Quanto emerso in questo primo mese di campionato è piuttosto chiaro: Minnesota is here to stay.

I Vikings infatti sono l’unica squadra rimasta imbattuta, in quanto Denver e Philadelphia hanno visto le loro rispettive streak, di quattro e tre vittorie, interrompersi. Vediamo insieme cos’è successo.

In una partita decisamente a senso unico, Minnesota si impone su Houston con il punteggio di 31 a 13.

Privati del loro miglior ricevitore, Stefon Diggs, i Vikings dimostrano per l’ennesima volta come nessun infortunio sia in grado di fermare la loro cavalcata: rimanendo fedeli alla filosofia del next man up, hanno sfruttato la giornata di grazia di Adam Thielen, che ha ricevuto 7 palloni buoni per 127 yards ed un TD.

L’avvio furioso di Minnesota si è rivelato fatale per Houston, che dopo aver subito 24 punti nei primi venti minuti di gioco, non è mai stata in grado di rientrare in partita. Ennesima ottima prestazione di Sam Bradford, che ha completato più del 70% dei passaggi tentati per 271 yards e due TD: è finalmente arrivato il momento in cui l’ex prima scelta assoluta può essere considerato un franchise QB?

Nel match più atteso della domenica fra Falcons e Broncos, a spuntarla per 23 a 16 sono i Falcons che, portando il primo dispiacere stagionale in casa Broncos, si candidano ufficialmente ad un ruolo da protagonisti nella NFC.

In una partita che vedeva la difesa probabilmente più temuta della lega (Vikings permettendo) contrapposta al miglior attacco del 2016, Atlanta ha saputo sfruttare la giornata di grazia della propria difesa: con una partita alla Von Miller, Vic Beasley con 3.5 sacks e due fumble forzati ha tenuto costantemente il rookie Lynch sotto pressione, limitando quindi i Broncos a 3 miseri punti nei primi tre quarti.

In dubbio alla vigilia a causa dei problemi causati dall’altitudine (è anemico), Tevin Coleman ricevendo solo 4 palloni è stato in grado di guadagnare 132 yards, segnando anche un TD: il mismatch portato dall’ex Hoosier ai linebacker dei Broncos è stato sfruttato a pieno da Atlanta, che adesso insieme a Minnesota sembra essere la miglior squadra della NFC.

A rendere questa domenica di football un po’ più speciale, troviamo il rientro dalla squalifica di Tom Brady, che ha guidato i suoi Patriots ad una facile vittoria per 33 a 13 contro i Browns.

Prova mostruosa del numero 12, che non ha mostrato il benchè minimo segno di ruggine: 28 completi su 40 tentativi (70%) per 406 yards con 3 touchdown, lanciati tutti al nuovo arrivato Martellus Bennett.

La prestazione di Bennett, accompagnata al primo 100+ yards game di un Gronkowski non ancora al 100%, ha ricordato a tutta la NFL quanto a Belichick piaccia giocare con la two tight end offense, la cui miglior versione fu quella del 2011, con Aaron Hernandez al posto dell’unicorno nero Bennett.

Quell’anno New England arrivò al Super Bowl, tanto per dire. Niente da fare invece per Cleveland, che perde per infortunio anche Cody Kessler: contro Tennessee potrebbe partire Clipboard Jesus Charlie Whitehurst, e solo questo basta a farci capire la sfortuna che perseguita la franchigia dell’Ohio.

Il più grande upset della giornata arriva dal Ford Field di Detroit, dove i Lions battono di un solo punto, 24 a 23, Philadelphia, condannandoli alla loro prima sconfitta stagionale.

Dopo un avvio furioso di Detroit, sempre in meta nei primi tre drive, Philadelphia mantenendo la calma ha progressivamente risalito la china, fino a mettere la testa avanti per la prima volta a poco più di sei minuti dal termine.

Dopo il successivo three and out di Detroit, gli Eagles hanno iniziato a gestire il cronometro, facendo bruciare tutti i timeout a coach Caldwell: su 3&2 a 2.40 minuti dal termine, Ryan Mathews ha perso un sanguinosissimo fumble, che ha permesso a Detroit di arrivare a calciare un facile field goal.

Il successivo drive è terminato alla prima giocata con l’intercetto di Darius Slay (autore pure del fumble), il primo stagionale di Wentz. La sconfitta riporta sulla terra gli Eagles, che contro Washington domenica prossima avranno l’occasione di lasciarsi alle spalle una sconfitta che avrà spezzato molti cuori.

Chi invece non ha intenzione di fermarsi è Dallas, che guidata dal duo rookie Prescott-Elliott inanella la quarta vittoria consecutiva battendo Cincinnati per 28 a 14. Per vincere, a Dallas basta un avvio sprint, con tre touchdown nei primi tre drive: il dominio della linea d’attacco di Dallas sul front seven di Cincinnati unito all’alternanza sistematica fra lanci e corse tagliano fuori dalla partita la difesa dei Bengals, ed in una giornata in cui per mettere punti a tabellone l’attacco deve aspettare l’ultimo quarto, vincere appare impossibile.

A Dallas adesso non si può fare a meno di essere ottimisti: Zeke Elliott migliora di settimana in settimana, e ieri, nel suo test più impegnativo fino a questo momento, ha corso per 134 yards in sole 15 portate, fra cui una da 60 finita in endzone. Jerry Jones nel dopo partita ha ribadito che questa è e rimane la squadra di Romo, ma un’altra prestazione del genere di Prescott (18/24 per 227 yards, un TD lanciato ed uno corso) a Green Bay la prossima settimana, potrebbe far vacillare l’intento dell’owner dei Cowboys.

La division più competitiva della NFL, l’AFC North, trova un nuovo padrone: la vittoria di Pittsburgh, che battono 31 a 13 i New York Jets, unita alla sconfitta di Baltimore per 16 a 10 contro Washington, issa gli Steelers al comando della division. Dopo i 5 TD lanciati contro Kansas domenica scorsa, Roethlisberger fa quello che vuole contro la discutibile secondaria dei Jets lanciando per 380 yards con 4 TD, fra cui 2 al sophomore Sammi Coates, che in quello che può essere considerato come breakout game, riceve 6 palloni per ben 139 yards: le opzioni per Big Ben sono sempre di più e questo attacco è in grado di metterne 30 ogni domenica.

Nel derby del Maryland, Baltimore perde la seconda partita consecutiva, dimostrandoci quanto il football sia a game of inches: quella che poteva essere una pick six di C.J. Mosley per pochi centimetri si trasforma in touchback e possesso a Washington, e sempre per pochissimi centimetri Breshad Perriman non riesce ad appoggiare in endzone il secondo piede, vedendosi quindi annullare il touchdown del sorpasso a pochi secondi dalla fine. Terza vittoria di fila di Washington, che dopo un avvio di stagione altamente problematico, sembra aver ritrovato il modo per vincere partite chiuse.

La sconfitta di Houston a Minnesota, unita alle vittorie di Colts e Titans, riavvicina quest’ultime al vertice della AFC South: Indianapolis riesce ad imporsi su Chicago col punteggio finale di 29 a 23, mentre Tennessee schiaccia Miami per 30 a 17.

Nonostante una difesa che ha concesso quasi 400 yards a Bryan Hoyer, apparso a lunghi tratti infermabile, Indianapolis riesce a sfruttare i calci dell’eterno Vinatieri (5 su 5 con due 50+ yarder) e le big plays di T.Y. Hilton che, in una giornata da 10 ricezioni per 171 yards, a poco più di tre minuti dal termine regala il touchdown della vittoria alla squadra di coach Pagano.

La miglior partita dell’anno di Marcus Mariota, autore di 3 TD su lancio e 1 su corsa, garantisce a Tennessee una facile vittoria su Miami, incapace di creare pericoli in attacco: oltre ai due intercetti lanciati, Ryan Tannehill ha subito 6 sacks in un pomeriggio che certamente lascerà segni sul futuro di Miami che sul poco invidiabile record di 1-4 sembra già essere, ancora una volta, tagliata fuori dal discorso playoff.

Vittorie molto importanti per due fra le squadre più calde della lega, Oakland e Buffalo: in una partita che San Diego non ha voluto saperne di vincere, i Raiders sfruttano gli innumerevoli errori dei Chargers per vincere 34 a 31, mentre Buffalo porta a tre i successi consecutivi imponendosi 30 a 19 sui Los Angeles Rams.

I 4 touchdown lanciati da Rivers si rivelano inutili per i Chargers, che si vedono traditi dal proprio punter: dopo un punt di sole 16 yards, che ha regalato ad Oakland un’ottima posizione di partenza in un drive finito in TD, il rookie Drew Kaser si è reso di nuovo protagonista in negativo perdendo il controllo del pallone nella realizzazione del field goal che avrebbe portato la partita ai supplementari.

Vittoria importantissima per Oakland, che raggiunge New England, Denver e Pittsburgh al comando della AFC, e si candida ad un ruolo di protagonista per la vittoria della AFC West.

Dopo uno 0-2 iniziale e il conseguente licenziamento dell’offensive coordinator Greg Roman, Buffalo continua a vincere trascinata da un sempre straordinario LeSean McCoy, che ha corso 150 yards su 18 portate, e dal cornerback Nickell Robey, autore di 2 intercetti fra cui una pick six. Attenzione adesso ai Bills, che la settimana prossima contro i non irresistibili 49ers potrebbero portarsi sul 4-2, record che li inserirebbe nella battaglia per la postseason.

Nel Sunday Night Football, i Packers superano i Giants per 23 a 16. In una partita in cui tutti gli occhi erano puntati su Odell Beckham, le cui frasi ed atteggiamenti hanno fatto discutere tutta la settimana, a trascinare alla vittoria Green Bay ci pensa la difesa: Rodgers ha lanciato sì 2 TD, completando però solamente poco più del 50% dei passaggi tentati e affiancando ai touchdown lo stesso numero di intercetti, cosa molto rara per il numero 12 davanti al proprio pubblico di casa.

La bontà del lavoro della difesa dei Packers è testimoniata dagli anemici numeri dei Giants che hanno raccattato la miseria di 219 yards in attacco, e nonostante il ritorno al touchdown di Odell Beckham, si sono svegliati troppo tardi per poter mettere in dubbio l’esito del match. Terza sconfitta di fila per New York, che adesso si trova in solitaria sul fondo della NFC East.

Aspettando di vedere se anche Carolina riuscirà ad invertire la rotta rimettendosi in carreggiata con una vittoria contro Tampa Bay, anche per questa settimana è tutto.

 

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