Sono due mesi che ogni lunedì, puntualmente, condivido con voi i miei pensieri sulla domenica appena passata e, senza ombra di dubbio, parlare di questa domenica di football, sarà particolarmente difficile: week 9 ha profondamente mutato gli equilibri all’interno di più division, mettendo in discussione buona parte di ciò che abbiamo, insieme, pensato, detto e ribadito.

Mettetevi comodi, che come ogni lunedì, vedrò di raccontarvi cosa è emerso (e cosa non) nella nona settimana di NFL.

Sul fatto che Dallas vincesse a Cleveland, 35 a 10 il risultato finale, non c’erano molti dubbi: battere i Browns sta diventando statisticamente più sicuro che convertire un PAT o un field goal (ne parleremo), vincere contro di loro non fa passare una squadra dall’essere pretender a contender, chiariamolo.

Però, in questa vittoria di Dallas, ho notato qualcosa: i Cowboys, hanno vinto una partita che dovevano vincere giocando una partita da New England Patriots. Lasciatemi il tempo di spiegare.

La metodicità con cui Dallas ha gestito il gioco, il cronometro, attaccando ripetutamente gli avversari su debolezze studiate durante la settimana, chiudendo la partita in tre quarti e correndo per la quasi totalità del quarto periodo: non inizio nemmeno a paragonare le squadre, mettere nella stessa frase Brady e Prescott sarebbe troppo anche per me, però il record è lo stesso, 7-1, e l’impressione generale è che forse, a febbraio, potremmo vedere i due quarterback soprammenzionati a confronto, Romo permettendo. Chi giocherà contro Pittsburgh?

L’incredibile successo di Detroit ai danni di Minnesota, 22 a 16 dopo i supplementari, rappresenta senza dubbio la partita della settimana.

I primi 59 minuti, ci hanno mostrato due squadre in tremenda difficoltà, come testimoniato dal 13 a 9 con cui Detroit era in vantaggio: ciò che sto per raccontarvi, è accaduto veramente. A 27 secondi dal termine, sul 3&1, Ellison, tight end di Minnesota, è riuscito a portare finalmente in vantaggio i Vikings, con un fortunato TD su corsa (ha commesso fumble sì, ma solo dopo essere entrato con un piede in endzone): il PAT dell’oramai irroconoscibile Walsh (field goal bloccato e PAT sbagliato) ha dato a Minnesota un vantaggio di 3 punti che, con 23 secondi da giocare e con Detroit senza timeout, sembrava destinato a consegnare la vittoria ai Vikings davanti al loro pubblico.

Ed ecco arrivare Matthew Stafford, che prima guadagna 8, apparentemente, inutili yards con un veloce check down pass a Tate, e poi, completa un lancio da 27 yards per Andre Roberts: miracolosamente, Stafford riesce ad eseguire uno spike, e con soli due secondi da giocare, Detroit può pareggiare la partita con un field goal, ma 58 yards sembrano costituire una distanza alquanto eccessiva. La gamba sicura di Matt Prater, però, la pensa diversamente, e Detroit si trova come d’incanto ai supplementari, di cui vince il coin toss, ed attacca per prima: le 11 giocate per 87 yards, culminate nel touchdown della vittoria di Golden Tate, rappresentano bene questa squadra, che guidata da un quarterback che si sta sempre più inserendo nella discussione di MVP, si trova spesso a dover inseguire, salvo poi riuscire quasi sempre a vincere.

Attenzione, perchè il 5-4 di Detroit sta iniziando a preoccupare seriamente Minnesota, 5-3, squadra che non trova la vittoria da un mese.

Anche perchè, perdendo 31 a 26 contro Indianapolis, Green Bay sta iniziando ad essere seriamente nei guai: il 4-4 è meno preoccupante della totale assenza di gioco di corse dei Packers, che sebbene guidati da un autentico fenomeno come Rodgers, con la loro monodimensionalità di gioco, non incutono più troppo timore.

In una giornata in cui Andrew Luck non brilla particolarmente, 281 yards un solo TD e due intercetti contro la malridotta secondaria dei Packers, a condurre alla vittoria i Colts ci pensa Frank Gore, che nonostante corra solo 60 yards su 19 portate, trova per ben due volte la endzone. Nulla da fare per Green Bay che, improvvisamente terza nella division, non può continuare a chiedere ad affidarsi alla genialità di Rodgers: urge un runningback.

Il ritorno al successo di Baltimore, 21 a 14 contro Pittsburgh, porta i Ravens, 4-4, al comando dell’AFC North meno competitiva degli ultimi anni. Da quella che probabilmente è la più sentita rivalità della NFL, nasce una partita molto strana: l’attacco di Pittsburgh, che ritrova Roethlisberger per l’occasione, è capace di produrre solamente due primi down nei primi tre quarti e Baltimore, poco nulla al di fuori del touchdown di 9Pittsburgh Steelers v Baltimore Ravens5 yards dell’ex Wallace, è bravissima nel contenere Bell, che finirà la giornata con solo 32 yards guadagnate in 14 portate. Dopo il punt bloccato e riportato in touchdown da Chris Moore, il risveglio di Pittsburgh è violento: sul 21-0, i due touchdown degli Steelers si rivelano inutili quando, in una giocata che passerà alla storia, con 48 secondi da giocare il kicker Chris Boswell propone un’improbabile rabona in un tentativo di onside kick salvo poi inciampare sul pallone, consegnando la vittoria a Baltimore, che giovedì contro Cleveland, tenterà di costruirsi un vantaggio sulle inseguitrici.

In due partite completamente diverse, arrivano due successi per l’NFC South: al termine di una partita a lunghi tratti inguardabile, Carolina la spunta su Los Angeles per 13 a 10, mentre in un festival degli attacchi, New Orleans batte 41 a 23 San Francisco.

Carolina, ora sul 3-5, quasi riesce nell’impresa di giocare peggio di Los Angeles, squadra con la prima scelta assoluta che deve ancora assaggiare il campo: guadagnare 244 yards totali su 62 giocate farà riflettere coach Rivera, che con un Cam da 20 su 32 per 225 yards ed un TD ed un gioco di corse inesistente, non sarà in grado di vincere partite contro squadre come i Chiefs, avversari di domenica prossima. Guidati dal solito 300+3 (almeno 300 yards lanciate e 3 TD) di Brees, i Saints non hanno particolari patemi a sbrigare la pratica 49ers: San Francisco non gioca una brutta partita, ma perdere 3 fumble non è il migliore dei modi per tenere il passo a Brees.

Successi fondamentali in ottica playoff arrivano da Kansas City che, con fatica, batte Jacksonville 19 a 14 e San Diego, vincente 43 a 35 su Tennessee, mentre, New York sponda Giants festeggia la quinta vittoria dell’anno, 28 a 23 su Philadelphia e New York sponda Jets esce ancora una volta sconfitta, questa volta da Miami per 27 a 23.

Chiariamo tutto.
In una partita ben più chiusa di quanto si credesse alla vigilia, i Chiefs devono ringraziare ancora una volta Cairo Santos, autore di 13 dei 19 punti totali di Kansas City, e la difesa, che ha causato un fumble sulla goal line a Chris Ivory: in una partita così chiusa, giocate del genere sono la differenza fra vittoria e sconfitta. Discreta la prova di Foles, che ha sostituito l’infortunato Smith: 20 completi su 33 tentativi, 187 yards e 1 TD.

Trascinati da un favoloso Gordon (261 yards totali ed un TD) i Cfizzio-mi-disphargers trovano la quarta vittoria stagionale, vittoria che li tiene ancora ben saldi all’ultimo posto in una delle migliori division della lega: la difesa di Tennessee non trova risposte all’alternanza corsa-lancio con cui Rivers gestisce la partita e se aggiungiamo i due TD firmati dalla difesa di San Diego (da pick six e fumble), a nulla servono i buoni numeri fatti registrare da Mariota (313 yards e 4 TD totali). Probabilmente ai playoff non ci arriveranno, ma se in salute, questi Chargers, nei prossimi anni, potranno diventare una squadra da playoff.

L’ennesima ottima prestazione di Ajayi (130 yards totali ed un TD) trascina Miami sull’interessante record di 4-4, anche se come sempre, i Jets ci hanno messo del loro: oltre ad una spaventosa inefficienza in redzone, di cui l’esempio più lampante è l’orribile intercetto lanciato da Fitzpatrick, a consegnare la vittoria a Miami ci ha pensato Kenyan Drake riportando in touchdown un kickoff a poco più di 5 minuti dal termine. La stagione dei Jets, con questa sconfitta, è ufficialmente finita: avrebbe senso dare spazio al rookie Hackenberg, “l’era” Fitzpatrick, è finita.

A far sorridere parte della città di New York ci pensa però Eli Manning, che lanciando 4 touchdown nei primi tre quarti e sfruttando gli errori ad inizio partita di un Wentz (2 intercetti nei primi due drive) apparso più rookie che mai, scava un gap che Philadelphia non sarà poi in grado di ricucire: sulle 17 dei Giants Wentz non è in grado di convertire un 4&10 rivelatosi fatale per gli Eagles, adesso sul fondo della NFC East.

In una vera e propria presa di potere, nel Sunday Night Football, Oakland schiaccia Denver con il punteggio di 30 a 20.

La difesa di Denver è come sempre estremamente efficace nel limitare il quarterback avversario, solamente 183 le yards lanciate da Carr, ma a sorpresa, si scopre estremamente vulnerabile sulle corse: Latavius Murray sfodera la prestazione della vita nel momento più importante della stagione di Oakland e corre 114 yards su 20 portate mettendo a segno ben 3 TD, aprendo le porte del paradiso ad Oakland.

Se poi Khalil Mack, osservato speciale nello scontro a distanza con Von Miller, sfodera la miglior prestazione della stagione mettendo a segno due sack ed un fumble forzato, la vittoria dei Raiders inizia ad apparire sempre più ovvia, e il digiuno di playoff (e stagioni con record vincenti) che si protrae dal 2002, sembra finalmente destinato a finire: questa squadra sa come vincere le partite chiuse punto a punto e, guidata da un Carr che con ogni probabilità diventerà uno dei migliori QB di questa generazione, ha tanti motivi per festeggiare. Anche se, con Denver comunque sul 6-3 e Kansas City sul 6-2, rilassarsi rappresenterebbe un errore molto grave.

Come sempre, vi invito a commentare dicendomi la vostra, poichè, anche per questa settimana, cari lettori, è tutto.

A lunedì prossimo!

2 thoughts on “Week 9: prese di potere

  1. Ciao Mattia,
    leggo con piacere i tuoi commenti sull’NFL e giusto ti scrivo per ringraziarti per il lavoro che fai e per farti i miei complimenti. Seguo la NFL da tifoso (Seahawks) ma non sono un esperto, per cui mi astengo a fare commenti sportivi. Grazie ancora, saluti, Maurizio

    • Grazie mille Maurizio, veramente!
      (NFC West abbastanza in mano a Seattle adesso)

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