E’ molto difficile ritrovarsi a scrivere di Tampa Bay dopo quanto accaduto nei ultimi dodici mesi perché quando si fanno previsioni ben diverse da quello che poi è stato il risultato finale bisogna riavvolgere per bene la pellicola, immaginare cosa può aver fatto tanto male a una squadra che alcuni anni fa sembrava poter rincorrere il titolo di campione della NFC South.

Lovie Smith

Lovie Smith

La stagione 2014 era carica di aspettative, si aveva finalmente cacciato Greg Schiano volendo ripartire da un head coach più esperto rispetto al “sergente di ferro” proveniente da Rutgers che con la sua dottrina in due anni non ha fatto che lasciare danni all’interno dello spogliatoio, uno dei punti cardine per cui Lovie Smith fu l’uomo scelto dal nuovo general manager Jason Litch.

Ovviamente insieme a Smith è arrivato uno staff tutto nuovo però, ad oggi, di Jeff Tedford a Tampa non c’è traccia perché ha dovuto abbandonare la posizione di offensive coordinator a causa di alcuni problemi di salute che gli hanno impedito di concludere la stagione.

Smith è indubbiamente l’uomo di Litch perché si sa che un nuovo GM fa in fretta a cacciare un allenatore non scelto da lui, invece tende a proteggerlo nel caso sia stato una sua scelta.

Così dopo un disastroso record di 2-14, peggio ancora del 4-12 dell’anno prima, Smith è a capo di un progetto che sembra per molti versi iniziare ora perché in questo anno sembra esserci stata una specie di pulizia per cercare di ripartire dai buoni e salvabili presenti nel roster.

Lo stesso GM Jason Litch sarà un osservato speciale perché se le mosse al Draft sembrano convincere, al contrario, quando si tratta di operare in campo di acquisti, tagli o trade qualcosa stona sempre.

Se lo scorso anno non ci ha messo tanto e ha scaricato appena possibile Darrelle Revis perché non idoneo a giocare la Tampa-2 di Smith dopo che la vecchia gestione impiegò un primo giro per prenderlo, quest’anno ha tagliato un end come Michael Johson pur non essendoci una valida spiegazione a livello salariale: Johnson era stato uno dei free agent più pagati da Tampa nel 2014 uscendo da una stagione da appena 3.5 sacks dopo un anno in doppia cifra, così andando sotto le aspettative con appena 4 sacks scorsa è stato rilasciato per far ritorno nella sua Cincinnati. Se si scorre l’attuale composizione dei end presenti a roster, trovare un senso al taglio sembra abbastanza difficile.

L’aver finito ultimi nella Lega comporta avere la prima scelta assoluta e se il destino vuole può riservarti di scegliere in una classe molto talentuosa come quella che vedremo in campo per la prima volta da Settembre in avanti.

Tampa nel 2009 spese una prima scelta per Josh Freeman, quarterback grezzo che all’inizio sembrò essere la soluzione giusta salvo poi deludere e aprendo una voragine nel ruolo che ne l’esperto Josh McCown ne Mike Glennon furono capaci di colmare, specie Glennon che dopo un buon esordio nel 2013, è stato superato da McCown a conferma che non sembra rientrare nei piani futuri del front office.

Jameis Winston

Jameis Winston

Così i Bucs hanno avuto la fortuna di scegliere tra due quarterback molto promettenti nella prima notte del Draft. La scelta è ricaduta su Jameis Winston di Florida State, un quarterback con un talento cristallino dotato di tutti gli attributi per diventare la guida di un attacco NFL e una personalità per esserne l’immagine della franchigia.

Winston ha un braccio potente, stazza e footwork per lavorare all’interno della tasca, un buon tocco mentre a a livello di letture andranno fatti dei miglioramenti perché in due anni alla guida dei Seminoles ha si lanciato 65 touchdown ma pure 28 intercetti, 18 nel suo ultimo anno prima di dichiararsi al Draft.

Vincitore del Heisman Trophy 2013 e campione nazionale proprio nello stesso anno, Winston entra in NFL all’età di 21 anni, ha tutto il tempo per lavorare su i suoi difetti e diventare il quarterback franchigia che Tampa spera tanto di avere finalmente trovato.

L’aver preferito Winston a Mariota è una scelta condivisa da molti analisti perché se Mariota ha avuto una carriera collegiale da superstar e da bravo ragazzo, Winston, che è stato al centro di alcune vicissitudini in marito a bravate fuori dal campo, ha già avuto a che fare con un sistema pro style a differenza di quello di Oregon che esalta la velocità del suo attacco ma tende a nascondere molti difetti del suo registra.

Per aiutare Winston è stato chiamato Dirk Koetter come offensive coordinator, recentemente impiegato ad Atlanta in un biennio in cui l’attacco ha avuto molte difficoltà pur avendo un Matt Ryan sempre costante nel suo rendimento.

Koetter, che ha chiamato come responsabile dei QB l’ex OC dei Titans e Bengals Mike Bajakian, ha portato molti quarterback a top della loro carriera, un upgrade notevole in un attacco che ha molti talenti giovani da utilizzare e da scoprire.

Molto probabilmente il gioco offensivo sarà ben bilanciato tra corse e passaggi, difficilmente Winston verrà esposto a dover lanciare con estrema continuità dopo quanto visto al college, è pure ovvio che arriverà il momento in cui dovrà assumersi questo incarico con più continuità e li si vedranno i risultati.

I Bucs hanno avuto il trentesimo attacco della Lega con una media di 292 yards a partita prodotte con il running game risultato la peggior fonte di gioco con 85.9 yards corse di media a partita(29° nella Lega) contro le 206.1 del passing game(25° nella Lega).

Quest’anno si spera finalmente di poter aver un back field sano dato che Doug Martin, dopo un eccellente esordio nel 2012, ha giocato 17 partite su 32 disponibili perché spesso tormentato da problemi fisici compreso l’anno scorso che un grave infortunio all’anca lo ha tormentato a lungo e fatto finire lo scorso anno in anticipo.

Dietro di lui il sophomore Charles Sims ha perso gran parte della rookie season per colpa di un infortunio alla caviglia che lo ha limitato pure al suo rientro, ora si spera di avere entrambi a pieno servizio perché Bobby Rainey e Mike James sono buoni back up ma non dei titolari.

La speranza di tutto la staff è che almeno uno tra Sims e Martin possa rimanere sano per dare a Koetter quel sostegno del running game che ad Atlanta lo ha spesso penalizzato rendendo l’attacco prevedibile e monodimensionale.

Il reparto di wide receiver di Tampa è rappresentato da Mike Evans, settima scelta assoluta dello scorso Draft, un fisico eccezionale dotato di un’ottima velocità da risultare un incubo per diverse difese come dimostrano le 1,051 yards ricevute, 15.5 di media e ben 12 touchdown messi a referto; inutile sottolineare che se lo scorso anno era ritenuto ancora grezzo, quest’anno è atteso a nuovi miglioramenti nel percorrere le tracce per diventare indiscutibilmente il numero uno della Franchigia.

Mike Evans

Mike Evans

Opposto a Evans ci sarà ancora il veterano trentaduenne Vincent Jackson, altro big guy con le cifre in leggere calo per l’inserimento a roster di Evans, passato da 7 touchdown e 1,224 yards a 2 soli scores e 1,002 yards.

Con loro Louis Murphy lavorerà nello slot cercando di migliorare ancora le 380 yards dello scorso anno mentre dovrà guardarsi le spalle dai due rookie Kenny Bell, stella a Nebraska e selezionato al quinto giro, e Kaelin Clay, sesto giro proveniente da Utah.

Nella posizione di tight end si spera tanto che possa cominciare a rendere maggiormente la seconda scelta dello scorso anno Austin Sefarian-Jenkins, fisicamente un atleta molto interessante con un livello di concentrazione molto basso; a lui si chiede di coprire un ruolo molto importante che con la sua fisicità potrebbe diventare una terza torre insieme alla coppia di wide receiver titolari.

La linea offensiva ha concesso ben 52 sacks lo scorso anno sintomo che la perdita di Donald Penn si è fatta sentire parecchio, per tanto al Draft si ha deciso di spendere due secondo giri per aiutare un reparto in forte sofferenza.

Donovan Smith, prodotto di Penn State, è stato scelto come left tackle titolare e questo spiega quanto bisogno ci fosse di sostituire un Anthony Collins disastroso, invece da Hobart(Hobart and William Smith Colleges, college di terza divisione nello stato di New York) è arrivata la guardia Ali Marpet, protagonista di una buon lavoro pre draft ma mai visto all’opera contro avversari di degno valore.

Se da Smith ci si aspettano buone cose, Marpet dovrà lottare per rubare il posto di guardia destra che sarà dal miglior bloccatore del team Patrick Omameh .

Lo scorso anno si aveva spedito il TE Tim Wright in New England in cambio dei servigi della guardia sinistra Logan Manikins sperando che potesse essere la soluzione per aiutare la linea, eppure le sue sufficienti prestazioni sono servite a poco.

Il centro rimarrà il sufficiente Evan Dietrich-Smith, molto probabilmente l’anello debole della linea, mentre per lo spot di right tackle si ha beneficiato del taglio di Gosder Cherilus da parte dei Colts; Cherlius è decisamente un upgrade rispetto a quanto visto, un giocatore medio che si spera possa dare maggior solidità a un reparto che ne ha bisogno.

La firma di Cherilus è anche dovuta all’infortunio Demar Dotson, right tackle che il suo lo sa fare senza punti esclamativi, che dovrà saltare intorno alle sei settimane per una distorsione del legamento mediale del ginocchio; sicuramente la sua perdita avrebbe aperto una voragine sul lato destro perché si avrebbe rivisto ancora in campo la guardia Garrett Gilkey, un altro nome appartenente alla categoria di Evan Smith, non proprio la soluzione più rassicurante per un quarterback rookie da proteggere.  Alle spalle di tutti ci sarà il buon fullback Jorvorskie Lane, buon bloccatore ma poco utile al di fuori del back field.

Se l’attacco da dei segnali positivi, pieno di giovani e si sa che le squadre giovani tendono ad avere più difficoltà di una squadra meglio amalgamata anche se inferiore di talento, la difesa sarà tutta da scoprire dopo essere stata l’ottava peggior difesa dello scorso anno.

Accanto a nomi certi come Gerald McCoy e Lavonte David ci sarà molto da scoprire in un reparto che avrà sei titolari dello scoro anno. L’aver mandato via qualcuno potrebbe far ben sperare, certo che Tampa dipenderà molto dalle prestazioni dei suoi singoli sopracitati senza sottovalutare la presenza di Leslie Frazier come defensive coordinator che con un anno in più di lavoro potrebbe riuscire finalmente a far vedere qualcosa.

Gerald McCoy

Gerald McCoy

Il defensive tackle Gerald McCoy lo scorso Ottobre ha ottenuto un rinnovo di otto anni a 108 milioni totali di compenso, tutto a conferma di quanto Tampa abbia individuato in lui la pietra angolare della difesa per diversi anni a venire.

Cifre che hanno giustificato il bienno ’12-’13 chiuso con 80 placcaggi e 14 sacks, ma lo scorso anno il prodotto di Oklahoma è finito ancora in IR alla tredicesima week dopo aver realizzato 8.5 sacks.

Inutile sottolineare che il contratto fino a quel momento era pienamente meritato, tuttavia molti si chiedono quanto McCoy possa dare certezze a livello fisico nei lunghi anni a venire dato che in cinque stagioni ben tre sono finite anticipatamente. Rimane sempre uno dei più forti giocatori della rosa e uno dei pass rusher interni più forti della Lega, un elemento che perdere sarebbe potuto costare caro.

Accanto a McCoy ci sarà Clinton McDonald, arrivato dalla free agency lo scorso Marzo ripagando più che bene i 12 milioni in quattro anni datogli da Tampa con 5 sacks e 46 placcaggi.

Dietro ai due si spera tanto di poter recuperare Henry Melton, messo in prova per un anno mentre sta cercando di recuperare da un infortunio al ginocchio che lo frena dal 2013, mentre da Seattle è arrivato un altro McDaniel, Tony, solido mestierante contro le corse che sembra essere un colpo di fortuna in virtù del taglio subito in Agosto da parte di Seattle dopo due stagioni da titolare.

Le note dolenti arrivano proprio in osservazione del reparto defensive end: se Jacquies Smith è il tuo miglior pass rusher, la cosa potrebbe non essere molto piacevole.

Tampa ha avuto la ventunesima produzione in termini di sacks, 36 messi a segno, con Smith che ne ha messi a segno 6.5, un dato che potrebbe migliorare contando la giovane età, ma essere il solo rusher insieme a McCoy ci potrebbero essere diversi problemi perché George Johnson, 6 sacks pure lui, andrà testato nel ruolo da titolare dopo diversi anni trascorsi in panchina e le seconde linee sono composte da gente con un piede mezzo fuori dalla Lega tipo Larry English o un undrafted al secondo anno come T.J. Fatinikun.

Non sarebbe proibitivo pensare che un undrafted rookie proveniente dallo JUCO come Jamal Young possa fare roster, intanto i ripensamenti vanno tutti alla mancata esplosione di Adrian Clayborn, in cerca di riscatto ad Atlanta.

Il reparto lineacker avrà ancora il forte Lavonte David nel ruolo di weak side, una posizione che sa coprire egregiamente dopo tre anni da titolare indiscusso.

Placcatore di razza, 429 placcaggi messi a segno in tre anni insieme a 6 intercetti, tanto che i Bucs gli hanno esteso il contratto per altre cinque stagioni a dieci milioni per stagione. Da lui riparte la costruzione di un reparto che ha perso Mason Foster, un altro ragazzo che aveva iniziato bene salvo poi perdersi per poi lasciare la Florida.

Così da Dallas è arrivato Bruce Carter per cercare di trovare un valido interprete dalla Tampa 2 grazie ai cinque intercetti prodotti sotto la guida di Rod Marinelli nella sua miglior stagione a Dallas. Lotterà per un posto sullo strong side contro Danny Lansanah, onesto placcatore con 81 placcaggi messi a segno nel 2014 insieme a tre preziosi intercetti di cui ben due riportati in end zone.

Al centro della difesa, posizione in cui avrebbe dovuto teoricamente giocare Carter, sembra invece essere già dato per sicuro partente il rookie Kwon Alexander, quarto giro proveniente da Louisiana State, un eccellente atleta dotato di ottimi istinti per il gioco, chissà che non possa essere la sorpresa della stagione firmata Buccaneers.

Lavonte David

Lavonte David

La carenza di pass rush ha inciso parecchio nel rendimento della difesa contro i giochi aerei avversari facendo finire Tampa come la quinta peggiore in questa categoria penalizzando il lavoro fatto contro le corse dove si è classificata come diciottesima in assoluto.

Alterraun Verner, altro pezzo pagato caro la scorsa primavera, non ha ripetuto la straordinaria stagione fatta ai Titans nel ’13, finendo per concedere troppe ricezioni e risultando poco efficiente nel contrastare i wide out avversari. Molto passa da ulteriori miglioramenti di Jonathan Banks, secondo giro pronto a cominciare la sua terza avventura in NFL dopo 7 intercetti messi a segno oltre a 15 deviazioni difensive.

Dietro a loro o nella posizione di nickel ci sarà ancora Leonard Johnson che ha sempre giocato negli ultimi tre anni dimostrandosi un buon placcatore ma ancora poco decisivo quando si tratta di contrastare il gioco aereo. Mike Jenkins, ai tempi una promettente stella dei Dallas Cowboys, ha giocato una sola partita e poi ha subito un season ending, ripartirà quest’anno per dare il suo contributo insieme al neo acquisto Sterling Moore, pure lui in arrivo dal Texas.

Nuova sarà la coppia di safety con Major Wright confermato dopo essere stato portato via da Chicago da Smith ripagando con 51 placcaggi prima di finire IR per un infortunio alle costole; con lui lavorerà il neo promosso Bradley McDougald che lo staff ne ha sottolineato i pregi intravedendolo come una possibile star in questa Lega. E per non farsi mancare niente, da Chicago è arrivato Chris Conte, altro prospetto cresciuto sotto Smith ma che non ha mai convinto a pieno.

Che il problema possa essere la pass rush può essere una giustificazione allo scarso rendimento contro il passing game, diverso è pensare che in questo schema che predilige i giochi a zona manchino gli interpreti giusti per realizzarlo.

Lo stesso David ha avuto difficoltà di adattamento rimanendo a secco di intercetti, Wright è sempre un buon placcatore eppure rimane sospetto in termini di copertura e su Verner non sono in molti a sospettare che le cifre fossero overated in termini di valore assoluto del giocatore.

Banks sembra essere un giocatore già più adatto a questo sistema grazie alla stazza e alla buona capacità di recupero nel breve, chissà che presto non possa essere lui a coprire i target più pericolosi.

Negli special team rimane confermato il punter Michael Koenen che inizierà la sua quinta stagione in maglia Bucs dopo sei anni passati ad Atlanta: lo scorso anno il suo rendimento è calato vistosamente passando da una media di 44.2 yards a calcio a 40.4, sicuramente è chiamato a un pronto miglioramento insieme al kicker secondo anno Patrick Murray, chiamato a sostituire già dallo scorso anno Connor Barth finendo con 20 calci realizzati su 20, il più lungo da 55 yards. Chiude il cerchio il long snapper Andrew DePaola mentre i ritorni saranno divisi tra il rookie Clay e il più esperto Rainey.

Aver aggiunto un potenziale franchise quarterback come Winston potrebbe essere l’inizio di un periodo migliore rispetto ai recenti passati cercando di inseguire un record positivo che manca dal 10-6 del ’10 o una presenza ai play off che ormai risale al lontano 2007. Sicuramente l’inizio non sarà facile, questo è un roster con molti giovani interessanti ma che richiederanno un po’ di tempo prima di poter vederne i risultati così come ci vorrà del tempo prima che il sistema difensivo entri definitivamente in funzione.

Per una squadra uscita con il peggior della Lega è sempre difficile fare previsioni per la stagione che si appresta a iniziare: esordire al Raymond James Stadium contro Tennessee, l’altra squadra con record di 2-14 e nuova casa di Mariota, potrebbe essere l’occasione giusta per diffondere un po’ morale in tutto l’ambiente, così come potrebbero essere giocabili le due sfide interne contro Carolina e Jacksonville tra la week 5 e la week 6 prima del bye.

Se si escludono le quattro sfide contro Giants, Cowboys, Eagles, Rams e Colts, avversari di sicuro spessore, le partite divisionali sono tutte affrontabili e si sa che la NFC South è molto imprevedibile in questi anni.

Ripeto, Carolina con l’arrivo di Newton ha iniziato un ciclo che nel tempo ha dato i suoi frutti costruendo attacco e difesa pur con un ricambio generazionale da affrontare; Tampa è una squadra molto più giovane, ha le basi per poter costruire già da ore senza contare le future scelte che arriveranno.

Se tutto dovesse andare per il verso giusto, questo gruppo potrebbe presto essere un cliente scomodo da affrontare, tutto a patto che le attese vengano rispettate iniziando proprio da Winston. Un percorso non semplice, ma finalmente dopo anni di buio una luce comincia ad esserci nel cielo della Florida.

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