La perenne evoluzione del gioco, sempre più incentrato sui passaggi e sull’impiego costante di tre ricevitori, si manifesta anche grazie alla metamorfosi che ha visto protagonisti gli inside linebacker, ai quali non è più richiesto solo di essere efficaci nel running game ma anche, e soprattutto, di riuscire a “correre” con i ricevitori o tight end: in ogni draft i vari front office tentano ossessivamente di garantirsi i servigi dei cosiddetti “every down linebackers” nella speranza di avere per le mani il prossimo Bobby Wagner.
Ovviamente i linebacking corps comprendono anche gli outside linebackers ai quali, per il momento, una grande incisività nel pass rush maschera le eventuali lacune che si possono vedere senza troppe difficoltà nel momento in cui viene loro chiesto di “scendere nella flat zone” e prevenire runningbacks o tight end.
Addentriamoci dunque in questa nuova ed impegnativa top five.

5- Atlanta Falcons
Nomi più importanti: Deion Jones (MLB), Vic Beasley (OLB), Duke Riley (MLB).
Primo punto: nessuno dei giocatori appena menzionati ha più di 25 anni. Secondo punto: il loro gioco naturalmente dovrà elevarsi, ma il futuro sorride decisamente alla difesa degli Atlanta Falcons. Ci si mette sempre meno tempo ad appiccicare l’etichetta di “bust” in faccia ad un giocatore scelto al primo round del draft: molte volte questa frettolosità, alimentata da social media e giornalisti, è alquanto fuori luogo e Vic Beasley ne è la più recente prova. Dopo una prima stagione complicata con soli 4 sacks messi a segno, l’ex Clemson nel 2016 è esploso con 15.5 sacks- leader nella categoria- accompagnati da ben 30 QB hurries guadagnandosi così un posto nel tanto ambito First Team All-Pro.

Deion Jones può svolgere il suo compito in coverage come un vero e proprio defensive back.

Arrivato con la cinquantaduesima scelta nel draft dello scorso anno, Deion Jones ci ha messo decisamente poco a mettersi in luce: solamente alla terza partita fra i pro Jones ha intercettato il leggendario Drew Brees percorrendo poi tutto il campo per un’emozionante pick-six proprio nella città in cui è nato. Oltre all’alto numero totale di tackles, l’aspetto più impressionante del gioco di Jones è la naturalezza con la quale riesce ad essere brillante pure nel coprire i ricevitori avversari: il 4.38 con il quale ha fermato il cronometro nella 40 yard dash si è palesato con 3 intercetti ed 11 passaggi difesi che, presi senza contesto, sono numeri da cornerback. Non è giusto nei confronti del rookie Duke Riley aspettarsi un’esplosione veloce come quella di Jones, ma l’ex LSU, partendo da special teamer, saprà ritagliarsi senza dubbio uno spazio nella rotazione difensiva di coach Quinn, garantendogli così un altro giovane e duttile linebacker.

4- Denver Broncos
Nomi più importanti: Von Miller (OLB), Shane Ray (OLB), Brandon Marshall (MLB), Todd Davis (MLB).
Se questo articolo lo avessi scritto qualche giorno fa, probabilmente sarebbero saliti sul podio ma l’infortunio di Shane Ray è un fattore troppo importante: dopo un 2016 da 8 sacks l’ex Missouri è chiamato per la prima volta in carriera ad un ruolo da titolare dopo il ritiro di Demarcus Ware e purtroppo questo infortunio ne rallenterà la preannunciata esplosione. Che dire di Von Miller? Dopo un Super Bowl vinto con il premio di MVP l’incontenibile Miller è stato protagonista di un 2016 estremamente consistente in cui ha legittimato in pieno il super contratto firmato nel luglio dello scorso anno: con 13.5 sacks e 29 hurries non è riuscito ad aggiungere alla sua bacheca lo sfuggevole premio di Defensive MVP ma le sue prestazioni gli hanno garantito l’ennesimo First Team All-Pro. Brandon Marshall, complice un infortunio che gli ha fatto perdere 5 partite, non sembra essere riuscito a non far sentire la mancanza di Danny Trevathan, accasatosi ai Bears la scorsa offseason, in quanto i 52 tackles totali fatti registrare nel 2016 non rappresentano numeri per cui leccarsi i baffi, anche se il potenziale per una stagione di primo livello è sicuramente presente. Dopo solo 4 partite iniziate da titolare in tre anni, complice la partenza di Trevathan, Todd Davis si è trovato per mancanza di alternative in un ruolo tanto importante quanto delicato: ha senza dubbio risposto presente aiutato da 97 tackles e cavandosela sempre discretamente nelle situazioni di passaggio. La caduta dalla terza alla ventottesima posizione nella speciale classifica di rushing yards concesse a partita ha sollevato molti interrogativi sulla qualità delle giocate degli inside linebacker di Denver che nel 2017 dovranno riuscire a trainare tutto il front seven ai livelli visti nell’annata del Super Bowl.

3- Arizona Cardinals
Nomi più importanti: Chandler Jones (OLB), Markus Golden (OLB), Deone Bucannon (MLB), Haason Reddick (MLB).
La creatività e l’acume difensivo dei Cardinals, oltre che per i risultati in campo, negli ultimi anni si sono messi in mostra attraverso la creazione del “moneybacker”: consci dell’evoluzione che sta riguardando gli ILB, sono riusciti a sintetizzare la velocità di un safety con la fisicità di un linebacker in questa nuova posizione, visibile principalmente in formazioni nickel, interpretata da Deone Bucannon che entrato nella lega come safety è stato spostato stabilmente all’interno del “box” permettendogli così di essere un martello contro le corse ed in grado di coprire senza difficoltà i ricevitori.

Esempio dell’aggressività dei Cardinals nei passing downs.

Bucannon però sembra essere destinato ad un inizio di stagione in PUP list, lasciando così spazio da subito al rookie Haason Reddick universalmente considerato come il migliore coverage-backer disponibile nell’ultimo draft: il playbook difensivo dei Cardinals è decisamente complesso da capire, quindi le aspettative dovranno essere per forza temperate, anche se sembra avere tutte le carte in regola per una prima annata di successo. La filosofia difensiva dei Cards prevede un massiccio impiego dei blitz-  nel 2016 ne hanno fatto uso nel 41% dei passing down, percentuale più alta della lega- che se da un lato portano inevitabili rischi, dall’altro hanno permesso alla squadra di Arians di posizionarsi comodamente in prima posizione nella percentuale di sacks per snap con un assurdo 8.1% di efficacia: a permettere tutto ciò ci hanno pensato Chandler Jones e Markus Golden che insieme sono riusciti a registrare 23.5 sacks, rendendo Golden una delle sorprese più belle della scorsa stagione.

2- Seattle Seahawks
Nomi più importanti: Bobby Wagner (MLB), K.J. Wright (MLB).
Se solo due nomi vi sembrano un numero troppo ridotto di giocatori per la seconda posizione, occorre tenere presente di chi si sta parlando: Bobby Wagner è da qualche anno il miglior inside linebacker della lega e se vi sorge qualche dubbio vi basta pensare al fatto che la difesa da lui diretta è stata dal 2013 al 2015 quella in grado di concedere meno yards a partita all’attacco avversario, e se la quinta posizione nella graduatoria dello scorso anno vi ha fatto suonare un campanello d’allarme è mia premura ricordarvi che per una lunga parte di stagione l’All-Pro Earl Thomas è rimasto relegato nella sideline per una gamba rotta. Le statistiche di Wagner sono semplicemente mostruose: 167 tackles- facilmente primo in questa classifica, 4.5 sacks ed un intercetto sono numeri che ne sottolineano la versatilità e ci raccontano di un giocatore in grado di esprimersi ai massimi livelli in ogni fase del gioco. La grandezza di Wagner ha spesso messo in ombra K.J. Wright, che però finalmente nel 2016 è riuscito ad essere convocato al Pro Bowl: con una stats-line di 126 tackles 4 sacks ed un intercetto Wright va a costituire con Wagner uno dei migliori duo di linebacker nella NFL e senza dubbio quello più consistente, come testimoniato dai quasi 2400 snaps giocati dai due.

1- Carolina Panthers
Nomi più importanti: Luke Kuechly (MLB), Thomas Davis (MLB), Shaq Thompson (MLB).

Giocate come queste sono senza dubbio mancate ai Panthers nell’ultima parte della scorsa stagione.

Abbastanza prevedibile direi: solo una terrificante concussion è stata in grado di fermare Luke Kuechly, l’età non sembra aver rallentato per niente l’eterno Thomas Davis e la crescita di Shaq Thompson è oramai sotto occhi di tutti. Con Wagner Kuechly è senza dubbio il miglior middle linebacker della lega e nonostante l’infortunio è riuscito comunque ad entrare nella formazione del Second Team All-Pro grazie soprattutto all’impressionante abilità nel coverage game. Riuscire testardamente ad ignorare l’avanzare dell’età e non abbassare mai il livello delle proprie giocate è prerogativa dei grandi della storia NFL fra i quali troviamo sicuramente Thomas Davis: nonostante le 33 primavere il socio di Kuechly è riuscito a colpire gli avversari 106 volte ed a mettere le mani sul pallone per ben 3 volte, una in meno rispetto al 2015, anche se sarà necessario trovare un’alternativa nel caso in cui prima o poi il tempo avrà la meglio sull’ex Walter Payton Man of The Year. Quest’alternativa si chiama Shaq Thompson, linebacker ibrido selezionato al primo round nel draft del 2015: è stato proprio coach Rivera ad annunciarne un inevitabile aumento del numero di snaps a discapito proprio di Thomas, che sembrerebbe aver accettato tranquillamente il ruolo di mentore.
Attenzione, che questi Panthers vorranno ricordarci che l’exploit del 2015 culminato nel Super Bowl non fu frutto del caso, ma di una squadra che ha tutte le carte in regola per diventare una dinastia.

Appena fuori: Tampa Bay Buccaneers, Los Angeles Chargers, New England Patriots.

3 thoughts on “NFL Top Five: i cinque migliori linebacking corps

  1. Mattia come al solito bell’articolo. Come spesso accade (soprattutto quando si parla di reparti difensivi) nella classifica appaiono i miei Seahawks. E questo mi ha fatto scattare una scintilla, soprattutto ripensando all’articolo di 2 settimane fa sulle O-lines: potresti fare anche le classifiche al contrario, ossia mettere in ordine le peggiori 5 squadre in ogni reparto?!? Sarebbe interessante e in qualche caso secondo me ci scapperebbe anche qualche risata!

    • Ciao Roquinho!
      Considerando la bontà degli atleti e degli staff presenti nella NFL, mi viene difficile fare una worst five: prevedere che un reparto che ha ben performato nella stagione precedente faccia altrettanto bene l’anno seguente è più logico e sensato, mentre immaginare tracolli (che spesso dipendono da infortuni) è abbastanza randomico e per carattere preferisco lasciare il caso a parte più che posso.
      Dopo le classifiche (già pronte) su secondarie e special teams, però arriverà qualcosa che anche se non esteso come questa rubrica saprà sicuramente (spero!) soddisfare questa tua curiosità!

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