Qualcuno mi dia per piacere un numero, una percentuale che rappresenti le possibilità che secondo voi Buffalo e Tennessee avevano di qualificarsi ai playoff.
Nulla? Immaginavo.
Abbiamo ben sedici partite fra le mani -alcune francamente imbarazzanti-: partiamo immediatamente con l’ultima review settimanale.

Il risultato finale della corsa alle wild card della AFC è senza dubbio la storia della giornata: la sconfitta dei Ravens combinata con le vittorie di Tennessee e Buffalo ha permesso a quest’ultime di interrompere astinenze da postseason che si prolungavano dal 2008 e dal 1999.
Clamoroso a Baltimore, dove i Ravens perdendo 31 a 27 all’ultimo secondo contro dei Bengals che a questa stagione non avevano più assolutamente nulla da chiedere scivolano fuori dalla top six della AFC. La prima metà di partita si è conclusa su un 17 a 10 Cincinnati reso possibile da continui three and out dei Ravens viziati da ripetuti -ed indecenti- drops dei ricevitori al servizio di Flacco: da un drop, all’inizio del terzo quarto, sono arrivati punti per i Bengals quando l’ennesima ricezione mancata da un ricevitore -Moore in questo caso- ha permesso a Dennard di riportare il pallone nella end zone di Baltimore per il touchdown del 24 a 10. La reazione di Flacco e soci non si è fatta attendere, in quanto grazie ad un touchdown di Collins, un kick di Tucker ed un’altra meta di Wallace i Ravens si sono portati sul 27 a 24, ma con poco meno di un minuto da giocare ed un vantaggio di soli tre punti è successo il clamoroso: su 4&12 nei pressi della metà campo Dalton ha trovato un inspiegabilmente libero Boyd che è riuscito ad entrare pressoché intoccato in end zone per il 31 a 27 finale. Dopo la beffa della passata stagione in cui a costare i playoff a Baltimore fu l’estensione sovrumana di Antonio Brown, la stagione dei Ravens si conclude con un’altra beffa: nonostante l’impressionante numero di turnovers la difesa di Baltimore non è sicuramente un reparto dominante, per credermi vi basta guardare i quarterback contro cui hanno avuto successo.

Il touchdown di Henry si è rivelato essere decisivo per la qualificazione ai playoff dei Titans.

Non sarà sicuramente stata spettacolare, ma ciò che contava per Tennessee era vincere: con un soffertissimo 15 a 10 i Titans sono riusciti a passare sui Jaguars aggiudicandosi il quinto seed della AFC. Dopo una serie infinita di punt a rompere il ghiaccio ci pensa Henry che ricevendo un passaggio da 66 yards apre finalmente le danze, e dopo l’extra point bloccato Lambo risponde immediatamente con tre punti: un fumble sul punt di Tennessee mette Succop in grado di calciare un comodissimo piazzato da 25 yards, replicato poco dopo quando Cole porta il conteggio dei fumble di Jacksonville a due, regalando così un rassicurante 12 a 3 ai suoi Titans. A seguire un altro field goal di Succop ci pensa l’ennesimo touchdown della difesa di Jacksonville, reso possibile da una galoppata di Ngakoue che altro non serve che a spaventare Tennessee, poiché dopo l’ennesimo scambio di punt Bortles lancia il suo secondo intercetto della giornata, permettendo così ai Titans di centrare quella qualificazione ai playoff che sembrava essere stata irrimediabilmente compromessa dal tracollo di queste ultime settimane.
È ufficialmente finita la maledizione di Buffalo: il 22 a 16 con cui sono sopravvissuti ai Dolphins permette infatti ai Bills di raggiungere finalmente quella postseason che nessuno si aspettava ad inizio stagione. Buffalo domina la prima metà concludendola sul 10 a 0, trasformato immediatamente in 13 grazie ad un piazzato di Hauschka: il touchdown di Kyle Williams, in versione fullback per l’occasione, sembra definitivamente chiudere la contesa, ma il rabbioso rientro dei Dolphins spaventa e non poco i Bills: sul 19 a 0 si sono infatti presi 16 punti in tre drive riuscendo a metterne a tabellone solamente tre. Il successivo onside kick recuperato da McCain sembrava condannare Buffalo all’ennesima beffa del loro stregato ventunesimo secolo ma l’intercetto di Poyer ha definitivamente ucciso ogni velleità di Miami, e, dopo un’attesa apparentemente infinita negli spogliatoi, Buffalo ha potuto festeggiare l’ingresso nella postseason.

Guardiamo un po’ com’è andato a definirsi il tabellone playoff in NFC.
Cavalcando un fenomenale Latavius Murray e la solita impenetrabile difesa, Minnesota si aggiudica il bye week vincendo 23 a 10 contro dei comunque discreti Bears. Un paio di touchdown del sempre affidabile Murray hanno dato ai Vikings un buon vantaggio preservato dalle giocate del reparto difensivo, in grado di fermare in due occasioni l’attacco di Chicago in red zone. Vincono e centrano la qualificazione ai playoff pure i Falcons, passati per 22 a 10 su dei preoccupanti Panthers, quasi completamente annullati in attacco: intercettando Cam tre volte Atlanta è riuscita costantemente ad aumentare il proprio vantaggio fermando sul nascere ogni tentativo di rimonta dai Carolina. La settimana prossima ad attendere Ryan e compagni ci saranno gli elettrizzanti Los Angeles Rams, mentre i Panthers se la vedranno con i Saints a New Orleans.

Gli errori di Blair Walsh sono costati cari a Seattle in questa stagione.

Nulla da fare dunque per Seattle, che conclude la propria stagione perdendo beffardamente contro Arizona per 26 a 24: Seattle viene tenuta sotto controllo per la prima metà di gioco, nella quale riesce a trovare punti solamente grazie ad un kickoff return di Lockett, e la rimonta del secondo tempo -resa possibile da un finalmente brillante Baldwin e dai suoi due touchdown- viene vanificata dall’ennesimo errore di Blair Walsh, che a circa mezzo minuto dal termine sbaglia il piazzato della vittoria spedendo wide right un tentativo da 48 yards. Finisce con il botto la stagione dei 49ers, che sovrastano le seconde linee dei Rams vincendo 34 a 13; nonostante i due intercetti lanciati Garoppolo riesce a muovere a piacimento le catene, trovando la end zone in due occasioni a cui vanno aggiunti due rushing touchdowns del rinato Hyde: poche volte nella storia un “misero” 6-10 è stato in grado di infondere così tanta fiducia ad una franchigia che, dopo anni di buio, sembra aver già fra le mani il quarterback del futuro. Perdono anche i New Orleans Saints, costretti ad abbassare la testa al cospetto dei Tampa Bay Buccaneers nella giornata di Chris Godwin: oltre ad essersi guadagnato la simbolica game ball di Pro Football Focus -il suo 87.2 di valutazione è il voto più alto della partita- il rookie ha ricevuto il touchdown della vittoria a soli nove secondi dal termine trascinando in end zone l’ottimo Ken Crawley al termine di una giocata da 39 yards. Partita indecente a Philadelphia, dove Dallas passa sulle riserve degli Eagles con un indecoroso 6 a 0: per vincere ai Cowboys basta un touchdown di Brice Butler all’inizio dell’ultimo periodo di gioco. Segnali veramente preoccupanti arrivano invece da Nick Foles, che in quattro drive ha raccolto solamente quattro completi, 39 yards ed un intercetto: con il backup la corsa ai playoff di Philly sembra essere estremamente complicata.

In AFC vincono New England, Pittsburgh, Los Angeles e Kansas City.
Nonostante un Brady non certamente in giornata, i Patriots hanno vita piuttosto facile contro i Jets battendoli 26 a 6: il numero 12 dei Patriots raccoglie solamente 190 yards in 37 tentativi, ma per sua fortuna -e per la sfortuna di tutta la AFC- a togliere le castagne dal fuoco ci ha pensato un brillantissimo Dion Lewis che con 133 yards totali e due TD sta confermando il suo ruolo di leading back nel backfield di New England.

Quando un’immagine vale più di mille parole.

Pittsburgh vince e spedisce Cleveland nella storia: il 28 a 24 con cui Landry Jones e compagni hanno avuto ragione dei Browns rappresenta infatti la sedicesima sconfitta su altrettante partite, condannandoli a quello 0-16 che solo Detroit era riuscita a raggiungere. A due minuti dal termine, su 4&2 in pieno territorio Steelers, Corey Coleman droppa clamorosamente un pallone che li avrebbe messi a ridosso della linea delle 10 yards e che avrebbe regalato loro un paio di tentativi per trovare i sei punti ed evitare “la stagione imperfetta”, ma purtroppo i dei del football di guardare dalla parte dei Browns non ne vogliono proprio sapere. Vittoria “inutile” quella dei Chargers, che demoliscono 30 a 10 i deludenti Raiders: dopo qualche partita sottotono Keenan Allen ritorna a produrre a livelli storici ricevendo 9 palloni per 133 yards ed un TD dopo aver trovato già la end zone recuperando un fumble di Melvin Gordon. Dopo questa sconfitta l’era Del Rio ad Oakland è ufficialmente giunta al capolinea, poiché nel dopo partita è stato immediatamente licenziato ad un solo anno di distanza dal rinnovo del contratto. Prima vittoria in carriera del rookie Mahomes che guida i suoi ad una buona vittoria, 27 a 24, contro i Broncos: nonostante i zero touchdown lanciati a fronte di un intercetto, il quarterback di domani di Kansas City è stato autore di una buona prestazione in cui ha alternato lanci assolutamente perfetti a giocate un po’ troppo libertine che hanno rimembrato da vicino quelle dei tempi del college. Si chiude così, sul 5-11, l’anno zero di Denver, che dovrà assolutamente guardare in faccia la realtà e realizzare che il franchise quarterback al momento non è a roster.

Fra chi non aveva più niente da chiedere al campionato vincono Detroit, Indianapolis e New York.
Chiudono una stagione deludente con una W i Lions, che annientano Green Bay 35 a 11 grazie ad una delle migliori prestazioni stagionali di Stafford, che lanciando 265 e tre touchdown al trio di ricevitori Tate-Jones-Golladay taglia immediatamente Green Bay dalla contesa e centra così la nona vittoria stagionale, l’ultima di Caldwell: il Black Monday non è stato clemente nemmeno con lui, che conclude dunque la propria esperienza come capo-allenatore sulla panchina di Detroit sul 36-28.
In una partita sulla quale esistenza continuo tuttora ad interrogarmi, Indianapolis batte Houston 22 a 13 trascinata da un fantastico Gore che guadagnando 100 yards si è portato al quinto posto nella classifica all-time di rushing yards: il suo caso per l’inserimento nella Hall of Fame è alquanto interessante, in quanto avremo modo di vedere quanto effettivamente sia importante la vittoria del Super Bowl per ricevere una giacca dorata.
In quella che probabilmente sarà l’ultima di Cousins in maglia Redskins, New York le suona a Washington passando con il punteggio di 18 a 10: la partita del numero 8 è tutt’altro che indimenticabile in quanto lanciando tre intercetti e convertendo solo un terzo down su 13 tentati, ha permesso ai Giants di gestire un vantaggio costruito nel primo quarto con un touchdown da 75 yards di Darkwa ed uno del wide receiver Sharp.

Riassumendo la situazione allenatori, vanno segnalati i licenziamenti di Pagano (Colts), Del Rio (Raiders), Fox (Bears) e Caldwell (Lions) a cui va aggiunto l’abbandono dei Bengals da parte di Lewis e la ricerca del nuovo allenatore dei Giants già avviata del nuovo GM Gettleman.

Per questa stagione è tutto, ora -teoricamente- inizia il bello: ci troverete ogni domenica mattina con il recap delle due partite del sabato notte, e nei giorni successivi con il recap dei due scontri domenicali.
Preparatevi, ci sarà da divertirsi… forse… credo.

5 thoughts on “NFL week 17: un season finale decisamente drammatico

  1. Ravens si dimostrano squadra modesta, nonostante calendario favorevole nn vanno ai PO. Anche qualificati nn credo avrebbero fatto molta strada….Urgono WR di livello !!

    Ma il kicker che ha fatto fuori i seahawks, è lo stesso che militava nei vikings e che anche allora sbaglio il fg decisivo nei po proprio contro i vikings??

  2. Mi dispiace Mattia x i tuoi Ravens, ma più che x la disgraziata partita con i Bengals penso che dobbiate mordervi le mani per la prima metà di stagione, in cui Flacco non riusciva a lanciare per più di 10 yards (forse la schiena faceva davvero male).

    Pronostici Wild Card Games:
    Bills su Jaguars (però solo se gioca McCoy)
    Chiefs su Titans
    Rams su Falcons
    Saints su Panthers

    Oggi come oggi al Superbowl vedo Vikings (in casa!!!) contro Steelers, quindi con annesso colpaccio al Gillette Stadium nel Championship!

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