La deludente partenza della scorsa stagione ha portato a diversi cambiamenti nel front-office di Detroit, con Martha Fireston Ford che ha preso le redini della franchigia al posto di Tom Lewand e l’ex Patriots Bob Quinn che ha sostituito Martin Mayhew in quello di general manager, ma ha lasciato pressochè invariato il coaching staff, confermando alla guida del team Jim Caldwell, giunto alla sua terza season a detroit e probabilmente ad un anno cruciale per il suo futuro in Michigan.

La prima mossa dell’head coach è stata quella di promuovere a offensive coordinator Jim Bob Cooter, quarterback coach che ha chiamato i giochi nella seconda parte della passata regular season dopo il licenziamento in tronco di Joe Lombardi, considerato uno dei principali responsabili del terribile 1-7 di inizio torneo e dell’improvvisa involuzione di Matthew Stafford, arrivato a sedersi addirittura in panchina prima di risorgere nelle ultime otto partite, quando ha lanciato 19 TD pass a fronte di soli 2 intercetti, migliorando sensibilmente i propri numeri, fino a chiudere con 4,262 yards, 32 touchdown pass e 13 INT.

Reduce dalla miglior stagione della carriera in termini di percentuale di completamento, 67.2 %, la sinergia nata con Cooper lo scorso anno sarà fondamentale per i Lions in un 2016 in cui saranno chiamati a sostituire il loro miglior giocatore, Calvin Johnson, uno dei top WR della lega che ha deciso di anticipare i tempi del ritiro chiudendo a 30 anni appena compiuti una storia straordinaria; a Golden Tate, 813 yds, 6 segnature, il compito di guidare un reparto che cercherà di trovare una nuova dimensione puntando sull’esperienza di Marvin Jones, ex numero 2 dei Bengals al fianco di A.J. Green, e Anquan Boldin, arrivato a Detroit nelle ultime settimane, quando gli allenatori hanno capito che mancava ancora qualcosa ad un gruppo che sarebbe stato costretto a fare parecchio affidamento su ex riserve come Jeremy Kerley, arrivato dai Jets, T.J. Jones, 132 yards, 1 TD, e Corey Fuller, attualmente fermo ai box con l’ex Broncos Andre Caldwell, altra aggiunta dell’ultima free agency.

Un mercato che ha offerto davvero pochissime alternative nel ruolo, ed ha obbligato lo staff dirigenziale ad investire sull’unico receiver di peso disponibile per tamponare un’addio che lascierà sicuramente qualche segno e che, senza ombra di dubbio, costringerà l’ex prima scelta Eric Ebron, 537 yards, 5 TD, ad aumentare il proprio apporto e far finalmente vedere le qualità di cui è in possesso; con Brandon Pettigrew al rientro da un infortunio, Tim Wright out of season, Andrew Quarless sospeso per le prime due week di regular season, il talento di North Carolina rischia di essere l’unico TE spendibile in una depth in cui potrebbe trovare spazio anche l’interessantissimo undrafted rookie Cole Wick.

Matthew Mulligan potrebbe riuscire ad entrare nel 53-man roster visto che le sue doti di bloccatore potrebbero tornare utili ad una linea giovanissima, al punto che Quinn ha deciso di portare a Detroit un veterano esperto come il versatile Geoff Schwartz per offrire maggiori garanzie ad un quintetto ancorato intorno al centro Travis Swanson, al suo secondo anno da titolare; sistemato il lato sinistro con i first pick degl’ultimi due Draft, il tackle Taylor Decker e la guardia Laken Tomlinson, sarà un altra prima scelta, Riley Reiff, a proteggere l’estermo sinistro, affiancato da un Larry Watford chiamato ad alzare ulteriormente il livello delle sue prestazioni nell’anno finale del suo rookie contract.

Nel backfield, lasciato andare Joique Bell, Ameer Abdullah sarà il runner principale, come auspicato al momento del suo arrivo da Nebraks lo scorso anno, e a Detroit sperano vivamente che risolva i problemi di palle perse che hanno caratterizzato finora la sua carriera, sia in NCAA che al suo primo approccio in NFL; con 597 yards e 2 TD all’attivo alla sua prima apparizione tra i pro, si è conquistato la chance di giocare titolare davanti a Theo Riddick, ormai sempre più determinante fuori dal backfield, come dimostrano le 697 yds ricevute e i 6 touchdowns realizzati nel 2015. Alle loro spalle l’emergente Zach Zenner, il rookie Dwayne Washington e Stevan Ridley, arrivato in offseason e reduce da un infortunio, si giocheranno gli ultimi due posti disponibili.

Sulla linea difensiva il rientro dall’infortunio di Haloti Ngata, scelto per sostituire Ndamukong Suh lo scorso anno ma uscito di scena dopo pochissime partite giocate, e la chiamata di un potenziale breakout player come A’Shawn Robinson nel secondo round dell’ultimo Draft rende più solido un front four che, centralmente, aveva trovato due validi interpreti in Tyrunn Walker e Caraun Reid, 2.0 sacks, proiettati a diventare risorse fondamentali nella rotazione che dovrebbe interessare i due spot di defensive tackle; all’esterno, attesa un’ulteriore stagione giocata ai massimi livelli dal fenomenale Ezekiel Ansah, 47 placcaggi, 14.5 sacks, pass rusher tra i più temibili della lega che sarà aiutato sul lato opposto da Devin Taylor, 7.0 sacks, e Wallace Gilberry, reduce da diverse stagioni positive con la divisa dei Bengals.

Ad un’altra matricola, il potente Anthony Zettel, il compito di mettere in difficoltà il coaching staff cercando di mettersi in mostra in queste ultime settimane di training camp, stessa cosa che dovranno fare Kasheem Greene e Zaviar Gooden, rispettivamente ex Bears ed ex Titans, che proveranno a spodestare Kyle Van Noy dallo spot di strongside LB, dove sembra aver finalmente convinto coach Caldwell durante l’offseason, grazie ad miglioramento della sua forma fisica e ad una decisa crescita sotto il profilo tecnico; l’ex BYU giocherà opposto al rientrante DeAndre Levy, leading tackler 2014 uscito di scena dopo appena 17 snap giocati e degnamente sostituito da Josh Bynes, 80 placcaggi, linebacker versatile che potrà certamente dare una mano in tutte le posizioni, compresa quella di MLB ora occupata da Tahir Whitehead, 47 tackles, che ha spodestato il veterano Stephen Tulloch, tagliato dai Lions nelle scorse settimane.

Darius Slay, 2 INT, 13 pass defended, e Glover Quin, 67 placcaggi, 4 INT, continueranno ad essere le stelle delle secondarie caratterizzate da due interessantissime position battle; con Qandre Diggs ormai abbastanza fisso nel ruolo di nichel, saranno infatti Nevin Lawson, 47 stops, l’ex Jets Darrin Walls e la terza scelta dello scorso Draft Alex Carter a giocarsi lo spot sul lato opposto a Slay, e sempre tre giocatori, tutti nuovi arrivi, combatteranno per conquistare quello di strong safety nel back-end. L’esperto run stopper Rafael Bush, l’ex Patriots Tavon Wilson, validissimo in coverage, e il rookie Miles Killebrew, un colpitore messosi in luce in FCS con Southern Utah, sono in lizza per sosituire uno dei playmaker della passata stagione, James Ihedigbo.

Reduce dalla firma di un sostanzioso triennale, 9 milioni di dollari totali, Matt Prater ha centrato i pali in 22 occasioni su 24, facendo anche registrare il franchise record con il calcio da 59 yards infilato in apertura di stagione contro i rivali Bears; lui e Sam Martin, 42.0 yds di media a punt, garantiscono continuità agli special team che recupereranno anche Abdullah come kick returner, e inseriranno probabilmente Kerley al posto di Tate come PR. Una partenza, piuttosto difficile, che li metterà di fronte a Indianapolis e Green Bay già nelle prime settimane di regular season, potrebbe indirizzare nuovamente la stagione di Detroit, che spera di non dover nuovamente fare i conti con gli infortuni in difesa ed aver trovato finalmente la giusta quadratura per proteggere Stafford, che ha subito 44 sacks lo scorso anno. Il futuro di Caldwell, dipende anche da questo.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.