La stagione è ancora lunga ed il record di Buffalo non fa gridare al miracolo eppure i Bills del 2017, guidati da Sean McDermott, hanno qualcosa di diverso e di nuovo rispetto al passato. Doveva essere una stagione di ricostruzione ed invece si può bisbigliare di speranze di playoff, complice anche un anno senza dominatori chiari nell’AFC, ma con tante squadre – intere division – in difficoltà.

Emergere nell’AFC East sotto la dinastia delle due B – Belichick & Brady – è compito tra i più ingrati in questo inizio di secolo e quasi nessuno vi è riuscito, se non i Dolphins, nell’unico anno saltato da Tom, e i Jets i primi due anni della gestione Rex Ryan, prima che passassero dalle stelle (o quasi) alle stalle (o peggio). In tutti questi anni la squadra di Buffalo ha visto risultati, ma soprattutto gestioni, altalenanti, che spesso non hanno lasciato intravedere una lunga progettualità, né negli ultimi tempi della gestione dello storico fondatore Ralph Wilson, né nei primi anni della famiglia Pegula.

Dopo un cambio frequente di capo allenatore (5 in 7 stagioni), normalmente indice di fallimento sportivo nel football americano, Sean McDermott ed il suo staff sembrano avere sorprendentemente dato una nuova spinta alla squadra in questa prima parte di stagione.

Toni Romo ha recentemente definito la squadra come i “Panthers dell’AFC” e la definizione sembra sotto diversi aspetti azzeccata da parte dell’ex qb di Dallas e nuovo broadcaster di successo.

Tyrod Taylor, al terzo anno da titolare, sta vedendo crescere tutte le sue statistiche di passatore (proiettandole sulle 16 partite): passaggi tentati, percentuali di completi, yard di passaggio; ha lanciato solo 2 intercetti in 8 partite; mentre ha visto leggermente diminuire le statistiche su corsa.

Nell’ultimo mese sono cresciute le prestazioni in particolare della linea offensiva, fortemente criticata ad inizio stagione, e con essa è tornato su buoni livelli anche LeSean McCoy.

A fare certamente difetto nell’attacco di Buffalo sono stati i ricevitori, soprattutto dopo la cessione del fragile Watkins, ma a questo il front office ha cercato di porre rimedio con una delle clamorose trade avvenute nel giorno di Halloween, acquisendo da Carolina il ricevitore Kelvin Benjamin.

In pratica avendo in Taylor un qb mobile e preciso, pur senza eccellere, le prestazioni offensive continuano a poggiare sulle prestazioni della linea d’attacco e del gioco di corsa. L’attacco, pur in progresso, rimane quindi fondamentalmente conservativo, producendo complessivamente poche yard ma anche pochissime palle perse.

La maggior sicurezza dell’attacco si accompagna alla crescita delle prestazioni della difesa, forte della guida dello stesso McDermott e del coordinatore Leslie Frazier, i cui leader in campo sono il linebacker Lorenzo Alexander e la safety Micah Hide, secondo alcuni ad oggi mvp della squadra, alla miglior stagione della carriera nel suo primo anno a Buffalo, ben coadiuvato dal rookie Tre’Davious White. Ad impressionare in particolare è il margine di palle recuperate: +14. A fronte di non poche yard complessivamente concesse, i Bills sono quarti nella classifica dei minor punti concessi agli avversari.

Il football pound and ground giocato dai Bills di quest’anno potrà non brillare in quanto a modernità, a statistiche ed highlights, ma per una franchigia spesso avversata da incertezze, malumori e dissidi interni, questo ha l’aria di essere non solo un anno buono, ma anche il primo di un nuovo corso fatto di solidità e concretezza.

La campagna 2017 è ancora lunga e le sorprese sono sempre dietro l’angolo: i Bills saranno una di queste a fine anno?

One thought on “Buffalo Bills, qualcosa è cambiato

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