L’eredità di Jeff Fisher è più pesante di quanto sembrasse da raccogliere, o perlomeno così parrebbero dimostrare i risultati ottenuti sul campo dai Tennessee Titans.

Tre stagioni sotto Mike Munchak, ex-uomo di linea offensiva ai tempi degli Oilers nonché uomo-leggenda della franchigia, hanno portato solamente alti e bassi ed una convinzione generale che la squadra stesse provando a praticare la propria filosofia senza possedere i pezzi giusti per farlo, questo a causa di scelte non sempre felici durante le varie offseason.

Questo sarà invece il secondo anno sotto le direttive di Ken Wisenhunt, sotto il quale la situazione è però peggiorata, dato che il record di 2-14 è stato il peggiore degli ultimi vent’anni ed ha sottolineato l’inadeguatezza del roster di una compagine che nella prima parte della decade degli anni 2000 è stata una potenza della AFC.

Marcus Mariota

Marcus Mariota

Tante le modifiche in arrivo, com’è normale che sia, con la conseguenza che a Nashville hanno dato più che volentieri il benvenuto alla nuova faccia della franchigia, Marcus Mariota, un ragazzo che ha fatto le fortune dell’università di Oregon e che ora verrà plasmato per diventare la soluzione offensiva a lungo termine che questa franchigia non trova dai tempi del compianto Steve McNair.

Ma non è solo una questione di quarterback, i problemi dei Titans sono tanti, soprattutto offensivi, ed è stata portata tanta gioventù in loco nel tentativo di ripartire con un progetto concreto e sensato. Che cosa si potrà mai chiedere ad un quarterback rookie, se non di migliorare sensibilmente un bilancio tra vittorie e sconfitte definibile come disastroso senza tanti eufemismi?

L’inizio dell’era Mariota – forzata dall’abbandono di Jake Locker e dai risultati non eccelsi di Zach Mettenberger – sarà contraddistinta, come spesso accade in tali casi, da un confronto pressoché eterno con la carriera di Jameis Winston, scelto alla prima assoluta da Tampa Bay, nonché su tutto quel vociare che si era creato attorno alla selezione dei Titans, che piuttosto di arricchirsi di scelte presenti e future per scomodarsi dalla numero due, per la quale si dice avessero non poche offerte, hanno preferito tenersi Marcus ben stretto.

E’ un regista che ha giocato una spread option ad alti ritmi al college, facendo funzionare a meraviglia un sistema offensivo basato sulla precisione dei suoi passaggi, sulla velocità dell’unica lettura da eseguirsi in quel tipo di situazione, e sulla capacità di creare con le proprie gambe, andando ad assicurare i Ducks ai vertici offensivi di tutte le categorie statistiche della NCAA durante tutta la sua permanenza nella sede di Eugene.

Ciò che troverà in NFL sarà completamente diverso, non conta quanto qualche head coach stia tendendo l’orecchio verso le usanze collegiali, il mondo del professionismo ha dei dettami ben definiti e Mariota dovrà effettuare una transizione magari non completa, ma precisa e veloce.

Precisa perché i difensori NFL non perdonano due volte di fila, veloce perché urgono i risultati, va detto che il ragazzo ha un’ottimo quoziente intellettivo per capire che cosa accade in un campo di football facendo letture più complicate di quanto non fosse abituato, ed il suo profilo tendenzialmente basso si sposa bene con tutti gli insegnamenti che dovrà recepire prima di poter ricevere il suo primo snap a settembre, quando giocherà proprio contro Winston.

Un altro dei problemi offensivi è quello di riuscire a far produrre un backfield praticamente immobile, che ha visto evolversi un’annata particolarmente deludente da parte del rookie Bishop Sankey.

Se il post-McNair si è rivelato difficoltoso, il post-Chris Johnson è stato addirittura peggiore, in quanto il ruolo di running back non ha ancora trovato delle risposte adeguate, conseguendo nel taglio di Shonn Greene e nel ritorno al Draft dopo una sola stagione per rifocillare nuovamente la posizione.

Sankey e le sue 3.7 yard per gara saranno alternate alle qualità della possente matricola David Cobb, facendo del gioco di corse dei Titans un qualcosa da gestire a seconda della situazione di gioco: Sankey ha dimostrato di non sapersi sobbarcare un numero eccessivo di portate, Cobb con il suo stile tutto potenza pare ideale per yardaggi corti e situazioni di goal line, con l’incognita rappresentata da Dexter McLuster, esile velocista in grado di esplodere in campo aperto ma mai adeguatamente servito durante lo scorso campionato.

La situazione del reparto ricevitori è così precaria che Tennessee ha rischiato moltissimo pur di riuscire a smuovere le cose in maniera decisiva, arrivando al salto nel buio rappresentato dalla chiamata al Draft di Dorial Green-Beckham, un ragazzo di 6’5’’ per 237 libbre dotato di un talento atletico mostruoso ma costellato di numerosi problemi fuori dal campo, che ne hanno minato una carriera collegiale potenzialmente stellare.

Giocatore da sempre alle prese con problemi disciplinari, i Titans pensano di poterne ricavare il loro ricevitore primario dato che è molto ben attrezzato per combattere spalla a spalla con i più grossi difensori che incontrerà qui, e che possiede in ogni caso ogni tratto fisico/atletico per potersi sviluppare in una star.

La selezione è stata motivata principalmente da un fattore, ovvero le deludenti prestazioni del collega di reparto Justin Hunter, peraltro recentemente arrestato, il quale in due stagioni non ha fatto vedere di poter essere dominante così com’era pubblicizzato in uscita dal college (frequentato proprio a Tennessee) e chiamato a modificare soprattutto la sua mentalità in allenamento, dato che le doti naturali mai possono sopperire ad una mancanza di voglia nel migliorarsi a livello tecnico ed in determinazione, proprio come dimostrano due anni da neanche 500 yard ciascuno.

Kendall Wright

Kendall Wright

Il 2014 ha visto calare pure le statistiche di Kendall Wright, uno dei pochi fari nella nebbia poi perso nel marasma generale e quindi anch’egli in odore di stagione di riscatto, nonché un’altra ragione della presenza a roster di due nuovi arrivi che aumenteranno il livello competitivo come Harry Douglas e Hakeem Nicks, il primo giunto dai Falcons dov’era il terzo ricevitore dietro alle sue superstar, il secondo che tenterà per l’ennesima volta di non essere un miraggio dopo una carriera promettente ma a tratti inconsistente, anche a causa dei frequenti infortuni.

Il leader statistico del gruppo è comunque stato il tight end Delanie Walker, che ha prodotto 14 yard per ricezione terminando l’anno con 890 yard, record stagionale di franchigia di ogni epoca per il ruolo.

Il ricambio generazionale ha colpito, tra i tanti reparti, anche il fronte offensivo che durante la offseason ha perso un elemento storico e prezioso come il tackle sinistro Michael Roos, da nove anni a Nashville ed esempio di affidabilità ed integrità fisica.

I Titans avevano già pensato all’eventualità della sua sostituzione facendo di Tyler Lewan la loro prima scelta nel Draft 2014, ottenendo in cambio un’annata da rookie di ottimo livello ed uno spostamento anticipato da tackle destro a sinistro, viste le sole cinque partite disputate da un Roos poi infortunatosi.

I risultati generali sono stati vicini al disastroso, con la sola esclusione di un Lewan che si propone come leader della nuova generazione. Michael Oher ha giocato malissimo ed è stato rilasciato, Andy Levitre da due stagioni non è più dominante com’era stato a Buffalo, e se non altro la guardia Chance Warmack ha mostrato effettivi progressi nella seconda parte di campionato, in particolar modo aprendo varchi alle corse.

Il quintetto titolare sarà completato dal centro Brian Schwenke, sperando che resti in salute dopo un paio di campionati terminati anzitempo, e dal rookie Jeremiah Poutasi, il quale pare abbia tutte le qualità necessarie per essere una delle due guardie titolari durante la gara di apertura.

La difesa tenterà di rialzarsi dalle numerose cadute rivolgendosi ad una vera e propria leggenda vivente. Ken Wisenhunt, rispolverando i vecchi contatti di Pittsburgh ed approfittando del fatto che gli Steelers intendessero voltare pagina, ha composto il numero di Dick LeBeau, per anni il guru difensivo dietro ai successi della città dell’acciaio e stratega del blitz esotico, uno specialista dell’allineamento 3-4 che sarà a disposizione nominalmente come consulente, ma che sarà in sostanza un defensive coordinator camuffato che osserverà tutto ciò che farà il vero gestore della difesa, Ray Horton.

Di sicuro questo reparto non ha generato la pressione necessaria durante il primo anno passato a transare verso il fronte a tre, sia per la mancanza di personale adeguato e sia per l’inefficienza generale delle chiamate.

Jurrell Casey

Jurrell Casey

Il leader in trincea è sicuramente il gioiellino Jurrell Casey, da anni giocatore molto produttivo ma di cui si sente parlare meno di quanto meriterebbe, proprio perché milita in una squadra perdente.

E’ di fatto lui il miglior pass rusher di squadra pur senza vantare un numero di sack eclatante, solo 5, perché il lavoro che fa per mettere confusione alla tasca è quanto di più importante ci possa essere per una difesa che vive sugli spazi creati dalla linea e dalla pressione interna che si riesce a concretizzare.

Se giungere dalle parti del quarterback ed infastidirlo anche senza necessariamente atterrarlo ha dato i suoi frutti, altrettanto non si può dire per un reparto deficitario di corpi in gradi di opporsi alle corse, una specialità che ha visto i Titans tra le ultime squadre NFL, e parte della responsabilità degli oltre 29 punti a gara che si sono andati a concedere.

L’unico a reggere un minimo è stato il defensive end Ropati Pitoitua, uno dei migliori nel cercare di contenere i backfield avversari e rivelatosi più che idoneo a questo tipo di schema dove un giocatore del suo ruolo deve semplicemente occupare spazio, per il resto il gruppo è poco profondo e le soluzioni a roster non sembrano migliori di un anno fa, presentando uomini di rotazione dall’impatto limitato come Karl Klug ed il nose tackle Sammie Lee Hill.

Sembrerebbe invece migliorata la posizione di linebacker, a patto che il nuovo acquisto Brian Orakpo riesca a mantenersi in salute per tutto un campionato.

Frequentemente infortunato ai muscoli pettorali durante i suoi anni a Washington, Orakpo è stato preso per portare pressione dall’esterno e sfruttare gli spazi liberati dalla linea, nonché per aggiungere al roster un elemento che possiede ogni potenzialità per far registrare sack in doppia cifra.

Dall’altro estremo dell’allineamento ritorna Derrick Morgan, il quale si è ben riciclato da end ad outside linebacker portando 6.5 sack a referto, miglior statistica di squadra, rendendo l’accoppiata titolare molto ben propensa alla giocata in special modo ora, che si possono mettere in pratica degli insegnamenti preziosi come quelli di un Hall Of Famer come LeBeau.

Nessuno di aspettava molto da Avery Williamson, una scelta di quinto giro 2014 che si è invece trasformato nel probabile linebacker interno del futuro grazie all’intuito e alla diligenza con cui ha svolto le sue assegnazioni, una piccola pesca miracolosa dopo numerosi errori di valutazione. Il suo compagno di allineamento sarà il rientrante Zach Brown, che ha disputato una sola gara prima di finire in injured reserve e che appare integralmente recuperato a giudicare dalle reazioni positive del coaching staff durante il camp, fatto che potrebbe andare definitivamente a relegare in panchina il concorrente Wesley Woodyard.

Michael Griffin

Michael Griffin

Le secondarie sono forse il settore più produttivo di una difesa che ha concesso 235 yard aeree di media, non moltissime, ma che ha effettuato poche giocate d’impatto come stanno a dimostrare i soli 12 intercetti registrati, con i palloni recuperati nemmeno vicini a bilanciare tutti i turnover combinati dall’attacco.

Anche qui tirava aria di rifondazione e ci si è rivolti alla free agency per ovviare al problema, chiamando a rapporto Perrish Cox per mettere a frutto la sua esperienza di alto livello negli anni passati a San Francisco, luogo dove si è gradualmente trasformato in un corner molto pericoloso e pronto all’intervento, ed aggiungendovi l’esperienza di Da’Norris Searcy, un pezzo di fondamentale importanza per migliorare la difesa contro le corse, che a Buffalo era certamente tra le sue specialità.

Le due addizioni di offseason andranno a sommarsi ad altrettante presenze importanti per formare un quartetto di tutto rispetto, dato che Jason McCourty è tranquillamente etichettabile come uno dei migliori corner NFL ed è costantemente incaricato di seguire il più pericoloso tra i ricevitori avversari, ed il free safety Michael Griffin, anche se non sempre a suo agio in copertura, offre esperienza e propensione alla giocata.

La profondità non è malvagia e può consentire dei buoni risultati anche nei pacchetti nickel, situazioni in cui entreranno in campo elementi come Coty Sensabaugh e Marqueston Huff, ideali per difendere le zone interne, senza contare la presenza del giovane Bridi Wreh-Wilson, bruciatosi durante i primi due anni di professionismo a causa di decisioni sul campo non esattamente eccelse e retrocesso a backup.

Ryan Succop ha concluso il suo primo anno a Nashville con la miglior percentuale di realizzazioni di carriera, 86.4%, risultando sufficentemente affidabile anche oltre le 45 yard, costituendo un buonissimo tandem assieme al punter Brett Kern, molto soddisfacente nell’allontanare il pallone e permettere agli special team di coprire per bene il campo prevedendo ritorni troppo generosi.

Salutato Leon Washington il posto di kick returner è in gioco tra diverse opzioni, tra cui Dexter McLuster, Bishop Sankey ed il wide receiver Tre McBride, con il primo a fungere da scelta primaria per ritornare i punt.

Ci sono troppi buoni motivi per pensare che i Titans non riusciranno a sollevarsi dallo scempio della stagione scorsa, ed un record superiore alle misere due vittorie del 2014 è semplicemente d’obbligo ora che tira un’aria completamente rinnovata.

Ken Wisenhunt ha un buon pedigree quale head coach ed ha una stagione in più d’esperienza dopo il disastro trovato al suo arrivo, LeBeau è una garanzia, Mariota e Lewan sono la coppia di leader del futuro.

Molto dipenderà dalla capacità di Wisenhunt di adattare Marcus allo stile pro normalmente praticato dal coach, anche se non saranno da escludere chiamate apposite per mettere a produrre le qualità atletiche del quarterback, e dal salto di qualità atteso da backfield e difesa, due punti molto deboli dell’edizione 2014.

Indianapolis e Houston sono superiori, il che significa che in Division ce la si gioca con i Jaguars per non finire di nuovo ultimi. Per il resto, affrontare la AFC East ed una migliorata NFC South non sarà d’aiuto.                   

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