivisione di onori e oneri e tutti uniti per il bene della squadra più che per le proprie statistiche personali. Non amo Gase comunque (nelle interviste sembra sempre un pazzo stralunato psicopatico) e ho pianto davvero quando ha cacciato Ajayi, ma devo riconoscere che quest’anno sta facendo un lavoro pazzesco: sia in attacco che in difesa, si vede a occhio nudo un lavoro tattico davvero minuzioso e straordinario, come non se ne vedevano a Miami da…20 anni. In attacco c’è un bilanciamento ottimo tra corse e lanci e questi ultimi sono sempre ben distribuiti tra i diversi ricevitori e con mediamente poca profondità: lanci più corti, continuo avanzamento della palla e piccolo costante aiuto per Tannehil, che fenomeno non sarà mai, ma questo tipo di gioco lo sa fare bene. Per le prime due partite le corse sono ste un fattore, poi coi Raiders non si è fatto un metro e allora Gase è andato giù con trick plays e lanci a ripetizione: ottima gestione! In difesa stiamo facendo miracoli, anche se gli infortuni aumentano a dismisura. Si è concesso poco sulle corse (incredibile…) e le secondarie stanno facendo un lavoro ottimo (e questo si sapeva…): adesso chi lancia contro MIami ha paura. Ottimo finalmente Alonso in questo avvio di stagione: l’anno scorso era stato penoso, ma adesso sta tenendo su il reparto LB da solo. Finora il calendario ha dato una mano e domenica coi Pats sarà una partita chiave: se si vince, allora crederò ai playoffs. Altrimenti, me ne starò quieto quieto fino alla fine, dato che le ultime 6 giornate saranno durissime. Comunque, lasciatemi godere un pochino!!!!

        P.s.= ultime due cosette: vedo chiamati dei “roughing the passer” ridicoli (vedi contro Packers!) e non ho visto benissimo gli Steelers, che hanno vinto di 3 contro dei Bucs condannati solo dai 3 intercetti del “tornatoumano” Fitz!

  2. Per arrivare al SB servono le difese e in questo senso i verdetti sono già chiari: chi NON ci arriverà delle squadre forti sono Atlanta, New Orleans (Brees epico: un vero peccato), Chiefs e ovviamente Patriots che hanno finito il ciclo.
    Philadelphia sembra ancora in rodaggio, i Rams, viceversa, troppo in forma (e si sa come va a finire).
    Non si capisce ‘sta storia del regolamento, sinceramente.

  3. Peraltro i Bucs perdono solo per un paio di lanci sconsiderati di Fitzpatrick, vanificando una prestazione di pura onnipotenza di Evans, ma gli Steelers stanno messi male assai, nonostante la W.

    • Premesso che il tuo nickname è super!….per me la partita i Bucs l’hanno persa anche perchè hanno placcato davvero da schifo!!!

      • Vabbe’, Tampa è Tampa, ma hanno perso di 3 non di 20… Per ora l’unica squadra che ha mostrato sia attacco che difesa (ma comunque non al massimo) è Philadelphia. Interessante Chicago, col ciclone Mack in piena eruzione.

  4. Come diavolo è possibile rompersi il crociato in quel modo,doveva essere già lesionato.

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