Salutata la regular season, ci avviciniamo ai playoffs: ma non prima di aver affrontato i nostri consueti top and worst della settimana

TOP

STEVE SMITH

Le parole non bastano quando si parla di un giocatore come Smith, un wide-receiver tra i migliori della storia NFL quando si parla di tecnica e di assoluta dedizione al ruolo. E anche statisticamente l’ex Panthers finisce con un settimo posto come yards ricevute a livello assoluto nella storia NFL, un dato che la dice lunga sul valore che ha rappresentato un giocatore umile come pochi altri visti nel ruolo. “Non ho mai sentito la pressione in modo particolare, ma è un sollievo che adesso potrò concentrarmi sul portare i figli a scuola”, ha commentato Smith, e i migliori auguri per il futuro non possono mancare a un giocatore così straordinario…

GARY KUBIAK

Chapeau all’head-coach dei Broncos, che lascia per problemi di salute dopo una corsa di due anni coronata da un Super Bowl vinto con un “falso” Manning come quarterback ma una difesa perfetta, e un mancato bis del titolo in una stagione comunque affrontata in modo dignitoso, nella division più competitiva dell’intera lega. A volte è più difficile lasciare, soprattutto nel mondo dorato NFL, ma Kubiak si è tolto la soddisfazione, dopo aver vinto coi Broncos con John Elway in campo, di aver vinto un altro Super Bowl col mitico quarterback come dirigente: una carriera di successo, che può avere il suo meritato addio…

GREEN BAY PACKERS

L’aveva detto sei settimane fa Aaron Rodgers, “sento che possiamo riprendere la testa della division”, e per molti, di fronte a dei Packers quantomai svogliati e fuori forma, erano sembrate parole gettate per aria, un’arroganza fuori tempo e inopportuna.

Ed eccoli proprio sei settimane dopo i Packs alla guida della NFC North, dopo aver battuto i Lions a Detroit domenica con un’altra prova super di un rinfrancato Rodgers, che nella striscia positiva ha messo insieme 15 touchdowns e 0 intercetti, una marcia nuziale di vittorie che passa per protagonisti improponibili, da Christine Michael running-back già tagliato da Seattle, a un improponibile già dal nome Geronimo Allison, oltre che a una difesa che perde elementi come rami dagli alberi, ma che resiste a tutto. E sopra tutti lui, il quarterback che combatte a sua volta contro un polpaccio malandato ma che non smette di aver fiducia: e vincere! Mica poco di questi tempi…

WORST

OAKLAND RAIDERS

E’ un peccato che la bella stagione degli Oakland Raiders rischi di finire con un incubo, rispetto alle tante promesse di poche settimane fa. Con un Derek Carr sano a guidare l’attacco, una difesa cresciuta in confronto a quella delle prime giornate, e la seria prospettiva di vincere la AFC West e avere un bye e una partita casalinga da tutto esaurito dopo più di dieci anni di attesa.

Invece dopo la sconfitta di domenica che mette Oakland al quinto posto, ad attendere è una partita in trasferta contro i mediocri Houston Texans, meritevoli solo di giocare in una division pessima come la AFC South, ma che in casa sono almeno passabili, soprattutto di fronte alla prospettiva che non sia neanche il secondo quarterback ad affrontarli, ovvero Matt McGloin, ma Connor Cook! E anche riuscendo a superare la trasferta texana, l’ipotesi di andare al Gillette Stadium e cavarsela contro Brady e company senza Carr sembra poco plausibile.

Consolante è il fatto che la squadra è giovane e destinata a crescere di livello nei prossimi due-tre anni, complice un Jack Del Rio apparso ottimale come head-coach: ma che peccato questo finale iellato di  stagione…

DETROIT LIONS

E’ come se ogni stagione i Lions dovessero… beh, essere i Lions che conosciamo da una vita a un certo punto, anche nelle annate che sembrano più trionfali: ed anche nel 2016 non è stato differente. con una vittoria divisionale sicura annullata da un finale da incubo, 3 sconfitte consecutive, un Matthew Stafford improvvisamente a secco insieme al suo attacco (solo 12 punti di media in queste ultime partite). Con una ottima pass-rush la trasferta di domenica nella Wild Card contro Seattle sarebbe una partita non impossibile da vincere, ma che Lions vedremo: quelli brillanti o tratti, o quelli autolesionisti che  tornano sempre fuori?

WASHINGTON REDSKINS

In fondo domenica contro i Giants i Redskins dovevano vincere, o almeno provarci con una certa convinzione, per andare ai playoffs. Missione fallita, e anche se come consueto Kirk Cousins è andato sul banco dei colpevoli, è tutta la squadra che è apparsa piatta al grande verdetto. Certo, Cousins con due intercetti sanguinosi probabilmente si è giocato il megacontratto con Washington che sembrava già pronto, ma la linea offensiva sembra quantomai discutibile. E quel Josh Norman nervoso, con due pesanti falli personali, non è ancora il leader difensivo che si pensava: in tutto questo, Josh Gruden è poi così saldo in sella?

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