Il football americano è bello anche perché una stagione può essere nettamente diversa dalla precedente; vuoi per il mercato di post season azzeccato, vuoi per dei pick ai draft ben messi, una squadra che in una stagione ha incontrato parecchie difficoltà, la stagione successiva potrebbe trovarsi ai playoff; viceversa, una squadra che ha avuto una stagione molto promettente, potrebbe trovarsi a cercare di salvarsi dall’ultimo posto nella propria division. Questo secondo caso è proprio quello che ha riguardato i New York Giants. Anche se c’è da dire che loro, l’ultimo posto in division se lo sono assicurati già a poche giornate dall’inizio. Forti di un 11-5 ottenuto nella stagione 2016, approdati ai playoff (sconfitti al primo turno, quello di wild card, dai Green Bay Packers), si aspettavano una stagione ad alto livello e invece… invece si sono trovati a galleggiare malamente in fondo alla classifica. No, non della division, non della conference, ma dell’intera lega, con un pesantissimo bilancio finale di 3-13.

Si sono salvati dall’ultimo posto solo perché i Browns sono riusciti a fare peggio, registrando un clamoroso 0-16, Certo, ben poco con cui consolarsi, tutto ciò che poteva andare storto, è andato storto: infortuni che hanno decimato la squadra, in particolare il reparto d’attacco che si è trovato orfano delle sue tre stelle, Brandon Marshall, Sterling Shepard ma soprattutto Odell Beckham jr. Oltretutto, la stagione 2017 era la seconda sotto la guida di Ben McAdoo, chiamato ad una conferma importante, ma l’unica impresa che è riuscito a portare a termine è stata quella di fermare la corsa del record di Eli Manning, inchiodando a 210 il numero di partite consecutive da starter del quarterback, prima di vedersi recapitare la lettera di licenziamento a campionato oramai terminato.

Il nuovo General Manager, Dave Gettleman, tornato a New York dopo l’esperienza in Carolina, sarà chiamato ad un compito importantissimo, quello di ricompattare una squadra che raramente ha vissuto un’annata così disastrosa. Compito che sarà condiviso con il nuovo head coach Pat Shurmur, una scelta possibilmente azzeccata, uomo con una ventennale esperienza di Nfl, ha avuto un passato da allenatore di reparto negli Eagles, nei Rams e due stagioni nei Vikings, con 27 partite alla guida dell’attacco. Nel 2017 è stato nominato Nfl assistant coach of the year dalla pro football writer association ( e questo sì che è un premio prestigioso). Sembra quindi essere l’uomo giusto per assolvere a questo compito. Ad affiancarlo è stato chiamato Mike Shula, come offensive coordinator, che ha passato gli ultimi 6 anni nei Carolina Panthers, in differenti cariche offensive, un uomo che ha avuto a che fare con quel concentrato di egocentrismo e narcisismo che è Cam Newton, impresa non da poco, mentre per la difesa è arrivato James Bettcher, dagli Arizona Cardinals, dove negli ultimi due anni ha ricoperto ottimamente il medesimo ruolo. Sempre dai Panthers è approdato a New York, Thomas McGaughey, che coordinerà lo Special Team.

Sul fronte quarteback la situazione sembra ormai chiara: nessun dubbio su Eli Manning, nonostante il pessimo bilancio dello scorso anno e la conseguente scelta effettuata da McAdoo, al momento della sua esclusione da titolare i Giants viaggiavano con un record di 2-9 ed Eli aveva lanciato solo 3.468 yards, subendo 13 intercetti e passando 19 touchdown, numeri che hanno avuto il loro peso. Però, mettere in panchina un due volte campione e decidere di mettere a sedere tutta la storia che c’è con lui, con un record storico di presenze da titolare ad un passo (fermato a 210, contro le 297 di Favre), è stata forse una scelta troppo drastica. Certo, pensare al futuro è imprescindibile, Manning ha comunque 37 anni, ma fargli chiudere una carriera anzitempo, solo perché una stagione è andata terribilmente storta, sarebbe stato ingiusto nei confronti di questo giocatore, che tanto ha dato, e siamo sicuri, ancora darà, al mondo della Nfl.

Il reparto offensivo è quello su cui si concentra l’attenzione maggiore, vista la quantità di infortuni che hanno colpito i titolari la passata stagione; dopo le riconferme dei wide receiver Roger Lewis e Sterling Shepard, recuperato dall’infortunio, è arrivata anche quella del tight end Evan Engram, che al suo primo anno da rookie ha collezionato 15 presenze di cui 11 da titolare, 64 ricezioni, 722 yards ricevute e 6 touchdown. Numeri che, se sommati a quelli di Shepard e di Odell Beckham Jr, e confermati, e se i Giants saranno graziati da infortuni, rappresenterebbero una potenza di fuoco offensiva tra le più pericolose dell’intera lega. Nonostante l’assenza di Brandon Marshall, ora ai Seattle Seahawks, che nei Giants non ha potuto esprimersi a causa dell’infortunio alla caviglia che lo ha costretto a terminare la stagione dopo appena 5 giornate, si conta sul rinforzo fornito da Cody Latimer, ex-Denver Broncos, mentre la linea offensiva vede la prestigiosa aggiunta di Nate Solder e di tutta la sua esperienza di postseason, nonché l’inserimento di uno tra Patrick Omameh ed il rookie Will Hernandez nel ruolo di guardia sinistra.

Riconferma ormai certa anche per Odell Beckham Jr, che sta cominciando a trattare per il rinnovo contrattuale. Che dire di questo giocatore? Servirebbe un intero articolo a parte solo per elencare i suoi record, ottenuti in appena quattro anni da professionista. Uno su tutti, il giocatore più veloce della storia della Nfl a raggiungere le 4.000 yard ricevute in carriera e questo nel 2016. Un wide receiver immenso, uno dei più forti dell’intera lega, talmente forte e consapevole di esserlo, da diventare antipatico. Le sue scene di festeggiamenti dopo i touchdown scatenano le ire dei tifosi avversari, ma è un fenomeno e questo è innegabile. Per gran parte della stagione, soprattutto dopo l’infortunio, si discuteva molto se tenerlo o meno, lui stesso metteva in dubbio la sua permanenza in una squadra che non gli offriva la garanzia di ambire a titoli importanti. Ma dopo questa “piccola” rivoluzione, sembra che il sereno sia tornato, e che il vulcanico ricevitore sia pronto a rimettersi a piena disposizione di Manning.

Si pensava che le scelte effettuate ai draft si sarebbero concentrate sul trovare un valido backup per Manning. Il nome prescelto è stato quello di Kyle Lauletta, promettente 23enne cresciuto nel college di Richmond. Comunque sia, anche tutti gli altri atleti selezionati, in una squadra da ricostruire, con molta probabilità saranno chiamati a rivestire ruoli da titolari fin da subito. Già detto della offensive guard Hernandez, c’è da considerare l’arrivo dell’ outside linebacker Lorenzo Carter, dei due defensive tackle BJ Hill e RJ McIntosh, ma il nome più scintillante è quello di Saquon Barkley, running back e seconda scelta assoluta, che andrà a rinforzare un reparto in grande affanno promettendosi di terminare il campionato come matricola dell’anno.

Nella difesa sono rimasti i nomi più importanti, dal defensive end Olivier Vernon al safety Landon Collins, vero leader di reparto con all’attivo 104 tackle e 2 intercetti. Al loro fianco, oltre ai già citati rookie, arriverà dagli Arizona Cardinals il defensive end Kareem Martin per compensare la perdita di Jason Pierre-Paul, sbarcato a Tampa Bay, l’esperto safety Michael Thomas dai Dolphins, il linebacker Ray-Ray Armstrong che lascia San Francisco, ma soprattutto il linebacker Alec Ogletree dai Los Angeles Rams. Ogletree, tornato in campo dopo la frattura del perone nel 2015, ha disputato un campionato collezionando 136 tackle stabilendo il suo personale primato, ed in soli cinque anni da professionista, ha un record di 501 tackle 6 intercetti e 12 fumble forced. Ulteriori rinforzi arriveranno dai cornerback William Gay, dagli Steelers, e Curtis Riley, Titans, altri ritocchi che forniscono una migliore idea di come questo reparto abbia subito il maggior numero di modifiche tra una stagione e l’altra.

Il Kiker titolare sarà Aldrick Rosas, alla sua seconda stagione nei Giants, dopo la buona, ma sfortunata, prima, chiusa con un 72% di realizzazione, per i punt spazio invece a Riley Dixon.

Tutto quindi sembra pronto in casa Giants per affrontare questa nuova stagione, dove troppi passi falsi non saranno tollerati e dove tutti sperano che la sfortuna, dopo essersi accanita pesantemente, volti il suo sguardo da un altra parte, lasciando che i Big Blue, rinnovati ma sempre guidati dall’inossidabile Manning, si dimentichino del sapore amaro dell’erba e ritrovino il dolce profumo della vittoria.

 

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