Quanto abbiamo atteso per questo? Quanto gli appassionati della NFL hanno dovuto attendere per vedere finalmente questa benedetta Week 1 e l’inizio della regular season?

Con tutti gli appassionati estasiati per il ritorno della nostra grandissima passione, è il momento di analizzare chi in questa prima settimana di football si è messo in luce, e chi in ombra.

Come ogni anno è quindi giunto il momento di osservare sotto la lente d’ingrandimento le primissime partite di questa stagione con il primo Top & Worst dell’anno!

TOP

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Tyrod Taylor, graditissima sorpresa per i Buffalo Bills

1 – Buffalo Bills: prendete una delle migliori difese della passata stagione, mettete Rex Ryan alla guida ed ecco il risultato.

L’ex head coach dei New York Jets prende quella che sembrava una franchigia mediocre, con una difesa composta da ottimi elementi e scarsamente supportata da un reparto offensivo maldestramente congegnato.

Ebbene, con qualche movimento in off-season (vedi LeSean McCoy e Percy Harvin) e la nomina di un sorprendente ragazzino come Tyrod Taylor in qualità di starting quarterback, ecco che Rex colpisce ancora. La prossima partita, da giocare contro i New England Patriots, potrebbe già essere il test definitivo per questa squadra che potrebbe seriamente essere la più grossa sorpresa dell’anno

2 – Dallas Cowboys: niente Dez Bryant, nessun problema. Ci pensa Tony Romo! In una partita che ha visto i texani tornare a vecchie e poco vincenti tendenze (cioè quella di lanciare quasi 50 volte), è proprio il numero 9 che nel momento di maggiore tensione e pericolo trascina la propria squadra ad una sonante vittoria divisionale.

Certo ora con l’infortunio del numero 88 la questione sarà molto più complicata dato che il corner avversario numero 1 sarà su Terrance Williams e i raddoppi su Witten fioccheranno. Servirà sicuramente un’importante soluzione per il running game e tornare ai regimi offensivi della stagione passata

3 – Tennessee Titans: Marcus Mariota vs Jameis Winston. A spuntarla è stata, e in maniera del tutto perentoria e imperiosa, il primo. Una partita gestita quasi da veterano per il prodotto di Oregon, mentre la propria controparte non sembra trovarsi a proprio agio, e il suo primo lancio ne è piena e totale dimostrazione.

Mariota, scartato dai Buccaneers e considerato un quarterback ben inferiore rispetto a Winston, prende e porta a casa una bella vittoria che ha quasi il sapore della rivalsa. Che i Titans abbiano finalmente trovato una vera soluzione alla posizione di QB?

HONORABLE MENTION

St. Louis Rams: dopo le tante “polemiche” sulla decisione di Pete Carroll con l’ultima giocata del Super Bowl ecco che la questione riaffiora, questa volta in favore della franchigia di casa nel Missouri, capace di recuperare per il rotto della cuffia una partita dalle grandi emozioni, e portarla a casa in maniera estremamente elettrizzante.

Dopo il presunto errore sul calcio in apertura di overtime ecco che i Rams si portano avanti con un field goal e nel drive seguente riescono in ciò cui pochi sono riusciti: fermare Marshawn Lynch dal guadagnare un primo down fondamentale ai fini del risultato finale. Rams che quindi condannano i Seahawks alla prima sconfitta stagionale relegandoli all’inusuale posto di fanalino di coda della Division. So che è estremamente presto per dirlo, ma è ovvio che vedere una NFC West con i soli Seahawks a secco è decisamente strano. Particolare quanto punzecchiante inoltre il tweet della squadra in risposta a quello di Russell Wilson precedente alla partita

WORST

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Coughlin e Manning, signorili nel prendere entrambi le proprie responsabilitĂ 

1 – New York Giants: beh, cosa si può dire? Pessima gestione dell’orologio basta? Può darsi, anche se ci sono tante altre questioni dietro, a partire dalla scarsa comunicazione tra la sideline e il campo.

In molti si sono chiesti il perché delle scelte di Tom Coughlin nel drive finale, costato carissimo alla franchigia appartenente alla Grande Mela. Molto signorile tuttavia il volersi prendere la colpa e le proprie responsabilità dell’head coach quanto del più piccolo dei fratelli Manning. Quanto meno dimostrano coesione e volontà di proseguire il proprio cammino in un modo decisamente migliore

2 – Minnesota Vikings: tante attese e tanta pressione in capo a questa squadra. Dopo l’infortunio di Jordy Nelson se ne è parlato come la possibile contendente della NFC North, detenuta in questo momento dai Green Bay Packers. Ma è più complicato di così. La franchigia di Minneapolis poteva benissimo approfittare del passo falso di Detroit in quel di San Diego, ma così non è stato.

Scelte poco oculate di un Bridgewater da cui ci aspettava tanto al suo esordio nel secondo anno, forse troppo, un Peterson che è stato il fantasma di se stesso e una difesa che doveva essere degnamente guidata da Zimmer e che invece non è stata capace di fermare Colin Kaepernick e Carlos Hyde. Come detto tante attese, tutte non rispettate

3 – Philadelphia Eagles: anche qui attese disilluse e pressione che si è fatta sentire nel conto finale. L’up tempo offense di Chip Kelly non riesce nei propri intenti e Sam Bradford fatica moltissimo ad ingranare. Palle perse, poca incisivitĂ  e mancanza di concretezza nell’approfittare di due turnover abbastanza pesanti di Matty Ice.

Nota migliore di giornata il running game, capace grazie alla combo composta da DeMarco Murray e Darren Sproles di creare più di qualche grattacapo alla franchigia della Georgia. Non benissimo la difesa, non in grado di fermare Julio Jones grazie a quel Byron Maxwell giunto nella città dell’amore fraterno direttamente dalla Legion of Boom

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