Il Draft NFL edizione 2016 è già partito ancora prima di cominciare. C’è parecchio fermento attorno a questa nuova tornata di talento in uscita dal college, sono difatti già cambiate le prime due posizioni assolute nell’ordine di selezione, rendendo pressoché inutile tutta l’impilata di Mock Draft che aveva avuto luogo sino a questo momento solo per ritrovarsi cambiate le carte in tavola, date le differenti esigenze che contraddistinguono i team che al giorno d’oggi di sono invertiti di posizione.

Ebbene, sarà ancora una volta un Draft sotto il segno del quarterback.

Jon Robinson, il GM dei Titans, ha deciso di scendere dalla prima assoluta.

Jon Robinson, il GM dei Titans, ha deciso di scendere dalla prima assoluta.

Una regola non scritta della National Football League sentenzia che non si possono mai avere troppi buoni registi in squadra, più ce n’è, meglio è, ed oltre a ciò l’evidenza dei fatti ci racconta che storicamente il Draft è la sede dove le franchigie fanno delle autentiche pazzie per non prendersi indietro nel ruolo, con risultati non sempre fantastici, come storia insegna. Mark Sanchez, Brandon Weeden, Geno Smith, E.J. Manuel sono tutti lì a rappresentare una richiesta di quarterback arrivata ad essere più che eccessiva, la quale va a trasformare in first rounder una serie di prospetti che negli anni hanno disilluso delle attese che semplicemente non erano state ben calibrate nei loro confronti, mettendo in scena dei difetti così poco correggibili da porne immediatamente in questione il valore effettivo di scelta.

Quella del regista è la posizione, come dicevamo, che ha già vincolato le prime mosse di questa nuova ondata di talento ex-collegiale. Le profonde lacune a roster di Los Angeles Rams – mannaggia, quanto pare ancora strano scriverlo – e Philadelphia Eagles, nuove titolari rispettivamente della prima e seconda selezione assoluta, hanno di fatto determinato i due scambi che hanno avuto luogo nei giorni scorsi, i quali hanno fatto apparire agli occhi di tutti il GM dei Titans Jon Robinson come un genio assoluto ed incupito le idee sulle reali intenzioni della squadra della città dell’amore fraterno, dalla quale ora un Sam Bradford fresco di rinnovo contrattuale desidera scappare il prima possibile.

Quella di Tennessee è una mossa senza dubbio intelligente e legittima, ha difatti perfettamente senso che una squadra attrezzata con un giovane quarterback promettente come Marcus Mariota non se ne faccia sostanzialmente nulla della prima scelta assoluta, potendosi permettere il lusso di scendere di qualche posizione per ritrovarsi probabilmente (ripetiamo: probabilmente) ugualmente nelle mani il proprio obiettivo – presumibilmente un uomo di linea offensiva di una certa qualità – avendoci per di più guadagnato. Per scendere alla quindicesima posizione i Titans hanno orchestrato uno scambio che li porterà a scegliere ben quattro nuovi potenziali talenti nelle prime settantasei chiamate, una serie di forze fresche da non sottovalutare se considerati i non pochi vuoti che il roster attuale dei Titani presenta, aggiungendo al tutto selezioni di primo e terzo giro 2017 appartenute ai Rams, equivalente al poter scegliere due volte, salvo ulteriori scambi, durante il primo round del Draft dell’anno venturo.

Chapeau.

Curioso come il partner di questa trade sia stata la stessa franchigia che aveva guadagnato così tanto dallo scambio che aveva portato alla cessione della seconda selezione assoluta del 2012, con la quale i Washington Redskins riposero in Robert Griffin III tutte le loro speranze future solo per ritrovarsi a data odierna ad aver tagliato il medesimo dopo la lunga e dolorosa sommatoria di ben note vicissitudini, vedendolo soppiantato dal quarto giro preso nel medesimo contesto, quel Kirk Cousins così sorprendente che davvero in pochissimi avrebbero potuto pronosticare.

E Griffin casca proprio a puntino nei nostri discorsi, perché la sua nuova casa oggi si chiama Cleveland, ed il fatto di averlo potuto firmare come free agent è stato esattamente ciò che ha permesso ai Browns la possibilità di mettere in vendita al miglior offerente proprio la seconda selezione assoluta, dato che la permanenza a roster di almeno un anno di RGIII – che, detto per inciso, dovrà comunque affrontare competizione al camp – ha contemporaneamente permesso di non pensare alla posizione con troppa fretta e valutare un prospetto magari ad un round più basso, trovando qualcuno di non pronto subito ma dalle potenzialità tali da poter scommettere sul futuro. A meno che non si decida di risolvere la questione a discapito della discesa di pick, trovando disponibile il terzo incomodo del Draft, Paxton Lynch. Philadelphia era già salita nella top ten molto prima di tutte queste ultime novità, scambiandosi di posizione con Miami (spot 8 e 13) e cedendo Byron Maxwell e Kiko Alonso, ed il suo doppio salto si è concretizzato cedendo a Cleveland l’ottava posizione assoluta, scelte di terzo e quarto giro 2016, prima scelta 2017 e seconda scelta 2018, tutto materiale con cui i Browns dovranno lavorare alla grande a seguito dei recenti fallimenti che portano i nomi di Johnny Manziel, Justin Gilbert e compagnia bella.

Sarà Jared Goff la prima scelta assoluta dei Rams?

Sarà Jared Goff la prima scelta assoluta dei Rams?

In ambedue queste trade ricolme di sensazionalità, la costante è una sola: il ruolo di quarterback. Sia Rams che Eagles hanno visto la possibilità di accaparrarsi il loro prospetto del futuro più o meno immediato, e quello del regista resta inevitabilmente il ruolo maggiormente richiesto, e non potrebbe essere diversamente da così visto che stiamo pur sempre parlando del fulcro di tutto il sistema offensivo. Gli indiziati sono, in ordine di apparente preferenza di Los Angeles, Jared Goff e Carson Wentz, ovvero i due migliori prospetti nel settore per quello che il Draft 2016 riesce ad offrire. Il primo possiede un braccio eccellente, in grado di far navigare la palla con precisione e forza per decine di yard e molto accurato sul profondo, il secondo si dice abbia una grande feeling per il gioco a livello decisionale e possiede delle evidenti caratteristiche fisiche/tecniche idonee a farne un regista titolare nel professionismo, avendo statura adatta a vedere oltre le prime linee, tendenza a tenere i lanci in alto nella posizione di rilascio per evitare palloni battuti a terra dalla linea, ed una capacità – la stessa del collega, peraltro – di saper scagliare traiettorie consistenti da tutte le angolazioni e distanze.

Un’altra divertente curiosità è rappresentata dal fatto che quelle di cui sopra sarebbero pur sempre le stesse due franchigie che per tentare di dare un colpo d’efficacia al proprio settore quarterback esattamente un anno fa orchestrarono una trade che portò Nick Foles e Sam Bradford in direzioni opposte. I risultati di Foles a St. Louis sono stati a dir poco fallimentari, e nemmeno questa volta i Rams sono riusciti ad interrompere un digiuno dai playoff che sta diventando eccessivo soprattutto considerando l’enorme quantità di materiale giovane su cui management e coaching staff hanno potuto lavorare a seguito delle numerose scelte avute dai Redskins per Griffin, Bradford ha invece convinto a partite alterne dimostrando di essersi ripreso dalla doppia operazione al crociato in annate consecutive, cose che terminerebbero la carriera di tanti altri colleghi, ma non ha fornito la consistenza necessaria ad un attacco che sulla carta avrebbe dovuto macinare tutti gli avversari incontrati. I numeri registrati da Bradford non sono stati del tutto eccellenti ma avevano in ogni caso fruttato solo un mese addietro un nuovo accordo all’ex-Sooners impegnando 26 milioni di dollari sicuri dalle casse degli Eagles, gli stessi che muovendosi per ottenere la seconda piazza assoluta hanno sostanzialmente garantito a Bradford che il futuro non porta certo il suo nome, ricevendo in cambio la pressoché immediata richiesta di trade da parte del deluso Sam.

Carson Wentz potrebbe essere il quarterback del futuro a Philadelphia.

Carson Wentz potrebbe essere il quarterback del futuro a Philadelphia.

Seppure in pratica sia in parte già annunciato per quanto concerne le prime due chiamate assolute, basterà solo scoprire chi tra Goff e Wentz indosserà per primo il cappellino e farà la foto con Roger Goodell sul palco, come sempre il Draft propone degli aspetti stuzzicanti, derivanti dalla curiosità di capire come le altre squadre varieranno i propri piani a seguito delle mosse di Rams ed Eagles. Una delle posizioni più interessanti potrebbe essere proprio la terza assoluta, detenuta dai San Diego Chargers, che avevano ricevuto parecchie chiamate prima che Philadelphia saltasse un posto avanti a loro e che hanno vissuto un notevole calo d’interesse verso un pick che avevano considerato di scambiare per scendere, ma questo scenario, per quanto meno probabile di prima, non è comunque da escludersi. C’è l’incognita Ezekiel Elliott, talentone da Ohio State che farebbe molto comodo ai Dallas Cowboys alla quarta scelta ma che fa gola pure a molte altre squadre in cerca del running back del futuro, e questo potrebbe rappresentare un valido motivo per bussare alla porta di San Diego e capire quanto tutto ciò potrebbe costare. Nomi caldi come quello di Laremy Tunsil, tackle ricercato da molti, e Joey Bosa, asso difensivo che farebbe comodo a parecchi, potrebbero a loro volta creare altri spostamenti d’equilibrio, e ci sono pur sempre i Jets con la loro precaria situazione nello spot di quarterback che potrebbero dire la loro, andandosi a bisticciare Lynch con Cleveland. E non dimentichiamoci di Myles Jack, una bestia trasformata in middle linebacker, un giocatore troppo goloso per rinunciarvi, ma sul quale sono caduti anche tanti sospetti a seguito di quel problema al ginocchio che potrebbe comportare la temuta operazione conosciuta come microfracture surgery, che tante vittime ha mietuto in passato. Di sicuro i New York Giants saranno tra le franchigie maggiormente interesate dalla faccenda.

Si comincia giovedì notte, ed in quel momento le prime sentenze ci saranno fatte conoscere. Dall’estenuante lavoro dei team di management e scout si formeranno i prossimi nuovi equilibri di questa Lega, tante scelte saranno a botta sicura ed altrettante avranno già perso le tracce del protagonista dopo quattro o cinque anni, che è il destino accompagnatore di tanti prospetti di belle speranze, che a volte mantengono le promesse ed in altre occasioni si rivelano solamente un doloroso ricordo per chi ha scommesso su di loro una carriera, trovandosi di conseguenza invitato a lasciare libera la scrivania.

Joey Bosa è un talento da top ten.

Joey Bosa è un talento da top ten.

Come sempre, il Draft NFL è un evento a sé stante nel panorama della offseason del football, e riesce a catalizzare più attenzione di molti eventi agonistici, il che ci serve a dare una proporzione della grandezza della manifestazione.

Ed è anche per tutto questo fascino che il Draft è in grado di emanare che non vediamo francamente l’ora che arrivi il sacro momento dell’apertura delle operazioni seguito dalle valanghe di booooo che il pubblico regala ad ogni uscita sul palco del Commissioner Roger Goodell. Fa tutto parte dello spettacolo, e le premesse, anche stavolta, sono quelle di una serata ad alto tasso di imprevedibilità.

Intanto godiamoci questo.

I giudizi, quelli veri, li potremo dare solo più avanti.

 

 

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