Altra settimana di NFL, altra star infortunata -Antonio Brown-, altro episodio da “ma cos’è una catch?” ed altra vittoria dei San Francisco 49ers: il solito insomma.
In un percorso iniziato con gli apprezzatissimi anticipi di sabato notte, probabilmente ciò che ricorderemo di questa quindicesima settimana di campionato riguarderà esclusivamente quanto successo ad Heinz Field, nell’attesissimo scontro fra Patriots e Steelers per il controllo della AFC: partiamo immediatamente da qua.

Nel 27 a 24 con cui New England ha beffato Pittsburgh non è assolutamente mancato nulla: infortuni, extra point sbagliati, botta e risposta di rimonte e forse uno dei più clamorosi episodi di catch/non catch della storia.
Nel primo quarto ha regnato l’equilibrio, poiché Pittsburgh ha immediatamente risposto all’ennesimo touchdown di Burkhead con un improbabile touchdown di Eli Rogers: l’infortunio di Antonio Brown -lesione al polpaccio sinistro- ha preceduto uno scambio di field goal a cui ha fatto seguito un magnifico touchdown dell’ispiratissimo Martavis Bryant, a cui è bastata solamente una mano per assicurarsi il pallone del 17 a 10, punteggio sul quale le squadre si sono dirette agli spogliatoi.
Il touchdown con cui Cooks ha aperto la seconda metà di gioco ha dato ai Patriots tutta l’inerzia della partita, almeno fino al momento in cui Brady sotto pressione ha lanciato un poco caratteristico intercetto nella propria metà di campo: regalare l’ovale a Pittsburgh nei pressi della red zone non è mai una buona idea, soprattutto con un Bell ancora una volta ispiratissimo -165 yards totali per lui- in grado di portare i suoi sul +8 grazie ad una corsa da 3 yards.
Dopo un paio di punt, New England è stata limitata ad un piazzato che ha portato lo scarto a soli cinque punti: il successivo three and out ha dato ai Patriots l’ultima possibilità di vincerla, e quando bisogna vincere che si fa? Si va da Gronkowski, che con tre ricezioni consecutive ha messo i suoi a ridosso della end zone, raggiunta poi dal sempre ottimo Dion Lewis: il +1 si è immediatamente trasformato in +3 quando Brady ha connesso per l’ennesima volta con Gronkowski sulla conversione da due punti.

No, non è touchdown.

Con poco meno di un minuto da giocare ed un solo timeout disponibile, Pittsburgh non ha perso tempo a portarsi nei pressi della end zone in quanto lo spettacolare JuJu Smith-Schuster ha preso il volo teletrasportando un passaggio corto fino alla 10 yards line di New England e… quanto successo dopo è già storia.
Con una trentina di secondi da giocare, Roethlisberger ha pescato Jesse James completamente libero in mezzo al campo, ad un soffio dalla terra promessa: atterrando -completamente intoccato- il pallone ha toccato il suolo, ed analogamente a quanto successo a Dez Bryant un paio di anni fa, la ricezione è stata annullata.
Un passaggio da tre yards a Heyward-Bey ha ulteriormente avvicinato Pittsburgh, anche se data l’assenza di timeout chiunque si aspettava uno spike seguito da un field goal: tentando di prendere una pagina dal playbook dei Dolphins di Marino, Big Ben si è cimentato in uno sciagurato fake spike, prima deviato da Rowe e poi intercettato da Duron Harmon che ha così consegnato ai Patriots la vittoria ed il comando della AFC.
Che partita.

Torniamo un attimo indietro e vediamo quanto successo sabato.
Ad aprire le danze ci ha pensato il 20 a 10 con cui i Lions hanno superato i Bears, in una partita certamente non spettacolare ma il quale esito permette a Detroit di sperare ancora in una wild card.
La prima metà di gioco è stata tutta di marca Lions, anche se come spesso accade non sono riusciti a concretizzare più di tanto accontentandosi due volte di un piazzato; il touchdown di T.J. Jones, arrivato poco dopo una fantastica ricezione dell’altro Jones, Marvin, ha portato Stafford e compagni sul 13 a 0, diventato 13 a 3 dopo uno sciagurato fumble di Riddick nella propria metà campo. Il primo intercetto della giornata di Trubisky ha regalato a Detroit l’opportunità di chiudere anzitempo la contesa grazie ad un touchdown di Eric Ebron, che ha portato il punteggio sul 20 a 3, rimasto tale fino al touchdown della bandiera di Cunningham, bravo a portare in end zone un passaggio di Trubisky.
Nulla da fare per il rookie di Chicago, a cui è stato imposto di tenere il freno a mano tirato per tutta la prima metà di gioco ed una volta messo con le spalle al muro dal punteggio della partita si è rivelato piuttosto impreciso -anche se il problema vero sono le scelte fatte- lanciando ben tre intercetti.

206 yards totali e due touchdown: Kareem Hunt è tornato proprio nel momento di massimo bisogno.

Tutti si attendevano l’ennesima prestazione dominante dei Chargers, ed invece è arrivato un fondamentale 30 a 13 per i Chiefs che sembrano finalmente essersi ricordati che rifornire di palloni il proprio rookie Hunt li mette in posizione di vincere contro chiunque. La situazione si era messa bene per Los Angeles, specialmente dopo il touchdown con cui l’eterno Gates li ha portati sul 13 a 10, ma da lì in poi la luce in casa Chargers si è spenta, poiché dopo il touchdown del controsorpasso di Hunt L.A. ha concluso tutti e quattro i drive successivi con un turnover, mettendo così KC in condizione di sfruttare le ottime posizioni di campo e chiudere la partita con un altro touchdown di Hunt ed un paio di piazzati di Butker. Prestazione clamorosa del rientrante Marcus Peters, assente contro Oakland per una sospensione refilatagli dai Chiefs stessi: nessuno dei sei passaggi indirizzati al ricevitore da lui marcato è risultato essere un completo, e soprattutto è stato in grado di intercettarne ben due e di causare un fumble, guadagnandosi così un impressionante voto PFF di 93.0.

Vediamo insieme come è cambiata la situazione playoff della AFC, dove hanno vinto Baltimore, Jacksonville, Buffalo ed hanno perso Tennessee.
Non sbagliano i Ravens, che con un buon 27 a 10 piegano la resistenza dei Browns: l’attacco di Baltimore inizialmente sciupa qualche occasione di troppo venendo fermato sul 4&goal, ma grazie ad un lavoro encomiabile del punter Koch in grado per ben tre volte di far partire il drive di Cleveland dentro le loro cinque yards, la difesa di Baltimore è riuscita a riconsegnare a Flacco il pallone in ottima posizione di campo mettendolo in grado di segnare punti relativamente facili. Buona prestazione anche questa settimana per il quarterback dei Ravens, finalmente in grado di evitare errori banali e di muovere il pallone con ritmo completando 26 dei 42 passaggi tentati per 288 yards ed un touchdown a cui ne va aggiunto un altro di corsa. Veramente poco da dire sul 45 a 7 con cui Jacksonville ha spazzato via Houston: per la prima volta dal 2007 Jacksonville è ai playoff. Che la difesa potesse dominare contro il temibile attacco di Houston guidato da Yates si sapeva, ma che Bortles finisse una partita con 326 yards lanciate, tre TD ed otto incompleti è sicuramente una sorpresa: nelle ultime tre partite il quarterback di Jacksonville ha lanciato 7 touchdown a fronte di nessun intercetto. Incredibili le performance degli “sconosciuti” Keelan Cole e Jaydon Mickens: ricevendo 11 palloni complessivi hanno guadagnato 247 yards e trovato la end zone per ben tre volte Vincono ancora, trascinati dal duo Taylor-McCoy i Buffalo Bills, che si sono imposti sui Dolphins per 24 a 16: l’attacco di Miami si sveglia troppo tardi, quando Buffalo è saldamente al comando sul 24 a 6 grazie ad un paio di touchdown di McCoy ed un altro di Taylor. Immensa prestazione del rookie White, che intercettando un passaggio di Cutler e concedendo un passer rating di 24.0 sui lanci rivolti ai ricevitori da lui marcati si è guadagnato un buon 83.2 di PFF. Continuano a vincere i ‘Niners di Jimmy Garoppolo, che passano in extremis per 25 a 23 contro degli insipidi Titans: Garoppolo come sempre riesce a tenere vivi drive su drive ma non a trovare con regolarità la end zone, costringendo l’ottimo Gould a convertire ben sei piazzati, fra cui quello della vittoria a tempo praticamente scaduto dopo che i Titans si erano portati sopra di un punto ad un minuto dalla fine dei giochi. Con queste vittorie Jimmy G si sta garantendo un contratto assolutamente -e meritatamente- remunerativo, ed il futuro sulla Baia sembra essere finalmente roseo.

Facciamo la stessa cosa con la NFC: le vittorie di Carolina, Minnesota, New Orleans, Philadelphia e Los Angeles hanno avuto pesantissime implicazioni nella corsa playoff.

Rispetto a fine partita fra il rientrante Rodgers e Cam Newton.

A Green Bay non basta il ritorno di Rodgers, in quanto un Cam ispiratissimo ha permesso ai Panthers di vincere 31 a 24: Rodgers -forse un po’ arrugginito o forse perché contro una difesa di primissimo livello- viene intercettato tre volte, e nonostante i tre touchdown lanciati non riesce a colmare il gap creato dai quattro touchdown di Newton, che lanciando per 242 e correndo per altre 58 è riuscito a caricarsi sulle spalle un reparto offensivo che nonostante i troppi sbalzi di umore sembra essere in grado di poter prevalere su qualsiasi difesa. Come nel caso di Jacksonville, poco da dire sul 34 a 7 con cui Minnesota si è sbarazzata di Cincinnati: l’attacco dei Bengals in 51 giocate è stato in grado di guadagnare solamente 161 yards, troppo poco per impensierire qualsiasi difesa della NFL, figuriamoci quella di Minnesota. Vale la pena menzionare il ritorno in campo di Teddy Bridgewater, che nonostante sia stato intercettato sull’unico passaggio tentato è finalmente tornato a giocare in una partita NFL dopo il terribile infortunio che sembrava avergli compromesso la carriera. Soffrono un po’ più del dovuto ma alla fine vincono ancora: il 31 a 19 con cui New Orleans è passata sui Jets è frutto dell’ennesima prova da Madden del duo Kamara-Ingram, questa volta in grado di guadagnare 240 yards totali e di trovare la end zone in ben tre occasioni. Partita pazzesca anche in questa occasione quella di Cameron Jordan, che nonostante abbia messo a referto un solo tackle ha costantemente tormentato Petty pressandolo in quattro occasioni e deviando ben cinque passaggi, fra cui uno sulla conversione da due punti che avrebbe rimesso in gioco New York. C’è vita anche senza Wentz: Philadelphia sopravvive all’orgoglio di New York e vince 34 a 29 una partita che vale il bye week nella prima settimana di postseason. Sotto 20 a 7, Foles è salito in cattedra iniziando a muovere a piacimento le catene e trovando i sei punti in ben quattro occasioni, e la difesa, in una giornata sicuramente non positiva, è riuscita a fermare il tentativo disperato di rimonta dei Giants arrivati ad una decina di yards dall’improbabile upset. Dominio assoluto dei Rams, che umiliano ciò che rimane di Seattle vincendo 42 a 7 una partita in cui Todd Gurley è stato in grado di guadagnare ben 170 yards e di mettere a segno quattro touchdown in faccia ad una delle difese più rispettate di tutta la lega: l’attacco di Seattle è stato in grado di guadagnare solamente 149 yards in un pomeriggio in cui il povero Russell Wilson è stato sackato in ben sette occasioni, fra cui tre in cui ad atterrarlo ci ha pensato Aaron Donald, autore pure di altre 10 QB-pressures, che si è guadagnato così una pazzesca votazione PFF di 92.9.

In uno scontro in cui nessuna delle due squadre aveva qualcosa per cui giocare al di fuori dell’orgoglio, Washington batte Arizona 20 a 15, principalmente perché l’attacco dei Cardinals non è mai stato in grado di andare oltre ai tre punti dei field goal. Protagonista assoluto il defensive tackle Anthony Lanier, che oltre a due sacks ha deviato pure tre passaggi mettendo costantemente pressione a Gabbert.

È finita così fra Raiders e Cowboys.

Rimane ancora viva la speranza dei Cowboys di aggiudicarsi un posto ai playoff grazie al 20 a 17 con cui hanno battuto i Raiders ad Oakland: la prima metà di gioco si conclude sul 10 a 0 per i Cowboys, che nonostante gli errori di Prescott riescono a limitare Carr ed il reparto offensivo dei Raiders, rimasto a zero anche in virtù di un piazzato ahimè sbagliato del nostro Tavecchio. Il primo touchdown della giornata di Crabtree, seguito da un field goal di Tavecchio realizzato dopo il secondo intercetto di Prescott, hanno impattato la partita sul 10 pari, anche se nel giro di pochi minuti una corsa da sei punti di Prescott ha riportato Dallas sopra di un possesso. Il secondo touchdown di Crabtree -sempre da 2 yards- ha nuovamente riportato in parità la situazione: dopo un paio di punt Dallas è stata fermata sulla goal line e costretta ad accontentarsi di un piazzato a poco meno di due minuti dal termine, dando a Carr il tempo per mettere in piedi un ultimo, disperato drive terminato con un sanguinosissimo fumble sulla goal line dei Cowboys.

Riassumendo la situazione playoff, in AFC New England e Pittsburgh occupano saldamente il seed numero 1 e 2 della conference, mentre Jacksonville li osserva ad una sola partita di distanza: ad 8 vittorie troviamo KC, Tennessee, Buffalo e Baltimore, con i Ravens al momento fuori dai giochi, anche se probabilmente fra questi team sono quello che gode del calendario più facile.
In NFC Philadelphia si è definitivamente garantita il bye week, mentre Minnesota ha potuto festeggiare il successo in division; in attesa dei Falcons, Carolina e New Orleans occupano i seed numero 4 e 5, mentre Los Angeles è ad un passo dal poter festeggiare il successo in NFC West. Dallas, Seattle e Detroit sperano in una -improbabile- sconfitta di Atlanta nel Monday Night per poter rimanere attaccati a loro sull’8-6.

17 thoughts on “NFL Week 15: i primi verdetti

  1. In offseason pensavo che con gillmore i patriots si fossero assicurati un cornerback affidabile, invece fa più danni della grandine. La maggior parte delle ricezioni degli steelers ieri sera erano da parte del suo uomo.

  2. In off season pensavo che i patriots con gillmore avessero sistemato la secondaria con un ottimo cornerback, invece sta facendo solo prestazioni indecenti, tipo ieri sera dove la maggior parte delle ricezioni aveva lui come colpevole

    • Mattia, premesso che e’ facile criticare un’azione di football seduti comodamente sul divano, ma mi chiedo il perche della decisione sciagurata di pitts con l’ultimo lancio….
      Sembra che quando si hanno di fronte I patriots gli avversari (vedi anche seahawks e falcons) abbiamo il timore reverenziale di fare la cosa piu semplice…

      • Ha ha, è incredibile, è successo un’altra volta. Gli avversari dei Pats non imparano mai. Di nuovo a voler fare la furbata e a ritrovarsi in mutande. Big Ben doveva, secondo me, convertire da tre punti. Da lui non me lo sarei aspettato.

      • Serve coerenza -in attesa di una regola nuova che definisca il tutto in modo più preciso-: se quella di Dez Bryant non è stata una catch, neppure quella di James ieri lo è stata. Fine.

  3. Grande stima per Tavecchio e la sua determinazione che lo ha finalmente portato ad una maglia da titolare, ma anche ieri ha fatto un errore pesante da una posizione tutto sommato comoda. Inoltre non è sembrato molto sicuro neppure su un altro FG che è entrato per puro caso.

  4. Ottima anche la scelta di Fox USA di mostrare l’avvincente Seattle-Rams anziché Steelers-Patriots….
    Ovviamente sto scherzando, perché non si possono sapere prima certe cose, e poi credo che rivedremo il rematch in finale AFC!

    • La maggior parte delle partite NFC sono della Fox, la maggior parte delle partita AFC sono della CBS: sentirmi ore ed ore di Joe Buck sarebbe stato francamente troppo, perciò viva la CBS!

  5. ..dopo 3 vittorie sul filo di lana (e 8 vittorie consecutive non del tutto meritate), ci stà per Pittsburgh di perdere coi Patriots.
    Però Gronk ci ha fatto vedere i sorci verdi nel secondo tempo. Credo che i Pats ci siano ancora superiori.
    Mi spiace per la sconfitta dei Packers, che li esclude dai play off nonostante il rientro di A-Rod, e la debacle di Seattle . Nella NFC la situazione è davvero molto ingarbugliata.

    • Beh insomma..io fossi un tifoso Steelers non la prenderei proprio con tutta questa filosofia: e non tanto per la sciagurata idea di provare il lancio da touchdown piuttosto che portare la partita ai supplementari con un fieldgoal, grosso errore ma x estremo poteva funzionare. Io sarei furioso per la gestione difensiva dell’ultimo drive orchestrato da Brady: ma come si fa a mettere in ogni snap su Gronkowski (e ripeto GRONKOWSKI!!!!) una copertura singola?!?! Quello è un mostro della natura e ha le mani di un WR1 elite, senza contare che è da anni la coperta di Linus di TB12. La conversione da due punti, poi, è stata imbarazzante ed esilarante al tempo stesso: vedere Davis, 20 cm più basso di Gronk, provare a contrastarlo da solo mi ha fatto tenerezza.. e per errori di questo tipo che Tomlin è ancora lontano anni luce da Belichick, anzi mi sembra che la distanza invece di colmarsi aumenti..

      • Per me infatti la partita l’abbiamo persa su quella conversione da 2 riuscita in modo troppo agevole.
        Un delitto fare una difesa man to man in una situazione simile, dove già in tutto quel drive Gronk aveva bullato Sean Davis in tutti i modi. E’ chiaro che Tomlin o Butler dovevano provvedere in modo differente.
        Intendo, ci può stare che Tom Brady porti i suoi al TD nel drive conclusivo, l’ha già fatto milioni di volte. Ma su quella singola azione di trasformazione da 2 punti bisognava difendere in modo feroce.

        Poi JJSS ha fatto quel big play portandoci in zona da TD (non riuscito), ma senza quella conversione, un comodo field goal di Boswell ci avrebbe fatto vincere ancora (come già accaduto tante volte ultimamente). Ed a un minuto dal termine ci si può arrivare in zona field goal, anche senza il succitato bigplay di JJSS

        Altro errore poi è stato di DHB non uscire dal campo, secondi che se ne vanno, finto spike, solo Rogers che fa il movimento, ma da slot receiver corre in mezzo dove ci sono un sacco di Patriots e arriva l’intercetto.

        Per me BigBen ha fatto bene, se vuoi vincere devi provare a vincere, e poi casomai ti accontenti del field goal/overtime. Poi è andata male, sconfitta e amen

        Come ho detto, per me i Pats ci sono ancora superiori, magari non in talento ma come chimica e coesione di squadra.
        Quindi ci stà perdere contro di loro. Non che ne sia contento cmq

        • Purtroppo (per voi) mi sembra che negli ultimi anni per gli Steelers coprire Gronk sia sempre stato un problema: in sei partite contro di voi ha totalizzato 664 yards ed 8 TD, e mi ricordo discretamente bene che nel season opener di qualche stagione fa vi aveva refilato tre TD simili in cui ogni volta era marcato da un CB/S infinitamente più piccoli di lui. Purtroppo i problemi non si fermano a Gronk, basti pensare ad Hogan l’anno scorso… si può tranquillamente dire che abbiate un problema -chi non ce l’ha del resto?- piuttosto serio quando si tratta di contenere i Pats.
          Vedremo in un futuro molto prossimo che succederà!

          • Nel draft 2015 speravo tanto avremmo preso Landon Collins al primo giro, come erede di Polamalu. Arrivò invece Bud Light Dupree..
            per me non abbiamo nessuno a roster adatto per contenerlo. Anzi, in quel season opener in un suo touchdown non lo marcammo proprio..
            Poi boh.. quando affrontiamo un altro elite TE come Kelce, riusciamo a limitarlo (grazie anche alla pressione su Alex Smith), ma il duo Brady/Gronk ci affetta. E Sean Davis non è adatto a marcarlo.
            Poi NE sa vincere bene anche senza Gronk, come appunto l’anno scorso con Hogan. Ci sanno fare..

  6. Mattia cosa ne pensi della sconfitta di Seattle? Io la vedo come una partita-svolta, e purtroppo non in positivo..non parlo della stagione in corso, che ormai al 99% è compromessa e a meno di grosse sorprese ci vede fuori dai playoffs dopo anni. Ma parlo anche del futuro: tra sfidanti divisionali che sembrano pronte già dall’anno prossimo a rubare la scena ai Seahawks (Rams lanciatissimi e 49ers con un probabile franchise QB ed una giovanissima difesa già ad ottimi livelli) e pezzi da novanta in difesa che forse saluteranno Seattle sin dalla prossima offseason (Chancellor, Sherman e Avril i maggiori candidati), ho paura che il massacro sportivo patito domenica abbia sancito la fine di un’era che ha visto per 5-6 anni Seattle lottare sempre per arrivare al Superbowl. Poi magari vinciamo le ultime 2 gare, Atlanta perde con New Orleans e Carolina e dai playoffs in poi cambia tutto, ma per la prima volta ieri ho visto una squadra impotente di fronte all’avversario e quasi arrendevole quando ha capito che il match era ormai andato. Segnali brutti per una squadra normale, inquietanti per un team come quello di Seattle che negli ultimi anni ha sempre dato l’impressione di poter vincere in ogni partita, tanto da aver perso con + di 10 punti di scarto solo 3 volte negli ultimi 6 anni. Spero di sbagliarmi, ma ho la sensazione che i successi raccolti siano stati al di sotto delle potenzialità della squadra e che almeno il 20-30% del roster, nelle posizioni chiave, sia da rifondare.

    • Ammesso che la stagione è ancora “lunga”, sì, forse Seattle rimarrà fuori dai playoff e sì, la NFC West adesso è veramente competitiva, ma mai e poi mai dare per morti i Seahawks: questa stagione probabilmente è andato, la partita di domenica ha fatto emergere ogni singolo problema di una squadra stanca, malconcia e veramente troppo nervosa, ma nonostante ciò credo che se in offseason il front office si deciderà -finalmente- a fare qualcosa per l’O-Line ed a iniziare un cambio generazionale della secondaria, Seattle sarà ancora in grado di competere perché c’è Wilson. Con Wilson in campo li vedo perennemente in contesa per i playoff ed una volta dentro…

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