Il primo round del draft di quest’anno è stato fra i più pazzi, imprevedibili e divertenti dell’ultimo decennio e non poteva essere altrimenti: con quattro -cinque- quarterback da potenziale prima scelta e con i Browns con due scelte nelle prime quattro, di ingredienti per una nottata così folle non ne mancavano.
Ovviamente il tempo ci darà torto su ogni singola cosa detta prima e dopo il draft, ma provare ad analizzare quanto appena successo è quanto più di naturale esista per chi è in astinenza da football vero da quasi tre mesi: vediamo un po’ com’è andato questo primo turno.

Chi sale

Baltimore Ravens

Vincere un Super Bowl spesso chiude un cerchio aperto anni prima, ma teoricamente non dovrebbe costare a tale squadra la possibilità di essere competitiva nel successivo lustro: ciò è quanto accaduto a Baltimore che, da quando ha dato a Flacco il contratto della vita, non è più stata in grado di raggiungere i playoff -se non in un’occasione- principalmente a causa di falle perpetue nel roster rese incolmabili dall’ingombrante salario di Flacco.

Steal del draft?

Tradando un paio di seconde scelte -una riguarderà il 2019- i Ravens sono riusciti finalmente a darsi la possibilità di avere nuovamente un futuro aggiudicandosi Lamar Jackson con la trentaduesima scelta assoluta: metterlo tra le mani di Mornhinweg, che di quarterback mobili ne sa già qualcosa, dovrebbe aiutarlo immensamente a pulire alcuni aspetti del suo gioco soprattutto per quanto riguarda gli “aspetti tradizionali” della posizione, anche se il suo immenso atletismo gli permetterà di avere successo in ogni caso… a partire dal 2019, anno in cui i Ravens potrebbero finalmente liberarsi di quell’immenso masso di Sisifo che è il contratto di Joe Flacco.
La scelta che con la venticinquesima chiamata ha portato Hayden Hurst in Maryland risponde ad un’impellente necessità, anche se con Calvin Ridley ancora disponibile e la nota connessione fra Newsome ed i prodotti di Alabama mi sarei aspettato che propendessero in questa direzione, anche se i movimenti nella free agency sono riusciti ad infondere nuova linfa vitale al parco ricevitori dei Ravens, rendendo la posizione di tight end assolutamente prioritaria: Hurst è ovviamente uno dei migliori tight end del draft, però sarà un rookie di 25 anni che gioca nel ruolo con la curva d’apprendimento più lunga e complessa di tutto il football americano.
Che inizio di ultimo draft per Newsome.

Arizona Cardinals

Mai e poi mai mi sarei aspettato Josh Rosen ancora disponibile alla decima assoluta e, vista la natura aggressiva della trade, neppure i Cardinals a quanto pare si sarebbero aspettati uno scenario del genere; Rosen è a detta di ogni analista il quarterback più NFL-ready di tutto il draft ma assurdi “problemi caratteriali” -leggasi “avere interessi fuori da quel maledetto campo”- sembrano aver convinto più GM a stare alla larga dall’ex UCLA: dopo essersi visti sfilare Patrick Mahomes dai Kansas City Chiefs, i Cardinals hanno spedito ad Oakland un paio di scelte -una terza ed una quinta- più la loro quindicesima per la decima assoluta con la quale si sono aggiudicati Josh Rosen, ovvero il quarterback del loro futuro che avrà sì l’occasione di aspettare ed imparare da Sam Bradford ma che, in caso di infortunio e/o disastri di Bradford, potrebbe tastare il campo prima di quanto ci si possa aspettare.
Essere stato scelto con la decima chiamata assoluta sembra lo abbia toccato sul personale, ed ha già rabbiosamente giurato “vendetta” a tutti ed otto i team che lo hanno snobbato: per analizzare la scelta c’è tempo, ma a pelle questa è fra le migliori chiamate di tutto il primo round.

New York Jets

Una serie di imprevisti che aiutano i Jets ad avere esattamente ciò che vogliono? In che mondo viviamo?
Che New York avesse messo gli occhi su Darnold era un fatto risaputo da tempo, ma purtroppo per loro pure i Browns secondo varie fonti lo avevano già strizzato a più riprese in sua direzione, e non dimentichiamoci che con la seconda i Giants per un vasto numero di analisti avrebbero potuto indirizzare il post-Manning: incredibilmente i Browns hanno deciso di virare all’ultimo secondo su Baker Mayfield, mentre i Giants hanno applicato la logica del best man available a scapito di draft what you need mettendo le mani su Saquon Barkley, il miglior giocatore disponibile al draft secondo chiunque, lasciando così ai Jets il loro prospetto dei sogni, il loro futuro -si spera- franchise quarterback.
Era difficile immaginarsi uno scenario del genere, soprattutto perché il nome di Mayfield fino a due giorni fa non era stato praticamente mai accostato alla prima scelta assoluta dei Browns, anzi, veniva spesso e volentieri dato proprio ai Jets che invece almeno questa volta sono riusciti ad uscire dal primo round con esattamente ciò che volevano: buon per voi J-E-T-S, anche se adesso vedete di farla funzionare.

Denzel Ward

Buona scelta, ma forse i Browns avrebbero fatto meglio a guardare verso Chubb.

Non voglio assolutamente definirlo un overachiever, ma sinceramente non mi sarei mai e poi mai aspettato Denzel Ward scelto con la quarta chiamata assoluta: anche i muri oramai sapevano che le prime quattro scelte avrebbero compreso due quarterback a piacere, Barkley e Bradley Chubb, eletto a furor di popolo miglior giocatore difensivo di questo draft, ma i Browns dopo averci voluto sorprendere con la prima scelta assoluta hanno ben pensato di fare altrettanto con la quarta.
Ward è un atleta eccezionale paragonato da NFL.com a niente di meno che Chris Harris Jr. e la sua scelta risponde ad un bisogno primario del loro roster, che ora può contare su un giocatore che vestirà una maglia da titolare da subito migliorando sensibilmente il livello medio della secondaria: rimango convinto che la scelta giusta sarebbe stata quella di assicurarsi Chubb andando così a formare con Myles Garrett il pass-rushing duo più intrigante di tutta la lega, ma in realtà non si può rimproverare nulla ai Browns che si sono assicurati un giocatore di assoluto livello di cui avevano disperatamente bisogno in un ruolo sempre più importante.
L’importanza dei cornerbacks nella NFL dei giorni nostri è ben nota e vedere come l’evoluzione del gioco condizioni pure i draft è alquanto affascinante: speriamo che la maledizione di Cleveland lo lasci in pace, in quanto ho ancora negli occhi la Justin Gilbert’s Experience e no, non è stata bella da vedere.

Mosse che ho amato

Purtroppo, o per fortuna, non posso scrivere un articolo di diecimila parole in cui analizzo ogni singola scelta andata in scena questa notte, però secondo il sempre valido principio dei “Nuggets”, proverò a dirvi velocemente quali mosse mi sono particolarmente piaciute. Roquan Smith ai Bears è la definizione enciclopedica di “scelta sicura” e vorrei farvi notare che i Bears stanno costruendo qualcosa di veramente speciale e sono vicini a competere più di quanto voi possiate immaginarvi: molto dipenderà da Trubisky, però di motivi per essere ottimisti non ne mancano. Come mi disse il buon Jerry Kramer, probabilmente la posizione di guardia è la meno sexy ed accattivante e scegliere con la sesta assoluta una guardia non farà sicuramente esaltare molti tifosi, ma Quenton Nelson è per la quasi totalità degli analisti l’O-lineman più completo e NFL-ready dai tempi di Larry Allen e risponde pienamente ai bisogni di Indianapolis: bisogna in qualche modo proteggere Andrew Luck e dare vita al running game ed a quanto pare, per ora missione compiuta. Vita Vea alla dodici ai Bucs? Non credevo fosse possibile, però Tampa Bay è riuscita a rinforzare drasticamente il defensive front: correre contro di loro sarà molto, molto problematico nel 2018. Steal of the draft? Derwin James ai Chargers con la diciassettesima scelta, anche se Lamar Jackson alla trentadue… sarà una bella battaglia, ma buon per i Chargers, che hanno risposto ad un bisogno impellente con un’ottima scelta.

Chi scende

Buffalo Bills

Dunque, i Bills hanno praticamente utilizzato ogni singola scelta importante del loro draft per garantirsi Allen e Tremaine Edmunds: guardiamo meglio.
Se un quarterback viene accostato per mesi alla prima scelta assoluta dei motivi chiaramente devono esserci, però il caso di Allen è alquanto intrigante a causa principalmente della sua bassissima percentuale di completi -56.2% in carriera-, motivo per il quale probabilmente è scivolato fino alla settima chiamata: dunque, il quarterback “meno accurato” del draft viene draftato, a carissimo prezzo tra l’altro, dal team con il parco ricevitori più scarno di tutta la lega? Teoricamente, investimenti del genere vanno accompagnati da una serie di mosse che mettano tale investimento nella miglior posizione possibile: risulta dunque ancora più sorprendente la scelta di Edmunds, sicuramente un ottimo linebacker ma non proprio ciò di cui i Bills avevano bisogno, visto soprattutto che alla sedici erano disponibili ancora TUTTI i ricevitori.
Probabilmente a settembre non vestirà una maglia da titolare, è giusto dare una chance a McCarron, però al momento faccio fatica a comprendere pienamente queste due mosse: spero che i Bills abbiano pronto un piano piuttosto efficace.

New Orleans Saints

Ziggy Ansah 2.0 o il tassello mancante per il Super Bowl?

Difficilmente vedrete un draft migliore rispetto a quello dei Saints lo scorso anno, ma se devo essere onesto non posso che sentirmi sorpreso dalla loro mossa, la cui aggressività -hanno smerciato la loro prima scelta del 2019- che li ha portati tramite trade a possedere la quattordicesima scelta assoluta faceva intuire che l’avrebbero usato per assicurarsi il successore di Drew Brees: nulla di tutto ciò, in quanto con la quattordicesima scelta assoluta i New Orleans Saints hanno scelto… Marcus Davenport, defensive end dall’università di Texas-San Antonio.
Davenport ha tutto il potenziale del mondo per diventare il prossimo grande pass-rusher di questa lega, ma al momento è ancora decisamente troppo acerbo per avere da subito un impatto in un team così vicino al Super Bowl: non voglio assolutamente dire che questa sia una pessima scelta, ma mi aspettavo guardassero in un’altra direzione, poiché tale aggressività è sintomo di una mentalità win-now.
Vedremo.

Denver Broncos

Sì, Bradley Chubb è il miglior difensore di tutto il draft, ma siamo sicuri che sia ciò di cui hanno bisogno i Denver Broncos?
Il giocatore è di indubbio valore, ma pensiamo per un attimo ai Denver Broncos: il loro attacco è guidato da Case Keenum, quarterback che per quanto eroico sia stato nel 2017 altro non è che un journeyman, la linea d’attacco è costantemente fra le peggiori della lega e dietro di lei non si sa nemmeno chi correrà e, dulcis in fundo, il corpo ricevitori continua inesorabilmente ad invecchiare e non è produttivo da almeno due o tre anni.
Per carità, l’accoppiata Miller-Chubb terrà svegli la notte parecchi offensive coordinator, ma purtroppo per loro il football è il gioco di squadra per eccellenza e senza un attacco efficiente non si è in grado di vincere: dovranno inevitabilmente rimediare fra questa sera e domani.
Elway, finirai mai di essere così… clamoroso?

I wide-receiver

La riscoperta dei runningback nella top five -Zeke, Fournette e quest’anno Barkley- sembra voler ostinatamente ributtare indietro il calendario di vent’anni -anche se i runningback sopracitati hanno giocato decisamente bene e cambiato il corso delle rispettive franchigie- e vedere che il primo ricevitore selezionato ha dovuto aspettare fino alla ventiquattresima scelta assoluta per sentire il suo nome -D.J. Moore, preso dai Panthers- mi ha stupito e non poco, così come il fatto che quello considerato dai più come il miglior ricevitore disponibile, Calvin Ridley, sia stato scelto con la numero ventisei dai Falcons.
Dopo che nella scorsa primavera furono scelti ben tre wideout nella top ten -con risultati in tutti e tre i casi disastrosi-, fa impressione vedere come i front offices abbiano tentennato a spendere la loro prima scelta in quella posizione che sta diventando sempre più importante nel football americano moderno: ad onor del vero questa classe di ricevitori è stata da sempre definita come piuttosto “piatta”, “deludente” e “povera”, ma zero ricevitori nella top twenty non me li sarei mai aspettati.

Seattle Seahawks

Dunque, proviamo ad analizzare il tutto con estrema calma.
Seattle, dopo aver distrutto la Legion Of Boom, con una linea d’attacco da oramai un lustro assolutamente ridicola, con un defensive front da rimpolpare, usano la loro ventisettesima scelta assoluta per prendere Rashaad Penny, runningback che sicuramente avrebbero potuto prendere al secondo giro?
Io non li capisco più questi ‘Hawks.

Leighton Vander Esch

La posizione di middle linebacker non era sicuramente la più problematica per i Dallas Cowboys, dunque selezionare un linebacker al primo round comprensibilmente avrà deluso un gran numero dei tifosi presenti ad Arlington, proprio nello stadio dei Cowboys: da qui a riempire di fischi e boo un ragazzo che ha appena coronato il sogno di una vita, però, ce ne passa ed il loro comportamento è stato alquanto riprovevole.
Spero solo che tutto ciò lo motivi e non lo deprima, sennò la sua carriera è iniziata nel peggior modo immaginabile, anche se lui, giustamente, nella foto sembra parecchio felice.

18 thoughts on “NFL Draft 2018: chi sale e chi scende dopo il primo round

  1. Deplorevole il comportamento dei tifosi di casa alla scelta di vander Eshe , ritengo invece fosse il primo Need dei cowboys il ruolo di in vista la situazione Sean Lee e Smith

  2. Non sono d’accordo con buona parte dell’analisi.

    Baltimora: prende un QB sulla carta talentuoso, mobile, diciamo uno dei tanti, sempre piu’, QB che pensano a lanciare tanto quanto a correre. Personalmente non mi fanno impazzire,ma e’ ovviamente una personale opinione. Non capisco come, pero’, Baltimore ne esca vincitrice. Flacco ha 33 anni, non 40, e dubito che Jackson vedra’ il campo la prossima stagione. Se Flacco si manterra’ a buoni livelli, sara’ difficile metterlo da parte per Jackson. E mettiamo che Flacco faccia ancora 2 anni, non sono cosi’ sicuro che Jackson sara’ in grado di prendere in mano la squadra subito dopo 2 anni da quasi fermo. Indubbiamente prenderlo con la scelta numero 32 e’ stato per i Ravens ottimo.

    Arizona: Rosen e’ un arrogantello, e lo ha dimostrato ancora una volta nella sua conferenza stampa post draft. Non e’ nemmeno integro fisicamente, anzi, ma i Cardinals vanno storicamente matti per i QB con problemi fisici, per cui contento loro… Su Rosen ci sono troppi se e troppi ma. Vediamo se trasformera’ questa sua spocchia in risultati sul campo. Che salgano e’ tutto da vedere.

    Bills: insomma, fino a ieri prima del draft, Allen era dato da alcuni analisti della NFL come prima scelta assoluta. Adesso che i Bills lo hanno preso come settima, e’ un QB poco accurato e quindi poco affidabile. E’ vero che i Bills hanno anche altri buchi in attacco, ma vorrei anche ricordare che in questo draft avranno ancora la possibilita’ di prendere un WR al terzo giro, e penso che lo faranno. Edmunds veniva dato nelle previsioni della vigilia come un top ten, e i Bills hanno fatto bene a prenderlo. Nessuno dei 2 WR draftati al primo giro sono stelle,per cui a quel punto prendi il giocatore migliore che puo’ fare al tuo caso. Dire che i Bills sono scesi mi pare francamente quantomeno opinabile.

    Denver: ti ritrovi Chubb alla quinta scelta, e cosa avrebbero dovuto fare i Broncos, passare? Non hanno fatto bene, ma strabene. Non si puo’ davvero criticare sta scelta ne’ tantomeno considerare i Broncos in calo. Incompleti si’, ma in calo per aver preso un grande talento non si puo’ leggere.

    E aggiungo: i draft non finiscono al primo giro, e nei giri successivi si possono draftare ottimi giocatori. Questo vale per tutte le squadre, Bills e Broncos inclusi.

    • Rispetto ciò che hai detto, ma ho solo una domanda: perché quando CHIUNQUE fa il discorso “eh se ne pentiranno di non avermi preso…” è ok ed invece se lo fa Rosen è arroganza?
      Spocchia o sicurezza in sé/tranquillità?
      Sto astio nei suoi confronti non lo capirò mai, probabilmente è la maledizione di essere millenial… noi ed i nostri avocado!

      • Non ricordo in recenti draft un giocatore dire: le prime 9 scelte sono state degli errori. Posso capire la rabbia e posso capire la voglia di fare vedere ai GM che si sono sbagliati, ma in quel modo ha mancato innanzitutto di rispetto a dei colleghi. Rosen non e’ nuovo a comportamenti simili, sia chiaro, e magari farebbe meglio a chiedersi se uno dei motivi per cui i GM gli hanno preferito 9 giocatori, non sia stato proprio il suo modo di fare. Io mi auguro non tanto per lui, ma per i Cardinals, che mostri sul campo di non essere solo un chiacchierone.

        • Ma caro Chris, non parliamo di un cattivo ragazzo o quant’altro, parliamo di una persona consapevole della propria intelligenza e non invasata come il 90% dei giocatori-soldatino della NFL!
          Poi per carità, con dichiarazioni del genere è ovvio che tanta gente tifi per il suo fallimento, però non so, io l’arroganza non la percepisco.

          PS: hai pienamente ragione, il draft dura tre e non un giorno, ed anzi, le dinastie nascono dalle scelte del secondo e terzo giorno, però l’articolo di oggi è una pura e semplice reazione viscerale alla gioia di poter parlare di qualcosa di “vero” che riguardi alla NFL dopo tre mesi.

          • Se guardi 10 siti, troverai opinioni diverse su ogni squadre e spesso su ogni scelta, fa parte del gioco :) Ci sono siti che hanno dato C alla scelta dei Giants, senza tenere troppo conto che forse i Giants non consideravano nessuno dei QB di questo draft come un top, e hanno preferito prendere un RB che viene considerato un fenomeno.
            Comunque sono d’accordissimo con te su Seattle, quello si’ :D

          • È questa la cosa che amo del draft, tutti hanno opinioni diverse (abbastanza legittime di solito) e nessuno, per ora, ha torto!
            In ogni caso, concorderai con me nel dire che è stato un draft piuttosto divertente ed impronosticabile.

  3. Scusate la mia completa ignoranza, come mai i Cleveland Browns hanno potuto scegliere sia in posizione 1 che 4?

    • La loro prima scelta -la numero uno- deriva dal loro piazzamento in campionato, mentre la quarta assoluta sarebbe stata degli Houston Texans, che l’hanno scambiata lo scorso anno proprio ai Cleveland Browns: con gli scambi -utilizzati di solito da una squadra per pescare più in alto- ci si può pure passare scelte da un anno all’altro!
      Spero di aver chiarito il tuo dubbio.

  4. A me invece l’articolo è piaciuto eccome, anche se concordo con Chris sui pick di Bills e Broncos. Alla voce”Steal of the draft” mi permetto di aggiungere, parere del tutto personale, che lo porterà a casa il team che sceglierà Will Hernandez nel Round 2.

  5. I Browns a mio parere avrebbero potuto fare molto meglio al pick 4, mentre sono curioso di vedere chi tra i 4 fabolous 4 Qb prenderà per primo il ritmo nella NFL. Bene i Bills secondo me, così così Baltimora perché su Lamar Jackson c’è tantissimo da lavorare: la sua accuracy è penosa!!! Bene i Giants e Tampa e Denver (nel senso che hanno preso il meglio disponibile), mentre non so bene cosa dire sui miei Dolphins: Fitzpatrick è un talento immenso come safety ed è sicuramente un ottimo pick assoluto. Certo, coi buchi atttuali del roster (un LB come si deve e un DE ancora), forse avrei gradito di più Vea o Edmunds, ma ..vediamo i round successivi.

  6. Spunti interessanti…

    Sui QB è inutile fare troppe valutazioni, sinceramente ci vuole un po’ di tutto: fortuna, scouting e coaching staff, vedremo col tempo, certo che fin che ci saranno tutte queste squadre senza un vero QB si continueranno a vedere delle scommesse fatte su prospetti che non sono ancora pronti per la NFL e lo saranno sempre meno se il trend degli attacchi del college continuerà ad essere quello attuale.
    Comunque, anche io, continuo a non capire Allen prima di Rosen, sinceramente è troppo troppo impreciso per meritare una scelta così alta (anche più di Jackson e gioca a un livello molto inferiore). In più, purtroppo per lui, è capitato proprio nel team che non ha nessuno da mettergli davanti mentre lo allenalo per la NFL, boh, magari mi smentiranno.

    Denver ha preso sicuramente il BPA, però continua a essere a un QB e ad una OL dall’essere contender e probabilmente non gli capiterà più di stare così in alto per scegliere un buon prospetto QB. Comunque Chubb l’avrei preso anche io se fossi stato in loro.

    I Seahawks a me stupiscono sempre, però ho un gran rispetto per Carroll e Schneider per non tentare di trovare una
    spiegazione alla loro scelta, in effetti è un po’ arrampicarsi sugli specchi, però ci provo.
    Loro da quando hanno perso Lynch sono una squadra “run first” che non riesce a correre e non riuscendo a correre aggravano pure i difetti di una OL che è scarsa soprattutto in pass protection. Quindi loro vogliono tornare a correre e si vede che non valutavano tanto alti i tackle che rimanevano e pensavano di perdere il loro RB perché non hanno il secondo giro (il terzo glielo abbiamo dato noi perché mi sembrava non avessero nemmeno quello).

    Poi, anche se sicuramente diventeranno due fenomeni, secondo me le due chiamate più strane sono state Miller dai Raiders e Edmunds dagli Steelers, sinceramente mi sembrano due reach anche più grossi di quello dei Seahawks.

  7. Sono sincero: stamattina quando mi sono alzato e ho guardato come prima cosa chi avessero scelto i miei Seahawks e ho visto il nome di Penny ho pensato “ma che cavolo hanno fatto???”.. Poi ho spulciato la sua biografia e ho scoperto che l’anno scorso è stato il giocatore di college con più yards corse e che è un fenomeno nei ritorni (8 TD solo l’anno scorso). Inoltre è stato il leader alla voce tackles “rotti”, cosa che secondo me è stata determinante x Carroll e Schneider nel farlo scegliere prima di Guice, Chubb o Michel. La O-line di Seattle è così così e 1 giocatore capace di rispondere colpo su colpo alle incursioni dei difensori tra le maglie della linea offensiva può essere un’ottima panacea per questa debolezza.
    Unico appunto che devo fare a Seattle: forse Penny si poteva prendere al secondo giro tradando in basso una seconda volta e ottenendo un’ulteriore pick

    • Assolutamente caro roquinho, Penny è sicuramente un buon runningback, ma è sicuramente un reach pazzesco.

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