Dalle parti di New Orleans si sta costruendo per cercare di uscire da una situazione di stallo dovuta a delle scelte manageriali per concludere il ricambio di una serie di giocatori molto importanti per le fortune della squadra nei tempi trascorsi, le cui partenze hanno sicuramente indebolito la squadra; inoltre ci si è scontrati anche con l’esperienza negativa di Rob Ryan in difesa finendo con l’andando a chiudere per due anni di seguito con il record di sette vittorie e nove sconfitte più l’esclusione dalla post season.

Drew Brees

Drew Brees

Pur avendo un attacco tra i più produttivi in circolazione, il migliore nel gioco aereo, la squadra ha incontrato diverse difficoltà andando a perdere sfide contro avversari sulla carta di pari livello o addirittura inferiori, come Titans e Detroit, risultate decisive alla fine dei giochi.

Il problema principale per i Saints è che questa disperata situazione difensiva sta coincidendo proprio con il momento finale della carriera di Drew Brees, uno dei migliori quarterback di questo gioco, arrivato a compiere 37 anni lo scorso Gennaio e anche nell’ultimo anno di contratto: i colloqui per un rinnovo non hanno dato fino ad oggi segnali positivi, c’è da capire se davvero New Orleans possa dare a Brees quello che un giocatore del suo livello cerca in un momento in cui l’obiettivo sarebbe di andarsi a cercare l’ultima opportunità di vincere il titolo.

Per un giocatore che ha dato tutto per la maglia black and gold, sarebbe un duro colpo non trovare la soluzione per rimanere ancora in Louisiana. I Saints e Brees continuano ad essere in buoni rapporti e le probabilità che il giocatore rimanga sono più alte di un suo addio, tuttavia in questi anni il GM Mickey Loomis, in carica dal 2006, si è guardato in giro per costruire un eventuale sostituto al momento identificato in Garrett Grayson, terzo giro del Draft 2015.

Comunque andrà, Drew Brees sarà ancora la guida di questa squadra per la stagione entrante: sarebbe superfluo spendere parole per uno dei quarterback più significativi del gioco, dal 2006 a oggi ha saltato solamente due partite, è l’immagine di questa squadra e punto fisso per il suo attacco. Nel 2015, Brees ha lanciato per 4,870 yards, completando il 68% dei passaggi, 32 passaggi e 11 intercetti, senza evidenziare cali rispetto alle stagioni precedenti salvo il peso di qualche colpo che adesso comincia a pesare di più rispetto al passato.

Brees orchestra l’attacco del head coach Sean Payton, in carica dal 2006 con un record complessivo di 87-57, pure lui con qualche voce riguardo un possibile addio e di una posizione non più così salda come nei ultimi anni. New Orleans ha prodotto una media di 310,8 yards per giornata solo con il braccio del suo quarterback, purtroppo permangono ancora incognite riguardo il running game passato dalle tredicesima posizione del 2014 a quella di ventiquattresimo del 2015 (da 113,6 a 93,2 yards di media per giornata), riportando l’attenzione sul problema della prevedibilità in attacco.

Brandin Cooks

Brandin Cooks

La produttività dei Saints non può essere messa in discussione, nono attacco con 25.1 punti di media segnati. Tutto deve essere messo a confronto di una difesa purtroppo spesso in sofferenza, di fatto il principale fattore limitante di questa edizione dei Saints.

Inoltre quest’anno non ci sarà più in squadra lo storico bersaglio di Brees, Marques Colston, ritiratosi dopo aver segnato 72 touchdown e ricevuto 9,759 yards in una carriera solo in nero-oro.

C’è curiosità per capire come verrà sostituito una delle bandiere di questa squadra, entrato nella fase calante da alcuni anni ma pur sempre uomo di esperienza e dalla work ethic invidiabile.

La prima risposta arriva dal Draft con la selezione al secondo giro del prodotto di Ohio State, Michael Thomas: wide out fisico, elogiato per la grinta, la voglia di allenarsi e di migliorarsi, oltre ad essere già un bersaglio pronto per essere coinvolto nell’attacco titolare. Aspetti che lasciano tutti ben sperare per il presente e specialmente per il futuro della squadra.

Il primo bersaglio di Brees sarà ancora il folletto Brandin Cooks, la punta di diamante di questo giovane reparto di wide out; Cooks ha ricevuto 84 palloni per 1,138 yards e 9 touchdown dimostrando di poter essere un fattore nel passing game pur la piccola stazza. Certo, il ragazzo può ancora migliorare ma il livello è già buono per un gioco aereo che avrà ancora molte responsabilità.

La nota positiva del 2015 è aver ricavato due buoni giovani wide receiver dal nulla: Brandon Coleman, undrafted del 2014, si è fatto rispettare per la stazza (6’6’) arrivando a ricevere 454 yards e 2 touchdown, dando all’attacco una figura che opposta a Cooks serviva.

L’altro, Willie Snead, arrivato ai Saints dopo aver girato un po’ di squadre uscendo come undrafted sempre dalla classe 2014, si è imposto come secondo ricevitore della squadra ricevendo 984 yards e 3 touchdown.

Per entrambi è stato un inizio incoraggiante, con Brees il compito può essere risultato più semplice, però c’è sicuramente margine di miglioramento per un reparto molto interessante. Saranno interessanti le soluzioni che Payton e l’offensive coordinator Pete Carmichael studieranno per funzionare al meglio il gioco aereo. Se tutti dovessero proseguire la loro crescita, le difese avranno sicuramente qualche problema in più.

I  Saints hanno deciso di fare un grosso investimento per quanto riguarda la posizione di tight end dopo aver ceduto Jimmy Graham a Seattle. Infatti questa off season è stato aperto il portafoglio per coprire d’oro Coby Fleener, lasciato andare dai Colts.

Seppure l’esperto Benjamin Watson abbia giocato tutte le partite portando alla causa 825 yards e 6 touchdown, la dirigenza ha preferito investire su un nuovo target, più futuribili con già  molta esperienza da titolare alle spalle.

Mark Ingram

Mark Ingram

Coby Fleener ha firmato per un quinquennale da 36 milioni, 18 dei quali garantiti. Una cifra sicuramente importante ma che doveva essere spesa dopo aver visto Josh Hill, uno dei possibili sostituti di Graham, rendersi inconcludente per quanto riguarda la lotta per la maglia da titolare.

Hill sarà il principale back up di Fleener per i prossimi tre anni, ovviamente la speranza è che la mediocre stagione dei Colts sia il motivo per cui Fleener sia passato da 774 yards più 8 touchdown a 491 e solamente tre segnature. L’ingresso in una squadra in cui potrebbe essere tra i target principali del proprio quarterback, incrementa maggiormente le aspettative riguardo il prodotto di Stanford.

Bisogna ora parlare del running game, il ventiquattresimo della Lega: giocare in una squadra che predilige molto il passing game può ridurre l’impiego delle corse,  seppure New Orleans sia stata tra le squadre più incisive per quanto riguarda le segnature, arrivate a quota sedici. Lo step successivo sarebbe quello di migliorare la media di yards corse a giornata, e per farlo è necessaria la presenza dei running back principali ovvero Mark Ingram, C.J. Spiller e Tim Hightower.

Mark Ingram rimane il runner con maggiore talento, quando sano è sicuramente un corridore di spessore come ai tempi dei Crimson Tide: purtroppo in cinque stagioni NFL, solamente la seconda ha giocato tutte quante le partite rispetto alle 11,13 e 12 dal 2013 al 2015.

Le stats parlano di 769 yards corse, 4,6 di media e ben 6 touchdown oltre alle 50 ricezioni per 405 yards. Cifre importanti, le proiezioni su 16 partite sarebbero certamente interessanti ma l’integrità fisica sta facendo molto discutere.

I Saints hanno deciso di credere a pieno nel ragazzo firmandolo fino al 2019 a una cifra in cui il rischio potrebbe pagare. Meno fiduciosi, invece, sembrano essere i tifosi riguardo C.J. Spiller, arrivato lo scorso anno da Buffalo per diciannove milioni in quattro anni.

Spiller nel suo primo anno ai Saints ha corso solamente per 36 volte senza produrre touchdown, così come è risultato poco incisivo nel passing game dove ha chiuso a quota 2 TD e 239 yards. Pure lui continua a essere un dubbio riguardo l’integrità fisica, infatti i Saints nei due recenti Draft hanno preso due running back sperando di poter ricavare una riserva affidabile in futuro.

Marcus Murphy e Daniel Lasco sono ottimi atleti, peccato per loro che al momento il favorito come back up sia Tim Hightower. Ripescato dalla strada dopo anni in cui se ne erano perse le tracce, nel momento che c’è stato bisogno di correre con Ingram e Spiller infortunati, lui ha risposto presente guadagnando 375 yards, 4 touchdown in otto partite giocate.

La competizione sarà molto aperta per quanto riguarda la posizione del vice Ingram, sperando che possa essere una spinta per ottenere quelle yards in più che possono segnare la differenza tra giocarsi un 3&corto e un 3&lungo.

La linea offensiva ha assicurato una buona protezione a Brees e offerto prestazioni accettabili per quanto riguarda l’aprire varchi. C’è molto interesse per quanto riguarda il futuro di Andrus Peat, prima scelta dello scorso anno: Terron Armstead ha giocato un ottimo 2015 nello spot di left tackle e difficilmente verrà sposato da quella che doveva essere la posizione di Peat. Durante l’offseason e la preseason, Peat è stato schierato da right guard, un ruolo in cui non lo si addiceva troppo alle sue caratteristiche. Potrebbe essere una mossa utile a migliorare subito l’interno della linea, meno per il futuro del ragazzo.

Terron Armstead

Terron Armstead

Le attenzioni sono poste proprio sull’interno della linea: Max Unger ha ben tenuto il campo nella posizione di centro e il trentatreenne Zach Strief manterrà ancora il ruolo di right tackle, altra opzione percorribile per Peat.

Le guardie che ruoteranno nello spot di sinistra saranno Tim Lelito e Senio Kelemete, il primo più costante e in vantaggio rispetto al secondo. Se New Orleans dovesse trovare stabilità all’interno della linea offensiva, la produzione del running back potrebbe salire di colpi aiutando maggiormente l’attacco.

Sean Payton lo scorso anno ha preso la decisione di licenziare Rob Ryan dal ruolo di defensive coordinator per cercare di rialzare la difesa chiamando Dennis Allen portando la difesa a uno schieramento di base 4-3: purtroppo il suo primo anno non ha portato a risultati soddisfacenti, ci sono stati problemi legati dalla salute di alcuni giocatori ad altri che invece hanno incontrato alcune difficoltà riducendo il valore del personale su cui lavorare. Payton ha comunque confermato Allen e la dirigenza ha portato in Louisiana due difensori nei primi due giri del Draft.

Il primo giro ha visto la chiamata di Sheldon Rankins, pass rusher interno molto abile contro le corse, il ritratto di quello che ai Saints è mancato spesso negli ultimi anni. Purtroppo il prodotto di Louisville si è procurato la frattura del perone a metà agosto indicando un tempo di recupero attorno ai due mesi. Sicuramente la fortuna non sembra essere dalle parti dei Saints in questi casi.

Così Allen dovrà affidarsi nuovamente a Cameron Jordan, end capace di integrarsi bene nel nuovo schema producendo 45 placcaggi e 10 sacks. Per provare a elevare il livello di talento da mettere in trincea, si ha puntato su Nick Fairley, venuto da Detroit con un solo anno di contratto; una sorta di scommessa per cercare di capire se il talento intravisto ad Auburn è ormai svanito oppure è stata l’esperienza a Detroit a non valorizzarlo.

Il resto della linea dovrebbe essere composta dal tackle Tyeler Davison (1,5 sacks nell’anno da rookie) e Kasim Edebali, autore di 5 sacks e 21 placcaggi in un’annata in cui la pressione è stata il grande problema dei Saints. Bobby Richardson, John Jenkins, e Davis Tull faranno parte di una rotazione che ha giù perso il sophomore Hau’oli Kikaha, rusher situazionale, tra le poche note positive del 2015 con 5 sacks.

La sensazione è molto negativa, a meno di clamorose esplosioni, questo è un settore dove Allen farà molta fatica a costruire contromosse efficaci a running game ben attrezzati.

Cameron Jordan

Cameron Jordan

Dai Rams è arrivato James Laurinaitis, trentenne middle linebacker a cui Los Angeles ha rinunciato per fare spazio ai nuovi giovani e a un giocatore comunque diritto verso la fase calante.

Una mossa intelligente per dare una guida affidabile a un reparto linebacker che sperava di trovare nel primo giro 2015 Stephon Anthony un giocatore più pronto per questo ruolo: Anthony nel suo primo anno non è si comportato male contro le corse (112 placcaggi, 2 fumble forzati e un intercetto messo a segno), invece in pass coverage e nella lettura del gioco, per tanto mettergli affianco un giocatore che si prenda cura di questo compito potrebbe aiutarlo a crescere negli aspetti ancora carenti.

Con Anthony impiegato nello spot di SAM, nello spot di WILL si deve ancora capire se Dannell Ellerbe tornerà a essere un giocatore di football affidabile viste le sole sette partite giocate in due anni. Ellerbe difficilmente tornerà quello di Baltimore seppure i problemi fisici sembrano ora definitivamente guariti, però c’è preoccupazione per un giocatore che pure in Primavera è stato limitato negli allenamenti.

La sua presenza in campo sarà molto importante perché le alternative come Michael Mauti o Craig Robertson, arrivato dai Browns a Marzo, sono onesti mestieranti ma di certo non elementi che possono giocare continuamente in difese medio/buone NFL.

Le aspettative maggiori sono per le secondarie dove paiono esserci elementi giovani molto intriganti. Kenny Vaccaro e Jairus Byrd sono una coppia di safety affidabile capace di offrire coverage e dare il proprio contributo nei blitz e sulle corse: Vaccaro ha giocato un terzo anno da 104 placcaggi e 3 sacks mentre Byrd, un altro giocatore propenso ad infortunarsi, nelle 13 partite giocate ha messo a segno 52 placcaggi e un intercetto.

Da Ohio State al secondo giro è arrivato Vonn Bell, ottimo atleta, capace di giocare più posizioni sia da safety sia da cornerback. Allen potrebbe usarlo come jolly nel momento che Byrd rimarrà sano, così come avvicinare Vaccaro alla linea di scrimmage sfruttando la duttilità di Bell.

Delvin Breaux, undrafted del 2015, è probabilmente il miglior cornerback a roster insieme a P.J. Williams. Breaux ha messo a segno 3 intercetti e 45 placcaggi risultando un’altra piacevole sorpresa in questa difesa scarsa di profondità.

Williams, terzo giro, ha saltato tutto il suo anno da rookie per un ending injury patito in off season; da lui ci si aspetta un aiuto immediato sfruttando il suo gioco fisico perché le alternative come Cortland Finnegan o Damina Swann lasciano parecchi dubbi.

Kenny Vaccaro

Kenny Vaccaro

Per quanto riguarda gli special team, Kai Forbath, presente la scorsa stagione (10/15), difenderà la posizione da Connor Barth, rilasciato dai Bucs e risultato più preciso con 23 field goal realizzati su 28 tentati.

Il punter per l’ottava stagione sarà ancora Thomas Morstead, finito sotto i ferri per un infortunio alla spalla, che lo scorso anno ha calciato 56 volte per una media di 45,6 yards a calcio. La competizioni per i ritorni sarà tra Travaris Cadet e Murphy con il primo non più sicuro del suo posto a roster.

Venendo alla schedule, i Saints avranno i Raiders in casa all’esordio con i Giants al MetLife la settimana seguente. Il bye alla cinque, anticipato dalla sfida con Atlanta e la trasferta a San Diego, verrà seguito da un giro di fuoco con Panthers, Chiefs, Seahawks e Denver da incontrare in sei partite (due coi Panthers); probabilmente qui sarà possibile capire il reale valore dei Saints e delle loro aspettative per la stagione.

Con un attacco sicuramente tra i più prestanti in circolazione, capace di controllare bene il cronometro facendo giocare meno di mille snap alla sua difesa, il reparto difensivo sarà l’ago della bilancia per le sorti della stagione che dipenderà anche dallo stato di forma delle rivali divisionali come i Panthers per la lotta della Division, senza considerare la possibile crescita di Tampa e un Atlanta ancora da definirsi.

La sensazione è che un ending injury a un nome importante in difesa possa segnare in modo determinante il cammino dei Saints. Avendo Brees al timone, i play off dovrebbero essere il l’obiettivo teorico, realmente però dopo quanto visto nei ultimi due anni si è più propensi pensare che la stagione si assesterà su un massimo di otto o nove vittorie, da valutare se poi saranno sufficienti per entrare con una Wild Card.

 

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.