Ottava settimana di NFL, seriamente abbiamo già raggiunto il giro di boa della stagione?
A quanto pare sì, e possiamo tranquillamente dire che fino a questo punto abbiamo avuto modo di divertirci oltre ogni nostra più rosea aspettativa: no, la stagione 2017 non è stato il monologo Patriots che tutti ci aspettavamo, così come nessuno poteva immaginarsi che gli Eagles fossero a tutti gli effetti la squadra da battere, ma tant’è.
Certo, alcune cose invece non cambiano mai, Browns e 49ers anche quest’anno continuano a flirtare con la stagione “perfetta” da zero vittorie, Flacco sta facendo il possibile per non giustificare un centesimo del suo contratto e come da copione Indianapolis senza il buon Andrew Luck fa del proprio meglio per non limitarci ad inserire Browns e Niners nella categoria “squadre imbarazzanti per la lega”.
Perché dovete guardare l’ottava settimana di football?
Lasciatemi iniziare.

Le partite più interessanti

Los Angeles Chargers @ New England Patriots, domenica ore 18.00
Ebbene sì cari lettori, il ritorno all’ora solare ci permetterà di iniziare la NFL durante l’happy hour: nonostante mi riesca veramente difficile immaginarmi New England perdere in casa contro una delle squadre più autolesionistiche dell’intero panorama sportivo americano, non posso negare che l’arrivo dei Chargers a Foxboro sia alquanto interessante.
Partendo dal fatto che per L.A. non esistano cose come fattore campo o aiuto del pubblico -domenica scorsa il StubHub Center era quasi del tutto arancione-, le tre vittorie di fila con cui Rivers e compagni si presentano nella casa di Brady e Belichick non devono essere valutate: con un kicker degno di nome probabilmente staremmo parlando di una squadra sul 5-2, che può contare su un attacco tanto incostante quanto affascinante.
Nonostante la convincente vittoria contro dei Falcons tenuti solamente a 7 punti, i problemi della passing defense dei Patriots non possono essere ignorati e, soprattutto contro una squadra che ama consegnare il pallone al proprio runningback come i Chargers, sarà interessante vedere se e come la D allenata da Patricia riuscirà a limitare la profonda batteria di ricevitori dell’ex team di San Diego: come detto sopra, difficilmente i Patriots lasceranno per strada un’altra W, però sulla carta ci sono tutti i presupposti per una partita divertente ad alto punteggio.

Houston Texans @ Seattle Seahawks, domenica ore 21.05

L’ultima volta che queste due squadra si sono incontrate Richard Sherman riportò in end zone un intercetto con una sola scarpa.

Lo ammetto, la mia indole scettica non mi porta ancora a credere del tutto al rookie Watson: l’ennesima prestazione convincente, magari accompagnata da una vittoria, servirebbe sicuramente a convincere me della qualità del suddetto quarterback e, soprattutto, farebbe capire a chiunque nella lega che Houston lotterà fino alla fine per un posto nella postseason. Seattle, come ogni anno, fatica ad ingranare e nonostante i 17 punti di scarto refilati a degli impresentabili Giants, la colonnina di mercurio del dramamometro (termometro del drama, tiene? Spero di sì!) in casa Seahawks sta sfiorando temperature troppo alte per una vera e propria contender: contro NY i punti sono arrivati solo nella seconda metà di gioco e le maliziose telecamere CBS hanno immortalato Doug Baldwin spintonare Tom Cable, l’allenatore della tanto criticata -giustamente- offensive line dei Seattle, in un’infuocata riunione sulla sideline.
Nel momento in cui una squadra è consistentemente al vertice come gli ‘Hawks è naturale -per esigenze televisive, mica per altro- che ogni parola o gesto vengano messe sotto la lente d’ingrandimento dell’internet, però è innegabile affermare che questo non sia il migliore anno per i ragazzi di Carroll: i Rams corrono e non sembrano voler voltarsi, perciò una vittoria domenica sui decimati -difensivamente parlando- Texans costituirebbe una parziale cura a tutti i mal di pancia di questa umorale squadra.

Pittsburgh Steelers @ Detroit Lions, lunedì ore 01.30
Cosa dire di questi Steelers? Finalmente vincono e convincono eppure niente, tutto il focus mediatico è sul caso Bryant, ora relegato nello scout team a seguito delle sue dichiarazioni social -nel 2017 veramente un giocatore deve ancora realizzare che avrà conseguenze per ogni singola cosa che dice sull’internet?- in cui ha esplicitamente richiesto una trade in quanto insoddisfatto del suo attuale ruolo nell’attacco degli Steelers: francamente pure io mi attendevo un volume di targets ben diverso rispetto a quello delle prime sette settimane, però nel momento in cui la squadra vince, teoricamente, tutti dovrebbero essere contenti. La stagione di Detroit ha preso inaspettatamente una brutta piega dopo le sconfitte contro Carolina e New Orleans, partite nelle quali sono emersi tutti i limiti di una difesa che ci aveva ingannato sulle proprie qualità grazie ad un numero insostenibile di turnovers: l’assenza della copertina di Linus Golden Tate si sentirà, inutile negarlo, però l’attacco dei Lions dovrà sicuramente elevare il livello delle proprie giocate ad un livello mai raggiunto finora in quanto la difesa degli Steelers, in modo particolare la secondaria, nelle ultime settimane ha rimembrato la tanto rimpianta Steel Curtain. Con una linea d’attacco rattoppata e reinventata ed una difesa con numerosi asterischi, Detroit dovrà sfoderare la miglior prestazione dell’anno per non permettere a Minnesota -contro i Browns domenica- di prendere troppo il largo.

I protagonisti

Kareem Hunt
Definire leggendario quanto fatto finora dal rookie di Toledo sarebbe quasi riduttivo, in quanto nessuna “leggenda” è mai riuscita a guadagnare 100 yards dallo scrimmage nelle prime 7 partite della carriera: replicare ciò anche domenica contro i Broncos, la miglior rushing defense della lega, ribadirebbe una volta ancora che il talento di Hunt è qualcosa di veramente speciale. Ma quanto sarà difficile ciò? Parecchio, in quanto la difesa dei Broncos fino a questo punto ha concesso 431 rushing yards su 142 portate, esattamente -o quasi- 3.0 yards a tentativo e, tranne nel caso dell’inspiegabile exploit di Darkwa, ha concesso solamente 8 yards a Zeke Elliott, 12 a Marshawn Lynch e 21 a Shady McCoy: ciò che rende speciale Hunt è però proprio l’abilità nel creare yards after catch nel gioco aereo, e questo lo possiamo notare guardando il boxscore contro gli Steelers, quando nonostante le sole 21 rushing yards riuscì a guadagnare ben 89 yards in sole 5 ricezioni.
Un altro trend che il numero 27 dei Chiefs tenterà di invertire sarà senza dubbio quello che concerne i touchdown, in quanto l’esilio dalla end zone si protrae da ben quattro partite: per come sta giocando l’attacco di Denver l’esito finale non dovrebbe essere in dubbio, però l’ennesima prova da 100+ yards totali -e magari un touchdown- sarebbe probabilmente l’highlight di una stagione fino a questo punto storica.

Dwight Freeney

Dwight Freeney è sempre ad uno spin move di distanza dal causare un sack ed un possibile fumble.

Lasciamo stare metafore, figure retoriche e comparazioni: nessuno è stato, è e sarà mai come Dwight Freeney.
Ingaggiare il 37enne a stagione in corso segue una trama comune delineatasi negli ultimi anni: nel momento in cui un team con aspirazioni per il Super Bowl perde un pass rusher, il numero di Freeney è il primo sulla rubrica del general manager di turno che frettolosamente lo chiamerà -incrociando le dita che qualcun altro non abbia avuto prima la medesima intuizione- chiedendogli se ha ancora qualche spin move messo da parte.
Ovviamente Dwight Freeney ha lo spin move, autentica arma di distruzione di massa che gli ha permesso di atterrare il quarterback avversario per ben 122 e mezza -che ci volete fare, i sacks li contano così- volte e di causare ben 47 fumbles: questo innesto regala a Carroll un giocatore situazionale che difficilmente giocherà più della metà degli snaps in una partita, ma che saprà sicuramente sfruttare ogni singola occasione concessagli.
Ah sì, negli ultimi due anni Freeney ha giocato rispettivamente per i campioni NFC (Falcons) e per dei Cardinals arrivati ad un passo dal Super Bowl: come vedete averlo in squadra porta discretamente bene.

Halapoulivaati Vaitai
No, non ho sbattuto la testa sulla tastiera: l’infortunio del left tackle Jason Peters, protettore del lato cieco di Carson Wentz nonché secondo miglior tackle per PFF e nove volte Pro Bowler, costringerà Philadelphia ad affidarsi al sophomore da TCU che lo scorso anno aveva sostituito l’altro OT Lane Johnson durante la squalifica di 10 giornate. Proteggere il blind side del proprio quarterback è probabilmente il ruolo più delicato in assoluto per un uomo di linea e finora, nei 188 snaps giocati, Viatai si è guadagnato una votazione PFF di 46.1 concedendo un sack, mentre Peters pur essendo stato in campo più del doppio delle volte di sacks ne ha concesso solamente mezzo in più, come facilmente intuibile dall’86.4 con cui ha concluso la sua stagione. Questo infortunio ci mostrerà definitivamente se Philadelphia è davvero pronta per una corsa ai playoffs, in quanto gli infortuni sono una parte inevitabile del gioco ed il motivo per cui i GM vengono pagati è proprio questo, costruire un roster profondo in cui -quarterback a parte- la logica del next man up permetta ad una squadra di rimanere competitiva sempre e comunque.

Uno spunto per le altre partite della domenica

Minnesota Vikings @ Cleveland Browns, domenica ore 14.30
Ok, l’attacco dei Vikings non è sicuramente fra i più esaltanti, però Kizer contro la difesa dei Vikings senza Joe Thomas sulla sinistra? Non credo ci saranno sorprese e Minnesota porterà a sei le vittorie stagionali, allungando così su Packers e Lions.

Atlanta Falcons @ New York Jets, domenica ore 18.00
Ad inizio stagione stare qua a parlare della visita dei Falcons ai Jets sarebbe stato tempo buttato, peccato che entrambe le compagini abbiano vinto lo stesso numero di partite -tre- e l’attacco dei Falcons sembra essere nel ben mezzo di una crisi d’identità: vincere contro questi Jets è tutt’altro che scontato, vediamo se Atlanta saprà uscire dalla propria spirale di autodistruzione e ricominciare a correre verso dei playoff oggi più che mai lontani.

Carolina Panthers @ Tampa Bay Buccaneers, domenica ore 18.00

Possiamo tranquillamente affermare che i Bucs hanno rappresentato finora una delle più grandi delusioni della stagione: riusciranno domenica a svoltare la situazione?

Parlando di crisi, che sta succedendo in NFC South? Sia Carolina che Tampa Bay vengono da due pesanti sconfitte consecutive, anche se l’attacco guidato da Winston sembra comunque essere in grado di produrre con una discreta consistenza. Sicuramente Cam dovrà cercare di scrollarsi di dosso la nuvola di Fantozzi che lo ha portato domenica a commettere due turnovers parecchio ridicoli -entrambi riportati in touchdown dal mio uomo Eddie Jackson- e rimettere in carreggiata una squadra fino a due settimane fa decisamente in palla.

Chicago Bears @ New Orleans Saints, domenica ore 18.00
In un modo o nell’altro i Bears riescono a vincere, che ci volete fare? La magica corsa che li ha portati a due sorprendenti successi contro Baltimore e Carolina sembra però destinata a concludersi domenica in quanto Drew Brees ed il running game dei Saints sono in una forma stratosferica, salvo che Eddie Jackson abbia nel taschino altri due touchdown: improbabile, credo proprio che in Louisiana arriverà la quinta vittoria di fila.

Oakland Raiders @ Buffalo Bills, domenica ore 18.00
Non mi nascondo, sto amando alla follia la stagione che sta facendo Buffalo: in un modo o nell’altro, seppur con un roster molto limitato, i Bills continuano a trovare maniere per portare a casa l’intera posta in palio e continuare a sperare in degli improbabili playoff. Momento della verità, invece, per Derek Carr che dopo i segnali di risveglio mostrati contro KC è atteso da un’altra partita molto delicata: i grandi quarterbacks in queste partite solitamente fanno la differenza.

Indianapolis Colts @ Cincinnati Bengals, domenica ore 18.00
Che disastro questi Colts, tanto in attacco quanto in difesa: Cincinnati è stata ridimensionata da Pittsburgh però francamente nessuno nel roster di Indy sarà in grado di marcare A.J. Green, così come la rushing defense difficilmente sarà in grado di fermare l’arrabbiatissimo Joe Mixon.

Dallas Cowboys @ Washington Redskins, domenica ore 21.25
Zeke è tornato e se saprà vincere la propria battaglia contro la NFL ed evitare la squalifica di sei giornate Dallas avrà modo di rientrare veementemente in corsa per i playoffs: Washington è sempre una brutta bestia e Cousins sembra essere pienamente in grado di sfruttare le debolezze della difesa dei Cowboys a proprio favore, però lo stesso discorso può valere pure l’attacco di Prescott, quindi vedo piuttosto bene i ‘Boys.

Denver Broncos @ Kansas City Chiefs, martedì ore 02.30
Se l’attacco di Denver non sarà ancora in grado di combinare qualcosa difficilmente avranno una possibilità concreta di giocarsela fino in fondo: la difesa dei Chiefs è veramente in uno stato confusionale al momento, quindi la possibilità di rimettere in sesto l’attacco i Broncos la avranno senza dubbio anche se la difesa dovrà comunque limitare un reparto in cui grazie a Smith ed al prodigio Hunt la produzione è sempre e comunque abbondante.

Miami Dolphins 0 @ Baltimore Ravens 40, Thursday Night Football
Vuoto cosmico per l’attacco dei Dolphins, i Ravens fanno quel tanto che basta per costringere Miami alla rincorsa ed a quel punto sale in cattedra la difesa: due pick six, una di Mosley ed una di Jimmy Smith, scrivono i titoli di coda in una partita particolarmente oscena. Flacco ha abbandonato il campo a seguito di una terribile botta in testa refilatagli da Alonso: concussion sicura, la situazione per i Ravens si complica ulteriormente.

3 thoughts on “Guida all’ottava settimana di NFL

  1. Io mi chiedo cosa deve fare un giocatore di football per essere espulso.
    Mi riferisco all’intervento di Alonso, fatto chiaramente x fare male e basta.. voleva staccare la testa dal collo a flacco??
    Misteri della NFL….
    Cmq in fatto di numero di infortuni quest’anno, nessuno come I ravens credo

    • Perfettamente d’accordo: intervento gratuito e brutale, senza una minima giustificazione. Con Flacco non ha neanche la scusa della velocità del QB..
      Per quanto riguarda l’articolo Mattia, sarà che sono tifoso di Seattle, ma mi sembra che la situazione dei Seahawks non sia così in bilico. E’ ormai lampante che Carroll punti a rodare la sua squadra a settembre e ottobre per poi tirare fuori il meglio da novembre in poi, quando le partite contano un po’ di più. In fin dei conti si ritrova con un onesto 4-2 pur non avendo giocato a livelli altissimi, e in prospettiva non vedo ostacoli insormontabili: direi che per come sono messe le squadre avversarie le sfide con Arizona e San Francisco sono 3 W sicure e a parte le partite con Jags e Cowboys, le altre sfide di livello medio-alto (Texans, Eagles, Falcons, Rams e Redskins) sono tutte al Century Field, dove passare è a dir poco complicato. La situazione nella Conference è poi molto altalenante e non vedo una squadra che possa prendere il largo sulle altre: sono convinto che la stessa Philadelphia lunedì avrebbe preferito perdere ma tenersi sani Peters e Hicks.. La vedo dura per Wentz con il left tackle di riserva. E in più secondo me Blount nella seconda parte di stagione si sgonfierà, addossando al QB responsabilità che forse non sarà ancora in grado di sobbarcarsi.
      Per Seattle resta più che altro l’incognita playoff, nel senso non di arrivarci (li do x scontati), ma di come giocarli: la O-line ha fatto progressi, ma resta comunque niente più che nella media. Certo una difesa così ti fa vincere 3/4 delle partite, ma x arrivare al Gran Ballo e vincerlo serve che Wilson e tutto l’attacco compiano quello step in alto che al momento non c’è ancora stato

  2. ricordiamoci che New England durante questa settimana ha perso per infortunio il suo “capitano” della difesa Hightower. Visto che aveva saltato le prime partite ed al rientro aveva aiutato la sistemazione della linea difensiva, adesso sarà una dura sfida per Belichick e Patricia sopperire all’assenza.

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