Dopo anni di buio, stagioni vissute nella mediocrità, una cammino segnato da guide tecniche non adeguate alle esigenze della società, ruolo di quarterback senza un interprete degno di questo nome, finalmente si è vista qualche raggio di sole nel cielo di Tampa. E forse da quest’anno potrebbe cominciare il vero processo di crescita di un gruppo giovane e talentuoso.

Dirk Koetter

Dirk Koetter

Il primo passo fatto dal GM Jason Licht è stato quello di licenziare Lovie Smith, l’uomo scelto proprio da lui nel 2014 quando la proprietà decise di assumere Licht come general manager.

La scelta di cacciare uno delle più famosi menti del sistema difensivo noto come Tampa 2 sono stati i risultati insufficienti ottenuti dalla difesa, un chiaro segnale di cambiamento, di voler abbracciare una mentalità diversa per costruire il gruppo partendo dai uomini scelti al Draft.

La scelta del nuovo head coach è ricaduta su Dirk Koetter, brillante studioso della manovra offensiva, promosso dal ruolo di offensive coordinator dopo un’importante esperienza ad Atlanta dove ha portato Matt Ryan ai suoi migliori livelli o a Jacksonville in una delle sue migliori stagioni offensive.  La scelta di Koetter è quella di offrire continuità al progetto iniziato dalla chiamata di Jameis Winston con la prima scelta assoluta del Draft 2015.

Jameis Winston ha dovuto affrontare un anno da rookie in salita, cominciando da alcune prestazioni segnate da numerosi intercetti; errori comuni per molti esordienti, ma ancora più importante è stata la reazione di Winston, dimostrando grande dedizione per lo studio del gioco e pure di voler insistere sul suo sviluppo fisico partendo otto chili rispetto al suo ultimo anno al college.

Questi sono i dati più importanti per un giovane quarterback, infatti l’umore in Florida è decisamente diverso rispetto ad alcune stagioni fa pur essendo consapevoli delle difficoltà che lo stesso Koetter nel gestire un ruolo in cui non ha nessuna esperienza. Il prodotto di FSU ha lanciato nelle prime quattro giornate ben 7 intercetti sui 15 totali, un segnale sicuramente positivo seppure Tampa sia calata improvvisamente di livello nelle ultime quattro giornate dove non è più stata capace di vincere una partita.

Nel suo anno di esordio Winston ha giocato tutte le partite finendo la stagione oltre le 4,000 yards (4,042), completando 312 passaggi su 535 per un totale di 22 touchdown. A questo si aggiungono 213 yards corse insieme a 6 segnature personali. Numeri molto interessanti non essendo correre la specialità di Winston; con Koetter e l’allenatore dei QBs  Mike Bajakian, Winston potrà crescere nella comprensione del gioco, nella meccanica di lancio e nel decision making. Dietro a lui, nel caso ce ne fosse bisogno, Mike Glennon sarà il back up davanti a Ryan Griffin.

Sicuramente un giovane quarterback può trovarsi facilitato se al suo fianco il gioco di corsa riesce ad essere efficace e produttivo, togliendo pressione al passing game. Tampa Bay è riuscita nell’intento di dare questo partendo dalla ricostruzione della linea offensiva, apparsa poco incisiva nelle ultime annate, così da riuscire a dare nuova linfa al duo composto da Doug Martin e Charles Sims.

Jameis Winston

Jameis Winston

Il running game ha prodotto una media di 135,1 yards a giornata divenendo il quinto di tutta la NFL con una media di 4.8 yards guadagnate ad ogni portata. Molto lo si deve alla condizione fisica di Doug Martin dopo due annate in cui ha giocato poco (17 partite in totale) e corso male (sempre sotto le 4 yards di media a portata). Nel 2015 non ha saltato nessuna partita finendo la stagione come secondo miglior corridore della stagione dietro ad Adrian Peterson, guadagnandosi così un’estensione quinquennale del contratto per quasi trentasei milioni di dollari.

In totale Martin ha corso per 1,402 yards e 6 touchdown in 288 portate; da segnalare i 4 fumble persi, una statistica da aggiustare se si vuole alzare il livello di efficacia dell’attacco e non concedere posizioni di campo favorevoli all’attacco avversario. Il back up di Martin sarà il terzo anno Charles Sims, autore di 529 yards corse in 107 portate, oltre ad essere un ottimo interprete del passing game. A chiudere il cerchio dei running back ci saranno Mike James e uno tra i due rookie undrafted Peyton Barber o Russell Hansbrough, candidati anche a passare un anno in practice squad.

Lo schieramento di Tampa prevede spesso la presenza di due tight end in campo dando quindi l’impressione di voler giocare con tre big man in campo se si considera la mole di Mike Evans, pronto ad iniziare il suo terzo anno tra i professionisti. Evans è stato vittima di un secondo anno in cui è passato dai 12 touchdown del suo anno da rookie ai 3 del secondo anno, commettendo anche 11 drops, il numero più alto in NFL. E’ necessario da parte sua uno step up perché aver incrementato il numero di yards a 1,20 yards può non essere sufficiente a un attacco che lo vede come principale target di Winston.

Evans ha ricevuto 74 palloni in tutta la stagione, il secondo target di Winston è stato il running back Sims con 51 ricezioni per 561 yards e 4 touchdown segnati. Un segnale positivo per la versatilità della squadra, un po’ meno per quanto riguarda il core di wide receiver: l’esperto Vincent Jackson, ormai trentatreenne, è stato limitato da un problema al ginocchio giocando solamente 10 gare per un totale di 543 yards e 3 touchdown.

Rimane da capire se Jackson sia entrato nella fase in cui ogni colpo si accusa sempre di più o può essere ancora una figura da sedici partite in una stagione, cifra raggiunta per ben quattro volte prima dell’ultima annata.

La presenza di Jackson appare ancora molto importante perché dietro a lui le alternative non sembrano abbondare: l’undrafted sophomore da Clemson Adam Humphries è stato il terzo WR per yards ricevute arrivando a quota 260 più un touchdown in 27 ricezioni occupando la posizione di slot.

Per quanto riguarda il ruolo di esterno, il quinto giro dello scorso anno Kenny Bell ha saltato l’anno da rookie per un problema ai legamenti del ginocchio e pare essere molto indietro nella depht chart dopo il training camp. Le alternative sono rappresentate da Donteea Dye, undrafted pure lui con 132 yards ricevute lo scorso anno, e Russell Shepard, non proprio il massimo il della vita.

Questo spiega perché Koetter e il suo nuovo offensive coordinator Todd Monken l’uso frequente di due tight end: innanzitutto c’è molta curiosità riguardo l’integrità fisica del secondo giro di tre anni fa Austin Sefarian-Jenkins, assente in ben 16 partite delle 32 disponibili nei suoi primi anni. In off season Koetter lo ha cacciato da un allenamento per stimolare la etica al lavoro, risultata sino ad oggi abbastanza bassa per un giocatore uscito dal college molto indietro dal punto di vista tecnico.

Doug Martin

Doug Martin

Sefarian-Jenkins ha ricevuto 21 palloni per 338 yards e 4 touchdown dimostrando di avere solide capacità da recivitore, quindi la speranza principale è quella di vederlo sano per incrementare la sua produzione. Durante la sua assenza è emerso Cameron Brate, uscito da Harvard e pescato dalla practice squad dei Saints nel 2014, capace di ricevere 288 yards e 3 touchdown dando l’idea di avere una buona intesa con il suo quarterback. Chiunque dei due emergerà avrà un ruolo molto importante perché ormai Luke Stocker ha confermato di non essere all’altezza di un ruolo da titolare in NFL.

Come detto in apertura, i miglioramenti del running game sono dovuti a una linea finalmente dotate di alcuni pezzi interessanti a partire dai due rookie presi al secondo giro dello scorso anno, il left tackle Donovan Smith e la guardia destra Ali Marpet. Licth sembra essere stato in grado di trovare due pietre angolari per il futuro della franchigia, a cui ha voluto aggiungere l’ormai ex guardia di Seattle J.R. Sweezy, firmato con un contratto quinquennale da trentadue milioni di dollari.

Sweezy inizierà la stagione dalla PUP List a causa di un problema alla schiena, poi dovrebbe andare ad occupare lo spot di guardia sinistra portando la sua esperienza specialmente nelle azioni di corsa. Il centro sarà il confermato Joe Hawley, autore di un’annata solida dopo un inizio di carriera segnato da sospensioni e infortuni ad Atlanta, mentre Demar Dotson sarà l’uomo di maggiore esperienza e si occuperà del ruolo di right tackle.

Come riserve ci saranno l’esperto Gosder Cherilus, preso da Indianapolis la scorsa off season, insieme al centro Evan Smith arrivato dai Packers ormai due stagioni fa. Il draft di quest’anno ha portato una guardia al quinto giro, ovvero Caleb Benenoch che ha avuto esperienza in un sistema pro style con Jim Mora a UCLA. Chiude il cerchio il fullback (quando ce ne sarà bisogno) rookie Dan Vitale, sesto giro da Northwester dove ha raramente portato il pallone ma ricevuto 1,427 yards e 11 touchdown in quattro anni.

Venendo al lato difensivo ci saranno sicuramente più lavori da fare: come nuovo coordinatore è stato scelto Mike Smith, noto nei ultimi tempi come una dei motivi per cui Atlanta non ha mai fatto lo step verso l’èlite NFL mancando sempre di freddezza nei momenti decisivi. Smith riprende il suo vecchio ruolo occupato già a Jacksonville tra il 2003 e il 2007 prima della chiamata dei Falcons per ricoprire il ruolo di head coach. Di base manterrà sempre lo schema 4-3 con l’obiettivo di riuscire a migliorare una difesa ora come ora fissata nella media NFL.

Mike Evans

Mike Evans

Tampa ha avuto l’undicesima difesa contro le corse (100.4 yards subite a partite), la sedicesima per yards subite nel gioco aereo (240), tra le peggiori dieci per punti subiti (26,1) e la quattordicesima per sacks compiuti (38).

La situazione di partenza per Smith può essere vista in modo positivo considerando anche gli ultimi investimenti fatti dalla dirigenza via draft e free agency. Certo, servirà probabilmente del tempo per far ambientare i rookie così come servirà qualche giornata al fine di capire se alcuni elementi possono ritornare ai loro livelli migliori.

Da New York sponda Giants è arrivato l’end Robert Ayers, primo giro del Draft 2009, passato da Denver alla Big Blue dove nell’ultima annata ha piazzato 9,5 sacks (massimo in carriera) in dodici incontri disputati. Per portarlo in Florida, i Bucs gli hanno messo sul piatto un triennale da venti milioni a cui il prodotto di Tennessee non ha rinunciato. Il suo inserimento e un rapido adattamento potrebbe essere una soluzione per migliorare la pass rush.

Opposto a Ayers giocherà il quarto anno William Gholston dopo un 2015 chiuso con 67 placcaggi e 3 sacks. Dal prodotto di MSU è richiesta una maggior presenza nel portare pressione al quarterback, ma difficilmente rinuncerà alla sua abilità contro la corsa in favore di Jacquies Smith, impiegato più come rusher con la produzione di 7 sacks. Dietro a loro proverà a farsi strada il rookie Noah Spence, preso al secondo giro da Wester Kentucky, l’università che ha deciso di rilanciarlo dopo l’espulsione da Ohio State per problemi legati alla droga.

Edge rusher di razza, tra i migliori dell’ultima annata, proverà a trovare una dimensione in un fisico che difficilmente gli permetterà di giocare continuamente come end. A completare la linea interna ci penseranno l’esperto Clinton McDonald nella posizione di 1-tech, invece il Pro Bowler Gerald McCoy sarà ancora la guida della linea dopo un’altra stagione giocata ad ottimi livelli confermandosi tra i tackle più completi in circolazione con 8,5 sacks realizzati e 34 placcaggi completati-

Lavonte David

Lavonte David

L’altra bandiera dei Bucs in difesa è indiscutibilmente Lavonte David, uno dei migliori weak side della Lega, veloce, placcatore sopraffino dotato di istinti per il pallone purissimi.

Questa sarà la sua quinta stagione dopo un’altra annata in cui ha chiuso con 147 placcaggi, 3 sacks, 2 fumble forzati, 2 recuperati e 3 touchdown di cui uno riportato in end zone, segno di una completezza da top della Lega. Avere nella South due giocatori come lui e Luke Kuechly renderà ancora più piacevoli le partite tra Tampa Bay e Carolina.

Una bella scoperta dello scorso anno è stato il rookie Kwon Alexander: scelto al quarto giro in uscita da LSU come possibile outside linebacker, si è subito impadronito della posizione di middle chiudendo l’anno a quota 93 placcaggi, 3 sacks e 2 intercetti facendo intravedere lampi di grande classe.

Il potenziale di Alexander è ancora tutto da scoprire, quest’annata potrebbe essere determinate per capire suoi eventuali limiti in una posizione in cui Tampa nei ultimi anni ha avuto interpreti sempre segnati da alcune lacune in copertura.

Per dare manforte ed esperienza è stato firmato per un anno l’esperto Darly Smith, inside o strong side linebacker, dotato di un motore continuo testimoniato dai oltre 120 placcaggi raggiunti in tutte e tre le stagioni passate a Baltimore. Forse non più veloce come ai tempi migliori, ma sicuramente dotato di saggezza e di esperienza da mettere a disposizione del gruppo. Il rookie sesto giro Devate Blond e Adarius Glanton saranno i back up e membri delle squadre speciali.

L’altra posizione dove Tampa Bay cerca risposte è quella di cornerback: questa off season ha portato da Miami il tre volte pro bowler Brent Grimes, uno dei giocatori più apprezzabili per impegno e dedizione al gioco, come dimostrano i 13 intercetti realizzati e i 44 passaggi deviati nei suoi anni in maglia Dolphins. Oltre a lui, a metà primo giro è stato preso Vernon Hargreaves III, prodotto di Florida University e nativo di Tampa. Cornerback forse piccolo, andato a volte in sofferenza contro target grossi, però dotato di gran carattere, voglia di migliorarsi e istinti per il pallone micidiali.

Hargreaves partirà inizialmente nello slot e lascerà il ruolo opposto a Grimes ad Alterraun Verner, uno dei giocatori più regrediti dopo la firma di un ricco contratto. In due anni in Florida ha concesso tanto in copertura e mai ha intercettato un pallone, si spera che possa finalmente rompere questo digiuno. Stesso discorso vale per Johnathan Banks, partito con due grandi stagioni dopo la sua chiamata nel Draft del 2012 avvenuta nel secondo giro, salvo poi finire ai margini della rotazione.

VH3

VH3

I Bucs sperano di riuscire a recuperare almeno uno dei due per non ritrovarsi con la coperta corta. A coprire il campo in fondo ci sarà ancora Bradley McDougald, positivo al suo primo anno da titolare in Florida con 87 placcaggi realizzati e 2 intercetti.

Accanto a lui continuerà a tenere il posto uno dei figli di Lovie Smith, ovvero Chris Conte, placcatore tenace e lo scorso anno capace di buone cose in copertura finendo l’annata a quota 2 intercetti, 2 fumble forzati e 79 placcaggi realizzati. Quanto basta per conservare il ruolo da titolare davanti a Keith Tandy, placcatore affidabile, meno in copertura.

La grande scommessa di Licht è stata quella di selezionare al secondo giro Roberto Aguayo, uno dei migliori kicker del college football, infallibile delle 40 yards e con le aspettative di essere uno dei più grandi di sempre. Le prime due partite di preseason lo hanno visto sbagliare numerosi field goal ed extra point, salvo poi piazzare un prezioso 3/3 da cui si spera possa ripartire dopo aver superato il trauma dell’esordio.

Negli ST guidati da Nate Kaczor, ci sarà anche un nuovo punter, cioè Bryan Anger, un altro predestinato ai tempi di California, scelto nel terzo giro del 2012 dai Jaguars, lasciato andare dopo una carriera da 46,3 yards di media a calcio e un NET rating attorno al 40. I ritornatori saranno o Kenny Bell oppure il compagno Humphries.

Il bye sarà alla sesta giornata: prima si dovrà andare ad Atlanta, Arizona e Carolina oltre ad ospitare i Rams e i Broncos. Non un inizio semplice, ottenere due vittorie dovrebbe essere un obiettivo realistico; dopo il bye si andrà nella baia per poi avere tre home game con Raiders, Falcons e Chicago, sulla carta tutte squadre alla portate di Tampa Bay. Il cerchio finale vede i difficili impegni a Kansas City, San Diego, New Orleans, e l’incognita Dallas oltre a ricevere prima Seattle e poi Carolina.

Uscire da una schedule sicuramente dura con un record di parità potrebbe già essere l’inizio giusto per un progetto ancora con diversi punti di domanda di risolvere, ovvero pass rush, profondità nelle secondarie e nei recivitori. Difficile pensare a qualcosa di più, certo che se le ultime scelte dovessero dimostrarsi corrette in Florida ci sarebbero le basi per un futuro migliore.

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