E’ week 10, oramai sapete il mio modo di organizzare l’articolo: il Sunday Night di solito è l’ultima partita affrontata.
Non questa settimana però.

In una domenica in cui la lanciatissima Dallas visitava il sempre ostico Heinz Field di Pittsburgh e in cui Carolina, davanti al proprio pubblico, era attesa da una prova della verità contro Kansas City, a spiccare è stato senza dubbio lo scontro fra due delle migliori dinasty degli anni duemila: Seahawks vs Patriots.
Oggi partiamo da loro.

In un potenziale preview del Super Bowl LI, Seattle restituisce il favore a New England, spuntandola 31 a 24: dopo aver visto sfumare i sogni di un repeat di Lombardi sulla goal line, con l’intercetto di Butler, Seattle si vendica nel più dolce dei modi, tenendo New England fuori dalla endzone proprio per una singola yarda. Sotto di 7 a 43 secondi dalla fine, solo due yards separano i Pats dal touchdown del pareggio: QB sneak di Brady che non va, Blount viene fermato sulla linea di scrimmage, una penalty di Seattle restituisce a New England la yarda persa sul terzo down e, sul 4&1, il lancio di Brady non trova le sicure mani di Gronkowski, marcato da un magnifico Chancellor. Partita a Seattle.

Prima prestazione sottotono di Brady, che per la prima volta in stagione lancia un intercetto e, sempre per la prima volta, i touchdown lanciati sono zero: tutti e tre i TD di New England vengono firmati da Blount, così come tutti e tre i TD di Seattle vengono realizzati da “Angry” Doug Baldwin, che sfrutta la giornata di grazia di Russell Wilson, che oltre a lanciare tre touchdown, completa più del 67% dei passaggi tentati per 348 yards totali. Attenzione a Seattle che, dopo un altro avvio poco convincente di stagione, sembra destinata ad un altro dicembre on fire e sul record di 6-2-1, tiene a distanza i poco brillanti Cardinals: come ogni anno, Seattle c’è.

Alla luce della sconfitta di New England, la miglior squadra della NFL diventa Dallas che, vincendo 35 a 30 contro Pittsburgh, si porta sul record di 8-1 e per l’ennesima volta ribadisce il fatto di essere la squadra non solo della propria conference. Dopo il “Mariniano” fake spike con cui è arrivato il touchdown del vantaggio di Pittsburgh a soli 43 secondi dal termine, a dirla tutta, la seconda sconfitta stagionale sembrava oramai inevitabile per Dallas: una penalty per  face mask contro Pittsburgh ha però proiettato Dallas in field goal range, piazzato mai calciato perchè il fenomenale Zeke Elliott (209 yards totali e 3 TD fra cui uno screen pass da 83 yards) ha pensato di risolvere personalmente la questione, correndo tutte le 32 yards che separavano i Cowboys dalla endzone.

Battere Pittsburgh in una giornata in cui Big Ben Roethlisberger lancia per 408 yards e 3 TD non è una cosa da tutti e, speriamo, che dopo questa vittoria, non ci siano più dubbi: Dallas (al momento) è da Super Bowl.

Carolina, perdendo in extremis per 20 a 17 contro Kansas City, vede le residue speranze di playoff sfumare definitivamente: sul 3-6 e con un attacco che inspiegabilmente non riesce più a muovere la catena in maniera consistente, vincere tutte le ultime 7 partite (con Raiders, Seahawks e Falcons fra le avversarie) sembra essere un miraggio.

Eric Berry (numero 29) ha realizzato l'unico touchdown della partita di Kansas City.

Eric Berry (numero 29) ha realizzato l’unico touchdown della partita di Kansas City.

Eppure, i sogni dei Panthers, iniziando l’ultimo periodo di gioco su un rassicurante 17 a 3, sembravano essere destinati a durare ancora per qualche domenica: una pick six dell’ottimo Eric Berry accompagnata da 3 piazzati dell’affidabilissimo Santos hanno permesso ai Chiefs di costruire un parziale di 17 a 0, risultato fatale a Cam e compagni.

Non saranno pochi i rimpianti per Carolina, che, sul 17 a 17 a pochi secondi dal termine, vede interrompersi bruscamente un drive finalizzato a portare la palla in zona field goal: Marcus Peters strappa infatti il pallone dalle insicure mani di Kelvin Benjamin, consegnando il pallone al proprio attacco in zona field goal, che Santos non avrà problemi a mettere.

I Chiefs si portano quindi sul 7-2 vincendo una partita in cui l’attacco non è praticamente mai in grado di produrre niente (solo 178 yards lanciate da Smith): attenzione, ai playoff si vince così.

I veri vincenti della settimana, però, sono i Detroit Lions che, senza giocare, si trovano improvvisamente al comando della NFC North: il 47 a 25 con cui Tennessee strapazza Green Bay, unito al 26 a 20 con cui Washington passa su Minnesota, lancia il team del Michigan in cima alla propria division, il cui fondo rimane occupato da Chicago, travolta 36 a 10 da Tampa Bay.

Senza una difesa ed un gioco di corse, Green Bay patisce la partenza indemoniata dei Titans, che segnando 21 punti solo nel primo quarto creano un gap incolmabile per Rodgers e compagni: fenomenale la prestazione di Marcus Mariota, autore di ben 4 TD, e di Demarco Murray, che oltre al “solito” 100+1 (almeno 100 yards corse ed un TD), trova gloria pure come QB, in quanto il secondo TD della partita è un lancio fatto partire dal caldissimo runningback e ricevuto da un altrettanto indemoniato Delanie Walker.

Probabilmente ai playoff non ci arriveranno, ma questi Titans sono proprio divertenti da guardare. A non essere per niente divertente è invece la situazione di Minnesota, che perdendo la quarta partita consecutiva perde pure il comando della division: la prestazione di Bradford non è per niente malvagia (307 yards e 2 TD a fronte di un solo intercetto), ma con un running game capace di produrre solo 47 yards su 21 portate, vincere appare altamente improbabile.

Buona vittoria per Washington, che per accedere ai playoff dovrà guadagnarsi sicuramente una wild card, in quanto il 5-3-1 con cui questa squadra di approccia a Week 11, è ben distante dall’otto-uno di Dallas.

Poco da dire invece per quanto riguarda Chicago: a parte una tanto bella quanto inutile hail mary di Cutler a Meredith (50 yards) a fine secondo quarto, Chicago non riesce praticamente mai a tenere questa partita chiusa. Buona la prestazione di Winston, che al solito intercetto accompagna 312 yards e due TD.

In una NFC West insolitamente poco competitiva, a sorridere, oltre a Seattle, troviamo Arizona e Los Angeles: nelle due partite più brutte della domenica, i Cardinals, soffrendo più del previsto, battono per 23 a 20 i derelitti 49ers, mentre Los Angeles vince 9 a 6 contro i New York Jets. Trascinati dai TD di Johnson, i Cardinals ritornano al successo in una domenica storica: Fitzgerald, autore di 12 catches per 133 yards, sale al sesto posto nella classifica all time di ricezioni, a sole 16 dalle 1102 di Marvin Harrison, al momento al terzo posto.

Ennesima milestone per Fitzgerald (numero 11): Hall of Famer sicuro.

Ennesima milestone per Fitzgerald (numero 11): Hall of Famer sicuro.

Non malvagia nemmeno questa volta la prestazione di Kaepernick, autore di un TD di lancio ed uno di corsa, ma le 28 yards prodotte dai runningback Hyde e Harris, sono troppo poche per poter pensare ad una vittoria dei 49ers.

La prima partita da titolare di Bryce Petty coincide con una sconfitta dei Jets, che oltre all’apporto dell’eterno Forte (98 yards corse pure ieri), producono troppo poco in attacco: le 163 yards lanciate da Petty, con un TD ed un intercetto, difficilmente faranno vincere una partita in cui il migliore in campo è stato Johnny Hekker, che con 4 punt su 7 atterrati all’interno delle 20 yards avversarie, ha spesso costretto lo sterile attacco di New York a partire nei pressi della propria endzone. Non sarà il ruolo più glamour ma punters are people too!

Nelle altre quattro partite rimanenti, troviamo quattro successi molto importanti in ottica playoff: Denver riprende la propria marcia battendo New Orleans 25 a 23 al termine di una partita tiratissima, Philadelphia torna al successo battendo Atlanta 24 a 15, mentre Houston pur non convincendo batte Jacksonville 24 a 21 ed infine Miami porta a quattro i successi consecutivi imponendosi su San Diego 31 a 24.

Il modo in cui è arrivata la settima vittoria stagionale di Denver, ha dell’incredibile: in una partita in cui si sono registrati ben 6 turnover totali (fra cui 2 fumble di Michael Thomas), dopo lo spettacolare touchdown di Cooks ad un minuto dal termine, Justin Simmons blocca il PAT con cui New Orleans si sarebbe portata in vantaggio permettendo a Will Parks di recuperare il pallone e portarlo nella endzone avversaria, trasformando un inevitabile 24 a 23 Saints in un 25 a 23 in favore di Denver.

Parks (numero 34) viene "accompagnato" in endzone dai compagni: questo improbabile return è stato infatti decisivo per il 25 a 23 finale.

Parks (numero 34) viene “accompagnato” in endzone dai compagni: questo improbabile return è risultato infatti decisivo per il 25 a 23 finale.

Trascinati da uno spettacolare Ryan Mathews che, dopo essere stato di fatto bocciato a RB di riserva in favore di Sproles, trascina Philly alla vittoria realizzando 2 TD e guadagnando 139 yards totali in un pomeriggio in cui l’attacco di Atlanta, a parte un TD di Gabriel nato per un errore della secondaria degli Eagles, combina poco o nulla.

Vincere una partita con il proprio QB titolare in grado di lanciare la miseria di 99 yards è probabilmente possibile solo se si gioca contro Jacksonville, autentica macchina da turnover: poco altro da aggiungere per quanto riguarda Texans-Jaguars.

Con questa vittoria Houston si porta su un record di 6-3 che ha dell’incredibile, anche se per vincere contro Oakland, la settimana prossima, serviranno numeri diversi.

Infine, la quarta gioia consecutiva di Miami, arriva al termine di una giornata in cui per una volta, a costare la sconfitta ai Chargers è Rivers: lanciando 4 intercetti nell’ultimo quarto, vincere una partita è alquanto improbabile. Con un Ajayi finalmente umano, “solo” 79 le yards corse, Ryan Tannehill riesce per una volta a caricarsi la squadra sulle spalle completando il 70% dei passaggi tentati, buoni per 2 TD, porta Miami sul 5-4: la settimana prossima, contro i non irresistibili Rams, i ‘Fins si trovano costretti alla vittoria per sperare nei playoff, in quanto nella NFC West, ben tre squadre hanno vinto già 7 partite.

Siamo al momento dei saluti, cari lettori: come ogni settimana vi invito a commentare nella sezione sottostante, ed anche in questo caso come ogni settimana, vi ringrazio per aver trascorso dieci dei vostri minuti, con me.

A lunedì prossimo!

6 thoughts on “Week 10: La rivincita

  1. Nella stessa domenica trovare tre finali come quelli di Seattle, New Orleans e Pittsburgh vuol dire non annoiarsi! Che emozioni e che amarezza per le tre squadre sconfitte, che l’hanno buttata via davvero! E se per i Patriots la sconfitta influisce quasi solo sul morale, per le altre 2 diventa pesantissima anche per la classifica!

    • La sconfitta di New Orleans rischia di essere decisiva, Atlanta ha ancora un buon vantaggio; per quanto riguarda Pittsburgh, li vedo ancora pesantemente favoriti per la vittoria della division: devono giocare due volte contro i Browns!

      Grazie mille per il commento e buona serata!

  2. Credi che i Ravens possano rimanere davanti a Pittsburgh fino al termine della stagione?

    • Dalla mia foto si capisce che ci spero, però basandomi sulla forza media delle avversarie rimanenti, vedo Pittsburgh messa molto meglio: i Ravens se la vedranno con gli Steelers a Pittsburgh, con i Pats a Foxboro, hanno ancora le due partite contro i Bengals (difficili da battere ultimamente) oltre a Dallas, Philadelphia e Miami, mentre Pittsburgh deve ancora giocare tutte e due le partite contro i Browns, per dirti.
      Sul piano di gioco non vedo come Baltimore possa arrivarci ai playoff, dal momento che per battere i team citati sopra non puoi affidarti solo a Tucker.
      Detto ciò, vorrei essere smentito ben volentieri!

  3. Secondo voi i Cowboys possono sognare il Superbowl o un eventuale scontro con Atlanta e soprattto Seattle può essere fatale?

    • Ciao Daniele!
      A mio avviso Dallas al momento è nettamente superiore ai Falcons, buona squadra che però ha lacune troppo clamorose per essere una vera contendente: mancano ricevitori di qualità oltre a Julio, difesa a lunghi tratti inesistente e passaggi a vuoto dell’attacco come quelli visti domenica contro Philly sono inconcepibili in ottica Super Bowl.
      Discorso diverso con Seattle. Non saprei nemmeno io cosa dirti: la linea d’attacco di Dallas (il vero MVP) è la migliore della lega mentre quella di Seattle probabilmente la peggiore, mentre se si parla di difese è esattamente il contrario! Seattle sulla partita secca è la peggior squadra possibile da incontrare, in quanto pur giocando male spesso arrivano a giocarsi la partita all’ultimo possesso. In definitiva, non saprei esprimermi, però ti dico questo: i playoff sono un’altra storia rispetto alla regular season e Seattle ci ha fatto vedere che ai playoff sa vincere.

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