Per quanto sia difficile crederlo ci sono voluti ben 22 anni per far riportare un franchise della NFL nella seconda città americana per popolazione, città dei Dodgers e degli Angels, dei Lakers e dei Clippers, e dall’estate di quest’anno anche dei Rams. Domenica mattina la comunità di LA ha dato prova del proprio amore per il football tanto che il Coliseum è stato riempito da 91.000 tifosi, e i Los Angeles Rams hanno ricambiato il favore andando a vincere per 9 a 3 la sfida contro i rivali Seattle Seahawks.

rams-laIl calore e l’energia dei tifosi che non hanno smesso di cantare e festeggiare la prestazione dei Rams per tutti e quattro i quarti acquista ancor più valore se considerato che la partita è stata tutt’altro che divertente con pochi colpi di scena e molti falli. Sebbene in pochi avrebbero scommesso sulla vittoria di Los Angeles, la recente storia tra le due franchigie militanti nella NFC West vede proprio i Rams vincenti ben quattro volte negli ultimi cinque scontri e insegna quindi a non fidarsi troppo dei Seahawks in particolar modo nelle prime partite della stagione.

Se non ci sono incognite sul comparto difensivo di Seattle, la temutissima Legion of Boom che anche in quest’occasione non ha permesso agli avversari di andare in doppia cifra, ce ne sono per quanto riguarda l’attacco. Questo reparto negli ultimi due ha visto gravi perdite come quella del centro Max Unger, scambiato con i Saints per favorire il trasferimento di Graham nella Emerald City, e quella di Marshawn Lynch, che si è ritirato dal football la passata estate. Ma una linea offensiva che ogni anno finisce per rinnovarsi profondamente manca di un vero e proprio leader e di esperti veterani ha bisogno di tempo per trovare la giusta alchimia e per garantire una sufficiente copertura a Russell Wilson. Il QB dei Seahawks, che a causa di questa inaffidabile offensive line ha subito 18 sacks negli ultimi 5 incontri con la difesa dei Rams, non può contare né su un running back né su dei ricevitori di alto livello.

Ad ogni modo, va riconosciuto del merito anche a questi Rams, che sono riusciti a rialzarsi dalla dura sconfitta subita nella Bay Area la settimana prima e che con questa vittoria riescono a scacciare via qualche nube grigia dal cielo di Los Angeles. Ad ogni modo di nubi grigie ce n’erano e ce ne sono rimaste anche dopo questa inaspettata ma meritata vittoria: Jared Goff (prima scelta del NFL Draft 2016) tutt’ora in panchina nonostante Case Keenum si stia rivelando più o meno peggio del previsto, la scarsità di ricevitori affidabili con l’eccezione di un Kenny Britt che ha sfiorato le 100 yarde contro la Legion of Boom e un Todd Gurley irriconoscibile che si trova con l’ovale fra le mani troppe poche volte e in media non riesce a spingerlo oltre le 3 yarde per portata. Tra tutte le nuvole nel cielo di Los Angeles, c’è ne è che non sembra destinata ad a migrare altrove, almeno nell’immediato futuro, che risponde al nome di Jeff Fisher.

seahawks-rams-football-greg-zuerlein_pg_600-800x476A Mr. Jeff Fisher, statistiche alla mano l’allenatore meno vincente dell’intera lega e che nei suoi 22 di carriera ha centrato i playoffs solo sei volte, è stata riaffidata la guida dei nuovi Rams durante la offseason ma da allora il coach non sembra avere avuto mai le idee davvero chiare. La scelta di Goff in occasione del Draft è stata accolta dalla città di LA come l’alba di un nuovo inzio, affidato nelle mani di un affidabile e giovane quarterback che conosceva bene l’ambiente californiano. Eppure del quarterback che ai Rams è costato la bellezza di un 1st rounder, due 2nd rounders, due 3rd rounder ed un 4th rounder, non c’è ancora traccia. Ma coach Fisher si sta rivelando incapace di migliorare e solidificare la situazione QB tanto quanto incapace si sta rivelando nel gestire la crescita della sua stella Gurley, infatti la offseason non ha portato alcun nuovo innesto al fronte offensivo dei Rams, che già in passato si era mostrata tutt’altro che eccelso.

Analizzando bene il roster dei Rams, non si può negare che nelle mani di Jeff Fisher ci sia un giovane team che tra un paio d’anni conterà su di un rispettabile quarterback, uno tra i migliori running back della lega (in Todd Gurley), dei buoni ricevitori (in Tavon Austin e Kenny Britt), una straordinaria defensive line (nella quale brillano Robert Quinn ed Aaron Donald), ed una buona secondaria guidata da Trumaine Johnson. Ma non si può con certezza affermare che il futuro sarà roseo, che i Rams ripartono da questa vittoria nell’homecoming game a Los Angeles per aspirare la conquista del titolo della divisione da qui ad un paio di anni, senza un coaching staff all’altezza che sappia lavorare in maniera oculata nel offseason e che sia capace di traghettare tutto questo talento grezzo verso il successo.

Ad ogni modo i Rams ripartono da una vittoria in casa, in un’atmosfera di grande festa che porta sempre buon umore e allegria all’ambiente, con l’auspicio che questa positività possa guidarli verso nuove vittorie tutta la città di Los Angeles deve ora godersi questo dolce ritorno nel Football professionale ancora per qualche giorno, qualche settimana, qualche mese, perché di regali come questi se ne vedono pochi nella NFL.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.