Trenta. Un numero a caso? Assolutamente no. Sono gli anni che separano i Chicago Bears dall’ultima vittoria al Super Bowl.

Bei tempi quelli, in cui la squadra era guidata da uno dei più grandi allenatori di sempre, tale “Iron” Mike Ditka. Una stagione quasi “perfect”, dove la macchia del numero uno alla voce L è avvenuta per mano dei Miami Dolphins. Sembrano ormai tempi lontani anni luce.

Discorso abbastanza simile potrebbe essere protratto fino al più vicino 2006 dove a condannare i Bears a restare a bocca asciutta fu un altro personaggio di grande importanza del football: Peyton Manning.

Purtroppo per la Windy City il rendimento di una delle franchigie più antiche e gloriose della National Football League non ha (assolutamente) rispettato le aspettative dei propri tifosi.

Vuoi per scelte discutibili del front office, vuoi per deficienze di varia natura del coaching staff, vuoi per prestazioni di particolari giocatori totalmente discordanti con i contratti che possono vantare di aver firmato. Cosa aspetta quindi i tifosi, i fan e i sostenitori dei Chicago Bears? Scopriamolo!

ATTACCO

Il reparto sulla carta forse migliore dell’intera squadra, eppure da sempre nell’occhio del ciclone per un motivo o per un altro. Diversi problemi che di solito affliggono i Bears nel corso della stagione regolare, in questa occasione non sono mancate le polemiche anche in off-season.

Il caso Brandon Marshall ha fatto abbastanza clamore nel parco della NFL, al punto che il front office è stato disposto a cederlo via trade ai New York Jets perdendo di fatto uno dei pezzi più pregiati (se non il più pregiato) che la formazione dell’Illinois potesse vantare. Una mancanza che dovrà tentare di colmare il più presto possibile Kevin White, prodotto di West Virginia.

I suoi problemi fisici tuttavia potrebbero costringere i Bears ad un piano di emergenza non programmato e soprattutto di gravissime entità, in grado di causare un’ingente quantità di danni per questa stagione.

Ma nonostante tutto il parco ricevitori dei Bears resta uno dei più temibili, da rispettare assolutamente se non si vuole incorrere in imbarcate di un certo peso. Alshon Jeffery e Martellus Bennett sono ancora in squadra, e l’incredibile versatilità di Matt Forte come ricevitore aggiunto “out of the backfield” è un’arma importantissima per John Fox. I problemi disciplinari del forte TE ex Texas A&M potrebbero provocare ulteriori grane in capo al coaching staff e non solo, ma il suo talento resta comunque indiscusso.

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Jay Cutler, croce e delizia del reparto offensivo dei Chicago Bears

L’uomo su cui bisognerà lavorare è, guarda caso, colui che dovrebbe in realtà essere il condottiero dell’intera squadra. Jay Cutler, con il suo esorbitante contratto colmo di garantiti, è sempre, costantemente, continuamente sotto il vigile occhio dei tifosi.

C’è chi loda il suo talento e le sue innate doti, certamente di ottimo livello, ma c’è anche chi invece critica assiduamente le sue scelte e il suo cattivo operato, che resta comunque sotto gli occhi di tutti. In svariate occasioni il numero 6 ha dato inizialmente dato prova di poter condurre questa squadra a traguardi assenti ormai da svariati anni, salvo poi in pochissimo tempo ribaltare per intero il barcone gettando per mare tutto il buon lavoro fatto sino a quel momento. Situazione difficile per Fox e il front office, non sapendo come gestire quello che potrebbe essere un ottimo quarterback, ma che con le sue decisioni scellerate e il suo contratto mette chiaramente le manette a entrambi.

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Martellus Bennett, tanto talento ma anche problemi da dover gestire

Mani legate, è vero, ma va specificato che c’è sempre l’opzione Jimmy Clausen, pronto in ogni singolo momento ad approfittare di ogni singolo passo falso di Cutler. Situazione rischiosa a dir poco per Chicago, ma il rischio vero e proprio è stato corso in sede di trattativa con il prodotto di Vanderbilt.

In una NFC North che vede i Detroit Lions di Calvin Johnson e di una (pur sempre) prima scelta assoluta come Matthew Stafford, un Teddy Bridgewater che potrebbe presto o tardi sbocciare e portare i Minnesota Vikings dove non arrivano dai tempi di Brett Favre e con un rientrate Adrian Peterson, e i Green Bay Packers che sostanzialmente hanno confermato il reparto in grado di ottenere la media punti migliore della lega oltre quota 30 e di far vincere ad Aaron Rodgers il secondo MVP della carriera, cercare di contrastare queste forze non sarà per nulla facile per Fox, Cutler e i Bears tutti.

DIFESA

La situazione difensiva potrebbe forse essere messa anche peggio. Ray McDonald non c’è più a causa di un ennesimo problema con la legge a stelle e strisce e la difesa, che sembrerebbe costruita per una 4-3, dovrà invece gestire un playbook basato maggiormente su una 3-4.

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Jared Allen, potenzialmente l’uomo giusto per la difesa di Chicago

Giocatori come Jared Allen, Lamarr Houston e Willie Young dovranno dimostrare di sapersi adattare effettuando lo spostamento da DE a OLB, ma va comunque ribadito che l’aggiunta più importante della free agency, ossia Pernell McPhee, potrebbe aiutare e non poco. La sua capacità di poter gestire svariati ruoli in una 3-4 potrà garantire al coaching staff una versatilità e una maggiore possibilità di scelta in base allo scenario e alla fattispecie in atto in quel preciso momento.

Un altro importante aspetto, e non scherzo, oltre alle capacità di adattamento è che Houston abbia imparato un’altra lezione: evitare grandi fesserie come l’infortunio al ginocchio dell’anno scorso. Si, lo so bene, con il senno di poi è facile esprimere giudizi. Ma infortunarsi come ha fatto Houston solo nel tentativo di esultare di certo non aiuta una squadra che ha invece bisogno di tutto l’apporto delle proprie superstar. Si dice che la fortuna sia una dea bendata, da questo punto di vista nulla è stato eccepibile a suo tempo.

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Il giovane Kyle Fuller, il futuro per la secondary della Windy City?

Passando alla secondary bisognerà tentare di sopperire all’assenza di Charles Tillman. Dopo i tanti problemi al braccio per lui è giunto il momento di tentare la fortuna in altri lidi, nella fattispecie quelli dei Carolina Panthers.

Anche se va ad infoltire una posizione differente, direi proprio che Antrel Rolle abbia abbastanza esperienza in valigia da sopperire alla sua partenza, anche se la carta d’identità parla più che chiaro. Molto ci si aspetta dal secondo anno di Kyle Fuller dato che il ragazzo ha dimostrato nella passata stagione di poter avere i numeri per essere il pezzo centrale di una secondary. La continuità dovrà essere il suo obiettivo primario.

Un lavoro di particolare importanza aspetta il coaching staff della Windy City su questo reparto. Quello offensivo è ovviamente quello maggiormente rodato cui manca sulla carta davvero poco per essere tra gli elite della lega. Tutto da testare invece per una difesa che dovrà tentare di gestire aggiustamenti, spostamenti, rientri da importanti infortuni e la crescita di ragazzi dal grande potenziale. Le carte nel mazzo sono ben mescolate, si spera nell’Illinois che John Fox effettui una bella pescata per iniziare con il piede giusto la partita.

SPECIAL TEAMS

È il momento che Robbie Gould si getti alle spalle la peggiore stagione della sua carriera. Fatta eccezione per la sua prima annata ha sempre mantenuto l’asticella ben al di sopra dell’80%. Nell’annata passata, anche se con soli tre errori, è arrivato a toccare quota 75%. Da aggiungere le ultime quattro partite saltate a causa di un infortunio. Una stagione semplicemente da dimenticare, e la risposta dovrà arrivare sin dalle prime battute dato che il calendario non è dei più tranquilli già in avvio.

Non molto da dire su Pat O’Donnell dato che si parla solo della sua seconda stagione tra i pro. Dovranno vedersi importanti miglioramenti, perché si sa che la “field position” è di estrema importanza nel mondo del football. Continuando a parlare di field position anche l’aspetto “return” è da riguardare per Chicago: 17.5 avg sui kick-off (25°) e 10.2 sui punt (9°).

CONCLUSIONI

Un singolo approdo alla post-season nelle ultime otto stagioni e peggior record in questa finestra temporale nella passata stagione con sole cinque vittorie. Il futuro prossimo per i Bears non sembra certamente roseo, anche se il potenziale della squadra dice altro. Probabilmente è questo aspetto che rende decisamente irrequieti i tifosi della Windy City.

La Division non è di certo delle più semplici, e la cosa non aiuta affatto, ma il vedere gli acerrimi rivali dei Green Bay Packers lottare continuamente per il Super Bowl e vincere negli ultimi anni la Frozen North è ulteriore motivo di voglia di rivalsa. Certo con un Aaron Rodgers nei paraggi la cosa non è assolutamente facile. Le possibilità restano, ma l’enorme punto interrogativo sul capo di Jay Cutler è, e resta fino ad ora, probabilmente il maggiore freno di questa squadra.

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