Fino al NFC Championship i Vikings erano stati una squadra pressoché perfetta, decisamente fortunata nel passaggio del turno precedente grazie alla ricezione tramandata ai posteri come “Minnesota Miracle”, ma comunque mostratasi costante e solida durante tutto il corso della regular season, nonché abile a trovare una nuova quadratura dopo l’infortunio che l’aveva privata del QB titolare nelle prime battute del torneo.

Cousins, il volto nuovo in cabina di regia

Con queste premesse, una defense che era risultata la seconda, se non la migliore, della lega fino a quella dannatissima finale di conference e un attacco che aveva trovato una sua alchimia, il GM Rick Spielman si è trovato ad operare in una offseason che parrebbe essere terribilmente decisiva per il futuro immediato della franchigia guidata dai fratelli Wilf e dopo aver accettato di perdere il genio offensivo Pat Shurmur sostituendolo con un altro mago del calibro di John DeFilippo, allenatore dei QB a Philadelphia nelle ultime season, ha deciso di giocarsi il tutto per tutto mettendo sotto contratto il miglior quarterback presente in free agency, ovvero Kirk Cousins, inspiegabilmente lasciato libero dai Redskins dopo 3 stagioni consecutive concluse, ognuna, con oltre 4,000 yards e 25 TD pass lanciati.

In lui Spielman e l’HC Mike Zimmer hanno individuato il franchise QB che mancava ai Vikings per fare il definitivo salto di qualità e con il suo ingaggio hanno cambiato completamente volto alla depth chart della posizione, mantenendo la sola promessa Kyle Sloter, strappato alla pratice squad di Denver durante la scorsa stagione, e lasciando andare i tre starter che si erano alternati alla guida della offense negli ultimi due anni, Case Keenum, Sam Bradford e Teddy Bridgewater, prima di completare definitivamente l’operazione rinnovo con la trade che gli ha permesso di acquisire un valido ed esperto backup del calibro di Trevor Siemian, altro ex Broncos.

Thielen e Diggs, coppia di WR tra le migliori della NFL

Confermati sulle sideline i gemelli diversi Adam Thielen e Stefon Diggs, diventati ormai una delle migliori coppie di receiver della NFL, i Vikings hanno alzato il livello del gruppo receiver andando ad ingaggiare l’ex prima scelta dei Titans Kendall Wright, reduce da un’esperienza con poche luci e tante ombre ai Bears e mai del tutto in grado di ripagare Tennessee della pick spesa per agguantarlo nel corso del Draft 2012; un altro ex first rounder che non ha rispettato le premesse, Laquon Treadwell, cercherà di entrare nelle grazie del nuovo QB, fungendo da quarta opzione in una depth della quale faranno parte i rapidissimi Tavarres King e Stacy Coley, attualmente preferiti all’interessantissimo Korey Robertson, undrafted WR che spera di ritagliarsi un po’ di spazio con l’avanzare della stagione regolare.

Altri due giocatori finiti ai margini dell’ultimo Draft, i running back Roc Thomas e Mike Boone sono in lizza per occupare lo spot di third-back lasciato libero da Jerick McKinnon, passato a San Francisco, e non ancora solidificato da Mack Brown, ex Skins giunto in Minnesota già lo scorso autunno; i tre si giocheranno fino all’ultimo le loro chance di ricoprire un posto di prima riserva alle spalle della coppia di runner composta da Latavius Murray e Dalvin Cook, pronto a riprendersi i galloni da starter dopo aver recuperato dall’infortunio che ha interrotto una rookie season iniziata in modo decisamente positivo.

Season, la prossima, che non vedrà ai nastri di partenza Nick Easton, guardia sinistra infortunatasi nei giorni scorsi e prontamente rimpiazzata da Danny Isidora, attualmente preferito ai vari Aviante Collins, Cedrick Lang e Kaleb Johnson, per lo spot a fianco del center Pat Elflein, sul lato opposto a Mike Remmers; innesto di peso dell’offseason 2017 con il left tackle Riley Reiff, confermatissimo in protezione sul blind side, sarà affiancato a destra da Rashod Hill, che grazie alle prestazioni positive inanellate sul finire della passata stagione sembra essere in vantaggio rispetto all’ex Bears Tom Compton e al second rounder Brian O’Neill.

Griffen e Hunter, le macchine da sack della Vikings-D

Perso il pesante Tom Johnson, ad aiutare Linval Joseph al centro della linea difensiva è stato chiamato Sheldon Richardson, altro atleta di vertice presente nell’ultima free agency che va a rinforzare una linea davvero ben assortita, capace di andare costantemente a caccia dei QB avversari grazie all’ottimo lavoro svolto all’esterno dai DE Everson Griffen, second team All-Pro, e Danielle Hunter; alle loro spalle il sempreverde ed eclettico Brian Robison fornisce garanzie in un gruppo di backup qualitativamente apprezzabile, in cui spiccano Jaleel Johnson e Jalyn Holmes, matricola che può fornire un buon contributo in entrambe le posizioni della DL.

Gli ex Bruins Anthony Barr ed Eric Kendricks, da tre anni leading tackler indiscusso del team, saranno ancora una volta i protagonisti principali in una mediana che ama cambiare spesso schieramento, confondendo costantemente gli attacchi che la affrontano; a completarla, quando Zimmer e il DC George Edwards decidono di puntare su 3 linebacker, il solido Ben Gedeon, giocatore al secondo anno da Michigan che ha saputo ritagliarsi un buono spazio giĂ  da rookie e che ha saputo consolidare la sua posizione in estate, facendosi preferire a Kentrell Brothers e alla settima scelta Devante Downs.

Kendricks, da tre stagioni il miglior placcatore di Minnesota

Xavier Rhodes, ormai una garanzia indiscussa sulle sideline difensive, e Trae Waynes, saranno la coppia titolare in una depth di cornerback che annovera ben 4 first rounder su 5 componenti, oltre ai due starter ne fanno infatti parte anche il veterano Terence Newman, che compirĂ  40 anni prima della partenza della nuova stagione, e la trentesima scelta assoluta del Draft 2018 Mike Hughes, messosi in luce con Central Florida in NCAA.

Ottimo returner si dividerà il compito di seminare il panico nelle azioni di special team con Marcus Sherels, da anni uno degli atleti più letali della NFL sui ritorni, andando a completare un reparto che ha confermato Ryan Quigley nel ruolo di punter ma non ha sciolto ancora i dubbi riguardante la posizione di kicker, per la quale è sempre viva la battaglia tra il veterano Kai Forbath e il rookie Daniel Carlson; il coordinator Mike Prefier prenderà una decisione definitiva solo a pochi giorni dal kickoff weekend, giorno in cui si faranno certo trovare pronti Andrew Sendejo e Harrison Smith, safeties titolari che hanno tolto parecchie castagne dal fuoco ai Vikings nell’ultima stagione, nonché principali interpreti dell’aggressività che contraddistingue la difesa dei purple & gold.

Caratteristica sulla quale continuerà a puntare incessantemente Zimmer, voglioso di dimostrare che la pesante ripassata subita al Championship sia stato solo un episodio, una sorta di black-out improvviso che ha colpito l’intero reparto difensivo di Minnesota, franchigia che parte sicuramente con i favori del pronostico all’interno della NFC North dove, almeno sulla carta, sembra avere un qualcosa in più rispetto alle contender. Da partire in pole nella griglia della Division ad essere indicata come potenziale vincitrice del Super Bowl, come sta succedendo al di là dell’Oceano, c’è però una bella differenza, e al team dei fratelli Wilf converrà affrontare una partita alla volta, tenendo ben a mente che la strada verso Atlanta sarà lunghissima, nonché lastricata di ostacoli ed insidie.

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