Assolutamente NO!

hi-res-992e76df50397446413d7f892fbf67d1_crop_northQuello che per me è un titolo provocatorio, per molti di voi lettori potrebbe sembrare una bestemmia, e da un certo punto di vista, come darvi torto? Ho scelto apposta di iniziare l’articolo con questa provocazione, perchè in essa, si nascondono aspetti molto interessanti, che se approfonditi potrebbero farci capire meglio le potenzialità che potrebbe Denver esprimere per tutta la stagione 2016/17. Il 18 maggio, scrivevo qui su Play.it un articolo intitolato: “DENVER BRONCOS, INFERNO O PARADISO”, nel quale sostenevo che era abbastanza banale e scontato dire che la squadra, sarebbe affondata con l’addio di Peyton, aggiungendo argomentazioni a favore della mia tesi. Dopo le prime due Weeks, sembra che io ci abbia preso, non tanto perchè sia Nostradamus, ma semplicemente perchè, andando ad analizzare due o tre cose, ci accorgiamo che in certi casi, si vince anche senza QB. Ma andiamo a vedere insieme i motivi per cui la squadra del Colorado, ha ancora le carte in regola per ripetere una stagione come quella dello scorso anno.

QUARTERBACK

Quando si ha una difesa così solida, il QB da un certo punto di vista potrebbe non essere un fattore. Questa frase potrebbe suonare veramente male per molti, soprattutto per chi come me che giocando in FIDAF in 3 Divisione, una frase del genere la sente attribuita ai cornerbacks e non di certo a colui che è il regista indiscusso. Come già citato in passato, storicamente troviamo i Super Bowl vinti dalle difese e non dagli attacchi. Anche nell’ultimo vinto da Brady, se non ci fosse stato l’intercetto alla fine, avrebbero idolatrato per il secondo anno consecutivo la Legion of Boom. Detto questo, il tifoso medio di Denver non si aspetta in Sieman il nuovo Peyton, e questo aiuterà moltissimo il ragazzo nel crescere e giocare senza le pressioni che potrebbe avere Wentz a Philadelphia. Inoltre, Rick Dennison (OC Denver), non è un novellino. Già dalle prime partite abbiamo potuto vedere, come ha riscritto il playbook intorno a questo giovane ragazzo, imponendogli schemi di passaggio semplici, senza rischio di combinare danni, esattamente come hanno fatto per i primi due anni gli allenatori di Seattle con Wilson. La filosofia è: passaggi sicuri riducendo al minimo il rischio di intercetti, tanto poi ci pensa la difesa a riconquistare il possesso. Ricordiamo poi, che in panchina ha un frutto, preso al primo giro del Draft di quest’anno, che non vede l’ora di maturare per poi far vedere a tutti di che pasta è fatto. Ricordiamo poi, che per quanto Peyton sia una leggenda, l’anno scorso ha concluso con un 9-11 per TD/Int.

PLAYBOOK

c-j-anderson-nfl-super-bowl-50-carolina-panthers-vs-denver-broncos-850x560Paradossalmente, l’addio di Manning ha portato questa squadra ad essere completa sotto tutti i punti di vista. Fino all’anno scorso, un RB come C.J. Anderson veniva snobbato non avendo Denver un gioco incentrato su corsa, e questo, ha portato ad un “soffocamento” delle potenzialità di questo giocatore, che invece quest’anno stanno uscendo partita dopo partita. Per tutelare Siemian e non bruciarlo subito, i coaches si sono dedicati molti a migliorare quel gioco di corsa fino a poco fa evanescente, portando una nuova e importantissima freccia nella faretra dell’attacco, mietendo già diverse vittime in NFL con 40 Att per 166 yards e 2 TD (3 se consideriamo quello su pass). Tenendo conto di questi dati, vediamo che si è già quasi a un quarto delle yards macinate tutto lo scorso anno, e a TD siamo quasi a metà, visto che la scorsa stagione era stata chiusa con 720 Yards per soli 5 TD. Considerando poi che in queste due partite, una squadra tra quelle incontrate era Carolina, capiamo che il lavoro sulle corse che Dennison sta effettuando è veramente mostruoso.

ARRIVI, PARTENZE E DIFESA

Uno dei dubbi post free agency e Draft era il possibile calo di prestazioni con la partenza di Jackson e Trevathan. Vero che le basi della forza della difesa dei Broncos le troviamo sotto altri nomi, vero anche però, che a volte, togliendo un pedone dalla nostra scacchiera, la potenza della nostra regina cala improvvisamente. Guardando però le prestazioni iniziali di Denver, e di quelle soprattutto di Jacksonville, sembra che Malik non fosse così indispensabile, e la sua partenza, ha permesso l’arrivo di Jared Crick da Houston che per ora non si sta comportando male in attesa che possa trovare spazio Adam Gotsis, giocatore che viene dal football australiano scelto dai Broncos al terzo giro di quest’anno. Per il resto la difesa campione 2015, e può vantare oltre ai titolarissimi, delle riserve che in altre squadre giocherebbero sicuramente titolari. Questo mix porterà ancora molte soddisfazioni ai tifosi della franchigia del Colorado e sempre più paura negli occhi dei running back che la notte prima della partita, hanno incubi su dove correre, dato che se corrono dal lato strong trovano un certo Von Miller, mentre da quello weak trovano DeMarcus Ware.

AFC WEST

20160104_114836_demaryius-thomasUn altro dubbio che avevo a maggio, ma che ad agosto era già svanito come potete verificare dalle mie preview sulle franchigie di questa division, era l’insidia che poteva creare ai Broncos il rafforzamento di Chargers, Chiefs ma sopratutto Oakland. Le prime due partite però hanno dato conferma sul fatto che Denver ha per il sesto anno di fila, la strada spianata verso il titolo di division. Partendo con i Chargers, ci accorgiamo che pur facendo salti in avanti col gioco di corsa, ci sono ancora delle lacune per quanto riguarda alcune scelte tattiche difensive e che probabilmente Pagano ci capisca sempre poco davanti a certe situazioni (questo giustificherebbe l’harakiri fatto la prima giornata con Kansas), per poi non parlare degli infortuni.

In due partite, SD perde ha perso per tutta la stagione coloro che l’anno passato erano state le uniche armi che avevano portato quelle piccole consolazioni ai tifosi in un annata completamente da dimenticare. Inoltre la “soap opera” Bosa il non vederlo ancora in campo porta ulteriore nervosismo in una squadra che invece ha bisogno di tranquillità per cercare di far dimenticare un 4-12. Se si trova la serenità e se gli infortuni smettono, si possono fare grandi cose, ma attualmente si è molo lontani da questo e Denver non si deve preoccupare. Kansas City invece, come annunciato nella preview, non la vedevo benissimo, e per ora le due partite ne hanno dato conferma.

Ware sta facendo delle buone cose ma non è di certo Charles e in difesa si continua a sentire la mancanza di Houston. Peters ha già un intercetto sulle spalle in sole due partite, ma ripetere la stagione dello scorso anno è veramente dura sopratutto se la pressione ai QB avversari viene meno. La quadratura è ancora lontana, e la vittoria in rimonta sui Chargers ha purtroppo per Kansas, fatto passare in secondo piano lacune che inevitabilmente sono uscite contro Houston.

Il punto debole di Oakland, è la secondaria e se fino allo scorso anno era un fattore deleterio davanti a Denver, quest’anno potrebbe non risultare così fondamentale. Come detto prima Sieman effettua giocate in sicurezza, preferendo screen pass e passaggi sul medio corto, rispetto alle bombe che a volte vedevamo lanciare da Peyton, su Sanders e Thomas. Inoltre, vero che Denver ha la miglior difesa, ma Oakland con l’arrivo di Osemele e la conferma di Penn, gode a mio parere della linea offensia più forte del campionato (dopo Dallas) con un buon running back ed un quarterback capace di correre e di prendere facilmente primi down in situazioni di “alta pressione”. Oltre a questo, Cooper è difficilissimo da marcare, e la palla la lancia un certo Carr che partita dopo partita sembra dimostrare di avere una maturità da veterano pur avendo iniziato il suo terzo anno, con delle statistiche sempre più convincenti.

Concludo dicendo che, secondo me Denver ha le carte, non solo per vincere il titolo di Division, ma anche di tornare a giocarsi il SB per il secondo anno di fila e il terzo in quattro anni. Come ho detto prima, è molto più completa rispetto agli anni passati, e la sua arma in più oltre questo, è la profondità di squadra. Se oltre questo aggiungiamo il fatto, che tutte le franchigie di NFL stanno piano piano perdendo tutti i loro pezzi pregiati notiamo che la strada è ancora più fattibile di quello che si pensava potesse essere prima.

Nel football ci sono talmente tante piccole variabili che potrebbero portare da un anno all’altro una squadra dalla cima dell’Olimpo, al mondo di Ade in men che non si dica, ma, se queste variabili non influenzeranno troppo le costanti, i tifosi dei Broncos potranno tra qualche mese sfoggiare facilmente sorrisi a 32 denti.

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